Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844 - 1900) : TEMI: NASCITA della TRAGEDIA - APOLLINEO e DIONISIACO VOLONTA’ DI POTENZA -SUPERUOMO (OLTREUOMO) -ETERNO RITORNO - MORTE DI DIO - Nietzsche, Schopenhauer, Hegel, i positivisti, la cultura e la storia SCHOPENHAUER Accetta il mondo come volontà, dominato dall’irrazionalità Rifiuta la noluntas, propone l’amore per la vita, l’eroica accettazione del dolore (tragedia greca...) HEGEL Il modello d’interpretazione della storia (metodo dialettico) priva l’uomo dello slancio creativo. (servo-signore) il lavoro non nobilita proprio niente: gli schiavi si formano una morale da schiavi perché non sanno farsi valere... POSITIVISTI La storia dei positivisti è un’inutile collezione di ciarpame, d’informazioni che non servono ad altro che a conservare le cose così come sono NIETZSCHE Con Eraclito e i sofisti: la storia, la cultura è interpretazione: i dati non sono importanti. L’eccesso di coscienza storica indebolisce la personalità. La storia deve fornire gli strumenti per dominare la vita. “Abbiamo bisogno di conoscere il passato solo perché serve al presente ed al futuro...” “Per vivere il presente dobbiamo dimenticare il passato” - Filosofia del martello: la filosofia deve distruggere la tradizione e costruire nuovi valori. Contro la morale dei deboli che si vendicano dei forti. Contro i cristiani, che fanno della debolezza una virtù. Contro l’ipocrisia (borghese), l’ottimismo dei socialisti propone un’organizzazione sociale aristocratica antistatalista, antinazionalista, europea che formi una casta dominante educata agli ideali del superuomo. Nelle sue parole non c’è traccia di razzismo o d’antisemitismo. Opere • La nascita della tragedia dallo spirito della musica (1872) • Considerazioni inattuali, e in particolare nella seconda, Sull'utilità e il danno della storia per la vita (1874) • Umano, troppo umano. Un libro per spiriti liberi (1878) • Aurora. Pensieri sui pregiudizi morali (1881) • La gaia scienza (primi quattro libri, 1882) • Così parlò Zarathustra (1883-85), • Al di là del bene e del male (1886) • Genealogia della morale (1887) • Gli ultimi scritti di Nietzsche furono raccolti dalla sorella Elisabeth, in modo arbitrario ed ispirato alle sue simpatie razziste e autoritarie, sotto il titolo di La Volontà di potenza (1901 1 2 Prima fase: la nascita della tragedia Distinzione tra dionisiaco e apollineo nel senso di contrasto tra gli opposti, come oordinate dello spirito greco caos e forma divenire e stasi infinito e finito istinto e ragione Ne La nascita della tragedia(1872), Nietzsche vede nel mondo greco la stagione spiritualmente più alta e ricca dell’umanità. La civiltà greca era infatti nutrita da un vigoroso senso tragico, che è per Nietzsche l’autentico modo di rapportarsi alla vita: è accettazione di essa, coraggio davanti al Fato. L’uomo greco vedeva dappertutto l’aspetto orribile e assurdo dell’esistenza: ma egli seppe, nell’arte, trasfigurando l’orribile e l’assurdo in immagini ideali, rendere accettabile la vita. La grande tragedia greca è la forma suprema di arte, in quanto in essa si compongono gli impulsi vitali creativi (spirito dionisiaco), e la moderazione, l’equilibrio, la razionalità (spirito apollineo). Dionisio e Bacco ovvero Caos e Forma Lo spirito presocratico era in sostanza lo spirito dionisiaco è l’esaltazione del mondo così come è, è l’esaltazione della vita nella sua potenza Dioniso era il dio greco che i romani chiamavano Bacco. Dioniso incarna la festa, Per contro il razionalismo socratico(e il razionalismo di il baccanale, il caos, l'istintualità primordiale, tutta la filosofia che fonda le sue argomentazioni sull'uso la sensualità della ragione) è invece tendenzialmente rispondente allo Dunque la Grecia presocratica, la Grecia spirito apollineo, ovvero quel valore che si rifà alle delle "Tragedie”, ovvero di quella forma qualità proprie del dio Apollo, dio dell'armonia e d'arte in cui l'uomo ha il coraggio di dell'equilibrio tra le forme. Lo spirito apollineo cristallizza affrontare la vita per ciò che è, è per quindi l'istinto entro una legge di armonia, che intende il Nietzsche il luogo dello spirito vitale ancora mondo come costruzione ordinata, negandone il lato 3 non corrotto dal razionalismo caotico e imprevedibile La felicità L'uomo greco presocratico non era stato ancora corrotto dall'idea socratica che il bene va raggiunto per mezzo della ragione questa idea apollinea, questo artificio della morale (il bene come disciplina dello spirito) intende raggiungere la felicità per mezzo della virtù. ma la virtù non è il mezzo per raggiungere la felicità,è invece è vero il contrario E’ La felicità che produce l'idea della virtù è l'inizio di ogni considerazione veramente positiva e della filosofia Per Nietzsche non esiste dunque la felicità posta come una meta, bensì è il caotico fluire dell'esistenza che produce del tutto autonomamente quel vigore di forze che portano a uno stato esistenziale e fisiologico felice. La felicità giunge autonomamente secondo modalità casuali, è dunque compito dell'uomo agevolare queste tendenze vitalistiche ponendo un pensiero che si addica al loro vigore. Nietzsche pone dunque come valore veramente originario e autentico il flusso caotico e istintuale degli eventi, questo valore costituisce il culmine del possibile percorso umano 4 Il rimedio è peggiore del male La filosofia occidentale pone le realtà metafisiche, come un tentativo di trovare il rimedio alle paure degli uomini, alla paura della morte, del nulla, del caos, dell'ignoto. ogni tentativo di rimediare a questa paura fonda un mondo di realtà eterne e immutabili assolutamente fittizio(ogni metafisica è per Nietzsche un tentativo di rendere concreto il nulla). Le realtà metafisiche non corrispondono ad alcuna verità Il mondo vero è per Nietzsche questo mondo, il mondo che abbiamo davanti, il mondo entro il quale si manifesta il vigore vitale, unica vera e possibile fonte di benessere. Ogni tentativo di fondare un rimedio contro la paura dell'ignoto finisce per limitare e infiacchire il vigore vitale nell'uomo: ogni tentativo di rimedio è quindi peggiore del male, poiché per combattere la paura dell'ignoto (il male) finisce per allontanare l'uomo dalla vita. La vita è per Nietzsche un originario e ignoto movimento di impulsi, in cui si alternano nel caos più totale momenti sublimi a momenti terribili. Ma questo caos, al quale si tenta di dare un ordine per rendere gli eventi più prevedibili e quindi consolatori, è la fonte stessa della vita e del benessere, per cui se da un lato l'uomo tenta di ingabbiare questo caos entro leggi prevedibili, dall'altro Nietzsche avverte come questo progetto finisce per allontanare l'uomo dalla fonte della vita e irrigidirlo entro un razionalismo che uccide l'istinto e la passione. 5 Nietzsche critica quindi tutta la tradizione filosofica occidentale: ciò che la filosofia occidentale vuole negare a partire da Socrate è sostanzialmente il caos, e così facendo va contro la vita stessa: se la ragione pretende di trovare un ordine nel caos (e renderlo consolatorio), dall'altro questo ordine finisce per andare contro quell'istintualità primordiale che è la fonte di ogni impulso vitale. La realtà è “a-sistematica”, la realtà è quel luogo entro il quale forze ignote continuamente e caoticamente si scontrano, nessuna forma di sistematicità (e qui si fa riferimento al sistema razionale) è verità, ma solamente menzogna che nasconde e ingabbia l'originario tumulto degli istinti. Il tema centrale della filosofia di Nietzsche: L'autentico e originario movimento della vita è il divenire, il divenire non è menzogna, tutto il resto lo è. Il divenire, la vita stessa, si manifesta nella fisiologia umana, liberare la fisiologia dagli ostacoli che impediscono all'impulso vitale di fluire pieno e impetuoso nell'uomo è il compito supremo della nuova umanità. Con il divenire viene accettato in toto ogni aspetto della vita: il tragico e il lieto, la vita e la morte, la produzione e l'annientamento. 6 Seconda fase: La morte di Dio, il nichilismo la morte della metafisica non significa il nulla. Nietzsche, deliberatamente, mette tutto in discussione:romanticismo,idealismo, positivismo, socialismo, evoluzionismo, cristianesimo, metafisiche e dogmatismi vari. Tutte le realtà che sono state presentate come nobili, vere, spirituali sono in realtà “umane, troppo umane”. Sono costruzioni che esprimono solo gli istinti, appetiti, passioni e interessi più intimi dell’uomo. Nietzsche rifiuta così ogni tipo di metafisica e di religione, ed attacca lo stesso concetto di verità : secondo Nietzsche si sono chiamate verità gli errori utili, quelli che sono indispensabili all’uomo per poter vivere, giacché non sopporta il vivere senza un senso. La volontà di verità ha la sua radice proprio nel bisogno di stabilità, nella paura di instabilità. Ma non esiste nessuna verità se non all’interno di una interpretazione ed in riferimento ad una particolare prospettiva. In altre parole, non vi sono verità evidenti se non all’interno di categorie storicamente instaurate dagli uomini. Il cristianesimo oppone i valori del cielo a quelli della terra. Così esso è la religione dei deboli, dei vinti. L’ateismo, appare quindi a Nietzsche come l’unica alternativa per liberare l’uomo. Esso è in lui qualcosa di ovvio: “Sono troppo curioso, troppo incredulo, troppo insolente per accontentarmi di una risposta così grossolana. Dio è una risposta grossolana, un’indelicatezza verso noi pensatori; anzi, addirittura, non è altro che un grossolano divieto contro di noi: non dovete pensare”(cfr. Ecce homo). Ne La gaia scienza Nietzsche sostiene che l’uomo ha ucciso Dio. “Dio è morto e noi l’abbiamo ucciso”. La civiltà occidentale ha ucciso Dio a poco a poco, ma, uccidendo, ha perso ogni punto di riferimento. Dicendo che “Dio è morto!” Nietzsche vuol indicare insomma che sono morti gli ideali ed i valori del mondo occidentale. Dio è stato ucciso perché in Lui era sintetizzato tutto ciò che era contro la vita. Però, ora che Dio è morto, l’uomo non sa più che cosa fare: è privo di valori ed è quindi solo, sperduto “nel gran mare dell’essere”, senza punto d’appoggio. Non c’è che una alternativa : è l’uomo stesso che deve creare i valori. 7 La morale Ma quali valori ? Prima di proporre una nuova tavola di valori, Nietzsche si dedica allo smantellamento della morale. In Al di là del bene e del male (1886) e nella Genealogia della morale(1887), egli risale all’origine dei comportamenti morali. La morale per Nietzsche è uno strumento di dominio : essa consiste nella costituzione di valori presentati come universali e auto-evidenti, ma in realtà astratti e repressivi. In nome di tali valori, alcuni uomini ( i buoni) ne soggiogano altri(i forti). Vi sono infatti due tipi di morale la morale dei sani, dei forti, che privilegia l’individualismo, la fierezza, l’amore per la vita; Se il mondo è quindi puro divenire (ovvero movimento e mutamento caotico incessante), allora la morale rappresenta un tentativo illegittimo di negare questo divenire in nome di concetti che si vogliono assumere come eterni. la realtà originaria ed evidente è il fluire caotico e incontrollato delle energie vitali, ragion per cui ogni forma di morale rappresenta una costrizione di questo flusso. la morale degli schiavi, dei deboli, che è sociale e utilitaristica, che predica la democrazia ecc. La morale degli schiavi è nata col cristianesimo ed è sorta per il risentimento verso la classe dei forti : infatti i mediocri non sanno elaborare nulla di proprio e di autonomo, la vera azione è loro negata, ed allora trovano il compenso in una vendetta immaginaria. Il disinteresse, l’abnegazione, il sacrificio di sé sono il frutto del risentimento dell’uomo debole verso la vita. I deboli, che non sanno vivere, hanno fatto diventare valore la negazione della vita; è questa la vendetta dei deboli contro i forti. La morale tende così ad indebolire l’uomo. Rappresenta quell'insieme di comportamenti e obblighi che si vogliono imporre agli uomini fondandoli su pretese verità religiose, metafisiche e ideologiche. L’essere umano desiderava soddisfare le proprie pulsioni, realizzarsi in questo mondo. La morale lo ha invece spinto a credere in una specie di anti-mondo, lo haportato ad allontanarsi dalla sua natura originaria, che è terrestre. Per poterla attuare, egli ha elaborato i concetti di volontà di potenza, superuomo ed eterno ritorno. 8 Terza fase: Spirito dionisiaco e decadenza Superuomo Invenzione di nuovi valori per controbattere il nichilismo: l'eterno ritorno,il superuomo o oltreuomo,la volontà di potenza. Di fronte alla scoperta che tutti i rimedi metafisici, ideologici e morali posti in essere per difendersi dall'imprevisto e dal timore dell'ignoto sono menzogne consolatorie, l'uomo si trova di fronte per la prima volta alla realtà di un mondo che è puro caos e puro divenire: il superuomo accetta questa evidenza Dunque il superuomo ha la forza di accettare l'ignoto e l'imprevedibilità senza ricorrere all'apporto dei rimedi consolatori, il superuomo "guarda in faccia" il proprio destino, ama il proprio destino, lo desidera ("amor fati", amore per il destino è un atteggiamento di accettazione attiva, non assimilabile alla rassegnazione, che consiste nella capacità di far coincidere la propria volontà con il corso degli eventi così come essi si verificano, ovvero assumendoli nella loro innocente casualità). Il mondo "nudo" e spogliato delle millenarie menzogne della morale e della metafisica si presenta come un flusso di forze e di energie caotiche, il superuomo vive sapendo di essere in balia di queste forze e tenta di volgerle a suo favore. Non solo la morale è sottoposta a critica.,ma anche le scienze,la matematica e l’arte La scienza e la matematica pretendono di ridurre il fluire del mondo (il divenire) entro schemi concettuali rigidi e numerizzabili, in modo da avere una certa potenza sulla realtà. Ma anche questa pretesa non può che fallire, poiché l'originario flusso del divenire non è riconducibile al alcun algoritmo. L'arte, per contro, è l'insieme degli artifici che l'uomo pone in essere per rendere la vita più sopportabile attraverso la contemplazione estetica. L'arte abitua l'uomo al gusto della menzogna, poiché falsifica la realtà interpretandola esteticamente. Allora il mondo si costituisce come un campo di forze, dove non esiste alcuna legge razionale, morale o spirituale che possa giustificare stabilmente la preminenza di una verità rispetto alle altre. La volontà di potenza Se l'aspetto più autentico della realtà è il puro divenire, ovvero il flusso caotico e imprevedibile degli eventi Se il mondo è un campo di forze che continuamente lottano per la supremazia,allora la preminenza di un senso delle cose rispetto all'altro si deve fondare unicamente sulla volontà di avere un certo potere sulle cose 9 Al di là del Bene e del Male La morale che pretende di dividere il bene dal male non riveste più alcuna utilità, poiché il suo fondamento è stato ritenuto falso e menzognero: la vita è un flusso originario di istinti e avvenimenti senza alcuno scopo e senza alcun fine, il fine inventato dall'uomo per dare un senso alle sue azioni rientra nel discorso del rimedio contro il timore che non vi sia alcun senso stabile. Il superuomo accetta il fatto che non vi è alcun senso stabile e fonda le sue azioni sulla sola volontà di potenza, ovvero entra nel gioco di forze in cui consiste il divenire e trae vantaggio da questa condizione. Il superuomo non fa altro che rendersi conto di questa evidenza, il superuomo si rende conto che la vita non è altro che uno scontro di forze, e si rende conto che la storia alle sue spalle è la storia fallimentare della volontà che pretendeva di dominare sul flusso caotico della vita. Resosi conto che la vita può cambiare significato solo rispetto alla volontà che questo significato cambi, il superuomo assume allora il valore più autentico come guida: il superuomo accetta il puro divenire in quanto scontro di forze, il superuomo vuole diventare come l'esistenza. Ecco che il superuomo, una volta identificatosi con l'autentico flusso degli impulsi in cui consiste l'esistenza, pone la sua volontà finalmente libera da ogni inganno al di sopra delle altre: il superuomo si pone al di là delle morali, delle religioni e dei razionalismi, si pone al di là del bene e del male, uniformandosi al volere degli impulsi vitali. Dunque il tempo prevede che tutto scorra verso una direzione stabilita, ma questo contraddice la legge fondamentale del caos. L'unico senso del tempo che rappresenta al meglio il caos in cui l'esistenza consiste è il senso circolare del tempo, in cui ogni cosa perpetuamente ritorna su se stessa infinite volte, senza alcuna legge che ne determini una rigida scansione temporale Nietzsche nota quindi come il tempo non può avere una finalità, non può avere una direzione, anche il tempo deve essere periodico, ovvero ritornare sui suoi passi. L’eterno ritorno Il tempo il superuomo deve volere l'eterno ritorno dell'eguale. Questa affermazione è collegata al senso del tempo: l'uomo deve volere che tutti gli istanti della sua vita ritornino continuamente sui propri passi in un moto circolare perpetuo. In questo modo la volontà di potenza del superuomo sa che nemmeno il passato si sottrae alla possibilità del suo dominio, poiché la freccia lineare del tempo non rappresenta autenticamente il senso della realtà. Nietzsche si rende conto che il senso lineare del tempo contiene un passaggio che impedisce alla volontà di potenza di avere effettivamente il dominio sull'intera realtà: il passato, così come è inteso in un concetto lineare del tempo, è immutabile, il passato non può essere modificato e sottoposto all'azione della volontà. 10 11 12 Critica al Cristianesimo Nietzsche vede nel cristianesimo la forma più subdola e astuta di dominio dei deboli suo forti. il cristianesimo crede che la virtù sia il mezzo per raggiungere la felicità, ma tutto questo è menzogna, poiché è la vita che decide per l'uomo, non il contrario. Il cristianesimo ha mosso guerra alle passioni perché ritenute pericolose, mostrando all'uomo che la felicità si può raggiungere solamente attraverso il loro sradicamento. Tuttavia sradicando le passioni il cristianesimo sradica la stessa vita. Lo spirito del cristianesimo è dunque uno spirito di rinuncia, dove invece lo spirito che anima il superuomo è lo spirito del "sì" alla vita. Nietzsche vede nel cristianesimo una forma di "ammaestramento" degli uomini, una forma di controllo sistematico che tende ad uniformare le qualità degli uomini su principi di rinuncia e di umiltà. Lo stesso libero arbitrio è per Nietzsche una menzogna posta in essere dalla religione per rendere l'uomo responsabile del bene e del male, in modo da potere infliggere punizioni e distribuire ricompense al solo scopo di attuare un controllo a fini di normalizzazione sociale. Per Nietzsche è la vita che decide per l'uomo, e non viceversa. 13