Roma città globale o città delle disuguaglianze?

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SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI
 Roma 17 novembre 2016
Avviso: l’esonero di Mintzberg si terrà
nell’aula Blu1 il 14 dicembre alle 14. Dopo
45 minuti quello relativo al Laboratorio
Date esami 12 e 26 gennaio
16 febbraio 2016
E-mail: [email protected]
Stanza B12 Via Salaria113, tel.: 06 49918446- ricevimento
giovedì 12.30-13.30
1
Configuraz
organizzati
va
Meccanis
mo coordinamen.
Struttura
semplice
Supervisio Vertice
ne diretta strategico
Accentramento
Burocrazia
meccanica
Standardiz Tecnostrut
processi
tura
Decentrame
nto orizzontale limitato
Burocrazia
profession
Standard.
Capacità
Nucleo
operativo
Dec. vert.
e orizz.
Soluzione
divisionale
Standard.
Output
Linea
Dec. Vert.
intermedia limitato
Adhocrazia
Reciproco
Staff
supporto
adattamento
Parte fon- Tipo
damentale decentra
organizz. mento
Dec.
selettivo
2
Configuraz
organizzati
va
Meccanis
mo coordinamen.
Struttura
semplice
Supervisio Tecnol.semplicene diretta dinamico
Burocrazia
meccanica
Standardiz Stabile
processi
Burocrazia
profession
Standard.
Capacità
Stabile e
complesso
Soluzione
divisionale
Standard.
Output
Non specifico, al
+ stabile
Adhocrazia
Reciproco
Complesso
dinamico
eterogeneo
adattamento
ambiente
3
Oltre la magia del 5
 5 è il numero magico della
progettazione organizzativa?
 Come andare oltre la magia del 5?
 Le 5 configurazioni esistono
veramente?
4
Le configurazioni
rappresentano una teoria
E ogni teoria necessariamente
semplifica e quindi distorce la
realtà
5
Che cosa si può cogliere con il pentagono
1. Che dalle 5 parti dell’organizzazione (ognuna
prevalente in una configurazione)vengono
spinte alla trasformazione
2. Le configurazioni sono tipi puri, ma guardando
ai loro intrecci emergono degli ibridi
3. L’esistenza di un ibrido ci indica anche una
possibile transizione organizzativa
4. Tutto ciò serve a progettare soluzioni organizzative efficaci, tenendo conto che neanche il
pentagono coglie tutta la realtà
5. Ipotesi di una sesta configurazione … e oltre
6
7
1. Le configurazioni come spinte
dai 5 vertici del pentagono
1. Se prevale una spinta il modello si
avvicina a 1 configurazione
2. Se prevalgono 2 spinte è ibrido:
All’incrocio tra 2 tipologie
Con 2 tipologie compresenti
3. Le configurazioni sono tipi ideali, utili
anche per descrivere le transizioni
organizzative
8
9
10
2. Oltre le 5 configurazioni
Il pentagono e gli ibridi


a)
b)
c)
d)
e)
5 configurazioni ai vertici del pentagono
5 principali configurazioni Ibride sui lati:
burocrazia semplice(tra struttura sempl. e bur.meccanica)
bur. prof. semplice (tra strutt. semplice e bur. profess)
adhocrazia/burocrazia prof.,
adhocrazia divisionale,
bur.copia carbone (tra bur.meccanica e sol.divisionale
2 principali conf. ibride dentro
f) Struttura semplicissima/adhocrazia
imprend
g) Soluzione divisionale personalizzata (con la
burocrazia meccanica
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Configurazioni ibride sono
teoricamente 10
Le combinazioni tra 5 elementi sono :
5x4 = 20 / 2= 10
Abbiamo già visto:
Burocrazia copia carbone
Adhocrazia divisionale
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Burocrazia copia carbone
 Una multinazionale che riproduce in
diversi mercati la stessa burocrazia
meccanica è un esempio limite di
soluzione divisionale che non è più
tale- es. Coca Cola o Mc Donald che
offre gli stessi cibi in tutti i suoi
ristoranti
 Una catena di supermercati o uffici
postali identici
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Un modello ibrido:
l’adhocrazia divisionale
Multinazionali che, per coordinare le
proprie divisioni (e diminuire i
managers), fanno organizzazioni a
matrice → divisioni regionali e di
prodotto/servizio poste allo stesso
livello gerarchico a scapito dell’unità
di comando
Funziona anche per Org. No profit come
l’Unicef → per garantire autonomia culturale
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2b. Altri possibili ibridi
(oltre ai 7 già visti)
h) Una burocrazia meccanica che diventa
complessa spinge verso la burocrazia
professionale e viceversa se quest’ultima
viene spinta da controllo esterno a
razionalizzarsi tende verso la burocrazia
meccanica
Ibridi esclusi:
 tra struttura semplice e soluzione
divisionale
 Tra burocrazia professionale e soluzione
divisionale
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3.Il pentagono: le 5 configurazioni
come un sistema unico
 Ogni configurazione è un idealtipo che
estremizza e/o semplifica la realtà
 Ai 5 vertici ci sono le 5 configurazioni:
ogni realtà organizzativa si colloca al
suo interno
 All’interno del pentagono si possono
cogliere anche le transizioni da una
situazione (organizzazione) a un’altra
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3. Il pentagono: un sistema per
descrivere le transizioni organizzative
 In ambiente semplice ↓
Lato sinistro→ dalla struttura semplice alla burocrazia
meccanica, alla soluzione divisionale
 In ambiente dinamico o complesso ↓
Lato destro→dall’adhocrazia alla burocrazia
professionale (o meccanica)
NB nessuna delle configurazioni e neppure il loro
sistema coglie pienamente la realtà, ma è utile per
descriverla o modificarla
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Proposte calendario
 Mercoledì 23 novembre: sociologia
dell’organizzazione d’impresa in Italia di
Roberto Cavarra
 Giovedì 24 novembre : Ludovica Rossotti cap.
2 libro lavoro in crisi sulla ristrutturazione
capitalistica in Italia e cap.3 sui ceti sociali
 Mercoledì 30 nov. e giovedì 1 dic. Cap 4 su
disoccupazione e precarietà
 Mercoledì 7-8 dicembre vacanza
 Mercoledì 14 dic. esonero
 Giovedì 15 dicembre lezione sulla qualità del
lavoro (cap 5) di Francesca Bergamante e
Tiziana Canal
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Oltre le 5 configurazioni
 C’è un’altra configurazione in
linea con la teoria elaborata?
e dunque
 Con un proprio meccanismo di
coordinamento
 In cui è centrale una sesta parte
dell’organizzazione
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Ideologia e cultura aziendale
Ideologia → non in senso politico-sociale
ma come
sistema di convinzioni relative all’azienda → la
missione → è sempre presente e la possiamo
rappresentare come↓
Alone attorno al diagramma
La missione è particolarmente forte nelle
associazioni volontarie ( e anche nell’impresa
giapponese)
→ 6° configurazione
20
5. Identikit configurazione
missionaria
Di moda? forse lo sarà in futuro nell’era post- adhocratica
Meccanismo
cooordinamento
Parte
fondamentale organizz.
Tipo decentramento
Socializzazione, indottrinamento o
standardizzazione delle
norme
Ideologia e decentrata
Leadership
carismatic
a
21
La configurazione missionaria
 È poco strutturata
 Dato che la lealtà è basata sulla
profonda identificazione con la missione
aziendale, non c’è bisogno di controlli
 La configurazione missionaria pura non ha
bisogno di esperti, né di divisione del lavoro
 È molto democratica, e/o basata su una
forte leadership
 Esempi: organizzazioni no profit, kibbutzim
israeliani, movimenti e sette religiose,
movimenti politici
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Il terzo settore è una
configurazione missionaria?
 Sapete che cos’è?
 Chi ne fa parte?
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Terzo settore tra pubblico e privato
(Impresa sociale, non solo volontariato)
 Secondo legge delega 118/2005 e succ. decreti
 L'impresa sociale non può essere diretta da
imprese private con finalità lucrative e da
amministrazioni pubbliche;
 divieto di ridistribuire utili
 deve erogare beni e servizi di rilievo etico e
sociale per la collettività, ad es. per le categorie
svantaggiate
 Gestione democratica: coinvolgimento di
stakeholder esterni ed interni;
 Partecipazione degli utenti alla valutazione dei
risultati;Rendicontazione sociale.
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Imprese sociali e volontariato: quali
forme organizzative?
 Configurazione missionaria?
 Burocrazia professionale?
 Adhocrazia?
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Esempi di imprese sociali
 Forme non imprenditoriali (associazioni,
fondazioni)→ configurazione missionaria
 Forme imprenditoriali: chi lavora è
retribuito, ma non si producono profitti →
configurazione missionaria ibrida
 Cooperative sociali di tipo A ( servizi sociosanitari ed educativi) → configurazione
missionaria ibrida con burocrazia professionale
 Cooperative sociali di tipo B (inserimento
lavorativo di categorie svantaggiate) →
configurazione missionaria ibrida con struttura
semplice o con adhocrazia?
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Le trasformazioni del lavoro della
sig.ra Raku
 Impresa individuale
 Supervisione diretta su laboratorio
artigianale
 Produzione in serie industriale
 Aumento produzione in serie
divisionale
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Ipotesi di creazione
 La progettazione organizzativa richiede
talvolta la creazione di una nuova configurazione che combini in modo originale
parametri di progettazione e fattori
situazionali→ la vera magia è pensare oltre il 5
Aneddoto Sig.ra Raku scivolò nel fango→ dalla
rabbia per essersi sporcata, passò alla nostalgia per il
contatto perso con la terra → cambiò per l’ultima volta
la sua impresa industriale in una di produzione a mano
di vasi artistici → i vasai della terra
28
29
3° parte del corso
Cavarra, Rella, Rossotti,Bergamante
Canal Il lavoro in crisi. Trasformazioni
del capitalismo e ruolo dei soggetti
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31
Il filo rosso del libro
Si parte dalla crisi del capitalismo industriale
in Occidente in conseguenza della
globalizzazione (cap.1),
Si analizza le specificità di tale crisi in Italia
(cap.2),
E le conseguenze in termini di trasformazione
sociale (cap.3)
per arrivare ad analizzare la crisi del lavoro: il
lavoro che manca, si precarizza ed è
sempre di minor qualità (cap.4 e 5)
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L’offensiva neo-liberista verso il
lavoro comincia negli anni ‘80
La liberalizzazione dell’economia si
estende al mercato del lavoro→
diminuiscono le tutele di tipo sociale ed
economico
 Le imprese comprimono i salari per evitare la
spirale inflazionistica salari/prezzi.
Cercano di aumentare la produttività → senza
far crescere l’occupazione o diminuendo negli
Usa i salari nelle nuove attività ↓
Insieme ai politici indeboliscono il sindacato
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Nuova strategia delle classi
politiche di subordinazione al
mercato
 1981 Reagan reprime lo sciopero dei
controllori di volo, licenziando chi non si
piega
 1985 Thatcher sconfigge il sindacato dei
minatori,nonostante uno sciopero di 11
mesi
 9-10 giugno 1985 sconfitta del Pci al
referendum per abolire la norma che
tagliava i punti di scala mobile (strumento
per adeguare il salario all’inflazione)
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Tra indebitamento pubblico e
austerity
 L’indebitamento pubblico dell’Italia
non deriva solo dalla crisi, ma dal
clientelismo, da una cultura che
giustifica l’evasione fiscale
dall’irresponsabilità delle classi
dirigenti incapaci di salvaguardare un
patrimonio industriale non
indifferente, di favorire l’innovazione
tecnologica, di fare nuovi investimenti
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Svolta nel capitalismo negli anni
‘80
Nuovo Capitalismo
1. Post-industriale
2. Post fordista
3. Qualità totale
4. Della conoscenza
Effetti sul mercato del lavoro
1. La classe operaia non è più
centrale
2. Vacilla la mediazione tra
capitale e lavoro dello stato
sociale
3. La qualità del lavoro
migliora per una parte di operai ma
si indebolisce il sindacato
4. Nuove professionalità?
nuovo lavoro indipendente?
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I cambiamenti del capitalismo
trasformano il ruolo dei soggetti e
l’interpretazione sociologica
 Spiegazioni mono-causali tipo spiegare la
società in base ai cambiamenti della
struttura economica non funzionano più
quando la società diventa complessa dal
punto di vista economico territoriale e i
soggetti hanno identità multiple, si
differenzia in più gruppi sociali
 Sul fatto che cresca la complessità dei
sistemi sociali convergono più scuole di
pensiero (dai funzionalisti alla sociologia
critica), ma di fatto danno un significato
diverso alla parola
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Che significa complessità
dal punto di vista dei soggetti
 Ricchezza di relazioni, eccesso di possibilità
 O disarticolazione della società e
imprevedibilità dei comportamenti
individuali che si basano sull’identità
individuale più che sull’identificazione con
una classe sociale?
 Importanza dei movimenti sociali come
quello femminista, dei giovani , degli
omosessuali
 Ruolo dei mass-media
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