L’articolo 23 della
costituzione e la riserva di
legge
Le Prestazioni Imposte (art.
23 Cost.)


a)
b)
Prestazioni Personali
Prestazioni Patrimoniali:
Decurtazione patrimoniale;
Requisito della Coattività
Decurtazione Patrimoniale


La norma realizza una diminuzione del
patrimonio del privato (funzione ed
effetto tipico del depauperamento)
Non deve esserci uno scambio, di tipo
corrispettivo, con una prestazione o un
servizio dell’ente pubblico
Coattività


Quando la disciplina del rapporto Entesoggetto è autoritativa;
Non è cioè lasciata alla libera
determinazione delle parti
Esempi

-
Le espropriazioni:
si diminuzione patrimoniale;
No effetto voluto dalla legge;
Quindi No art. 23 Cost.

-
-
Le tasse (es. universitarie):
si diminuzione patrimoniale;
non vi è alcuna controprestazione in
senso giuridico;
Quindi l’effetto e lo scopo della
disciplina è, principalmente, quello di
realizzare una decurtazione
patrimoniale
Prestazioni imposte
Espressione di Sovranità (no rapporto paritario
tra i soggetti)
- Si realizza una diminuzione patrimoniale
- Diminuzione che si giustifica per lo scopo di
ripartire le spese pubbliche tra i
consociati
- Prestazioni Patrimoniali imposte = Tributi
TRIBUTI



Quali prestazioni imposte;
Soggetti al limite della Riserva di Legge
ed al controllo derivante;
Diverse tipologie di Tributi (imposte;
tasse; contributi; monopoli fiscali;
canoni)
L’evoluzione storica del
potere impositivo
-In Inghilterra la necessità del consenso
all’imposizione e il controllo sul gettito
d’imposta si fa risalire alla Magna Charta di
Enrico III del 1215 con la formula “no
taxation without representation”
- nell’esperienza costituzionale costituzionale
nordamericana il principio del consenso è
già presente nella Costituzione del Carolina
del Nord del 1776
L’evoluzione storica
del potere impositivo
(…segue)
In Francia nel XVIII il principio al consenso
delle imposte viene codificato con la
dichiarazione dei diritti dell’uomo durante la
rivoluzione francese.
=> Garanzia contro la supremazia del Sovrano,
ma anche controllo nei confronti della spesa
pubblica, dal quale deriva il principio del
controllo parlamentare sulla copertura delle
spese pubbliche.

L’evoluzione storica del
potere impositivo
(…segue)

All’esperienza francese si ispira l’articolo 30
dello Statuto Albertino secondo cui “nessun
tributo può essere imposto se non se non è
stato consentito dalle Camere e sanzionato
dal re” .

Elaborazione dottrinale italiana sotto
l’influenza della dottrina tedesca.
La Legge esprime la volontà dello Stato e nello stesso
tempo esprime la portata garantistica del principio al
consenso al tributo; il tributo poi si realizza attraverso
un’obbligazione legale che nasce dal verificarsi di un
fatto previsto dalla legge. (sintesi tra concezione
pubblicistica e privatistica)
Art.23 Cost.
“Nessuna
prestazione
personale
o
patrimoniale può essere imposta se non in
base alla legge”
La riserva di legge
1.
2.
3.
4.
Rinvio alla legge
Riserva di legge
Integrazione della disciplina legislativa
La ‘’ratio’’ dell’art.23 e i suoi rapporti con
gli altri principi costituzionali
La riserva di legge
Significato di rinvio alla legge:
Ar. 23 C. “nessuna prestazione personale o
patrimoniale può essere imposta se non in base alla
legge”
la formula dell’art. 23 si riferisce agli atti definibili leggi
secondo il criterio formale, cioè emanati dagli organi
e con il procedimento previsti dalla Costituzione (art.
70-74).
La riserva di legge
Si tratta di leggi in senso stretto, anche di
rango costituzionale, nonché (Atti aventi forza di
legge) dei decreti legge e di quelli
legislativi.(Riserva relativa)
La previsione si estende, secondo la stessa
Corte costituzionale (sent. 64/1965) alle leggi
delle regioni sia a statuto speciale che a
statuto ordinario nonchè a quelle delle
province autonome di Trento e di Bolzano.
Sulla natura della riserva
si discute se la riserva di legge prevista dall’art.23 si
relativa o assoluta.
Le riserve di legge relative sono quelle che
consentono al legislatore di attribuire una parte della
disciplina ad atti normativi diversi dalla legge.
Le riserve di legge assolute determinano che tutta la
materia deve essere disciplinata esclusivamente per
legge.
Sulla natura della riserva

individuazione delle parti della disciplina che
devono essere comunque riservate alla legge

la base legislativa sia realizzata quando la legge disciplina almeno gli
elementi essenziali che identificano la prestazione

il fatto al verificarsi del quale la prestazione è dovuta
(presupposto), il soggetto cui tale fatto è ricollegabile
e che deve la prestazione (soggetto passivo), i criteri
di determinazione quantitativa della prestazione
stessa (base imponibile e aliquota).
Sulla natura della riserva
In dottrina e in giurisprudenza si ritiene che la:
 Fase dell’accertamento
 Fase della liquidazione
 Fase della riscossione
Possono essere demandate ad atti non aventi forza di
legge (previa fissazione di principi e criteri che
impediscano l’arbitrio dell’Amministrazione).
Gli atti che possono integrare
la disciplina legislativa
Si discute sugli atti cui può essere
l’integrazione della disciplina legislativa:
-regolamenti e atti amministrativi plurimi?
Il limite è trovato in principi costituzionali quali
UGUAGLIANZA (art. 3 Cost.)
CAPACITA’ CONTRIBUTIVA (ART. 53 Cost.)
=> No provvedimenti amministrativi generali
rimessa
La ‘’ratio’’ dell’art.23 e i suoi rapporti
con gli altri principi costituzionali
L’origine storica dell’art.23 : funzione sostanzialmente
garantistica.
La Corte Costituzionale ha, su tale base, fin dalle prime
sentenze riconosciuto la funzione garantistica dell’art.
23 come limite della sfera di libertà personale e
patrimoniale del privato di fronte all’imposizione
autoritativa.
Altra dottrina si rifà al principio di autoimposizione e
tutela dell’interesse alla effettuazione delle spese
pubbliche e all’incremento dell’imposizione.
La ‘’ratio’’ dell’art.23 e i suoi rapporti
con gli altri principi costituzionali
La ‘’ratio’’ dell’art.23 e i suoi rapporti con gli altri principi
costituzionali
L’origine storica dell’art.23 : funzione sostanzialmente
garantistica.
La Corte Costituzionale ha, su tale base, fin dalle prime
sentenze riconosciuto la funzione garantistica dell’art.
23 come limite della sfera di libertà personale e
patrimoniale del privato di fronte all’imposizione
autoritativa.
(…segue) La ‘’ratio’’ dell’art.23 e i suoi
rapporti con gli altri principi
costituzionali

Esaminando le diverse teorie si denota un
progressivo spostamento della ratio della
riserva dall’interesse del privato alla propria
libertà personale e patrimoniale all’interesse
generale o a molteplici interessi generali. Si
sostiene così che il fondamento ultimo della
riserva consiste nell’affermazione del
principio democratico.
Le leggi e gli atti aventi forza
di legge
LA COSTITUZIONE
 LE LEGGI COSTITUZIONALI
Le norme tributarie
contenute in queste leggi si impongono a quelle di
rango inferiore e ne determinano l’illegittimità
costituzionale in caso di contrasto.

Più numerose e importanti :
 NORME POSTE CON LEGGE ORDINARIA E CON
ATTI AVENTI FORZA DI LEGGE
a seguito della riserva in favore di tali atti posta dall’art.
23 Cost.
Le leggi e gli atti aventi forza
di legge

In una posizione intermedia rispetto alle
fonti di rango più elevato e alle leggi e
agli atti aventi forza di legge si trovano
le leggi pseudo rafforzate come nel
caso dello Statuto dei diritti del
contribuente
Le leggi e gli atti aventi forza
di legge
La riserva si risolve nel rispetto della
disciplina
procedimentale
dell’attività
legislativa.
Nel diritto tributario un limite alle leggiprovvedimento è posto dagli art. 3 e 53
della
Costituzione
che
vietano
discriminazioni
irragionevoli
e
ingiustificate.
Le leggi e gli atti aventi forza
di legge


L’esercizio della funzione legislativa non può essere
delegato al Governo se non con determinazione di
principi e criteri direttivi e solo per tempo limitato e
per oggetti definiti.’’
Decreto legislativo si giustifica con l’opportunità di
sottrarre alle assemblee parlamentari e di riservare
agli organi tecnici dell’esecutivo materie
estremamente complesse ed a elevato contenuto
tecnico. E’ questa la ragione per cui, storicamente, le
principali riforme in materia tributaria e gli interventi
legislativi più importanti sono stati realizzati con il
meccanismo della delega.



I rapporti tra legge delega e decreto
legislativo prescindono dall’articolo 76
della Costituzione.
Può modificare o abrogare altre norme
di legge, ma è in una posizione
subordinata rispetto alla legge di
delega.
Abuso di delega.
Le leggi e gli atti aventi forza
di legge
i decreti legge consentiti in casi straordinari di
necessità ed urgenza ex art.77 Cost.
 Abuso della decretazione d’urgenza, mancata
conversione nel termine di 60 giorni =>
prassi della reiterazione. (terminata con
l’intervento della sentenza n° 360 del 1996
della Corte Costituzionale)
Gli atti aventi forza di legge: i
regolamenti.

Il regolamento è una fonte di legge in
senso materiale, secondaria che trova
fondamento nell’articolo 3 delle preleggi
ed è disciplinato con legge
costituzionale o ordinaria e sono
classificabili in regolamenti di attuazione
o esecutivi, di organizzazione e
autonomi.
Tipologie di regolamenti



- regolamenti di attuazione ed esecutivi
hanno un mero valore interpretativo;
Regolamenti di organizzazione sono
attuativi di norme di legge;
Regolamenti autonomi o indipendenti
non necessitano di una specifica
previsione legislativa. Sono in contrasto
con l’articolo 23 Cost.
(…segue) Tipologie di
regolamenti


Regolamenti delegati sono emanati su
espressa delega da parte della legge
che ne determina i principi direttivi.
Il regolamento può intervenire solo con
riguardo alla disciplina relativa alla
determinazione quantitativa della
prestazione ed alla sua attuazione, nei
limiti della disciplina fissata dalla legge.
(…segue) Tipologie di
regolamenti
Regolamenti governativi trovano fondamento
nell’articolo Costituzione della Costituzione che affida
al Presidente della epubblica la loro emanazione;
 Regolamenti ministeriali non hanno fondamento
nella Costituzione ma sono disciplinati dall’articolo 17
Legge 400/1988 e la loro forma è costituita dal
decreto ministeriale.
-in materia tributaria di solito hanno la forma dei decreti
ministeriali ed integrano sul piano tecnino la
normativa. (Es. decreti che fissano i coefficienti di
rivalutazione delle rendite catastali)

Le circolari
La dottrina le qualifica come atti
amministrativi interni (comunicazione
dell’Amministrazione).
- Le note e le risoluzioni ministeriali;

Contenuto delle circolari





possono avere natura interpretativa;
Possono prevedere regole di comportamento agli
uffici e possono avere contenuto normativo.
In tale caso si pone il problema della loro
qualificazione.
Se il fondamento del potere in base al quale viene
emanato l’atto è normativo si tratterà di atti
regolamentari.
Se il potere è di supremazia gerarchica è una
circolare in senso proprio.
Gli effetti dell’inosservanza
della circolare


I privati non possono chiedere l’applicazione, o di
dichiarare l’illegittimità dell’atto emesso in sua
violazione, né l’Amministrazione può pretendere che
essa vincoli il giudice o il privato. Gli effetti operano
nei confronti dei pubblici funzionari ai quali vengono
irrogate delle sanzioni disciplinari.
l’inosservanza della circolare è fata valere come
indizio di illegittimità dinanzi al giudice tributario.
L’uso e la consuetudine




Non è compatibile con la riserva di
legge la consuetudine contra legem o
praeter legem.
Consuetudine secundum legem;
Gli usi costituzionali e parlamentari;
Le consuetudini internazionali
LE FONTI DEL DIRITTO
COMUNITARIO
LE FONTI DEL DIRITTO
COMUNITARIO SONO DI TRE TIPI:
1)
le fonti primarie;
2) le fonti derivate;
3) le fonti di diritto complementare.
LE FONTI PRIMARIE

Le fonti primarie, o diritto primario,
comprendono essenzialmente i Trattati
istitutivi delle Comunità europee e
dell'Unione europea.
LE FONTI DI DIRITTO
PRIMARIO


Le fonti primarie, o diritto primario, comprendono
essenzialmente i trattati istitutivi delle Comunità europee e
dell'Unione europea. Tali trattati contengono le norme
formali e sostanziali che costituiscono il quadro in cui le
istituzioni attuano le varie politiche delle Comunità
europee e dell'Unione europea.
Fissano le norme formali che sanciscono la ripartizione
delle competenze tra l'Unione europea e gli Stati membri e
che fondano il potere delle istituzioni. Inoltre contengono
norme sostanziali che definiscono l'ambito delle politiche e
strutturano l'azione delle istituzioni all'interno di ogni
politica.
LE FONTI DI DIRITTO DERIVATO
(gli atti unilaterali)

Gli atti unilaterali possono essere classificati in due
categorie:
-1- gli atti menzionati all'articolo 249 del trattato che
istituisce la Comunità europea, ossia il regolamento,
la direttiva, la decisione, i pareri e le
raccomandazioni;
- 2- gli atti non menzionati all'articolo 249 del trattato
che istituisce la Comunità europea, ossia i cosiddetti
atti atipici, come le comunicazioni, le
raccomandazioni, i libri bianchi e i libri verdi.
IL REGOLAMENTO
COMUNITARIO

Il regolamenti comunitari sono atti
emanati dal Consiglio su proposta della
Commissione (articolo 249 del Trattato
CE).
Caratteristiche:
- portata generale
-obbligatorietà in tutti i suoi elementi
-applicabilità diretta in ciascuno degli
Stati membri.
Il regolamento è obbligatorio
in tutti i suoi elementi
Il regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e
non può pertanto essere applicato in modo
incompleto, selettivo o parziale. Si tratta di un atto
giuridico vincolante per:

le istituzioni;

gli Stati membri;

i singoli individui.
Il regolamento è direttamente applicabile in tutti gli
Stati membri.

LE DIRETTIVE
Nell'ambito del diritto comunitario viene detto
Direttiva dell'Unione Europea uno degli atti che
il Parlamento europeo congiuntamente con il
Consiglio e la Commissione può adottare per
l'assolvimento dei compiti previsti dal Trattato
che istituisce la Comunità Europea.

(…segue)


LE DIRETTIVE
La direttiva è obbligatoria in tutti i suoi elementi, proprio
come i regolamenti, ma lascia spazio all'iniziativa
legislativa di ogni stato cui è diretta:
pertanto è obbligatorio il principio e il fine fissato in
ambito comunitario, ma poi lo stato ha la facoltàdi
disciplinare la materia coi mezzi che ritiene più idonei
(obbligo di risultato). La libertà dello stato non è assoluta
in quanto deve garantire l'effetto voluto dalla Comunità,
se ad esempio deve modificare una materia disciplinata da
fonti primarie (leggi e atti aventi "forza di legge") non può
farlo attraverso fonti regolamentari
Assenza di una gerarchia
delle fonti.



I Trattati non prevedono una gerarchia tra le fonti di diritto
comunitario derivato.
L’eventuale conflitto deve essere risolto secondo i criteri di
specialità e successione delle norme nel tempo, senza
aver riguardo all’autorità emanante e alla procedura adottata.
Dichiarazione allegata al Trattato di Maastricht aveva
evidenziato l’esigenza di riconsiderare la classificazione degli atti
comunitari per stabilire un’appropriata gerarchia tra le diverse
categorie di norme, ma non ha trovato applicazione.
Rapporto gerarchico tra trattati e
fonti di diritto comunitario derivato





I Trattati prevalgono sulle norme comunitarie di diritto derivato.
I Trattati CE e UE non possono essere modificati da norme di
diritto comunitario derivato, ma solo secondo le procedure di
revisione previste.
Procedura ordinaria di revisione prevista dall’art. 48 del
Trattato UE:
iniziativa degli Stati membri o della Commissione;
progetto di revisione sottoposto al Consiglio che, previa
consultazione del Parlamento europeo ed eventualmente della
Commissione (e della Banca centrale europea ove si tratti di
modifiche istituzionali nel settore monetario), si pronuncia a
maggioranza semplice;
IL FONDAMENTO COSTITUZIONALE
DELL’ASSUNZIONE DEGLI OBBLIGHI
COMUNITARI
• Le «limitazioni di sovranità» consentite dall’art. 11 Cost.,
come interpretato dalla Corte costituzionale

• Il riferimento ai «vincoli derivanti dall’ordinamento
comunitario» nell’art. 117 Cost., come riformato nel 2001

• Il limite dei «principi fondamentali del nostro ordinamento
costituzionale» e dei «diritti inalienabili della persona umana»,
come stabilito dalla Corte costituzionale

(…segue)

LE DIRETTIVE
« La direttiva vincola lo Stato membro cui è
rivolta per quanto riguarda il risultato da
raggiungere, salva restando la competenza
degli organi nazionali in merito alla forma e ai
mezzi » (art. 249 TCE, 3° comma)
Compatibilità dei regolamenti
tributari con l’articolo 23 della
Costituzione
- la dottrina e la giurisprudenza
pervengono ad affermare la legittimità
dei regolamenti comunitari istitutivi o
modificativi di tributi.
Critica: sia i regolamenti che le direttive
promanano da organi dell’esecutivo
dell’Unione e non dal Parlamento
Europeo
