Lezione_4

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LEZIONE 4
FALLIMENTI DI MERCATO
E
MONOPOLIO
INTRODUZIONE
Perché il meccanismo della mano invisibile
possa operare è necessario che vi sia
concorrenza perfetta, cioè devono essere
presenti nel sistema un numero elevato di
compratori e venditori. Questo requisito
implica infatti che il singolo agente economico
non sia in grado di modificare il prezzo, ma
quest’ultima variabile sia un dato per il
singolo compratore o venditore (PRICETAKER)
INTRODUZIONE
• Gli economisti affermano che un
soggetto che subisce il prezzo di
equilibrio, cioè quel prezzo che ha
origine dalla compatibilità tra domanda
e offerta ottimale garantita dal banditore
walrasiano, non è in grado di esercitare
un POTERE DI MERCATO
POTERE DI MERCATO
• Si intende quella situazione in cui
l’azione di un determinato operatore
economico, di solito un’impresa, può
influenzare la determinazione del
prezzo di equilibrio
DEFINIZIONE DI
MONOPOLIO
• Il caso più emblematico di esercizio di un
potere di mercato è quello che riguarda il
comportamento dell’impresa monopolista.
• Il MONOPOLISTA essendo l’unico produttore
di un determinato bene è infatti in grado di
fissare il prezzo di mercato più conveniente
per sé, data la struttura della domanda
aggregata
espressa
dall’insieme
dei
consumatori
MAX DEL PROFITTO IN
MONOPOLIO
• P e Q non sono indipendenti questo
significa che il monopolista non è in
grado
di
scegliere
contemporaneamente sia il prezzo di
mercato che la quantità di output da
produrre
MAX DEL PROFITTO IN
MONOPOLIO
• Il monopolista sceglie la quantità
ottimale Q* sulla base della condizione
RM=CM
Il prezzo di equilibrio è determinato
invece dalla curva di domanda del
mercato
MAX DEL PROFITTO IN
CONCORRENZA PERFETTA
• L’impresa concorrenziale sceglie la
quantità ottimale Q* sulla base della
condizione
P=CM
CONFRONTO FRA
MONOPOLIO E
CONCORRENZA
Il confronto tra queste due forme di
mercato è fondamentale per capire il
motivo
per
cui
una
struttura
monopolistica dei mercati non realizza
un
uso
efficiente delle
risorse
economiche
RISULTATI
• Dal confronto del punto di equilibrio C
per la concorrenza con il punto M per il
monopolista, si può notare come
emergano le seguenti conclusioni:
• Pm>Pc=CM
• Qm<Qc
RISULTATI
• In un regime di monopolio, i consumatori
stanno quindi peggio, rispetto al caso
alternativo
che
prevede
un
regime
concorrenziale in quanto pagano un prezzo
più elevato ed hanno a disposizione una
quantità inferiore di beni per il consumo.
• Evidentemente il monopolista sta meglio in
quanto ha la possibilità di avere extraprofitti,
a differenza dell’impresa concorrenziale che
produce a profitto zero
CONSEGUENZE
1) Per i consumatori: un uso inefficiente delle
risorse esistenti (link con il concetto surplus).
Il livello efficiente di produzione è quello in
corrispondenza del quale la disponibilità a
pagare un’unità addizionale di output è uguale
al costo necessario per produrla.
2) A livello collettivo: perdita netta di benessere
sociale, nonostante le compensazioni.
MONOPOLIO E CONSUMATORI
• Il monopolio non rappresenta una situazione P.E.
perché esiste la possibilità di una nuova
allocazione delle risorse dell’economia cha
avvantaggi sia il monopolista che i consumatori
• Per tutti gli output compresi tra Qm e Qc esistono
dei livelli produttivi in corrispondenza dei quali vi
sono dei consumatori disposti a pagare un
prezzo più elevato del costo marginale e ciò
migliorerebbe il benessere sia del monopolista
(aumenta il venduto), sia dei consumatori che
pagano un prezzo che è espressione del proprio
desiderio individuale di avere un’unità in più del
bene
MONOPOLIO E CONSUMATORI
• Siamo a questo punto in grado di capire
meglio dove risiede il nodo analitico che
crea inefficienza nella presenza del
monopolio. Il livello efficiente di
produzione è quello in corrispondenza
del quale la disponibilità a pagare
un’unità addizionale di output è uguale
al costo necessario per produrla.
MONOPOLIO E CONSUMATORI
• La condizione p=CM è quindi quella che
garantisce un uso efficiente delle
risorse: in questa situazione non esiste
spazio per ulteriori miglioramenti
• N.B. la condizione p=CM è quella
rispettata dalla concorrenza perfetta
MONOPOLIO E INEFFICIENZA
quello che crea inefficienza nel
comportamento del monopolista è
legato al fatto che egli vende ad un
prezzo Pm anche a consumatori che
sarebbero disposti a pagare di più per il
bene e non vende invece ad un prezzo
Pm<p<Pc quantità inframarginali che
presentano un prezzo unitario superiore
al costo marginale
MONOPOLIO E INEFFICIENZA
Ciò che crea inefficienza non è quindi la
struttura di mercato ma il fatto che il
monopolista non discrimini i suoi
potenziali compratori, sulla base del
prezzo che ciascuno di essi è disposto
a pagare
MONOPOLIO E PERDITA
NETTA
• Principio di compensazione rappresenta
una violazione dell’efficienza paretiana,
è stato introdotto da alcuni economisti
come tentativo di superare gli ostacoli
che tale requisito impone nella
valutazione del benessere collettivo
SURPLUS DEL
CONSUMATORE
Si definisce surplus del consumatore il
vantaggio che questi ottiene qualora si
trovi ad acquistare, in un regime di
concorrenza, ad un prezzo dato un
bene per il quale egli presenta una
disponibilità a pagare, cioè un prezzo di
riserva, più elevato
IMPORTANTE
Passando da un regime concorrenziale
ad uno monopolistico non discriminante
il risultato finale è una perdita netta, a
livello di collettività, nonostante le
compensazioni
MONOPOLIO NATURALE
Il monopolio naturale è una particolare
situazione in cui la presenza di un unico
produttore è la condizione per cui un
bene desiderabile e per cui esiste una
domanda possa essere prodotto nel
sistema
DEFINIZIONE DI
MONOPOLIO NATURALE
• Approccio tradizionale: utilizza
il
concetto di RENDIMENTI DI SCALA
CRESCENTI
• Approccio innovativo: utilizza il concetto
di SUBADDITIVITA’ dei costi
RENDIMENTI DI SCALA
CRESCENTI
• La presenza di RSC significa che se si
aumenta l’input di tutti i fattori produttivi,
ad esempio lavoro e capitale, nella
stessa proporzione, l’output aumenta in
misura più che proporzionale
DEFINIZIONE
In base alla definizione tradizionale un mercato
è caratterizzato da condizioni naturalmente
monopolistiche quando per la presenza di
economie di scala nella produzione un certo
livello produttivo è ottenibile a costi unitari
inferiori da una singola impresa di quanto lo
sia da due o più imprese. Il monopolio
naturale ha quindi origine tecnologica ed è
connotato da costi medi decrescenti al
crescere della produzione
SUBADDITIVITA’ DEI COSTI
Secondo questo nuovo approccio i RSC
costituiscono condizione sufficiente ma non
necessaria per l’esistenza di un monopolio
naturale. Determinante per la nuova
definizione di monopolio naturale è la nozione
di funzione di costo subadditiva.
Una funzione di costo è subadditiva quando
dato un certo livello produttivo il costo totole è
inferiore quando la produzione è collocata
presso una sola impresa rispetto alla
ripartizione della stessa quantità presso due
o più imprese
DEFINIZIONE
Un’industria
costituisce
monopolio
naturale se, nell’intervallo rilevante di
produzione determinato dalla domanda,
la
tecnologia
di
produzione
è
rappresentata da una funzione di costo
subadditiva
IMPORTANTE
In presenza di monopolio naturale non si
devono attuare politiche per aumentare
la concorrenza perché l’offerta da parte
di una sola impresa risulta la soluzione
più efficiente.
L’intervento pubblico deve pertanto
impedire
l’entrata
inefficiente
e
promuovere un’adeguata offerta
DOVE STUDIARE:
• P. Bosi (a cura di), Corso di Scienza
delle Finanze, 2000, Il Mulino, Bologna
• Capitolo 2 da pagina 91 a pagina 95
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