PIA FONDAZIONE DI CULTO E RELIGIONE CARD. G. PANICO Polo Didattico Formativo Sede Corso di Laurea in Infermiristica Docente: Sr. Antonella Guarini ANNO ACCADEMICO 2016-2017 LA FUNZIONE CARDIOVASCOLARE Funzione principale del sistema cardio vascolare è quella di trasportare ai tessuti ossigeno e sostanze nutritive e veicolare i prodotti di scarto del metabolismo agli organi responsabili della loro escrezione. LA FUNZIONE CARDIOVASCOLARE Il cuore funge da pompa per far scorrere il sangue nei vasi sanguigni. Il corretto funzionamento di qualsiasi organo o tessuto dipende dall’efficienza e dal buon funzionamento del sistema cardiovascolare. STRUTTURA DEL SISTEMA CARDIOVASCOLARE Il cuore e i vasi costituiscono il sistema cardiovascolare; si tratta di un circuito chiuso con due componenti principali: • La circolazione polmonare • La circolazione sistemica. Il cuore inoltre è una doppia pompa: la parte destra invia il sangue ai polmoni e la parte sinistra invia sangue agli altri organi e tessuti. STRUTTURA DEL SISTEMA CARDIOVASCOLARE La CIRCOLAZIONE POLMONARE trasporta il sangue attraverso i polmoni, dove cede anidride carbonica assorbe ossigeno. La CIRCOLAZIONE SISTEMICA trasporta quindi il sangue ossigenato e le sostanze nutritive a tutti i tessuti. LA FUNZIONE CARDIOVASCOLARE 6 IL CUORE Il cuore è un organo muscolare cavo, poco più grande di un pugno. E’ in grado di pompare circa 5 litri di sangue al minuto. Ogni giorno il cuore batte in media 100.000 volte e pompa circa 7500 litri di sangue. ( American Heart Association ( AHA) 2004) TESSUTO CARDIACO Il cuore è costituito da tre strati: • Lo strato interno ( ENDOCARDIO) • Lo strato intermedio ( MIOCARDIO) • Lo strato esterno ( PERICARDIO) STRUTTURA DEL CUORE Il cuore ha due pareti principali che lo dividono in quattro cavità: • IL SETTO ( una robusta parete muscolare che lo divide in due porzioni, sinistra e destra. A loro volta, queste due porzioni sono divise trasversalmente in cavità superiori ( ATRI) e inferiori ( VENTRICOLI). SISTEMA DI CONDUZIONE Il cuore è un organo unico, poiché è dotato di un automatismo proprio questo significa che esso è in grado di generare il proprio impulso elettrico, che si propaga successivamente lungo fibre di conduzione specializzate VALVOLE CARDIACHE cuore possiede quattro valvole, che permettono al sangue di scorrere in una sola direzione, ottimizzando il rendimento del sistema e impedendo il reflusso di sangue. Due valvole separano gli atri dai ventricoli: • VALVOLA TRICUSPIDE ( separa l’atrio destro dal ventricolo destro; • VALVOLA MITRALE ( separa l’atrio sinistro dal ventricolo sinistro). Il VALVOLE CARDIACHE • VALVOLA POLMONARE ( separa il ventricolo destro dall’arteria polmonare) • VALVOLA AORTICA ( separa il ventricolo sinistro dall’aorta). Queste valvole sono dette SEMILUNARI a causa della forma a mezza luna dei loro lembi. CIRCOLAZIONE CORONARICA La circolazione coronarica fornisce sangue ossigenato al muscolo cardiaco. Le coronarie destra e sinistra distribuiscono sangue ossigenato a tutti gli strati del tessuto cardiaco. LA FUNZIONE CARDIOVASCOLARE POLSO ARTERIOSO PRESSIONE ARTERIOSA Sono due dei PARAMETRI VITALI DI BASE della persona e la loro rilevazione rientra tra gli interventi infermieristici autonomi. LA PRESSIONE ARTERIOSA o SANGUIGNA Con questo termine si indica la pressione esistente all’interno del sistema vascolare sanguigno 15 LA PRESSIONE ARTERIOSA o SANGUIGNA UNITA’ DI MISURA DELLA PRESSIONE SANGUIGNA MILLIMETRO DI MERCURIO (mmHg) CENTIMETRI DI H2O PER LA PRESSIONE ARTERIOSA ( 1 mmHg = 1,36 cm di H2O ) PER LA PRESSIONE VENOSA ( 1 cm di H2O = 0,73554 mmHg) 16 LA PRESSIONE ARTERIOSA o SANGUIGNA La PRESSIONE SANGUIGNA dipende da due fattori: • dall’azione di pompa del cuore, che tramite la gittata cardiaca, spinge una certa quantità di sangue nel sistema vasale nell’unità di tempo; • dall’insieme delle resistenze che il sangue deve vincere durante la progressione all’interno dei vasi; tali resistenze dipendono dalla viscosità del sangue, dal diametro dei vasi, dall’attrito all’interno dei vasi e dal tipo di flusso. 17 LA PRESSIONE ARTERIOSA o SANGUIGNA Il circolo arterioso ha origine dalle arterie medio grosse ( AORTA ), esse non sono rigide ma hanno una parete elastica che evita l’instaurarsi di un flusso ad intermittenza, cioè l’interruzione del getto ogni volta che il cuore entri in aspirazione. Invece durante le fasi di spinta si verifica una distensione della parete dei grossi vasi e, quindi, un contenimento del grosso getto. 18 LA PRESSIONE ARTERIOSA o SANGUIGNA La pressione sanguigna esistente all’interno delle arterie è caratterizzata da una oscillazione ritmica che l’onda di pressione riceve ad ogni ciclo cardiaco come conseguenza della spinta che dal ventricolo spinge il sangue nell’aorta. 19 LA PRESSIONE ARTERIOSA o SANGUIGNA Nasce così la PRESSIONE SISTOLICA o MASSIMA che viene raggiunta al momento dell’acme della contrazione ventricolare e il cui valore dipende: • dal volume del sangue, • dalla velocità della scarica sistolica, • dal grado di distensibilità delle pareti arteriose. 20 LA PRESSIONE ARTERIOSA o SANGUIGNA E la PRESSIONE DIASTOLICA o MINIMA originata dalle resistenze periferiche, che si verifica prima della contrazione ventricolare. Le arteriole non sono elastiche, ma sono formate da fibro cellule lisce e hanno la possibilità di regolare il loro calibro a seconda della necessità. 21 LA MISURAZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA ( P.A. ) La pressione sanguigna può essere misurata con metodi DIRETTI e INDIRETTI che consentono di ottenere valori di riferimento, i più comuni sono: PRESSIONE ARTERIOSA SISTOLICA PRESSIONE ARTERIOSA DIASTOLICA E’ la pressione che viene esercitata dal sangue contro le pareti del vaso conseguentemente alla sistole del ventricolo sinistro E’ la pressione esistente all’interno del vaso durante la fase di riposo del cuore (diastole cardiaca) 22 METODI DIRETTI O CRUENTI Con i metodi diretti è possibile rilevare la pressione arteriosa, venosa e capillare. Gli apparecchi utilizzati prevedono l’impiego di mercurio o acqua e sono collegati tramite un tubo con la cannula introdotta nel vaso 23 METODI INDIRETTI O INCRUENTI Sono metodiche che prevedono l’applicazione di un manicotto attorno ad un arto, che consente di rilevare l’onda sfigmica del polso arterioso, definendo la pressione esistente all’interno di un’arteria grazie all’applicazione di una contropressione tramite il gonfiaggio del manicotto stesso. 24 METODI INDIRETTI Sono: PALPATORIO AUSCULTATORIO 25 METODO PALPATORIO Consiste nella misurazione della pressione arteriosa mediante l’applicazione di un apparecchio, lo SFIGMO MANOMETRO 26 METODO PALPATORIO L’operatore si pone a fianco della persona, prima di procedere al gonfiaggio del manicotto si deve individuare il POLSO ARTERIOSO tastando con i polpastrelli delle dita l’arteria brachiale ( piega del gomito ), o radiale ( a livello del polso ). 27 METODO PALPATORIO A questo punto s’inizia ad insufflare l’aria nel manicotto lentamente fino a che la colonnina di mercurio abbia superato di 50 mmHg l’assenza delle pulsazioni dell’arteria, dopo di che si procede ad allentare la valvolina metallica sgonfiando lentamente il manicotto fino a che si percepisce la prima oscillazione pulsatile dell’arteria. 28 METODO AUSCULTATORIO Questo metodo si differenzia per l’uso del FONENDOSCOPIO che consente di rilevare i valori della pressione sistolica e della diastolica. 29 METODO AUSCULTATORIO Identificato il punto di massima pulsatilità dell’arteria brachiale con le dita, vi si posiziona sopra lo strumento, avendo cura di evitare il contatto con il manicotto e gli indumenti al fine di evitare interferenze acustiche che impedirebbero l’individuazione del primo tono di Korotkoff. 30 METODO AUSCULTATORIO I toni di Korotkoff sono divisi in cinque fasi: • La prima fase corrisponde ai toni di percussione causati dall’occlusione del 50% del vaso arterioso; il primo di questi toni ci indica la pressione sistolica. • La seconda e la terza fase sono caratterizzati da toni di intensità crescente a causa della maggiore quantità di sangue che attraversa l’arteria. 31 METODO AUSCULTATORIO • La quarta fase prevede toni di minore intensità a causa della riduzione delle pulsazioni dovuta alla diminuita velocità e turbolenza del flusso di sangue che attraversa l’arteria. • La quinta fase si presenta con l’assenza di toni arteriosi perché l’arteria non è più compressa, rimane completamente aperta; questa fase indica il valore della pressione diastolica. 32 LO SFIGMOMANOMETRO A MERCURIO E’ costituito da un manicotto di gomma collegato mediante due tubicini ad una scala millimetrata contenente una colonnina di mercurio e ad una pompa con valvolina comandata a mano. Il manicotto è ricoperto da tessuto inestensibile e come sistema di chiusura deve avere preferibilmente il velcro, che garantisce massima adattabilità all’arto. Riva Rocci (1896) 33 LO SFIGMOMANOMETRO ANEROIDE E’ un apparecchio per la rilevazione della pressione sanguigna privo di liquido, che risulta simile all’apparecchio di Riva Rocci per quanto riguarda il sistema di insufflazione dell’aria. Diversamente da questo, però, presenta un manometro rotondo, graduato in millimetri, con ago mobile connesso mediante tubicini di gomma ad una pompetta con valvolina metallica per regolare lo sgonfiaggio del manicotto. 34 COSA DOBBIAMO SAPERE? E’ bene conoscere alcune condizioni generali da evitare per ridurre le fonti di errore e assicurare quindi una misurazione il più possibile precisa e attendibile: • Attività fisica, • Assunzione di liquidi e alimenti, • Fumo Almeno 30 – 60 minuti prima della rilevazione 35 COSA DOBBIAMO EVITARE ? • Esposizione al freddo, • Vescica piena, • Posizione scomoda del corpo, • Braccio costretto da indumenti e/o senza supporto durante la misurazione, • Temperatura della stanza non confortevole, • Ambiente rumoroso, non tranquillo, • Posizione scorretta dell’esaminatore. 36 SEDI E CRITERI DI SCELTA In alcune circostanze, la scelta della sede sulla quale effettuare la misurazione è obbligata, in quanto è controindicata la rilevazione sull’arto: • che presenta una ferita e/o che è sede di una qualsiasi condizione patologica; • che è sul lato in cui è stata praticata una mastectomia. 37 FONTI DI VARIABILITA’ ED ERRORE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA VARIABILITA’ DELLA PRESSIONE ARTERIOSA POSIZIONE DELLA PERSONA ATTIVITA’ FISICA RECENTE STATO EMOTIVO ORA FUMO RECENTE TEMPERATURA DELL’AMBIENTE 38 FONTI DI VARIABILITA’ ED ERRORE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA ERRORI DI MISURA LEGATI ALLO STRUMENTO DIMENSIONI DEL BRACCIALE TARATURA SCARSA MANUTENZIONE 39 FONTI DI VARIABILITA’ ED ERRORE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA ERRORI DI MISURA LEGATI ALL’OPERATORE Sulla stima della pressione arteriosa: • concentrazione, • acutezza uditiva, • confusione uditivo – visiva, • difficoltà di interpretazione dei suoni e nella lettura della colonnina di mercurio in movimento, • velocità nel gonfiare e nello sgonfiare il bracciale. 40 FONTI DI VARIABILITA’ ED ERRORE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA ERRORI DI MISURA LEGATI ALL’OPERATORE Sulla distribuzione di frequenza della pressione arteriosa: • preferenza per alcune cifre terminali, • pregiudizio. 41 La rilevazione della frequenza cardiaca E’ una procedura che consente di misurare il numero dei battiti corrispondenti alla forza con la quale il sangue, durante la contrazione del ventricolo sinistro (sistole ) viene pompato nell’aorta. Questo determina la tensione delle pareti della medesima che, prima, si dilata e, successivamente si contrae generando un’onda di flusso percepita in periferia come POLSO. 42 La rilevazione della frequenza cardiaca FINALITA’ La finalità della procedura è la rilevazione delle caratteristiche del polso e quindi: la frequenza che corrisponde al numero dei battiti percepiti in un minuto. 43 La rilevazione della frequenza cardiaca FINALITA’ Essa dipende dall’efficienza del sistema di conduzione cardiaco ed è influenzata: • dal sistema nervoso autonomo: la stimolazione del sistema nervoso parasimpatico determina un aumento della frequenza cardiaca. Ansia, dolore, esercizio fisico, febbre, assunzione di bevande contenenti caffeina rappresentano fattori attivanti il sistema nervoso simpatico. 44 La rilevazione della frequenza cardiaca FINALITA’ • da alcune tipologie di farmaci: per es. digitalici, diuretici, atropina, ecc. • dall’età: il numero dei battiti considerati normali – rilevati a riposo – sono differenti nelle diverse fasce di età. La frequenza a riposo – nell’adulto – al di sotto di 60 battiti al minuto è definita bradicardia, mentre una frequenza superiore a 100 battiti al minuto è definita tachicardia. 45 La rilevazione della frequenza cardiaca FINALITA’ • il ritmo che esprime la regolarità della pulsazione o, meglio, la regolarità degli interventi tra un battito e l’altro; • la qualità o ampiezza che corrisponde alla “forza” della pulsazione percepita alla palpazione. 46 SITI DI RILEVAZIONE DEL POLSO ARTERIOSO La frequenza cardiaca può essere rilevata in tutti i distretti dell’organismo in cui il vaso arterioso scorre in prossimità della superficie cutanea e può essere agevolmente compresso contro una struttura rigida sottostante quale un osso o un muscolo. 47 A.temporale SITI DI RILEVAZIONE DEL POLSO ARTERIOSO 48 SITI DI RILEVAZIONE DEL POLSO ARTERIOSO POLSO TEMPORALE SI TROVA NELLA PORZIONE TEMPORALE DEL CRANIO E OSPITA L’ARTERIA TEMPORALE CHE VIENE INDIVIDUATA A META’ DELLA LINEA IMMAGINARIA CHE CONGIUNGE L’APICE DELL’ORECCHIO CON LE SOPRACCIGLIA. 49 POLSO CAROTIDEO L’arteria carotidea decorre al di sotto del muscolo sternocleidomastoideo ed e’ facilmente palpabile in prossimità del bordo mediano dello stesso muscolo, a livello della parte inferiore del collo. Il polso carotideo e’ considerato quello maggiormente rappresentativo della qualità delle pulsazioni 50 dell’arteria aorta. SITI DI RILEVAZIONE DEL POLSO ARTERIOSO POLSO BRACHIALE L’arteria brachiale decorre – nella parte superiore dell’arto – nello spazio compreso tra il muscolo bicipite e il muscolo tricipite sul lato mediale del braccio. La palpazione di questo polso è facilitata se l’avambraccio del paziente viene mantenuto flesso a livello del gomito e sostenuto dall’operatore al fine di prevenire contrazioni muscolari che possono limitarne la rilevazione. 51 SITI DI RILEVAZIONE DEL POLSO ARTERIOSO Radiale: l’arteria radiale decorre lungo il radio, sulla parte volare del polso. Questo è il sito più frequentemente utilizzato. Femorale: la rilevazione di questo polso, che richiede solitamente la palpazione profonda, viene effettuata nella parte anteriore mediale della coscia, subito dopo il legamento inguinale. 52 SITI DI RILEVAZIONE DEL POLSO ARTERIOSO Popliteo: l’arteria poplitea decorre lungo la parte più laterale della fossa poplitea. Il polso popliteo risulta più facilmente palpabile a ginocchio flesso e gamba rilassata. Pedidio o dorsale pedidio: questo polso viene palpato sul dorso del piede a lato dell’estensore proprio dell’alluce. Posteriore tibiale: l’arteria tibiale posteriore decorre dietro il malleolo interno e la sua palpazione si effettua si effettua ponendo la punta delle dita ( II, III e IV ) a uncino sul malleolo. 53 SITI DI RILEVAZIONE DEL POLSO ARTERIOSO 54 SITI DI RILEVAZIONE DEL POLSO ARTERIOSO Il criterio che deve orientare l’operatore nella scelta del sito è relativo alla valutazione dello stato clinico del paziente in generale, e nello specifico, alla verifica della presenza o meno di condizioni che possono limitare o addirittura precludere la rilevazione del polso quali: • dolore, • lesioni di diversa natura, • medicazioni ecc. e quindi, imporre la ricerca di un sito alternativo. 55 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) Le cellule cardiache possiedono una carica elettrica: in condizioni di riposo, questa carica è negativa all’interno e positiva sulla superficie esterna. In altri termini, sono polarizzate. 56 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) La loro polarizzazione in parte dipende dal contenuto di sodio e di potassio e dal rapporto tra le rispettive concentrazioni, sia all’interno sia all’esterno delle cellule cardiache. 57 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) Con l’effettuazione dell’elettrocardiogramma (ECG) si registra l’attività elettrica del cuore mediante l’applicazione di elettrodi sulla superficie cutanea di zone predefinite e si stampa la sua documentazione grafica mediante un apposito strumento detto elettrocardiografo. 58 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) FINALITA’ La finalità della procedura, come già espresso nella definizione,è la registrazione dell’attività elettrica del cuore per identificare, attraverso la lettura, eventuali anomalie di natura e 59 caratteristiche diverse. L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) L’ECG presenta due componenti principali: onde e segmenti o tratti. Le onde si presentano come deflessori del tracciato al di sopra o al di sotto della linea di base ( linea isoelettrica); i segmenti sono i tratti di linea di base compresi tra due onde. 60 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) Gli intervalli sono dati da combinazioni di onde e segmenti o tratti. In un ECG normale, registrato con la I derivazione, si possono distinguere tre onde principali: l’onda P, il complesso QRS e l’onda T. 61 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) R T P Q S 62 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) L’onda P rappresenta la depolarizzazione degli atri, cioè il passaggio dell’impulso elettrico dal nodo senoatriale alla muscolatura di entrambi gli atri. 63 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) Il complesso QRS rappresenta la progressione dell’onda di depolarizzazione nei ventricoli e coincide con la ripolarizzazione atriale. L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) L’onda T riflette la ripolarizzazione dei ventricoli. L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) L’ECG viene registrato si carta millimetrata. Per la registrazione è necessario collegare un elettrocardiografo a 10 elettrodi che registrano 12 derivazioni. Gli elettrodi vengono posti secondo la seguente tabella: 66 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) P O S IZ IO N E B racciosin istro :p o lso E L E T T R O D I D E R IV A Z IO N I G IA L L O P eriferich e: B racciod estro :p o lso R O S S O D 1 ,D 2 ,D 3 ; G am b ad estra:cav ig lia N E R O aV R ,aV L ,aV F G am b asin istra:cav ig lia V E R D E T o race:q u artosp azioin terco stalesu lm arg in ein terco staled x V 1 P reco rd ia li: T o race:q u artosp azioin terco stalesu lm arg in ein terco stalesx V 2 V 1 ,V 2 ,V 3 ,V 4 , T o race:q u in taco statraled eriv azio n iV 2eV 4 V 3 V 5 ,V 6 T o race:q u in tosp azioin terco stalesu llalin eaem iclav earesx V 4 T o race:lin eaascellarean terio resxaliv ello o rizzo n taled iV 4 V 5 T o race:lin eaascellarem ed iasxallostessoliv elloo rizzo n taled iV 4eV 5 V 6 67 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) I primi quattro elettrodi, posti agli arti, consentono di registrare le derivazioni periferiche. Per ricordare con quale sequenza applicare questi elettrodi si suggerisce di iniziare in senso antiorario dall’arto superiore sinistro usando l’acronimo GI-RO-NE-VE. 68 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) Per gli elettrodi precordiali (da V1 a V6) è importante determinare con precisione la posizione di V1 in quanto risulta fondamentale per la registrazione di queste derivazioni. 69 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) Per reperire il quarto spazio intercostale si appoggia il dito sull’angolo sternale, si fa scivolare lentamente verso il basso di qualche centimetro finchè non si sente una leggera prominenza ossea. 70 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) Questo è l’angolo di Louis dove il manubrio si unisce all’angolo dello sterno creando il primo spazio intercostale. Spostando appena le dita verso il lato destro del torace si palpa la seconda costa e l’avvallamento successivo è il secondo spazio intercostale. Da qui si scende contando fino al quarto dove viene collocato l’elettrodo V1 71 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) Angolo sternale Manubrio dello sterno Angolo di Louis V1 V2 V6 V3 V4 V5 72 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) 73 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) PRIMA DELLA PROCEDURA • Verificare il funzionamento dell’elettrocardiografo e la velocità di scorrimento della carta, • identificare la persona, • fornire alla persona alcune informazioni relative alla procedura • fare assumere alla persona la posizione supina e fare scoprire il torace, i polsi e le caviglie 74 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) PRIMA DELLA PROCEDURA • verificare se risulta necessario eseguire tricotomia del torace nei punti nei quali fare aderire gli elettrodi, • preparare il seguente materiale: - elettrocardiografo munito di carta millimetrata e cavi; - elettrodi adesivi monouso, 75 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) PRIMA DELLA PROCEDURA - pasta conduttrice se gli elettrodi ne sono sprovvisti, • - soluzione alcolica per sgrassare la cute, - garze pulite, - materiale per tricotomia, se occorre, lavare le mani. 76 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) PROCEDURA • Preparare la cute nelle zone in cui verranno applicati gli elettrodi utilizzando la soluzione alcolica. • Applicare gli elettrodi delle derivazioni periferiche secondo la sequenza GI-RO-NE-VE e cercando di evitare l’applicazione su tendini e grosse masse muscolari. 77 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) PROCEDURA • Posizionare gli elettrodi precordiali utilizzando i punti di repere descritti in precedenza. • Collegare gli elettrodi all’elettrocardiografo mediante gli appositi cavi. • Invitare la persona a non muoversi per qualche minuto e a mantenere una normale respirazione. 78 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) PROCEDURA • Iniziandola registrazione stampando almeno 4-5 complessi per ciascun gruppo di derivazioni. • Spegnere l’elettrocardiografo e togliere i cavi. • Staccare gli elettrodi ed eliminare la pasta conduttrice rimasta sulla cute della persona utilizzando delle garzine asciutte. 79 L’ELETTROCARDIOGRAMMA ( ECG ) DOPO LA PROCEDURA • Smaltire il materiale utilizzato seguendo le disposizioni legislative vigenti. • Lavare le mani. • Registrare l’avvenuta esecuzione dell’esame. 80 81