Friedrich
NIETZSCHE
(1844-1900)
Nietzsche rappresenta la spietata ed acuta negazione del passato, il rifiuto di tutte le
tradizioni, l’appello ad una svolta radicale. Nietzsche è il filosofo che mette in dubbio
tutta la storia della filosofia occidentale, che cerca, dopo venticinque secoli di
interpretazione metafisica dell’essere, un nuovo principio.
introduzione
L’interpretazione nazista di Nietzsche è stata inventata dalla sorella, la quale non esitò a manipolare i testi del filosofo,
pubblicando nel 1906 un libro intitolato “La volontà di potenza”, in cui il pensiero di Nietzsche assume quella
fisionomia anti-umanitaria e razzista su cui farà leva la lettura nazista, che influenzerà la cultura del primo ‘900. Solo
nel secondo dopoguerra è stata rivista tutta l’opera nietzschiana, dando vita all’edizione critica completa delle opere, che
dimostrano la totale estraneità del filosofo al nazismo o a tesi simili.
All’inizio della sua riflessione, Nietzsche fu influenzato da Schopenhauer, per il quale la vita è crudele e cieca
irrazionalità, è dolore e distruzione. Ma egli non si ferma al pessimismo di Schopenhauer: il sentimento tragico della
vita è accettazione della vita stessa, è una esaltante adesione a tutti gli aspetti dell’esistenza, anche a quelli terribili,
poiché tutto fa parte dell’immensa marea della vita.
Il suo pensiero
può essere
suddiviso
in tre fasi:
1
La nascita della tragedia
2
• La morte di Dio
•il nichilismo
• la morte della metafisica
non significa il nulla.
3
Invenzione di nuovi valori
per controbattere il nichilismo
essi sono:
•L’eterno ritorno.
•Il superuomo o oltreuomo.
•La volontà di potenza.
Prima fase
Distinzione tra dionisiaco e apollineo nel senso di contrasto tra gli opposti, come oordinate dello spirito
greco
caos e forma
divenire e stasi
infinito e finito
istinto e ragione
Ne La nascita della tragedia(1872), Nietzsche vede nel mondo greco la stagione spiritualmente più alta e
ricca dell’umanità. La civiltà greca era infatti nutrita da un vigoroso senso tragico, che è per Nietzsche
l’autentico modo di rapportarsi alla vita: è accettazione di essa, coraggio davanti al Fato.
L’uomo greco vedeva dappertutto l’aspetto orribile e assurdo dell’esistenza: ma egli seppe, nell’arte,
trasfigurando l’orribile e l’assurdo in immagini ideali, rendere accettabile la vita.
La grande tragedia greca è la forma suprema di arte, in quanto in essa si compongono gli impulsi vitali
creativi (spirito dionisiaco), e la moderazione, l’equilibrio, la razionalità (spirito apollineo).
Dionisio e Bacco
ovvero Caos e Forma
Lo spirito presocratico era in sostanza lo spirito dionisiaco
è l’esaltazione del mondo così come è,
è l’esaltazione della vita nella sua potenza
Dioniso era il dio greco che i romani
chiamavano Bacco. Dioniso incarna la
festa,
il
baccanale,
il
caos,
l'istintualità primordiale, la sensualità
Dunque la Grecia presocratica, la
Grecia delle "Tragedie”, ovvero di
quella forma d'arte in cui l'uomo ha il
coraggio di affrontare la vita per ciò
che è, è per Nietzsche il luogo dello
spirito vitale ancora non corrotto dal
razionalismo
Per contro il razionalismo socratico(e il
razionalismo di tutta la filosofia che fonda le
sue argomentazioni sull'uso della ragione) è
invece tendenzialmente rispondente allo
spirito apollineo, ovvero quel valore che si
rifà alle qualità proprie del dio Apollo, dio
dell'armonia e dell'equilibrio tra le forme. Lo
spirito apollineo cristallizza quindi l'istinto
entro una legge di armonia, che intende il
mondo come costruzione ordinata, negandone
il lato caotico e imprevedibile
La felicità
L'uomo greco presocratico
non era stato ancora corrotto dall'idea socratica che il bene va
raggiunto per mezzo della ragione
questa idea apollinea, questo artificio della morale (il bene come
disciplina dello spirito) intende raggiungere la felicità per mezzo
della virtù.
la virtù non è il mezzo per raggiungere
la felicità
invece è vero il contrario
E’ La felicità
che produce
l'idea della virtù
è l'inizio di ogni considerazione veramente positiva e della filosofia
Per Nietzsche non esiste dunque la felicità posta come una meta, bensì è il caotico fluire dell'esistenza
che produce del tutto autonomamente quel vigore di forze che portano a uno stato esistenziale e
fisiologico felice. La felicità giunge autonomamente secondo modalità casuali, è dunque compito dell'uomo
agevolare queste tendenze vitalistiche ponendo un pensiero che si addica al loro vigore.
Nietzsche pone dunque come valore veramente originario e autentico il flusso caotico e istintuale degli
eventi, questo valore costituisce il culmine del possibile percorso umano
Il rimedio è peggiore del male
La filosofia occidentale pone le realtà
metafisiche, come un tentativo di
trovare il rimedio alle paure degli
uomini, alla paura della morte, del
nulla, del caos, dell'ignoto.
ogni tentativo di rimediare a questa
paura fonda un mondo di realtà eterne
e immutabili assolutamente fittizio(ogni
metafisica è per Nietzsche un tentativo
di rendere concreto il nulla).
Le realtà metafisiche non
corrispondono ad alcuna verità
Il mondo vero è per Nietzsche questo mondo, il mondo che abbiamo
davanti, il mondo entro il quale si manifesta il vigore vitale, unica
vera e possibile fonte di benessere.
Ogni tentativo di fondare un rimedio contro
la paura dell'ignoto finisce per limitare e
infiacchire il vigore vitale nell'uomo: ogni
tentativo di rimedio è quindi peggiore
del male, poiché per combattere la
paura dell'ignoto (il male) finisce per
allontanare l'uomo dalla vita.
La vita è per Nietzsche un originario e ignoto
movimento di impulsi, in cui si alternano nel caos
più totale momenti sublimi a momenti terribili. Ma
questo caos, al quale si tenta di dare un ordine
per rendere gli eventi più prevedibili e quindi
consolatori, è la fonte stessa della vita e del
benessere, per cui se da un lato l'uomo tenta di
ingabbiare questo caos entro leggi prevedibili,
dall'altro Nietzsche avverte come questo
progetto finisce per allontanare l'uomo dalla
fonte della vita e irrigidirlo entro un
razionalismo che uccide l'istinto e la passione.
Il “divenire”
Nietzsche critica quindi tutta la tradizione filosofica
occidentale: ciò che la filosofia occidentale vuole
negare a partire da Socrate è sostanzialmente il caos,
e così facendo va contro la vita stessa: se la ragione
pretende di trovare un ordine nel caos (e renderlo
consolatorio), dall'altro questo ordine finisce per
andare contro quell'istintualità primordiale che è la
fonte di ogni impulso vitale.
La realtà è “a-sistematica”, la realtà
è quel luogo entro il quale forze
ignote
continuamente
e
caoticamente si scontrano, nessuna
forma di sistematicità (e qui si fa
riferimento al sistema razionale) è
verità, ma solamente menzogna che
nasconde e ingabbia l'originario tumulto
degli istinti.
Il tema centrale della filosofia
di Nietzsche:
L'autentico e originario movimento della vita è il divenire, il divenire non è menzogna, tutto il resto
lo è. Il divenire, la vita stessa, si manifesta nella fisiologia umana, liberare la fisiologia dagli ostacoli
che impediscono all'impulso vitale di fluire pieno e impetuoso nell'uomo è il compito supremo della
nuova umanità.
Con il divenire viene accettato in toto ogni aspetto della vita: il tragico e il lieto, la vita e la morte, la
produzione e l'annientamento.
Seconda fase
Nietzsche,
deliberatamente,
mette
tutto
in
discussione:romanticismo,ideali
smo, positivismo, socialismo,
evoluzionismo,
cristianesimo,
metafisiche e dogmatismi vari.
Tutte le realtà che sono state
presentate come nobili, vere,
spirituali sono in realtà “umane,
troppo
umane”.
Sono
costruzioni che esprimono solo
gli istinti, appetiti, passioni e
interessi più intimi dell’uomo.
Il cristianesimo oppone i valori del
cielo a quelli della terra. Così esso è la
religione dei deboli, dei vinti.
Ne La gaia scienza Nietzsche sostiene
che l’uomo ha ucciso Dio. “Dio è morto
e noi l’abbiamo ucciso”.
La civiltà occidentale ha ucciso Dio a
poco a poco, ma, uccidendo, ha perso
ogni punto di riferimento.
Nietzsche rifiuta così ogni tipo di metafisica e di religione, ed
attacca lo stesso concetto di verità : secondo Nietzsche si
sono chiamate verità gli errori utili, quelli che sono
indispensabili all’uomo per poter vivere, giacché non sopporta
il vivere senza un senso. La volontà di verità ha la sua radice
proprio nel bisogno di stabilità, nella paura di instabilità. Ma
non esiste nessuna verità se non all’interno di una
interpretazione ed in riferimento ad una particolare
prospettiva. In altre parole, non vi sono verità evidenti se non
all’interno di categorie storicamente instaurate dagli uomini.
L’ateismo, appare quindi a Nietzsche come l’unica alternativa
per liberare l’uomo. Esso è in lui qualcosa di ovvio: “Sono
troppo curioso, troppo incredulo, troppo insolente per
accontentarmi di una risposta così grossolana.
Dio è una risposta grossolana, un’indelicatezza verso noi
pensatori; anzi, addirittura, non è altro che un grossolano
divieto contro di noi: non dovete pensare”(cfr. Ecce homo).
Dicendo che “Dio è morto!” Nietzsche vuol indicare
insomma che sono morti gli ideali ed i valori del mondo
occidentale. Dio è stato ucciso perché in Lui era
sintetizzato tutto ciò che era contro la vita. Però, ora che
Dio è morto, l’uomo non sa più che cosa fare: è privo di
valori ed è quindi solo, sperduto “nel gran mare
dell’essere”, senza punto d’appoggio. Non c’è che una
alternativa : è l’uomo stesso che deve creare i valori.
La morale
In Al di là del bene e del male (1886) e nella Genealogia
della
morale(1887),
egli
risale
all’origine
dei
comportamenti morali. La morale per Nietzsche è uno
strumento di dominio : essa consiste nella costituzione di
valori presentati come universali e auto-evidenti, ma in
realtà astratti e repressivi. In nome di tali valori, alcuni
uomini ( i buoni) ne soggiogano altri(i forti).
Ma quali valori ?
Prima di proporre una nuova
tavola di valori, Nietzsche si
dedica allo smantellamento
della morale.
Vi sono infatti due tipi di morale
la morale dei sani, dei
forti,
che
privilegia
l’individualismo, la fierezza,
l’amore per la vita;
Se il mondo è quindi puro divenire (ovvero
movimento
e
mutamento
caotico
incessante), allora la morale rappresenta
un tentativo illegittimo di negare questo
divenire in nome di concetti che si vogliono
assumere come eterni.
la morale degli schiavi, dei deboli, che è sociale e
utilitaristica, che predica la democrazia ecc. La
morale degli schiavi è nata col cristianesimo ed è
sorta per il risentimento verso la classe dei forti :
infatti i mediocri non sanno elaborare nulla di
proprio e di autonomo, la vera azione è loro
negata, ed allora trovano il compenso in una
vendetta
immaginaria.
Il
disinteresse,
l’abnegazione, il sacrificio di sé sono il frutto del
risentimento dell’uomo debole verso la vita. I
deboli, che non sanno vivere, hanno fatto
diventare valore la negazione della vita; è questa
la vendetta dei deboli contro i forti.
la realtà originaria ed evidente è il fluire caotico e
incontrollato delle energie vitali, ragion per cui ogni
forma di morale rappresenta una costrizione di
questo flusso.
Pulsioni e istinti,forze vitali
La morale
l’uomo.
tende
così
ad
indebolire
Rappresenta quell'insieme di
comportamenti e obblighi che
si vogliono imporre agli uomini
fondandoli su pretese verità
religiose,
metafisiche
e
ideologiche.
L’essere umano desiderava soddisfare le proprie pulsioni, realizzarsi in questo mondo.
La morale lo ha invece spinto a credere in una specie di anti-mondo, lo ha portato ad allontanarsi
dalla sua natura originaria, che è terrestre.
Ma la natura si è vendicata e gli istinti si sono rifugiati all’interno dell’uomo
L’uomo appare così a Nietzsche come un “animale malato”. Orbene, per liberare l’uomo da questo
nichilismo (nella sua storia l’Occidente ha progressivamente negato i valori vitali), Nietzsche propone
una trasvalutazione di tutti i valori, una nuova tavola di valori che realizzino l’ideale della “grande
salute”.
Per poterla attuare, egli ha elaborato i concetti di volontà di potenza, superuomo ed eterno
ritorno.
Terza fase
Spirito dionisiaco e decadenza
Superuomo
forma nuova di uomo
che si deve auspicare e alla quale si deve giungere
Nietzsche lo chiama ubermensch (tradotto con
"superuomo", o con "oltre-uomo", secondo la traduzione di
Vattimo).
Di fronte alla scoperta che tutti i rimedi metafisici, ideologici e morali posti in essere
per difendersi dall'imprevisto e dal timore dell'ignoto sono menzogne consolatorie,
l'uomo si trova di fronte per la prima volta alla realtà di un mondo che è puro caos e
puro divenire: il superuomo accetta questa evidenza.
Dunque il superuomo ha la forza di accettare l'ignoto e l'imprevedibilità senza ricorrere
all'apporto dei rimedi consolatori, il superuomo "guarda in faccia" il proprio destino, ama il
proprio destino, lo desidera ("amor fati", amore per il destino). Il mondo "nudo" e spogliato delle
millenarie menzogne della morale e della metafisica si presenta come un flusso di forze e di energie
caotiche, il superuomo vive sapendo di essere in balia di queste forze e tenta di volgerle a suo favore.
La menzogna delle scienze
In realtà tutti questi tentativi di trovare una spiegazione morale o ultramondana agli
eventi finisce per essere niente di più che una consolazione oltre la quale non vi è nulla
non solo la morale è sottoposta a critica.,ma anche le scienze,la matematica e l’arte
La scienza e la matematica pretendono di ridurre il fluire del mondo (il divenire) entro schemi concettuali
rigidi e numerizzabili, in modo da avere una certa potenza sulla realtà.
Ma anche questa pretesa non può che fallire, poiché l'originario flusso del divenire non è riconducibile
al alcun algoritmo. L'arte, per contro, è l'insieme degli artifici che l'uomo pone in essere per rendere la vita
più sopportabile attraverso la contemplazione estetica. L'arte abitua l'uomo al gusto della menzogna,
poiché falsifica la realtà interpretandola esteticamente.
allora il mondo si costituisce come un
campo di forze, dove non esiste alcuna
legge razionale, morale o spirituale che
possa giustificare stabilmente la preminenza
di una verità rispetto alle altre.
By Maria Elena Auxilia
La volontà di potenza
Se l'aspetto più autentico della realtà è il puro divenire, ovvero il flusso
caotico e imprevedibile degli eventi
Se il mondo è un campo di forze che continuamente lottano per la supremazia,
allora la preminenza di un senso delle cose rispetto all'altro
si deve fondare unicamente
sulla volontà di avere un certo potere sulle cose.
By Maria Elena Auxilia
Al di là del Bene e del Male
La morale che pretende di dividere il bene dal male non riveste più alcuna utilità, poiché il
suo fondamento è stato ritenuto falso e menzognero: la vita è un flusso originario di istinti e
avvenimenti senza alcuno scopo e senza alcun fine, il fine inventato dall'uomo per dare un
senso alle sue azioni rientra nel discorso del rimedio contro il timore che non vi sia alcun
senso stabile. Il superuomo accetta il fatto che non vi è alcun senso stabile e fonda le sue
azioni sulla sola volontà di potenza, ovvero entra nel gioco di forze in cui consiste il
divenire e trae vantaggio da questa condizione.
Il superuomo non fa altro che rendersi conto di questa evidenza, il superuomo si rende conto che la vita
non è altro che uno scontro di forze, e si rende conto che la storia alle sue spalle è la storia fallimentare
della volontà che pretendeva di dominare sul flusso caotico della vita. Resosi conto che la vita può
cambiare significato solo rispetto alla volontà che questo significato cambi, il superuomo assume allora il
valore più autentico come guida: il superuomo accetta il puro divenire in quanto scontro di forze,
il superuomo vuole diventare come l'esistenza. Ecco che il superuomo, una volta identificatosi con
l'autentico flusso degli impulsi in cui consiste l'esistenza, pone la sua volontà finalmente libera da ogni
inganno al di sopra delle altre: il superuomo si pone al di là delle morali, delle religioni e dei
razionalismi, si pone al di là del bene e del male, uniformandosi al volere degli impulsi vitali.
Il tempo
Nietzsche si rende conto che il senso lineare
del tempo contiene un passaggio che
impedisce alla volontà di potenza di avere
effettivamente il dominio sull'intera realtà:
il passato, così come è inteso in un
concetto
lineare
del
tempo,
è
immutabile, il passato non può essere
modificato e sottoposto all'azione della
volontà.
L’eterno ritorno
Il tempo
L'unico senso del tempo che rappresenta
al meglio il caos in cui l'esistenza consiste
è il senso circolare del tempo, in cui ogni
cosa perpetuamente ritorna su se stessa
infinite volte, senza alcuna legge che ne
determini una rigida scansione temporale
Dunque il tempo prevede
che tutto scorra verso una
direzione
stabilita,
ma
questo
contraddice
la
legge fondamentale del
caos.
Nietzsche nota quindi come il
tempo non può avere una
finalità, non può avere una
direzione, anche il tempo
deve essere periodico, ovvero
ritornare sui suoi passi.
Il Superuomo
il superuomo deve volere
l'eterno ritorno dell'eguale.
Questa affermazione è collegata al senso del
tempo: l'uomo deve volere che tutti gli istanti
della sua vita ritornino continuamente sui
propri passi in un moto circolare perpetuo. In
questo modo la volontà di potenza del
superuomo sa che nemmeno il passato si
sottrae alla possibilità del suo dominio, poiché
la freccia lineare del tempo non rappresenta
autenticamente il senso della realtà.
Critica al Cristianesimo
Nietzsche vede nel
cristianesimo la
forma più subdola e
astuta di dominio
dei deboli suo forti.
La critica al
Cristianesim
o
Lo spirito del cristianesimo è dunque
uno spirito di rinuncia, dove invece
lo spirito che anima il superuomo è
lo spirito del "sì" alla vita.
Il cristianesimo accetta la divisione
metafisica della realtà operata da Platone
e pone il fondamento della vita al di là
della vita. In nome di questa arbitraria
decisione di porre un Dio oltre la vita
degli uomini (che per Nietzsche è l'unica
forma di realtà esistente) gli spiriti deboli,
che temono gli istinti e le passioni,
impongono la loro legge sui forti,
predicando una vita di virtù e di
penitenza, di umiltà e di rinuncia.
il cristianesimo crede che la virtù sia
il mezzo per raggiungere la felicità,
ma tutto questo è menzogna, poiché
è la vita che decide per l'uomo, non il
contrario.
Il cristianesimo ha mosso guerra alle passioni perché ritenute pericolose, mostrando
all'uomo che la felicità si può raggiungere solamente attraverso il loro sradicamento.
Tuttavia sradicando le passioni il cristianesimo sradica la stessa vita.
Il libero arbitrio
Lo stesso libero arbitrio è per Nietzsche una menzogna posta in essere dalla religione per
rendere l'uomo responsabile del bene e del male, in modo da potere infliggere punizioni e
distribuire ricompense al solo scopo di attuare un controllo a fini di normalizzazione sociale.
Per Nietzsche è la vita che decide per l'uomo, e non viceversa.
Con il libero arbitrio “i sacerdoti posti al vertice delle antiche comunità vollero crearsi un
diritto di irrogare delle pene” mentre “nessuno dà all'uomo – né Dio, né la società, né i suoi
genitori e antenati, né lui stesso – le sue proprie caratteristiche”. (Crepuscolo degli idoli).
Nietzsche vede nel cristianesimo una forma di "ammaestramento" degli uomini, una forma di
controllo sistematico che tende ad uniformare le qualità degli uomini su principi di rinuncia e di
umiltà.