Kohut

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LA PSICOLOGIA DEL SÈ:
HEINZ KOHUT
(1923-1981)
1
Freud
Post freudiani
Attenzione alla teoria e
clinica del bambino
Psicologia
dell’Io
Psicologia del Sè
Psicologia delle
relazioni oggettuali
Melanie
Klein
Scuola
Britannica
2
LA PSICOLOGIA DEL SÉ
La psicologia del Sé pone l’accento sulle relazioni esterne e
su come queste aiutino a mantenere l’autostima e la
coesione del Sé
La psicologia del Sé nasce dagli studi di Kohut su pazienti
con disturbi narcisistici, molto diversi dai pazienti nevrotici
e caratterizzati da:
Sentimenti di depressione e insoddisfazione nei rapporti
Vulnerabile stima di sé ed estrema sensibilità alle offese
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Sé
Nucleo centrale della personalità
che organizza i sentimenti, i
pensieri e le rappresentazioni di
sé e degli altri
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Heinz Kohut coniuga la dimensione sociologica con
quella psicologica
La sua formazione è psicoanalitica
Kohut vive e lavora nella società americana degli anni
’70, molto diversa dall’Europa di fine secolo di Freud
L’uomo è cambiato, così come la relazione tra genitori
e figli, non più minacciata dal pericolo dell’intimità e
dell’inibizione della sessualità infantile, quanto dalla
progressiva distanza tra bambini e adulti
La solitudine del bambino provoca, invece della
tradizionale patologia edipica, una nuova malattia del
Sé, un disturbo narcisistico più o meno intenso della
personalità
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La teoria di Kohut rappresenta una delle direzioni prese
dalla Psicologia dell’Io, benché diventi una teoria a sé
Elementi quali lo studio sulla complessità delle difese,
l’attenzione al problema dell’adattamento e alle funzioni
autonome dell’Io, le esplorazioni delle prime relazioni con gli
adulti, portano ad individuare nell’Io, nel suo sviluppo e nei
processi evolutivi in generale, aree di fondamentale
interesse per la psicoanalisi, sia nella teoria che nella
pratica clinica
Kohut, a partire da queste riflessioni, crea un nuovo quadro
di riferimento per la psicoanalisi, ponendo in particolare
l’attenzione sulla soggettività e sul significato personale
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dell’esperienza
Kohut propone una visione della natura e dello sviluppo
umani molto diversa da quella freudiana classica, ponendo
l’attenzione su alcune tematiche escluse dalla psicoanalisi
tradizionale: isolamento, alienazione personale, senso di
vuoto esistenziale
Lo sviluppo per Freud, come abbiamo visto, era descritto
come una progressiva sottomissione della natura umana più
istintuale alla cultura.
Kohut si rifà in un certo senso al concetto di adattamento
della Psicologia dell’Io sostenendo che gli esseri umani
siano programmati per prosperare in un certo tipo di
ambiente
La sua teoria nasce da un problema clinico di fondamentale
importanza a quel tempo: il narcisismo; e si ripropone di
descrivere e comprendere quali siano le condizioni
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ambientali nel primo periodo di vita del bambino
 Kohut e la psicoanalisi classica
Freud
Kohut
La psicopatologia riflette lo Esperienza umana
squilibrio tra forze interne considerata nei termini di
necessariamente conflittuali isolamento, alienazione,
senso di vuoto esistenziale
“Uomo colpevole”: Senso di
“Uomo tragico”: Esistenza
colpa
priva di significato
Sviluppo: progressiva
sottomissione della natura
umana più istintuale alla
cultura.
Sviluppo: esseri umani sono
programmati per prosperare
in un certo tipo di ambiente
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I disturbi narcisistici
Freud:
Sviluppo come un passaggio da una fase di narcisismo
primario (libido narcisistica) in cui il bambino sperimenta
l’onnipotenza ad una fase in cui il bambino assume i genitori
come oggetto di amore (libido oggettuale).
Narcisismo
primario
Amore
oggettuale
Narcisismo
secondario
Libido narcisistica e oggettuale sono inversamente
proporzionali: man mano che l’una aumenta, l’altra
diminuisce; ovvero: maggiore è l’interesse verso sé, minori
saranno le energie a disposizione verso gli altri
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Il transfert narcisistico: la prospettiva classica
Transfert: nucleo fondamentale della tecnica psicoanalitica
La capacità da parte del paziente di sviluppare il transfert
diventava pertanto la condizione indispensabile per
stabilire l’analizzabilità del paziente.
“nevrosi di transfert”
(analizzabili)
“nevrosi narcisistiche”
(non analizzabili)
Questo elemento è ciò che rende inaccessibili questi
pazienti alla cura psicoanalitica, dal momento che non sono
in grado di trasferire i legami libidici con i genitori sulla
persona dell’analista; il transfert non si instaura e la
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tecnica non può essere applicata
Da Freud a Kohut
Nonostante Kohut fosse molto vicino alla tradizione
freudiana, riteneva questo punto di vista limitante tanto
per la teoria, quanto per la tecnica
Kohut si rese presto conto che il vissuto dei pazienti
narcisistici non poteva essere letto attraverso la
cornice teorica classica del conflitto, che finiva così per
non affrontare le dimensioni cruciali dell’esistenza dei
pazienti narcisistici:
Grandiosi e pieni di sé esteriormente, ma con un vissuto
cronico di vuoto e inadeguatezza
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Questo lo porta a rivedere la teoria freudiana
del narcisismo (primario e secondario):
L’amore per il sé è davvero nemico dell’amore
per gli altri?
Non potrebbe essere che i sentimenti positivi
verso sé contribuiscano a rendere più ricchi e
vitali gli incontri con gli altri?
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“ Per lo più sinora è stato operante il tacito presupposto,
anche se spesso negato in sede teorica , secondo cui la
capacità di amore oggettuale è il segno della maturità
emotiva. Ciò implicava sempre che lo sviluppo normale
conduce dalla cura di sé alla cura per oggetti,
dall’interesse per sé all’interesse per gli altri, e più
semplicemente dall’egoismo all’altrusimo”
“In sede teorica si è spesso affermato che il termine
narcisismo non è un giudizio di valore”
“Ciò che ho presente è il fatto che, fino a tempi recenti,
il narcisismo veniva considerato negativamente dal punto
di vista di un aprioristico giudizio di valore… Ci sono
infatti molte forme di narcisismo, come ci sono molte
forme di amore oggettuale, alcune carenti sotto il
profilo dell’adattamento e, se volete, malate.”
(Seminari, 1985)
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Caratteristiche del narcisismo kohutiano:
Considerato in sé il narcisismo non deve essere confuso
con una condizione che sia in termini valutativi meno
positivo dell’amore oggettuale
Il narcisimo non si contrappone alle relazioni
oggettuali; non è il contrario dell’amore oggettuale;
alcune delle più intense relazioni oggettuali sono
essenzialmente narcisistiche.
Il narcisismo deve essere valutato, in stretto
parallelismo con l’amore oggettuale, negli stessi termini
evolutivi e maturativi: presenta un ordine evolutivo da un
prima a un dopo, da primitivo a sviluppato, da immaturo a
maturo
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Seminari Clinici:
“Dipendenza da una figura ammirante
per la regolazione dell’autostima”
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Lo sviluppo del narcisismo normale
La comprensione dei vissuti dei soggetti narcisistici si può
avere solo se si sposta l’attenzione sui problemi del primo
sviluppo anziché sulle questioni relative al conflitto
pulsionale (DEFICIT)
Secondo tutti gli autori psicoanalitici la prima infanzia
è caratterizzata da un vissuto che è stato definito di
onnipotenza, grandiosità; secondo gli autori classici
queste fantasie infantili rappresentano qualcosa di
immaturo e irrazionale che bisogna superare per lo
sviluppo di legami più realistici con gli altri
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Secondo Kohut questo vissuto ha in sé una
vitalità e creatività che spesso manca agli adulti;
lo sviluppo di un narcisismo sano dovrebbe
consentire di mantenere queste caratteristiche
vitali, insieme alla capacità di stabilire dei legami
maturi con gli altri
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Amore oggettuale è diverso da relazioni oggettuali
Il narcisismo è pienamente compatibile con intense
relazioni oggettuali. Molte relazioni oggettuali servono a
scopi nercisistici.
Vi sono oggetti che hanno per noi una grande importanza
ma che servono finalità narcisistiche
“Così, quando il bambino incomincia ad acquisire un senso del
proprio valore, della propria coesività, del suo essere
un’entità determinata, ha bisogno che gli altri lo confermino
in questa consapevolezza. È un bisogno profondo, ma questi
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altri non sono amati per loro stessi”
“Ha un grande significato distinguere fra relazioni
oggettuali al servizio di finalità narcisistiche e l’amore
per l’oggetto, che si ha quando l’altra persona è
ardentemente desiderata, ma nello stesso tempo è
riconosciuta e investita d’interesse, amore, libido in
quanto essere umano indipendente con finalità proprie,
indipendentemente dall’innalzamento dell’autostima.”
“Anche se amore oggettuale e narcisismo seguono linee
evolutive diverse, c’è sempre un certo rinforzo
narcisistico in ogni tipo di amore oggettuale. Questo non
significa tuttavia che ci sia continuità fra narcisismo e
amore oggettuale”
Es. innamoramento: amore maturo‡ fantasie di fusione
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Importante: la mera presenza o assenza di relazioni
oggettuali non dice nulla sulla disposizione narcisistica del
soggetto e dunque sulla natura dei rapporti
Due tipi di oggetto:
Oggetti a cui è riconosciuto e permesso di essere
diversi, di avere propri desideri e interessi; questi
sono amati non solo a dispetto delle differenze, ma
proprio a causa delle differenze che integrano la
propria sfera d’interesse
Oggetti investiti narcisisticamente: interessano solo
nella misura in cui servono ad alimentare le mete
narcisistiche
Non c’è rapporto umano che non contenga insieme tracce
di amore narcisistico e amore oggettuale
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Oggetto-sé: ruolo svolto dalle altre persone nei confronti
del sé in relazione ai suoi bisogni. Gli oggetti-sé devono
essere visti come funzioni, più che come persone; la
separazione dall’oggetto non può mai avvenire e lo sviluppo
si configura pertanto come allontanamento da oggetti-sé
arcaici per rivolgersi ad oggetti-sé maturi
Il sé sano si sviluppa all’interno di un ambiente che
consenta di fare tre esperienze di oggetto-sé:
 oggetti che confermino l’innato senso del bambino di
grandezza e perfezione (bisogni di specularità)
 oggetti da poter ammirare e idealizzare (bisogno di
idealizzazione)
 oggetti che suscitino nel bambino una sensazione di
essenziale uguaglianza con lui (bisogno di gemellarità)
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Teoria a doppio asse
Lo sviluppo avviene contemporaneamente sia
sull’asse narcisistico che sull’asse dell’amore
oggettuale
I asse: Amore oggettuale
Narcisismo
primario
Amore
oggettuale
Narcisismo
secondario
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II Asse: Narcisismo Sano
Perfezione
attribuita al sé
grandioso
(transfert
speculare)
Nuclei del sé
frammentati
Ambizioni
sane
Narcisismo
primario (i
nuclei
acquistano
coesione)
Le tensioni
riguardano
talento e
capacità
Perfezione
attribuita
all’immagine
genitoriale
idealizzata
(transfert
idealizzato)
Ideali
e
valori
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I lattanti, crescendo, cercano di riconquistare la perduta
perfezione del primitivo legame madre – bambino
ricorrendo a due strategie
Sé grandioso
Immagine genitoriale
idealizzata
Sé bipolare:
capace di esprimere i propri ideali, le proprie ambizioni e i propri
talenti
Successivamente Kohut aggiunge il terzo polo della
gemellarità, arrivando ad una concettualizzazione del Sé
tripolare
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Questi precoci stati della mente contengono il nucleo del
narcisismo sano e dovrebbero essere assecondati in modo
tale da potersi trasformare lentamente da soli
semplicemente attraverso il contatto con la realtà
Se nell’ambiente (sostegno) si presentano delle
frustrazioni ottimali che il bambino riesce a tollerare, a
poco a poco sarà in grado di ridimensionare le immagini
esagerate del sé e degli altri fino a raggiungere
proporzioni più realistiche.
Il soggetto, attraverso il processo di interiorizzazione
trasmutante, sostituisce gli oggetti-sé esterni attraverso
l’interiorizzazione dei loro aspetti funzionali ed inizia a
costruire la struttura interna di un sé solido e maturo
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Il trauma si verifica quando (1) il bambino è trattenuto in
una fase evolutiva o maturativa sebbene sia pronto a
procedere in avanti o quando (2), viceversa, un gradino
maturativo viene imposto troppo precocemente e
improvvisamente
Esempi:
1. La madre persiste nel vedere il bambino come parte del
proprio Sé corporeo in un momento in cui egli aspira a
mettere alla prova la propria capacità d’iniziativa. Il bo
aspira a vedere la madre come un essere che gode di una
propria libertà e che non è immediatamente influenzato
dai suoi stati d’animo.
2. La madre pretende dal bambino che egli di colpo rinunci
a lei dopo essere stato totalmente coinvolto nel rapporto.
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Centrale è dunque la capacità empatica della
madre, che le consente di cogliere il momento
esatto in cui la separazione dall’oggetto è
possibile
La mancata risposta empatica dei genitori causa
un arresto dello sviluppo, che impedisce la
trasformazione del Sé grandioso in sane
ambizioni, e l’interiorizzazione dell’immagine
genitoriale idealizzata come ideali e valori
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I transfert di oggetto-sé
Il nuovo punto di vista adottato porta a rivedere
le tecniche attraverso le quali ci si era avvicinati
ai soggetti narcisistici; per comprendere sul
serio la loro esperienza ci si deve mettere dal
loro punto di vista
Immersione empatica o introspezione vicariante
“Definiamo i fenomeni mentali, psichici o psicologici se
la nostra modalità di osservazione comprende
l’introspezione e l’empatia come elementi essenziali”
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Non è vero che i soggetti narcisisti non sono in
grado di stabilire il transfert, ma sviluppano delle
particolari forme transferali (analoghe ai tre tipi
di esperienze con gli oggetti-sé dell’infanzia), in
cui l’analista non viene vissuto come un essere
separato ma come una necessaria estensione del
sé debole e immaturo del paziente
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Nei pazienti questo si traduce in tre tipi di transfert:
Transfert speculare: il paziente si rivolge all’analista per
ottenere una risposta di conferma; tale risposta empatica è
mancata nel rapporto con la madre e questo ha comportato
un frammentazione del senso di sé grandioso
Transfert idealizzante: il paziente vive il terapeuta come
se questi fosse un potentissimo genitore la cui presenza
consola e risana; la madre non si è identificata
empaticamente con il bisogno del bambino di idealizzarla o
non si è offerta come modello degno di essere idealizzato
Transfert gemellare: il paziente ha bisogno di essere
esattamente come il terapeuta; è mancata la risposta
empatica dei genitori ai desideri fusionali del bambino (che
gradualmente si trasformano in un comportamento
imitativo)
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Compito del terapeuta è entrare in empatia con i
bisogni del paziente per comprenderli e soddisfarli
parzialmente; come il genitore imperfetto deluderà il
paziente permettendo ai transfert narcisistici di
trasformarsi; obiettivo della terapia diviene pertanto
la coesione del sé e non necessariamente la capacità di
amore oggettuale
Il sé con Kohut diventa il “nucleo della personalità”, il
centro dell’iniziativa umana che mira “alla
realizzazione del suo proprio specifico programma di
azione”
(Kohut e Wolf, 1978)
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Differenze rispetto alla Psicologia dell’Io
 Pulsioni: secondarie rispetto all’importanza delle
relazioni reali con l’oggetto-sé e all’esperienza
soggettiva cosciente degli oggetti-sé. L’aggressività
viene vista come derivante dal fallimento degli oggettisé
 Difese: sono valide e adattive in quanto salvaguardano
l’integrità del sé; la “difensività” dei pazienti è un
tentativo di adattamento psicologicamente valido (Kohut,
1984)
 Complesso di Edipo: la conflittualità edipica è una
conseguenza di un crollo dovuto a esperienze fallimentari
precedenti nella relazione con l’oggetto-sé; se la madre è
stata in grado di soddisfare adeguatamente il bisogno di
oggetti-sé del bambino, questi può superare il complesso
edipico senza diventare sintomatico (similarità con la
teoria del deficit)
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 Angoscia: di disintegrazione del sé
Criteri Diagnostici DSM-IV per Disturbo
Narcisistico di Personalità
Una modalità pervasiva di grandiosità (nella fantasia o nel
comportamento), di bisogno di ammirazione, di mancanza
di empatia che compare entro la prima età adulta ed è
presente in una varietà di contesti, come indicato da
almeno cinque dei seguenti criteri:
1) ha un senso grandioso di importanza (ad esempio
esagera risultati o talenti, si aspetta di essere notato
come superiore senza aver raggiunto risultati adeguati);
2) è costantemente assorbito da fantasie di successo
illimitato, potere, fascino, bellezza o amore ideale;
3) ritiene di essere “speciale” e unico e che soltanto
altri individui (o istituzioni) speciali o di alto rango siano
in grado di capirlo e di frequentarlo;
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4) richiede eccessiva ammirazione;
5) ha la sensazione che tutto gli sia dovuto, ad
esempio, l’irragionevole aspettativa di trattamenti
di favore o di una soddisfazione immediata alle sue
aspettative;
6) sfruttamento interpersonale; ad esempio, si
serve degli altri per raggiungere i propri scopi;
7) mancanza di empatia: è incapace di riconoscere
e sentire i sentimenti e i bisogni degli altri;
8) è spesso invidioso degli altri o ritiene che gli
altri provino invidia nei suoi confronti;
9) ostenta dei comportamenti e degli
atteggiamenti arroganti e presuntuosi.
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