Spunti di riflessione Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita […] noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta. (1Gv 1,1-4) • La chiamata di Dio è chiamata alla Santità, che consiste nel compiere gli atti propri della nostra vita secondo le esigenze della Grazia, per cui gli atti umani vengono trasformati e diventano gli atti dei figli di Dio. E siccome Dio è Santo, i figli sono Santi, gli atti fatti così sono chiamati “Atti di Santità”. Allora vivere è rispondere “sì” alla chiamata di Dio alla Santità e la misura della vita è la misura con cui noi rispondiamo di sì a questa chiamata. Dio ci ha dato un modello da seguire, Suo figlio, Gesù, noi siamo i suoi fratelli. Piergiorgio Frassati • noi cattolici e specialmente noi studenti abbiamo un grande dovere da compiere: la formazione di noi stessi; … non dobbiamo sciupare i migliori anni della nostra vita, … dobbiamo temprarci per essere pronti a sostenere le lotte che dovremo certamente combattere. don Tonino Bello • Non fidatevi dei cristiani "autentici" che non incidono la crosta della civiltà. • Fidatevi dei cristiani autentici sovversivi • Il cristiano autentico è sempre un sovversivo; uno che va controcorrente non per posa ma perché sa che il vangelo non è omologabile alla mentalità corrente. L’IMPEGNO PER UNA SANTITÀ LAICALE “POSSIBILE” • Dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 5, 12-16) [12]Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi. [13]Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. [14]Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, [15] né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. [16]Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli. “Mia vita, mio tutto” card. Carlo Maria Martini (da “Per una regola di vita del cristiano” – centro Ambrosiano) • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Signore Gesù, mia vita, mio tutto, Tu mi chiedi di dare gratuitamente quanto gratuitamente mi hai donato in questa Chiesa dove mi hai chiamato a seguirTi. Aiutami a condividere con gli altri i doni ricevuti, nello spirito del dialogo e dell’accoglienza reciproca. Fa’ che io riesca a farmi prossimo per tutti coloro cui Tu mi invii, specialmente i più deboli e bisognosi e quelli che sono più difficili da amare. Mi stimola, in questo, l’esempio di tanti santi che nella storia hai dato a questa nostra Chiesa: anche alla loro intercessione mi affido perché sia vigile e responsabile nella lettura dei segni del tempo e testimoni il primato del Padre nel mio lavoro quotidiano e nei rapporti familiari e sociali. [… ] • • • • • • • • • • • • • Dammi amore vero alla Tua Chiesa, che riconosco mia madre nella grazia, perché mi ha generato alla fede in Te e nel Padre Tuo mediante il dono del Consolatore. E fa’ che, da una viva e forte esperienza di comunione ecclesiale, scaturisca nel mio cuore il bisogno di testimoniare ad altri, con generosità e passione, la bellezza del dono che Tu hai fatto a me, insieme a tutti coloro che vivono l’ansia missionaria per il Tuo Regno. Dal discorso del Santo Padre agli animatori della comunicazione e della cultura in occasione del Convegno Parabole mediatiche. Fare cultura nel tempo della comunicazione, nn. 1-6 (Vaticano, 9 novembre 2002). • A voi, che operate nel campo della cultura e della comunicazione, la Chiesa guarda con fiducia e con attesa, perché, come protagonisti dei cambiamenti in atto in questi ambiti in un orizzonte di crescente globalità, siete chiamati a leggere e interpretare il tempo presente e a individuare le strade per una comunicazione del Vangelo secondo i linguaggi e la sensibilità dell’uomo contemporaneo. Siamo consapevoli che le rapide trasformazioni tecnologiche stanno determinando, soprattutto nel campo della comunicazione sociale, una nuova condizione per la trasmissione del sapere, per la convivenza tra i popoli, per la formazione degli stili di vita e delle mentalità. La comunicazione genera cultura e la cultura si trasmette mediante la comunicazione. Ma quale cultura può essere generata da una comunicazione che non abbia al suo centro la dignità della persona, la capacità di aiutare ad affrontare i grandi interrogativi della vita umana, l’impegno a servire con onestà il bene comune, l’attenzione ai problemi della convivenza nella giustizia e nella pace? In questo campo servono operai che, con il genio della fede, sappiano farsi interpreti delle odierne istanze culturali, impegnandosi a vivere questa epoca della comunicazione non come tempo di alienazione e di smarrimento, ma come tempo prezioso per la ricerca della verità e per lo sviluppo della comunione tra le persone e i popoli. Segue ”discorso del Santo Padre” • Di fronte a questo “nuovo areopago”, plasmato in larga misura dai media, dobbiamo essere sempre più consapevoli che «l’evangelizzazione stessa della cultura moderna dipende in gran parte dal loro influsso» (Redemptoris missio, 37). Potremmo sentirci inadeguati e impreparati; non dobbiamo tuttavia scoraggiarci. Sappiamo di non essere soli: ci sostiene una forza incontenibile, che scaturisce dall’incontro con il Signore. Se avete assunto questo impegno cari operatori della comunicazione e della cultura, è perché anche voi, come i discepoli di Emmaus, avete riconosciuto il Signore risorto allo spezzar del pane e avete sentito il cuore ardere di gioia nell’ascoltarlo. È questa la sorgente della novità culturale più vera. È questo lo stimolo più forte ad un coerente impegno di comunicazione. Non stanchiamoci di fissare lo sguardo su Gesù di Nazareth, il Verbo fatto carne, che ha realizzato la comunicazione più importante per la storia dell’umanità permettendoci di vedere, attraverso di Lui, il volto del Padre celeste (cfr Gv 14, 9) e donandoci lo Spirito di verità (cfr Gv 16, 13) che ci insegna ogni cosa. Mettiamoci ancora una volta in ascolto dell’insegnamento di Cristo, affinché il moltiplicarsi delle antenne sui tetti, quali strumenti emblematici della comunicazione moderna, non diventi paradossalmente il segno della incapacità di vedere e di udire, ma sia il segno di una comunicazione che cresce a servizio dell’uomo e del progresso integrale di tutta l’umanità. Segue ”discorso del Santo Padre” ……Cari operatori della comunicazione e della cultura, avete davanti a voi una grande sfida: guardate con fiducia e speranza al futuro, spendendo le energie migliori e confidando nel sostegno del Signore! Vi accompagno con la mia preghiera, ben sapendo, anche per esperienza personale, quanto la questione culturale sia centrale per l’evangelizzazione e quanto i media possano contribuire a un profondo rinnovamento culturale illuminato dal Vangelo. Maria, che ha accolto il Verbo della vita e che ha ricevuto con gli Apostoli il dono dello Spirito nell’effusione della Pentecoste, vi accompagni e vi sostenga, affinché possiate sempre annunciare e testimoniare il Vangelo con la vita e con l’impegno nelle comunicazioni e nella cultura. A tutti la mia Benedizione! Giovanni Paolo II