I.C.S. “Antonio Ugo”
Palermo
Educarsi al futuro
Classe III sezione C
Anno scolastico 2006/2007
Che cosa è la
globalizzazione?
È un cambiamento in
atto nell’economia di
tutto il mondo …
… basato sull’idea che
il mondo intero sia un
unico grande mercato.
Esse in genere collocano i loro
impianti nel Sud del mondo,
dove la manodopera costa
meno.
Le grandi aziende capaci di
agire in tutto il mondo sono
dette multinazionali.
È possibile produrre merci in
un luogo e venderle in un altro
perché oggi i trasporti sono
veloci e poco costosi.
Ma quali sono i
vantaggi della
globalizzazione
?
La povertà si sta sconfiggendo
grazie all’investimento di denaro
da parte dei paesi ricchi nei paesi
poveri.
Grazie alla rete internet è possibile
avere in tutto il mondo le
informazioni in tempo reale, cioè
mentre accadono gli avvenimenti.
I cittadini dei paesi non democratici,
grazie alla circolazione delle notizie,
possono conoscere l’esistenza di
forme diverse di governo e della
stessa libertà.
Anche le culture
delle diverse regioni
del mondo si trovano
così una di fronte
all’altra.
La facilità della
comunicazione è resa
possibile anche dalla
diffusione delle lingua
inglese, divenuta ormai
“lingua internazionale”
Con le merci prodotte dall’industria
e dall’agricoltura
si è creato un unico grande mercato
che, almeno in teoria,
è costituito da tutte le nazioni del
mondo e da tutti i suoi abitanti.
Andando per il mondo il
viaggiatore avverte intorno
un’atmosfera familiare,
perché ovunque trova i
prodotti a lui familiari.
E quali sono gli
svantaggi della
globalizzazione?
Ogni aspetto della
vita è ispirato ad un
certo modello uguale
per tutti, ovunque
nel mondo.
Inoltre, in un mondo che
uniforma tutto, nessuno si
preoccupa di salvare lingue
che siano parlate da poche
persone, perché sono ritenute
inutili.
Nel mondo della globalizzazione, una
azienda può decidere di aprire filiali
dove la manodopera costa meno, quindi
i lavoratori non possono aspettarsi un
lavoro sicuro, per mantenere se stessi e
le proprie famiglie.
Poiché le aziende
preferiscono investire in zone
più redditizie, nei Paesi ricchi
si è registrata una
diminuzione dei posti di
lavoro.
Nel tentativo di ottenere il
massimo profitto, spesso le
multinazionali si
dimostrano poco attente ai
problemi dell’ambiente.
Anzi, a volte, la scelta della
nazione, dove aprire nuovi
stabilimenti, dipende proprio
dalla minore tutela che quello
Stato garantisce all’aria,
all’acqua, al suolo del proprio
territorio.
Ma voi due, che cosa
ne pensate della
globalizzazione?
Io sono favorevole alla
globalizzazione, perché in un
mondo globalizzato si vive
come in una grande famiglia,
avendo tutti le stesse cose in
maniera uguale.
Io, invece, sono contrario,
perché non è giusto che una
fabbrica cambi luogo
facilmente, sfruttando gli
operai e non garantendo un
lavoro stabile e duraturo.
Cosa si intende per
sviluppo sostenibile?
È la strada che gli uomini dovrebbero
intraprendere per costruire un mondo in
cui la produzione industriale, i consumi,
la divisione della ricchezza non
avvengano a danno dell’ambiente…
… unico bene comune
dell’umanità.
Siamo proprio noi giovani
che dobbiamo avere cura
dell’ambiente, perché dal
nostro atteggiamento
dipende il nostro futuro.
Bisogna respingere gli
inviti della pubblicità a
consumare di più e
rispettare maggiormente
le risorse naturali.
Cosa si è fatto sulla terra, fino ad
oggi, per costruire un mondo
sostenibile?
Si è sviluppata “l’agricoltura
biologica”, che si sforza di produrre
con l’uso di tecniche tradizionali, di
concimi naturali come il letame…
…e lotta contro i parassiti
per mezzo di altri animali
che si cibano di quegli
insetti.
Un forte impulso è stato dato alla
ricerca di nuove fonti di energia,
perché produrre energia elettrica
con i tradizionali metodi diventerà
sempre più costoso.
Buoni risultati si stanno
ottenendo con l’energia
fotovoltaica, generata dalla
luce del sole, un’energia a
basso costo e a basso impatto
ambientale.
Altra possibilità è quella di sfruttare
la forza delle maree o quella del
vento.
Altre soluzioni potranno
venire dalla chimica o dalla
fisica, purché si riesca a
sovvenzionare la ricerca
scientifica.
Dove finiscono tutti i
rifiuti prodotti sulla
terra?
Un tempo venivano
gettati in enormi fosse,
oppure bruciati in
impianti che
producevano fumi
pericolosi.
Oggi si cerca di gestirli
con sistemi a basso
impatto ambientale.
Una città moderna, con
2 milioni di abitanti,
produce circa 2,4
milioni di chili di rifiuti
al giorno.
Molti materiali possono essere
usati più volte, perché si
prestano ad essere fusi e
rimodellati, così da
trasformarli in altri oggetti
utili.
I materiali riciclabili sono: vetro, carta,
plastica, lattine, rifiuti di verdure, frutta e
carni.
Il 50% dei rifiuti può essere
riutilizzato anche più di una
volta, se viene separato dal resto
nel momento dello scarto.
Il vetro e la carta danno altro vetro e altra carta,
dopo essere stati triturati, lavati e lavorati. I
metalli sono nuovamente fusi e riutilizzati.
La plastica produce impensabili
prodotti come il “pile”. I rifiuti
organici producono il “compost”,
un concime naturale per
l’agricoltura.
La raccolta differenziata dei rifiuti
non si limiterebbe ad accogliere
materiali ingombranti ed inquinanti,
ma potrebbe diventare un’attività
produttiva, capace di creare anche
molti posti di lavoro.
Vetro, carta, plastica, metalli
potrebbero essere venduti
all’industria, come materia prima.
La lavorazione dei
rifiuti organici
darebbe ottimo
concime naturale.
Il calore prodotto dagli
inceneritori potrebbe essere
utilizzato negli impianti
industriali.
Persino il gas che si forma
nelle discariche potrebbe
essere venduto come
combustibile.
Facendo così, ciò che sarebbe un
peso per l’ambiente e un costo per
la società, potrebbe diventare un
aiuto ed un guadagno!
Esattamente.
Esattamente.
Benessere: stato di soddisfazione interiore risultato di un equilibrio psicofisico.
Casa: costruzione ottenuta con vari materiali per abitazione umana, variabile per
forma e struttura secondo i popoli e le epoche.
Ecologia: scienza che studia le relazioni tra gli esseri viventi e l’ambiente in cui
vivono.
Consumismo: un termine usato per descrivere gli effetti dell'identificazione della
felicità personale con l'acquisto, il possesso e il consumo continuo di beni materiali,
generalmente favorito dall'eccessiva pubblicità.
Delocalizzazione: processo attuato da molte aziende che aprono stabilimenti dove la
manodopera è meno costosa.
Globalizzazione: Fenomeno per cui le economie e i mercati nazionali, grazie allo
sviluppo delle telecomunicazioni e delle tecnologie informatiche, vanno diventando
sempre più interdipendenti, fino a diventare parte di un unico sistema mondiale.
Glocalismo: acronimo tra globale e locale e significa pensare globalmente agendo
localmente.
Inquinamento: immissione nell’ambiente di sostanze nocive che alterano l’equilibrio
ecologico, danneggiando gli organismi viventi.
Materia prima: materiale principale per la produzione di un prodotto.
Merce: ciascun prodotto destinato alla vendita.
Multinazionale: grande azienda capace di agire in tutto il mondo, i cui impianti sono
spesso collocati nel sud del mondo.
Net-company: economia di rete
Noglobal: movimento internazionale di contestazione contro la globalizzazione sorto
nel 1999 a Seattle, composto da uomini e donne di formazioni molto diverse tra loro per
ideologia.
Sviluppo sostenibile: è una forma di sviluppo che non compromette la possibilità
delle future generazioni di perdurare nello sviluppo preservando la qualità e la quantità
del patrimonio e delle risorse naturali che sono esauribili.
Uniformarsi: essere uguali in ogni parte in maniera costante.
Elenco alunni
Alfano Pietro
Aprile Giovanni
Boncore Rosa
Campisi Marzia
Candela Angelo
Cascio Salvatore
D’Alpa Francesco
Di Bella Marco
Di Piedi Luca
Federico Giovanni Battista
Ferruggia Ilenia
Fontanazza Alessio
Gallo Giuseppe
Gioè Alessio
Guercio Giuseppe
Orlando Simona
Pacifico Mario
Puccio Loredana
Quartararo Valeria
Sutera Federica
Volpe Martina
Verdone Giuseppe
Docenti che hanno curato il progetto
Fausta La Rocca
Elisa Orlando
Rosanna Provinzano
Dirigente Scolastica
Pia Blandano