teorie sociologiche dei media - Pagine di filosofia e storia

TEORIE SOCIOLOGICHE DEI MEDIA
Ortega y Gasset
“la massa travolge tutto
ciò che è differente,
singolare, individuale,
qualificato e
selezionato”
La ribellione delle masse, 1930
L’uomo massificato è soddisfatto del suo
stato, non desidera di più e anziché
disgustarsene “si sente a suo agio nel
riconoscersi identico agli altri” (La
ribellione delle masse)
W. Lippmann, Public opinion, 1922

La gente si rappresenta i fatti e le realtà sociali
attraverso stereotipi [realtà mediata].

Il giornalista che fornisce letture schematiche dei
fatti collabora a impedire i cambiamento sociali
e l’innovazione.
Il filone della bullet theory*

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
I media vengono considerati potenti strumenti
di persuasione che agiscono su riceventi
passivi e inermi.
Ognuno legge il giornale o ascolta la radio per
proprio conto e come membro del pubblico di
massa è un atomo slegato dagli altri.
* H.D. Lasswell
LA SCUOLA DI YALE
Quali fattori agiscono sulla persuasione?
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La credibilità della fonte
L’attrattiva della fonte
Le caratteristiche del pubblico
L’aver instaurato il confronto tra argomenti logici
ed emotivi (ad es. gli appelli alla paura)
E tra argomenti bilaterali e unilaterali
[Utilizzo del gruppo di controllo]
La scuola di Lazarsfeld
 Il ricevente non è un bersaglio, ma un
consumatore attivo di media.
 Metodo: più che l’analisi del contenuto dei
messaggi si va a intervistare la gente del
pubblico per capire come si rapporta ai
media e come reagisce.
Teoria degli effetti limitati
Studio del consumo dei mass media
La scuola di Lazarsfeld
Il ricercatore si prefigge
- di stabilire quali caratteristiche (di sesso, età,
istruzione, estrazione socio-culturale) ha
l’audience di un programma radiofonico o di una
rubrica di giornale
- di capire perché le persone sono attratte da
quel programma o da quella rubrica, che cosa ci
trovano, quale significato ha per loro.
Lazarsfeld: teoria degli effetti limitati
Le persone tendono a consumare i media
secondo meccanismi di autoconvalida,
scegliendo quelle letture e quei programmi
che li confermano nelle posizioni che
hanno già.
COMMUNICATION RESEARCH
 Impostazione naturalistica (cerca di
capire come funzionano)
 Metodi empirici
 Centralità della comunicazione
(processi)
TEORIA CRITICA
I mass media rappresentano una industria culturale volta ad
asservire la gente.
“Film e radio non hanno più bisogno di spacciarsi per arte. La
verità, che non sono altro che affari, serve loro da ideologia per
legittimare gli scarti che volutamente vanno producendo. Si
autodefiniscono industrie e le cifre dei redditi dei loro direttori
generali troncano ogni dubbio sull’utilità sociale dei loro
prodotti”
(M. Horkheimer e T. Adorno)
ADORNO
“l’industria
culturale
pretende
ipocritamente
di
regolarsi
sui
consumatori e di fornire loro ciò che
desiderano anziché adattarsi alle
reazioni dei clienti, le crea o le
reinventa”.
A proposito della televisione:
“Ciò
si
allinea
al
sospetto
largamente condiviso, anche se è
difficile confermarlo con dati esatti,
che la maggioranza degli spettacoli
televisivi oggi punti alla produzione o
almeno ala riproduzione, di molta
mediocrità, di inerzia intellettuale e
di credulità, che sembrano andar
bene con i credi totalitari, anche se
l’esplicito
degli
messaggio
spettacoli
antitotalitario”
superficiale
può
essere
Adorno
MARCUSE
“Ai nostri giorni l’aspetto nuovo è
l’appiattirsi dell’antagonismo tra cultura e
realtà sociale, tramite la distruzione dei
nuclei d’opposizione, di trascendenza, di
estraneità contenuti nell’alta cultura, in
virtù dei quali essa costituiva un’altra
dimensione della realtà”.
MARCUSE
“Mescolando armoniosamente, e spesso
in modo inavvertibile, arte, politica,
religione e filosofia con annunci
pubblicitari, le comunicazioni di massa
riducono questi regni della cultura alla
forma di merce”.
Teoria della riproduzione socio-culturale
I mass media, al pari della scuola, sono mezzi di
riproduzione dei rapporti di dominio. I mass
media rientrano tra gli apparati ideologici di
Stato, che, assieme agli apparati repressivi di
Stato, lavorano a preservare i rapporti di
dominio, gli uni mediante l’indottrinamento, gli
altri con gli interventi coercitivi (Althusser)