Igiene applicata alle
strutture sanitarie
Malattie infettive e
parassitarie:
“modelli di trasmissione” e
“misure di prevenzione
generale”
Epidemiologia generale delle
malattie infettive e parassitarie
Malattia infettiva/parassitaria: patologia
acuta caratterizzata da un “agente causale”
biologico, unico e specifico (microrganismo
patogeno) e diffusibile.
Tipi di micro-organismi:
Microrganismi non patogeni: saprofiti,
commensali  flora microbica corpo umano e
animale…
Microrganismi patogeni: parassiti

danno nell’ospite uomo (malattia…)
Patogeni (1)
 4 gruppi: batteri, virus, funghi, protozoi
 + prioni (proteine “mutate” infettanti)
 “Spettro d’ospite”: capacità di aggredire
una o più specie animali ricettive al
contagio.
Tipi di di macro-parassiti:
 Malattie parassitarie: causate da elminti
(vermi) e artropodi (insetti e aracnidi)
patogeni x uomo.
Patogeni (2)
Infezione (I) = penetrazione patogeno
nell’ospite con sviluppo di un “agente
infettivo” nell’organismo animale o umano
a) I. inapparente = condizione
asintomatica;
b) I. manifesta = malattia infettiva
conclamata con specifico quadro clinico.
Patogeni: caratteristiche dei
ceppi microbici (1)
Patogenicità: attitudine del m. a causare la
patologia in una determinata specie animale con
danni all’ospite (tramite tossine, enzimi,
distruzione cellule immunitarie, ecc.)
Virulenza: misurata con “dose letale 50” in grado
di uccidere il 50% degli animali da esperimento
inoculati entità del danno indotto + gravità e
letalità della malattia prodotta
Carica infettante: n° minimo di unità
microbiche che penetrano in un organismo
(inoculo) necessario x causare infezione e contagio
Patogeni: caratteristiche dei
ceppi microbici (2)
Infettività: capacità di un microrganismo di
infettare, ovvero di attecchire e moltiplicarsi
sull’ospite (ecto-parassitosi) o al suo interno (endoparassitosi).
Contagiosità: capacità del m. patogeno di essere
trasmesso da un individuo recettivo a un altro
Modalità di trasmissione del contagio: contatto diretto o
indiretto, attraverso secrezioni ed escreti
(liquidi/sostanze biologiche), da individuo infetto e
contagioso (malato o portatore) a uno sano e suscettibile
a infezione.
Ruolo di “vettori” insetti (es. malaria) e eventi (es. tetano)…
Microrganismi patogeni
“opportunisti”
 Innocui in persone in condizioni di salute
ottimali (immuno-competenti)
 Infezioni endogene in persone
immuno-depresse o affette da gravi
malattie debilitanti o in gravi
traumatizzati o ustionati, o in seguito a
interventi chirurgici
Infezioni comunitarie: relazioni
ospite-parassita
Malati: soggetti infetti
sintomatici, contagiosi se si
verifica diffusione dei germi
patogeni verso l’esterno
Portatori: soggetti infetti
privi di sintomatologia
(latenti) ma che possono
diffondere germi patogeni
Tipologie di “portatore” d’infezione
Relazione ospite-parassita
Malattie da infezione esogena: penetrazione in ospite
di microrg. patogeno proveniente da fonte esterna;
Se patogeno eliminato a esterno dell’ospite  malattia
contagiosa o trasmissibile (diffusibile).
Malattie da infezione endogena: causate da microbi
patogeni opportunisti (localizzazione del microbo ≠ da
quella abituale …).
Periodo d’incubazione: intervallo temporale (variabile da
ore a mesi o anni, a seconda di tipo di microbo) che
intercorre tra la penetrazione del patogeno nell’organismo
ospite e l’inizio dei sintomi clinici.
Trasmissione e grado di
diffusione delle infezioni
Serbatoi (riserve) d’infezione: habitat naturali dei
microrganismi patogeni x uomo in cui gli stessi
vivono e si moltiplicano in condizioni normali e dai
quali il parassita può diffondersi all’uomo recettivo
al contagio infettandolo (es. persone, specie
animali e vegetali, ambiente e substrati animali).
Sorgente (fonte) d’infezione: uomo o animale,
malato o portatore, che elimina i parassiti patogeni
e in grado di trasmettere infez. a individui recettivi
al contagio.
L’ospite
L’ospite per essere in grado di ricevere, far penetrare,
attecchire (il microrganismo trova un luogo dove
stabilirsi) e moltiplicarsi (aumentare di numerosità)
deve essere “suscettibile”
Suscettibile: persona o animale che agevola tutte le
fasi di sviluppo del microrganismo.
La persona può ostacolare penetrazione del
microrganismo:
 mantenendo la pelle curata e senza ferite;
 lavandosi bene le mani ogni volta che si contaminano;
 evitando luoghi affollati e chiusi;
adottando sane abitudini di vita (es. non bere, non
fumare, non drogarsi, ecc.).
L’ospite e le sue difese ai patogeni
Difese messe in atto quando vi è aggressione da
patogeni sono di 2 tipi:
1)difese aspecifiche (sono immediate e contro
chiunque aggredisca): cute che, se integra, non
permette passaggio di germi; sostanze e condizioni
particolari in alcuni organi (occhi, bocca, stomaco,
ecc.) possono ostacolare penetrazione e sviluppo;
2) difese specifiche (normalmente più lente e
specifiche su un tipo di germe): effettuate con
vaccini, o con siero-profilassi (somministrazione di
anticorpi già formati).
Vie di penetrazione dei patogeni
Cute: ferite e lesioni anche microscopiche (tetano,
gangrena gassosa, infezioni batteriche), punture di
insetti (malaria), morsicature di animali (rabbia),
iniezioni parenterali (virus epatitici, HIV)
Mucose: apparato digerente (malattie a
trasmissione oro-fecale), apparato respiratorio
(malattie a trasmissione aerea), mucose genitali
(malattie a trasmissione sessuale)
Placenta: trasmissione verticale, dalla madre al
feto (infezioni congenite)
Vie di eliminazione dei patogeni (1)
VIA RESPIRATORIA
Microrganismi eliminati sotto forma di goccioline attraverso
respirazione, tosse , starnuti, ecc. (influenza, raffreddore,
pertosse, TBC polmonare, meningite, ecc.)
VIA INTESTINALE
Con le feci eliminati germi patogeni (vibrione del colera,
virus della poliomielite, virus dell’epatite A, ecc.).
VIA GENITO-URINARIA
Eliminazione di agenti patogeni attraverso urine non
rappresenta evento molto frequente (es. TBC renale).
Le secrezioni degli organi genitali possono dar luogo a
malattie a trasmissione sessuale (es. sifilide, AIDS, epatite C,
ecc.).
Vie di eliminazione dei patogeni (2)
VIA CUTANEA
Germi eliminati attraverso le lesioni cutanee presenti
durante le malattie esantematiche (es. varicella), micosi
cutanee o da lesioni profonde che “fistolizzano” all’esterno
(es. pus)
VIA PLACENTARE
Attraverso questa via di eliminazione la madre affetta da
una malattia infettiva la trasmette all’embrione (es. rosolia,
toxoplasmosi, ecc.)
Modalità di trasmissione
Diffusione dell’”agente infettivo” da soggetto
infetto (malato o portatore) a soggetto sano
può avvenire per:
Trasmissione verticale, madre-figlio
(prenatale/transplacentale,
perinatale/periparto,
postnatale/allattamento)
Trasmissione orizzontale: diretta,
semidiretta, indiretta.
VIE DI TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI
Contatto persona-persona
o animale-uomo
Diretta
ORIZZONTALE
Mediata da goccioline di
“flugge” infette
TransMucosa
TransCutanea
Altre vie
Semidiretta
Indiretta
Mediata da
“substrati” infetti
Aerea
“Veicoli”
inanimati
“Vettori”
animati
Trasmissione orizzontale e verticale delle infezioni
Catene di contagio (1)
Catene di trasmissione dei germi patogeni tra
sogg. appartenenti a stessa specie o ad altre
specie (uomo o animale). Tipologie:
 Trasmissione omogena omonima (es. morbillo,
epatite, pertosse)
 Trasmissione omogena eteronima (zoonosi:
brucellosi, carbonchio, TBC bovina , rabbia)
 Trasmissione eterogena omonima (es. malaria)
 Trasmissione eterogena eteromina (es. peste)
Catene di contagio (2)
I microrganismi per poter permanere e replicarsi in una
comunità devono avere un habitat naturale ove replicarsi e
l’occasione di passare in altri ospiti suscettibili.
Grado di diffusione nella collettività
Epidemia: rapido incremento di casi di malattia
(in eccesso rispetto ad atteso) in breve periodo
temporale (es. morbillo)
Pandemia: epidemia che interessa + nazioni o
continenti (es. influenza, AIDS)
Endemia: costante persistenza di casi di malattia
in una data popolazione o area geografica (es.
febbre tifoide, epatiti virali)
Sporadicità: occorrenza occasionale dei casi di
malattia e ai intervalli irregolari nella popolazione
(es. tetano)
Prevenzione generale delle
malattie infettive e parassitarie
Strategie di contenimento e prevenzione del rischio
infettivo si basano prevalentemente su interventi di
prevenzione primaria:
1.Interventi da condurre su agenti infettanti
(bonifica ambientale, antisepsi, disinfezione e
sterilizzazione)
2.Inattivazione dei serbatoi e delle sorgenti
d’infezione (accertamento diagnostico, notifica,
isolamento, chemioterapia)
3.Interventi da effettuare su organismo ospite
(prevenz. immunitaria, prevenz. farmacologica)
Classificazione delle malattie infettive
La CLINICA classifica le Malattie Infettive (M.I.) in base a organi
colpiti (M.I. dell’apparato respiratorio, urinario, gastro-enterico, nervoso,
ecc.); obiettivo è ridare salute con diagnosi e terapia appropriata.
La MICROBIOLOGIA classifica le M.I. in base agli agenti
responsabili (M.I. da virus, M.I. da batteri, M.I. da miceti, M.I. da
parassiti).
L’IGIENE classifica le M.I. in base alla loro modalità di
trasmissione (via aerea, oro-fecale, sessuale e/o transcutanea,
cutanea o mucosa perché suo obiettivo primario è bloccare questa
trasmissione. Sua scenografia ideale è l’ambiente geografico e sociale.
L’opera dell’igienista prende sempre spunto dalle segnalazioni cliniche e
necessariamente deve avvalersi della competenza microbiologica per
l’identificazione dell’agente eziologico.
Accertamento diagnostico di
malattia da infezione
Diagnosi clinica “presuntiva” (anamnesi, segni e sintomi,
esame obiettivo)
+ Dati epidemiologici (analitici e osservazionali)
+ Accertamento di laboratorio (microbiologico,
immunologico, molecolare) x diagnosi “di certezza
eziologica” identificativa del microrganismo
Metodi diretti (diagnosi diretta, con microscopia e esame
colturale; tecniche immunologiche e molecolari)
Metodi indiretti (diagnosi indiretta, test di reazione
immunitaria dell’organismo umano verso agente infettivo:
agglutinazione, precipitazione, immunoenzimatici,
immunofluorescenza)
A
c
c
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m
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Notifica delle malattie infettive
Obbligo di legge (x medico) e fonte
rilevante di dati (x epidemiologo) di malattia
infettiva diffusiva, certa o sospetta,
potenzialmente pericolosa x salute pubblica.
Scheda di segnalazione con molteplici dati a
Autorità sanitaria competente (ASL),
trasmissione a Regione  a Ministero Salute
e Servizio Epidemiologia dell’I.S.S.  elabora
dati e trasmette in rete report nazionali e
regionali.
Isolamento dei soggetti infetti
Scopo: separare, x periodo di contagiosità
(trasmissibilità dei patogeni), sogg. infetto (uomo
malato o portatore) da altri sogg. In “ambiente
riservato/confinato”. 2 tipologie:
1.Isolamento classico (sogg. isolato in reparti
ospedalieri ad hoc, o a domicilio, x intero tempo
della contagiosità);
2.Isolamento contumaciale (individuo sano ma
sospetto infetto confinato in struttura riservata x
tempo sufficiente stabilito da Autorità sanitaria, 
accertamento diagnostico x chemioprofilassi e/o
isolamento classico.
Bonifica ambientale e igiene
personale
Scopo: lotta a veicoli e vettori potenzialmente responsabili di
trasmissione x via indiretta cariche microbiche patogene.
Strumenti elettivi di lotta:
x vettori (artropodi): disinfestanti (insetticidi e ratticidi) e
disinfezione periodica ambienti comunitari e aree urbane;
X veicoli infetti (H2O, aria, alimenti, materiali): opere di
bonifica acque reflue e potabili, controllo filiera alimentare (infez.
enteriche);
In comunità: educazione sanitaria su adeguati ricambi aria
respirabile (n° persone/volume aria disponibile x evitare rischio
infezioni respiratorie); adeguato igiene personale (x infez.
Enteriche), e astensione da comportamenti sessuali a rischio (x
MST) …
Asepsi e antisettici
Asepsi: insieme di pratiche utili a decrementare o eliminare gli
agenti infettivi, le loro riserve e i veicoli di trasmissione in una
determinata area o struttura o in un determinato materiale.
Preliminari ad asepsi: decontaminazione e detersione (es.
strumenti chirurgici, endoscopi).
Asepsi medica in strutture sanitarie, con “tecniche specifiche” di
pulizia:
agenti antimicrobici (antisettici o batteriostatici); disinfettanti
(molecole chimiche germicide); farmaci antinfettivi (antibatterici e
antivirali);
pratiche asettiche (lavaggio antisettico mani; dispositivi
protezione individuale; “asepsi chirurgica” in ambiente operatorio e
ambulatoriale).
Antisettici: agenti (chimici) in grado di bloccare/inibire o
rallentare crescita di microrganismi su cute e mucose umane.
DISINFEZIONE
Disinfezione: distruzione di microrganismi
patogeni allo stato vegetativo e, a differenza
del processo di sterilizzazione, non elimina
né le spore né le forme non patogene
(microrganismi “opportunisti”).
Caratteristiche di un buon disinfettante (1)
 Esteso spettro d’azione
 Attività germicida
 Capacità d’azione anche in presenza di
sostanze organiche (sangue, urine, feci,
pus)
 Maneggevolezza
 Rapidità d’azione e persistenza nel tempo
(1-10 minuti).
 Assenza di tossicità acuta e cronica
Caratteristiche di un buon disinfettante (2)






Non corrosivo
Non irritante (mucose, cute)
Non sensibilizzante
Non indurre resistenza.
Stabilità per diluizioni e tempi consigliati
Costo ragionevole
Aspetti critici del processo di
disinfezione (1)
 Temperatura: se bassa rallenta la velocità
d’azione, se alta può provocare
l’inattivazione di alcuni
disinfettanti.Temp.ottimale (20°-37°C)
 Concentrazione: i disinfettanti devono
essere utilizzati a concentrazioni
standard, se queste sono inferiori alla
MIC (minima concentrazione inibente) si
può favorire il fenomeno della resistenza
batterica.
Aspetti critici del processo di
disinfezione (2)
 Tempo di applicazione
 pH
 Presenza di sostanze inattivanti:
materiale organico (sangue, pus)
 Natura fisico-chimica del materiale
 Carica microbica: se elevata riduce
l’attività del disinfettante. Necessità di
pulizia preventiva.
 Specie microbica: sensibilità differente dei
vari microrganismi
Livelli di attività dei disinfettanti (1)
ALTO: distruzione di tutti i microrganismi ad
eccezione delle spore batteriche.
Questi composti possono essere usati come
sterilizzanti se il tempo di disinfezione è
sufficientemente lungo.
Appartengono a questa classe: glutaraldeide
alcalina al 2% e acida al 2%, perossido di
idrogeno al 6%+0,85%, acido fosforico,
acido paracetico all’1% (si usano su
strumenti semi-critici)
Livelli di attività dei disinfettanti (1)
INTERMEDIO: Distruzione di batteri allo stato vegetativo.
Mancata capacità di distruggere le spore ma efficacia
contro mycobacterium tubercolosis, miceti e la maggior
parte dei virus.
Sono usati per strumenti non critici. I composti usati sono:
alcoli, cloroderivati organici, iodofori.
BASSO: Distruzione della maggior parte dei batteri allo
stato vegetativo. Non sono efficaci contro le spore
batteriche, mycobacterium t., virus.
Si usano su strumenti non critici.
Appartengono a questa classe: mercuriali e Sali
d’ammonio quaternari
Disinfettanti:
principali categorie chimiche (1)
 Fenoli e derivati fenolici: denaturano le
proteine determinando lisi della
membrana citoplasmatica. L’Esaclorofene
è usato per gli strumenti chirurgici
 Clorexidina: danneggia la membrana
citoplasmatica, viene usata su cute e
mucose
 Alogeni (ioduri): inattivano gruppi SH.
Tintura di Iodio: preparazione chirurgica;
PVP-J: per cute e strumenti
Disinfettanti:
principali categorie chimiche (2)
Alcooli: coagulano le proteine e solubilizzano i
lipidi di membrana; Etanolo al 60-95%,
Isopropanolo
Metalli pesanti: inattivano i gruppi SH; nitrato di
Ag all’1%
Aldeidi: alchilano gruppi polari delle
proteine.Sono usati per la disinfezione degli
strumenti ospedalieri (Glutaraldeide al 2% per
2-10 min, per 3-10 ore è sporicida),
Formaldeide
Agenti ossidanti: Perossido d’idrogeno.
Disinfettanti:
principali categorie chimiche (3)
Composti dell’ammonio quaternario: alterano la
membrana per coagulazione proteica, battericidi
per Gram+, batteriostatici per Gram(es. Benzalconio cloruro).
Neutralizzati da saponine e detergenti anionici.
Non agiscono su Pseudomonas Aeruginosa.
Fonte: Igiene e Medicina Preventiva “ Barbuti-Bellelli-FaraGiammanco”
Attività antimicrobica
Gram +
Gram -
Mico
batte
ri
Spore
Inattiva le proteine enzimatiche a
livello dei gruppi -SH
+++
+++
++
IODIO
Inattiva le proteine enzimatiche a
livello dei gruppi -SH
+++
+++
ALCOLI
Coagulano le proteine del
protoplasma batterico
++
ALDEIDI
Determinano alchilazione su
gruppi aminici, carbossilici,
idrissilici e sulfidrilici delle
proteine
+++
FENOLI
Alterano la membrana cellulare
ed a elevate concentrazioni
coagulano le proteine del
protoplasma batterico
Disinfettanti
Meccanismo
d’azione
CLORO
DETERGENTI
CATIONICI
( composti quaternari
dell’ammonio)
CLOREXIDINA
Indicazioni
Miceti
Virus
++
++
++
Potabilizzazione acqua,
disinfezione stovaglie,
biancheria, superfici,
gabinetti.
++
++
++
++
Disinfezione cute,
strumenti, oggetti,
superfici.
++
+
+
+
+
Disinfezione cute e
termometri (da soli o con
altri disinfettanti)
+++
++
+
+++
++
Come aldeide formica:
disinfezione ambientale
terminale; come aldeide
glutammica: oggetti di
gomma e plastica
(cistoscopi, broncoscopi,
ecc.)
Disinfezioni mani, oggetti
e superfici
Attività variabile secondo i composti
Alterno la membrana
citoplasmatica, inattivano i
sistemi enzimatici, denaturano le
proteine del protoplasma
batterico
+++
+
()
()
+
+
Disinfezione cute
Blocca le funzioni della
membrana citoplasmatica
batterica, favorisce la fuoriuscita
di materiale cellulare., inattiva le
proteine enzimatiche
+++
++
()
()
+
()
Disinfezione mani e cute
integra
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Resistenza dei microrganismi
 Una caratteristica dei microrganismi è
la resistenza ai diversi agenti fisici e
chimici
 Alcuni microrganismi (es. gonococchi,
meningococchi) sono poco resistenti e
sono rapidamente inattivati
 La maggior parte dei virus è più
resistente per l’assenza di una
membrana che li riveste
 I micobatteri sono naturalmente
resistenti (bacilli acido-alcool resistenti)
STERILIZZAZIONE
 Processo che provoca la distruzione dei
microrganismi, patogeni e non, sia in forma
vegetativa che sporigena.
 La normativa UNI EN 556 stabilisce che la
probabilità di trovare, all’interno di un lotto di
sterilizzazione, un microrganismo
sopravvivente, deve essere inferiore o uguale
ad 1 su un milione S.A.L. (Sterility Assurance
Level).
Protocollo di Disinfezione e
Sterilizzazione
6. Protocolli operativi
6.1 Raccolta
6.2 Decontaminazione
6.3 Lavaggio
6.4 Risciacquo
6.5 Asciugatura
6.6 Controllo e Manutenzione
6.7 Confezionamento
6.8 Sterilizzazione
Fonte: ISPESL. Linee Guida sull'attività di sterilizzazione quale
protezione collettiva da agenti biologici per l'operatore nelle strutture
sanitarie (D.Lgs 626/94)
Sterilizzazione
Sterilizzazione mediante mezzi
fisici:
• Calore
• Radiazioni (UV, Raggi gamma)
• Per filtrazione
Sterilizzazione con mezzi chimici
Sterilizzazione termica con calore (1)
 Agisce alterando le strutture dei
microrganismi, soprattutto le proteine
con funzioni enzimatiche.
 I virus (esclusi i virus epatotropici
maggiori), i batteri in forma
vegetativa, i miceti, i protozoi sono
molto sensibili.
 Le spore di specie termofile
(Clostridium botulinum, Bacillus
stearothermophilus) sono più
resistenti.
Sterilizzazione termica con calore
(2)
Calore secco:
si usano stufe con ventilazione ad aria forzata
(convezione), si mantengono a 180°C per 30
min. o 160°C per 60min.
Viene usato per materiale metallico e vetro.
Calore umido:
grazie alle autoclavi si raggiungono temperature
inferiori a determinate pressioni, i microrganismi
sono più sensibili al calore quando si trovano in
ambiente umido, grazie ad una maggiore
conducibilità termica in presenza di vapore acqueo
(meno min. a minor temperatura). Si usa anche per
superfici gommose, porose e concave.
Sterilizzazione a calore e pressione
in “autoclave”
Materiale
(bar)
Temp. (C°) Tempo (min) Pressione
Tessili,
strumenti metallici e vetrerie (confezionati)
134°
Strumenti metallici e vetrerie (non confezionati) 134°
7’
2,1
4’
2,1
Materiale in gomma o plastica non termolabile 121° 15’
1,1
Tindalizzazione:
uccisione
di microrganismi a T<100°C.
Si applica
ai liquidi che costituiscono un substrato
nutritivo per le spore.
Si effettua per esposizione a T60°-100°C
per 30-60 min. in 3 giorni consecutivi.
Durante l’intervallo, incubazione a 3035°C per consentire la germinazione delle
spore, uccise poi dal successivo trattamento
termico.
Radiazione UV
 La frazione UV-C (200-280nm) ha azione
attraverso lesioni del DNA microbico
 Prodotta con lampade germicide a vapori di
mercurio rarefatti
 Scarso potere di penetrazione
 Massimo rendimento a 20°
 Attività contro TBC
 Utile per: sterilizzazione aria, piani d’appoggio,
eliminare Legionella dagli impianti idrici
ospedalieri
 Limite d’azione alla superfici direttamente
esposte
Raggi gamma
 Radiazioni ionizzanti prodotti da
cobalto60.
 Alto potere di penetrazione.
 Sterilizzazione di materiale monouso
(siringhe, cateteri, fili di sutura, ecc. )
già confezionati in buste di plastica
impermeabili ai microrganismi.
 Viene effettuata solo in particolari
strutture.
Sterilizzazione per filtrazione
 Si applica alle sostanze termolabili, liquide
e gassose, per esempio le preparazioni
farmacologiche.
 Il filtro presenta una porosità diversa in
relazione alle dimensioni delle particelle da
eliminare (virus, batteri).
Sterilizzazione chimica
 Formaldeide: per superfici, oggetti o locali
(gas irritante, tossico,poco penetrante)
 Ozono: adatto per il materiale chirurgico,
fortemente ossidante, altera molti
materiali
 Ossido di etilene: per i materiali
termolabili (PVC, polietilene, alcune
gomme). Può formare miscele esplosive
con l’aria. Attualmente non viene più
adoperato per la sua tossicità.
Gas-plasma
 Il gas-plasma è il quarto stato della materia,
risultato dell’azione di un forte campo
energetico sulla materia gassosa che viene
disgregata producendo particelle instabili (ioni,
atomi, radicali liberi neutri) altamente reattivi.
 Le tecniche utilizzate sono due:
 Vapore di perossido d’idrogeno con gas-plasma di
perossido d’idrogeno;
 Vapore di ac. paracetico/ perossido d’idrogeno con gasplasma di idrogeno, ossigeno ed argon
 Il ciclo opera ad una temp. di 37°-44°C per
75 minuti, compresa areazione finale.
 Ha sostituito l’ossido di etilene.
CONTROLLI DI STERILITA (1)
 CONTROLLI FISICI.
 Lettura dei parametri indicati dagli
strumenti di misurazione (termometro,
manometri, spie luminose, registratore).
 I più importanti tra i controlli sono (UNI
EN 285): Vuoto test che verifica la
perfetta tenuta della camera di
sterilizzazione, prova di umidità residua
e test di Bowie e Dick per verifica della
rimozione dell’aria e della penetrazione
del vapore.
CONTROLLI DI STERILITA (2)
CONTROLLI CHIMICI
Si basano sull’uso di sostanze (inchiostri,
cere) che, applicate sul supporto di carta,
sono in grado di reagire a stimoli fisici
(calore, pressione, umidità),
modificandone il colore e/o la consistenza.
CONTROLLI BIOLOGICI
 Valutano la capacità dell’autoclave di inattivare i
microrganismi presenti nelle confezioni
(normativa UNI EN 285).
 Si utilizzano spore altamente resistenti al calore,
la cui mancata sopravvivenza è indice che il
processo di sterilizzazione è avvenuto.
Le spore più comunemente usate sono: Bacillus Sthearotermophilus per la
sterilizzazione a vapore e Bacillus Subtiilis, varietà Niger.
Il controllo biologico prevede sempre l’effettuazione di una controprova su
una confezione di spore dello stesso lotto non sterilizzato, per verificarne
la vitalità.
Prevenzione farmacologica
Chemioprofilassi: trattamento tempestivo, con farmaci
eziologici, di persone infette (contatti), o come copertura
per persone a >rischio d’infezione (x interventi chirurgia o
dispositivi invasivi)
Farmaci: chemio-antibiotici (x infez. batteriche); anti-virali
(x alcuni virus); anti-protozoari (x protozoi).
Prevenzione farmacologica primaria: x impedire sviluppo
infezione in ospite (es. chemioprofilassi con chinino x malaria;
antibiotici x contatti di casi di meningite meningococcica);
Prevenzione farmacologica secondaria: chemio-antibiotici
x evitare trasmissione infettiva a sogg. sani (es. antiretrovirali in
HIV+; interferone e ribavirina curative x epatite B e C)
Prevenzione immunitaria
Immunoprofilassi: in individuo suscettibile a infezione induzione
artificiale di protezione immunitaria (umorale e/o cellulare) verso
specifico microrganismo patogeno. 2 tipologie:
Immunizzazione passiva: iniezione di immunoglobuline
(anticorpi) preformate (Ig standard e Ig iperimmuni) dirette contro
antigene microbico e prelevate da sogg. con infezione in corso o
vaccinato;
Immunizzazione attiva (vaccinazione): inoculazione di
microrganismi patogeni “modificati” (vivi/attenuati, o
uccisi/inattivati), o “purificati” (subunità, tossine), o loro prodotti
(antigeni);
+ altri metodi attivi (es. tecnica da antigene a gene del DNAricombinante, x epatite B; e “reverse vaccinology” da genoma ad
antigeni, x meningococco gruppo B)
Composizione dei vaccini
4 principali tipi di composizione dei vaccini:
1.con germi vivi e attenuati (antipolio “Sabin”,
antitifoideo, anti-morbillo, anti-parotite, ant-rosolia,
antitubercolare)
2.con germi uccisi (antipolio “Salk”, antirabbico,
antinfluenzale, anti-colera, anti-peste)
3.con antigeni purificati (antipneumococco,
antimeningococco, anti-haemophlus influenzae; antiepatite B; antinfluenzale)
4.con tossoidi (antitetanico, antidifterico)