Tumore al seno, MGF e AIDS

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Tumore al seno e MGF
Tesina di scienze di Maria
Vittoria Bazzocchi
3°B
Cos’è il tumore al seno?
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Il seno è costituito da un insieme di ghiandole e da
tessuto adiposo, che si trovano tra la pelle e il
torace. Il seno è un’insieme di strutture ghiandolari, i
lobuli, che uniti tra loro formano un lobo e di questi
lobi, in un seno ce ne sono, 15/20. il latte passa dai
lobuli al capezzolo attraverso piccoli tubi: i dotti
galattofori o lattiferi. Il tumore al seno è una
malattia potenzialmente grave, se non individuata
e curata per tempo, si tratta della moltiplicazione di
alcune cellule della ghiandola mammaria, che si
trasformano poi in cellule maligne, ciò significa che
si possono staccare dal tessuto generatore e, col
tempo, invadere tutto il corpo. Si possono formare
tumori in tutte le cellule del seno, ma i più frequenti
sono nei lobuli.
Diffusione
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Il tumore colpisce 1 donna su 10, è il
tumore più frequente nelle donne e
rappresenta il 25% dei tumori femminili.
È la prima causa di mortalità per
tumore nel sesso femminile, con un
tasso del 17% di tutti i decessi per
tumore.
Chi è a rischio?
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ci sono diversi fattori di rischio:
l’età: più dell’80% dei casi colpiscono le donne sopra i 50 anni.
La familiarità: il 10% delle donne malate ha più di un familiare
stretto malato
Fattori genetici: BRCA1 e BRCA2, le mutazioni di questi geni
sono responsabili per il 50% del cancro al seno e all’ovaio
Inoltre molti studi hanno dimostrato che l’eccessivo uso di
estrogeni (gli ormoni femminili) facilitano la comparsa del
tumore al seno, mentre la gravidanza per esempio, che
riduce il numero di estrogeni, ha un effetto protettivo. Le
alterazioni del seno e le cisti non aumentano i rischi di cancro,
sono invece da tenere sotto controllo i seni che dimostrano un
tessuto molto denso, o addirittura una forma di tumore
benigna, chiamata iperplasia de seno. Hanno effetti negativi
anche obesità e fumo.
Tipologie
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esistono due tipi di forme: le invasive e le non
invasive, queste ultime sono di due tipi:
carcinoma duttale in situ (o CDIS) che è limitata alle
cellule della parete dei dotti , se non curata
diventa invasiva.
Carcinoma lobulare in situ ( o CLIS), non è invasiva
ma è un segnale di alto rischio di tumori in entrambi
i seni.
Le forme invasive sono due:
carcinoma duttale infiltrante: si chiama così
quando supera la parete del dotto e rappresenta il
70/80 % del tumore al seno
il carcinoma lobulare infiltrante: si chiama così
quando il tumore supera la parete del lobulo e
rappresenta il 10/15% dei tumori al seno.
I sintomi
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le forme iniziali di tumore, non sono dolorose, infatti
un recente studio ha dimostrato che solo lo 0,4 %
delle donne affette da tumore avevano lesioni
maligne, mentre nel 12% erano presenti lesioni
benigne come le cisti e nel resto dei casi non c’era
alcuna lesione. Inoltre vanno segnalati al medico
eventuali variazioni del capezzolo (in fuori o in
dentro), eventuali perdite da quest ultimo,
cambiamenti della pelle o variazione della forma
del seno. La maggior parte dei tumori però, non da
segno della sua presenza ed è rilevabile solo con la
mammografia.
Prevenzione
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Ridurre il rischio di ammalarsi è possibile svolgendo
regolare esercizio fisico, avendo una buona
alimentazione con pochi grassi e molti vegetali
(frutta, verdura, e te verde). Allattare i figli aiuta a
combattere i tumori al seno perché permette alla
cellula del seno di completare la maturazione ed
evitare trasformazioni neoplastiche. La
mammografia è il metodo di prevenzione più
efficace, per questo è consigliata la cadenza
annuale dopo i 50 anni . anche l’ecografia è
un’esame molto utile, specialmente per verificare la
comparsa dei noduli.
Evoluzione:
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il tumore al seno è classificato in 5 stadi:
-lo stadio 0 :carcinoma situ che può essere di due tipi
-carcinoma lobulare in situ: un tumore non aggressivo ma è un
fattore di rischio per la formazione di una lesione maligna
-carcinoma duttale in situ: colpisce le cellule dei dotti.
Stadio I: è la fase iniziale, con meno di due centimetri di
diametro.
Stadio II: ha circa due centimetri di diametro ma ha già
coinvolto i linfonodi sotto l’ascella.
Stadio III: è localmente avanzato, di dimensioni variabili che
coinvolge tutti i tessuti vicino al seno
Stadio IV: un cancro avanzato che ha già coinvolto gli organi
al di fuori del seno.
Se il tumore è identificato allo stadio 0 la sopravvivenza a
cinque anni nelle donne trattate è del 98% , mentre nello
stadio IV la sopravvivenza media delle donne curate con
chemioterapia è di due anni.
Cure
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quasi tutte le donne con tumore al seno vengono
curate con un intervento chirurgico, dove viene
asportata la parte con la lesione, la
quadrantectomia, che si chiama così perché viene
asportato il quadrante del seno. Durante
l’intervento si possono anche asportare i linfonodi e
per sapere se questi sono coinvolti si usa spesso il
linfonodo sentinella che identifica il linfonodo più
vicino al tumore, si analizza al microscopio e se
risulta privo di cellule tumorali non si asportano gli
altri. A volte è necessario asportare più di un
quadrante di seno, si parla quindi di mastecomia.
Dopo l’intervento chirurgico è possibile procedere
alla ricostruzione del seno.
Le MGF o Infibulazione
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L’infibulazione deriva dal latino
“fibula” che significa spilla, non ha basi
religiose ma solo culturali ed è
praticata nelle regioni dell’africa,
penisola araba e sud-est asiatico.
I tipi
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col nome di infibulazione vengono denominate tutte le mutilazioni
genitali femminili che ledono fortemente la salute della psiche e
del fisico delle bambine e delle donne e l’Organizzazione Mondiale
della Sanità ha distinto queste mutilazioni in 4 tipi:
Circoncisine: si limita all’incisione della punta del clitoride con la
fuoriuscita delle sette gocce di sangue simboliche.
Escissione: asportazione del clitoride e taglio totale o parziale
delle piccole labbra
Infibulazione: asportazione del clitoride, delle piccole labbra ,
parte delle grandi labbra e cucitura della vulva.
Il quarto tipo comprende interventi di varia natura sui genitali
femminili.
Inoltre le pratiche sono eseguite in età differenti
in Nigeria sulle neonate
in Uganda sulle adolescenti
in Somalia sulle bambine
il primo tipo è puramente simbolico e non comporta conseguenze,
mentre il secondo e il terzo tipo possono provocare gravi danni
alla vita sessuale, fisica e psicologica delle donne.
Infibulazione e cultura
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le origini dell’infibulazione risalgono all’antico Egitto
e si calcola che ancora oggi in questo paese ci
siano tra l’85% e il 95% delle donne sottoposte a
infibulazione. La somalia inoltre viene definita le
pays des femmes cousues, il paese delle donne
cucite. Questa pratica però non è menzionata dal
corano, ma alcuni islamici sostengono che sia
scritta in alcuni detti di Maometto che disse ad
un’operatrice mentre eseguiva la pratica “ taglia
ma non distruggere” inoltre Maometto definisce
l’infibulazione un’azione nobile e dignitosa. Nel
cristianesimo le mutilazioni genitali sono proibite.
Le ragioni dell’infibulazione
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ragioni sessuali: soggiogare o ridurre la
sessualità femminile
ragioni sociologiche: iniziazione delle
adolescenti all’età adulta
ragioni igieniche ed estetiche: in alcune
culture i genitali femminili sono considerati
portatori di infezioni e osceni.
Ragioni sanitarie: si pensa che la mutilazioni
favoriscano la fertilità della donna e la
sopravvivenza del bambino.
Ragioni religiose: molti credono che questa
pratica sia prevista dal Corano
Bibliografia
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http://it.wikipedia.org/wiki/Infibulazi
one
http://www.unicef.it/flex/cm/pages/S
erveBLOB.php/L/IT/IDPagina/3132
http://www.airc.it/tumori/tumore-alseno.asp
Fine
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