Educazione alla mobilità sostenibile e al rischio stradale

Adolescenti e guida
- S.I.P.Si.Vi. 2004
AREA 1 – Traccia dei contenuti dell’area psicologica - Lucia Lisa
Il gruppo di insegnanti sarà orientato a riflettere sulle variabili cognitive ed emotive che influenzano
i comportamenti di mobilità dell’adolescente; si proporrà inoltre un approfondimento sul rapporto
adolescente-regole stradali, cercando di individuare con il gruppo docenti alcune linee
metodologiche specifiche per l’educazione stradale.
Per una metodologia orientata all’efficacia a nostro parere è necessario “contestualizzare” le
informazioni e le conoscenze relative alla normativa di riferimento, ossia occorre prendere in
considerazione i modelli e i condizionamenti caratteristici del ragazzo adolescente e dell’ambiente
in cui vive.
Educazione alla mobilità sostenibile e al rischio stradale - livello di informazione
– L’apprendimento dei comportamenti stradali
– Rapporto tra sviluppo evolutivo, gruppo dei pari ed attività di educazione alla sicurezza stradale
– L’accettazione e l’osservanza della norma stradale per un ragazzo adolescente
- Il cambiamento dei comportamenti stradali: presupposti, difficoltà, interventi efficaci
- Metodologia per l’educazione stradale
Modulo 1 - Argomenti sviluppati durante le prime due ore, di introduzione al corso
L’apprendimento dei comportamenti stradali
Qualsiasi utente della strada (pedone, ciclista, conducente) deve affrontare determinate condizioni
di base determinate dal fatto di partecipare alla circolazione stradale. Oltre alla strada probabilmente
non esiste un altro ambiente di vita in cui un comportamento inadeguato abbia tante opportunità di
non portare conseguenze negative. In genere la mobilità, soprattutto motorizzata, viene espletata
anonimamente in spazi spesso sovraffollati; la regolamentazione ispirata a criteri di sicurezza di
solito viene vissuta come esagerata; la sensazione di una limitata sorveglianza del traffico
scorrevole impedisce notifiche negative e positive di comportamenti corretti o sbagliati.
Soprattutto i giovani principianti alla guida, che hanno processi di apprendimento rapidi, in breve
tempo possono instaurare comportamenti che, riferiti alla sicurezza stradale, risultano indesiderati e
pericolosi.
Chi partecipa alla circolazione stradale agisce in un sistema sociale e il suo comportamento è
fortemente determinato dall’ambiente sociale.
Guidare un mezzo motorizzato comporta numerose esperienze emotive positive (divertimento,
libertà) e negative (stress). Tali esperienze sono vicine all’autostima del singolo.
In un contesto sociale orientato al rendimento, il conducente registra i propri “successi” e
“insuccessi” in una matrice di superiorità sociale e di divertimento. La gerarchia di potere,
percettibile nel potenziale di prestigio, forza e rapidità dei diversi tipi di veicoli, sulla strada è attiva
in molti modi, avvertibili persino nelle sottili rivalità e nelle piccole offese che ciascuno di noi può
vivere ogni giorno.
Numerose ricerche dimostrano che le persone, in quanto conducenti, hanno una opinione di sé
decisamente alta, di solito si sopravvalutano e contemporaneamente sottovalutano i rischi obiettivi.
Inoltre considerano non la propria condotta ma il comportamento degli altri come la maggior fonte
di potenziale pericolo e, in misura molto inferiore, le caratteristiche tecniche e meccaniche del
veicolo o le condizioni della strada e gli altri fattori ambientali.
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Scopo principale di chi partecipa alla circolazione è la mobilità, la sicurezza è una variabile
collaterale. Chi partecipa alla circolazione non si sposta per essere sicuro.
La sicurezza, come il comfort, il risparmio energetico, il rispetto per l’ambiente e il risparmio
economico sono variabili secondarie che vengono più o meno accettati come migliorìa qualitativa.
La psicologia del traffico parte dalla constatazione che, pur rilevando un’esigenza di sicurezza, una
persona mentre guida “si sente” sicura. La persona non parte dall’idea che nella situazione di
viaggio possa capitare un incidente.
Nonostante l’importanza dei guasti tecnici del veicolo (freni, pneumatici, ..), delle variabili
atmosferiche (oscurità, nebbia, pioggia, gelo), del disegno delle strade pubbliche (inadempienze nel
tracciato e nella manutenzione), la maggiore variabilità negli incidenti stradali è determinata dal
fattore umano. Oltre all’intervento tecnologico, legislativo, educativo, è necessario conseguire una
maggiore conoscenza dei meccanismi fisici e psicologici implicati nell’attività di guida e, in
particolare, dei fattori agenti esterni e delle situazioni che danno luogo ad una guida ad alto rischio
o che portano ad un errore umano nell’impiego delle abilità richieste per una guida in sicurezza.
Rapporto tra sviluppo evolutivo, gruppo dei pari ed attività di educazione alla
sicurezza stradale
Aspetti critici del comportamento del conducente sono costituiti dai processi cognitivi e
motivazionali coinvolti nel compito di guida.
Il livello di controllo psicomotorio e la destrezza del conducente hanno un effetto causale
relativamente basso negli incidenti stradali, forse dovuto al fatto che le richieste sulle abilità non
superano, in genere, le normali capacità umane.
Al contrario, le ricerche dimostrano come i fattori più importanti nella causa di incidenti sono quei
fattori che influiscono sui processi decisionali: risultano maggiormente implicati negli incidenti non
gli errori di emissione della risposta, ma gli errori nella ricerca, selezione e raccolta
dell’informazione pertinente (Rumar, 1982).
In ogni situazione il conducente introduce un determinato livello di rischio attraverso le proprie
decisioni e quello che risulta determinante, molto più dei dati oggettivi della situazione, è
l’interpretazione soggettiva (Prieto, 1985).
Ciascuno di noi, essendo un conducente, sa che mentre guida un veicolo oltre ad utilizzare le
proprie abilità senso-motorie (Soler e Tortosa, 1985) investe anche le proprie aspettative,
atteggiamenti, emozioni e motivazioni (Mayor, Soler e Tortosa, 1987).
E’ necessario che le persone conoscano le fonti potenziali di rischio per la propria salute per attivare
comportamenti di tipo preventivo: quanto più si è coscienti dei propri fattori di rischio, possibili o
reali, tanto più si è sollecitati a realizzare condotte di tipo preventivo (Cummings e coll., 1979).
La guida di un veicolo è una attività umana complessa, di carattere adattativo, che si apprende, si
automatizza in buona misura e si esegue in condizioni caratterizzate da ambiguità e incertezza.
Da ciò che lo circonda (veicolo-strada-ambiente) il conducente:
-riceve ed elabora degli inputs sensoriali
-fa delle previsioni
-prende delle decisioni
-le esegue
-verifica gli effetti causati.
Tutto questa sequenza interagisce con la dimensione affettiva e cognitivo-motivazionale del
comportamento.
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Le esigenze e il grado di difficoltà che il conducente deve affrontare vengono determinati
esternamente da fattori non controllati da lui stesso (densità del traffico, tracciato della strada,
regole del codice stradale, comportamento degli altri utenti, …).
FATTORE UMANO
PRESTAZIONE
 Capacità cognitive
 Capacità fisiche
ERRORI - SVISTE
COMPORTAMENTO
 Fattori di personalità
 Fattori emotivo-affettivi
 Fattori socio-culturali
 Atteggiamenti
VIOLAZIONI
Processi cognitivi attivati durante al guida:
-percezione degli stimoli
-riconoscimento degli stimoli
-processo decisionale
-risposta motoria
Abilità cognitive necessarie per la guida:
-vigilanza
-attenzione selettiva
-attenzione divisa
-processi automatici e processi controllati
-rappresentazioni mentali e capacità revisionali
Comportamenti
Assunzione di comportamenti rischiosi durante l’adolescenza:
-ricerca edonistica dell’intrinseca eccitazione legata al provare “sensazioni forti”
-rafforzamento della propria identità ed autostima
-possibile rito di iniziazione
-visibilità sociale
-trasgressione
-percezione del controllo degli eventi
-fuga
Guida pericolosa
meccanismi intervenenti:
-ottimismo irreale
-illusione del controllo
-assuefazione
Guida sotto l’influenza di alcool
-sistematica sottostima del pericolo
-reiterata mancanza di conseguenze negative
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Modulo 2 - Argomenti sviluppati durante le ultime due ore, di conclusione del corso
L’accettazione e l’osservanza della norma stradale per un ragazzo adolescente
La persona che non rispetta le regole della circolazione nella propria biografia ha imparato e
rafforzato atteggiamenti e comportamenti che lo mettono in conflitto con le regole del traffico
motorizzato.
Occorre contribuire al perseguimento di un comportamento di sicurezza non solo prospettando
sanzioni e divieti a fronte di comportamenti proibiti e pericolosi, ma stimolando adeguatamente a
comportarsi correttamente.
Il cambiamento dei comportamenti stradali: presupposti, difficoltà, interventi
efficaci
La mobilità non ha solo carattere razionale, è anche sfumata di piacere, il quale costituisce un
potenziale di pericolo.
Come orientare un ragazzo/a ad un comportamento di guida meno emotivo e come emarginare
quegli elementi che inducono a comportamenti dannosi alla sicurezza (pubblicità, stampa-motori,
veicoli dal design particolare…)?
Le azioni di contrasto alla velocità
Le azioni di contrasto al drink and drive
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