Consapevolezza di se, motivazioni, valori File

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La motivazione
Introduzione
 Spesso nella vita ci chiediamo perché una
persona si comporta in un determinato modo o
perché ha fatto quella determinata azione o
scelta.
 Il comportamento umano, al pari di quello di
ogni essere vivente è motivato (cioè spiegato)
da una serie di cause ed è orientato ad una
serie di scopi, nonché alla soddisfazione di una
serie di bisogni mediante singole azioni o una
serie di attività fra loro correlate.
Definizione
 La
motivazione
=
processo
di
attivazione
dell’organismo finalizzato alla realizzazione di un
determinato scopo in relazione alle condizioni ambientali.
 La motivazione prevede diversi livelli di attivazione:
 Riflessi
=
risposte
innate,
automatiche
e
involontarie, regolate da meccanismi neurofisiologici.
 Istinti = sequenze congenite, fisse e stereotipate di
comportamenti specie-specifici su base genetica in
relazione a determinati stimoli ambientali.
I riflessi
 Essi svolgono una funzione di difesa (bisogno
di protezione) nei riguardi di stimoli nocivi
(come ritrarre rapidamente la mano dopo aver
toccato qualcosa di bollente – riflesso di
ritrazione – oppure il chiudere gli occhi
all’avvicinarsi fulmineo e improvviso di un
corpo estraneo), o una funzione di regolazione
per riportare l’organismo al suo equilibrio.
Gli istinti
 Nella prospettiva evoluzionistica di Darwin,
l’istinto, grazie al processo di selezione
naturale,
rappresenta
lo
schema
di
comportamento che assicura le maggiori
probabilità di sopravvivenza degli individui di
una specie.
 Negli anni ’50 la nozione di istinto venne
ripresa dagli Etologi, i quali si proposero di
studiare il comportamento degli animali nel
loro contesto naturale (non in laboratorio).
 In tale ambito si parla di predisposizioni
istintive,
intese
come
condotte
speciespecifiche (valide per tutti i membri di una
determinata specie) regolate da uno schema
fisso di azione.
Gli istinti
 Tinbergen
nel
1935
affermava
che
il
comportamento innato o istinto è “un
meccanismo
nervoso,
organizzato
gerarchicamente,
sensibile
a
determinati
impulsi innescanti, scatenanti e indirizzanti sia
interni che esterni, e che reagisce a essi con
movimenti coordinati che concorrono alla
conservazione dell’individuo e della specie”.
 Una lunga serie di esperimenti hanno
dimostrato che il modulo di comportamento
stereotipato è un adattamento filogenetico
rappresentato da meccanismi centrali di
coordinazione.
Imprinting
 A sua volta Lorenz elaborò il concetto di
imprinting, inteso come la predisposizione del
neonato (nelle prime ricerche era il piccolo
dell’oca) a seguire, subito dopo la nascita,
qualsiasi oggetto in movimento che emetta un
determinato richiamo (comportamento di
attaccamento).
 Di solito, in natura il primo oggetto che il
piccolo incontra è la madre; ma Lorenz
dimostrò che, nel caso in cui le uova si
schiudano in assenza della madre, qualsiasi
altro animale (uomo compreso) od oggetto in
movimento può far scattare la risposta di
imprinting e di attaccamento.
Motivazioni e autonomia
funzionale
 Distinguiamo fra:
 Motivazioni primarie (collegate con i bisogni
fisiologici).
 Motivazioni secondarie (connesse con i
processi di apprendimento culturale).
 Fenomeno
dell’autonomia
funzionale
dei
bisogni: passaggio da una motivazione
primaria – esempio risparmiare per far fronte
agli imprevisti – a una motivazione secondaria
– esempio: risparmiare per il piacere di
accumulare denaro (avarizia).
Le motivazioni primarie e
secondarie
 Risultano influenzate dall’esperienza personale
e, per diversi aspetti, sono regolate da processi
mentali.
 Basta pensare al modo in cui siamo in grado di
monitorare e gestire le vicende connesse al
cibo o alla sete.
 Anche nelle motivazioni secondarie assumono
importanza specifici fattori biologici nei
processi di ricompensa o di rigetto di
determinate situazioni.
L’autonomia funzionale dei
bisogni
 In base a tale processo, dall’esercizio di
determinate
attività
connesse
al
soddisfacimento
di
motivazioni
primarie
possono derivare nuove motivazioni secondarie
che con il tempo assumono una propria
autonomia e che diventano particolarmente
rilevanti per alcuni individui.
Le motivazioni primarie e
secondarie
 Le
motivazioni
primarie
e
secondarie
comportano l’elaborazione di un sistema dei
desideri da parte del soggetto.
 Il desiderio è voler possedere ciò che piace o
che è ritenuto utile per se stessi. Esso nasce
dalla rottura di una situazione di equilibrio o da
una condizione di incompletezza e, al limite, di
carenza.
Le motivazioni primarie e
secondarie
 Tra il sistema dei desideri e il sistema dei valori
esiste una interdipendenza ricorsiva, poiché
questi due sistemi si sostengono a vicenda:
 Da un lato i desideri attribuiscono valore agli
oggetti (o eventi) che possono esaudirli;
 Dall’altro i valori propongono obiettivi e
scopi la raggiungere, indicano ciò che è
desiderabile da ciò che non lo è e
sostengono precisi modelli da seguire.
La teoria di Maslow (1954)
 Il concetto di gerarchia delle motivazioni e dei bisogni:
 I bisogni fisiologici. Connessi con la sopravvivenza
fisica dell’organismo (fame sete, sonno, regolazione
della temperatura),
 I bisogni di sicurezza. Devono garantire all’individuo
protezione, prevedibilità, tranquillità, libertà dalla
paura ed evitamento delle condizioni di precarietà.
 I bisogni di appartenenza e di attaccamento. Sentirsi
parte di un gruppo, il bisogno di essere amato e di
amare, l’esigenza di cooperare con altri.
La teoria di Maslow (1954)
 I bisogni di stima. Indicano il bisogno di
essere rispettato, apprezzato e approvato, il
bisogno di sentirsi competenti e di essere
produttivi.
 I bisogni di autorealizzazione. L’esigenza di
realizzare la propria identità, di portare a
compimento le proprie aspettative e
potenzialità, nonché di occupare una
posizione significativa all’interno del proprio
contesto sociale.
 I bisogni di trascendenza. Intesi come
tendenza ad andare oltre se stessi per
sentirsi parte di una realtà più vasta,
cosmica o divina.
Esempio di una motivazione
primaria: la fame
 La fame offre un esempio paradigmatico dell’unità corpomente sul piano motivazionale.
 Attenzione: evitare ogni forma di riduzionismo
biologistico e di riduzionismo psicologistico!
 La fame non è soltanto un problema fisiologico, ma ha
anche importanti implicazioni psicologiche.
 Genesi delle preferenze e delle avversioni alimentari, in
base al principio che quello che è buono da mangiare è
anche buono da pensare (psicologia alimentare).
Fame
 Devono essere considerati diversi fattori:
 Periferici;
 Integrare i segnali nel cervello;
 Identificare, nell’ambiente, gli stimoli che
forniscono il cibo;
 Iniziare delle attività al fine di ottenere del
cibo.
Area del cervello associate con
obesità e sazietà
 Negli anni ’50 si scoprì
che
nell’ipotalamo
ventromediale esiste un
centro che regola la
sazietà. Lesioni in questa
area
comportano
un’eccessiva e smodata
assunzione
di
cibo
(obesità).
 Nell’ipotalamo
laterale
esiste un centro che
presidia la regolazione
della fame. Lesioni in
quest’area comportano la
completa cessazione di
assunzione del cibo.
Processo di motivazione per la
fame e la sete
Testi consigliati
 Canestrari R. (1993). Psicologia
Generale e dello Sviluppo. Editrice
CLUEB, Bologna.
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