INSUFFICIENZA CEREBRO-VASCOLARE : DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA EZIOPATOGENESI E DIAGNOSI Per insufficienza cerebro-vascolare si intende un insufficiente apporto di ossigeno, come conseguenza di una riduzione critica del flusso sanguigno, a valle dell’occlusione parziale o totale di un’arteria cerebrale. ICTUS CEREBRALE STROKE: Improvvisa comparsa di segni e/o sintomi riferibili a deficit focale e/o globale (coma) delle funzioni cerebrali, di durata superiore a 24 ore o ad esito infausto, non attribuibile ad altra causa apparente se non a vasculopatia cerebrale. TIA: Improvvisa comparsa di segni e/o sintomi riferibili a deficit focale cerebrale o visivo attribuibile ad insufficiente apporto di sangue, della durata inferiore a 24 ore, più spesso di durata di qualche minuto. EZIOPATOGENESI • Trombosi • Embolia • Compressioni estrinseche dei vasi extracranici • Squilibri emodinamici TROMBOSI • Arteriosclerosi: nei soggetti anziani i processi aterosclerotici sono la causa più frequente di sofferenza cerebrale; dopo i 45 anni la loro incidenza raddoppia ogni 10 anni; nei giovani tale causa è associata a fattori di rischio quali ipertensione arteriosa, diabete, dislipidemia, tabagismo, predisposizione ereditaria. TROMBOSI Arteriopatie non aterosclerotiche: • Displasia fibro-muscolare (dissezione arteriosa, tromboembolie, microaneurismi arteriosi intracerebrali.) • Dissezione della arterie cerebrali (traumatica, spontanea) • Vasculiti sistemiche (M. di Burger, LES, m. di Wegener, SSP, poliarterite nodosa, A.R.) TROMBOSI Alterazioni del sistema emo-coagulativo: • • • • • • • Leucemie Mieloma multiplo Policitemie Trombocitosi Macroglobulinemie Contraccettivi orali Iperlipidemie SEDE DELLA TROMBOSI La sede più frequente è rappresentata dalle arterie di grosso calibro, in corrispondenza delle biforcazioni MECCANISMI ATTRAVERSO I QUALI LE LESIONI ATS DIVENTANO SINTOMATICHE • Progressiva riduzione del lume con conseguente compromissione del flusso distale • Distacco ed embolizzazione dei frammenti di un trombo localizzato sulla placca (EMBOLI ARTERO-ARTERIOSI che si arrestano nei rami distali dell’arteria colpita) • Formazione IN SITU di un coagulo con occlusione totale dell’arteria interessata QUALI SONO I FATTORI CHE POSSONO INFLUENZARE LA PRESENTAZIONE CLINICA DELL’ATEROTROMBOSI CEREBRALE? Decorso dell’arteria interessata (sindrome specifica) • Grado e velocità dell’occlusione o della stenosi* • Circoli collaterali* • Oscillazioni della pressione sistemica* • * Aspetti correlati alla gravità dell’iniziale deficit clinico EMBOLIA L’embolia può avere origine dal cuore, dalle arterie, dalle vene. • Cardiaca: • • • • • • F.A ed altre aritmie. IMA con trombo murale. Endocarditi batteriche acute e subacute Stenosi mitrale Protesi valvolari e chirurgia cardiaca Cardiopatie congenite EMBOLIA • Arterie: • • Sono interessati i grossi vasi del collo; si ha distacco di parte del materiale che forma la placca ateromasica Vene: • Raramente in corso di tromboflebiti, frattura delle ossa lunghe, interventi al piccolo bacino, shunt arterovenosi. COMPRESSIONE DEI VASI EXTRACRANICI Rotazione o estensione del collo in pazienti con anomalie congenite o acquisite delle arterie vertebrali o portatori di osteofiti nel tratto cervicale della colonna (uncoartrosi) SQUILIBRI EMODINAMICI • Il meccanismo emodinamico è ritenuto evento causale a valle di una stenosi aterosclerotica serrata in presenza di una riduzione critica della perfusione cerebrale. • Le cause possono essere ipotensioni sistemiche non cardiogene, deficit di pompa e aumento dell’ematocrito. TIPI DI ICTUS • Ictus ischemico (80 %): • Infarto bianco • Infarto rosso • Ictus emorragico (20 %): • Emorragia intraparenchimale: • A sede tipica • A sede atipica • Emorragia subaracnoidea STROKE DI ORIGINE EMBOLICA ASPETTI CLINICI • Improvviso deficit neurologico focale già di massima gravità all’esordio • Il paziente è tipicamente sveglio e attivo • Sintomi associati frequenti • Cefalea oltre il 10% • Crisi epilettiche 5-7% ICTUS NEL TERRITORIO CAROTIDEO ASPETTI CLINICI STROKE IN TERRITORIO CAROTIDEO MANIFESTAZIONI CLINICHE • TIA • Oculare • Emisferico • ICTUS • Oculare • emisferico TIA NEL TERRITORIO CAROTIDEO • TIA oculare • Cecità monoculare transitoria (amaurosi fugax) Patogenesi: Embolo nella circolazione retinica a partenza da una placca della carotide extracranica 2. Stenosi severa o occlusione carotidea con conseguente compromissione emodinamica 1. TIA NEL TERRITORIO CAROTIDEO • TIA emisferico • Emiparesi • Emisindrome sensitiva • Afasia isolata STROKE IN TERRITORIO CAROTIDEO Può essere: • • Asintomatico Di varia gravità (da lieve a devastante) • • • • • La gravità dell’ictus dipende da: Meccanismo dell’ischemia Circoli collaterali Dimensioni dell’infarto Localizzazione dell’infarto STROKE IN TERRITORIO CAROTIDEO SEDE DELL’INFARTO • Generalmente il territorio dell’ACM • Più raramente il territorio dell’ACA ICTUS ACUTO DIAGNOSTICA NEURORADIOLOGICA • Stroke nel territorio ACM STROKE NEL TERRITORIO DELLA CEREBRALE MEDIA PATOGENESI La causa più comune di ostruzione della ACM è l’embolia di origine cardiaca o arteriosa a partenza del tratto extracranico della arteria carotide STROKE NEL TERRITORIO DELLA CEREBRALE MEDIA MANIFESTAZIONI CLINICHE STROKE NEL TERRITORIO DELLA ARTERIA CEREBRALE MEDIA ASPETTI CLINICI • Emiplegia • Emianestesia • Emianopsia • Deviazione di capo ed occhi-paralisi di sguardo SIN • Afasia • S. Di Gerstmann: • Acalculia-agrafia-agnosia • digitale-confusione dx/sin DX • Anosognosia • Agnosia spaziale/neglect • Emiasomatognosia • Aprassia (costr. e abbigl.) STROKE NEL TERRITORIO DELLA ARTERIA CEREBRALE ANTERIORE STROKE NEL TERRITORIO DELLA ARTERIA CEREBRALE ANTERIORE • Embolia di origine cardiaca • Embolia di origine carotidea • Infrequente 5% di tutti gli infarti nel territorio carotideo STROKE NEL TERRITORIO DELLA ARTERIA CEREBRALE ANTERIORE ASPETTI CLINICI • • • • • Paresi del piede e della gamba controlaterali Abulia (corteccia frontale anteriore e mediale) Ecolalia Aprassia degli arti di sn (corpo calloso) Incontinenza urinaria (lobulo paracentrale) STROKE NEL TERRITORIO VERTEBRO BASILARE STROKE NEL TERRITORIO VERTEBROBASILARE ARTERIE CEREBELLARI Patogenesi: • ATS della vertebrale o della basilare • Embolia STROKE NEL TERRITORIO VERTEBROBASILARE ARTERIA VERTEBRALE INTRACRANICA (SINDROME LATERALE MIDOLLARE) Segni clinici omolaterali: • dolore facciale • Ipoestesia • Riflesso corneale ridotto • Sindrome di Horner • Disfagia • Segni cerebellari Segni clinici controlaterali: • Ipoestesia del tronco e degli arti Segni clinici generali: • Vertigine, nausea, vomito • Nistagmo, atassia STROKE NEL TERRITORIO VERTEBROBASILARE ARTERIA BASILARE Patogenesi: dipende dal segmento colpito: • • ATS: tratto prossimale ed intermedio Embolia: tratto distale STROKE NEL TERRITORIO VERTEBROBASILARE ARTERIA BASILARE Esordio: • • Subacuto: ATS Acuto: embolia STROKE NEL TERRITORIO VERTEBROBASILARE ARTERIA BASILARE Bersaglio principale: PONTE L’infarto è spesso bilaterale Clinica: • Paralisi o paresi bilaterale • Paralisi dei nervi cranici • Coma • Elevata mortalità STROKE NEL TERRITORIO VERTEBROBASILARE ARTERIA BASILARE La diagnosi precoce è possibile? Episodi di TIA precedono l’occlusione completa della basilare nel 50% dei casi Clinica: Vertigine, diplopia, parestesie periorali, disfagia, perdita di coscienza STROKE NEL TERRITORIO VERTEBROBASILARE PICA (ART. CEREBRALE POSTERO-INFER.) Clinica: • • • • • • Vertigine Atassia Vomito Lateropulsione Cefalea Coma tardivo STROKE NEL TERRITORIO VERTEBROBASILARE AICA (ART CEREB ANTERO-INF) La sintomatologia è simile a quella della sindrome midollare laterale ma con l’interessamento del nervo facciale superiore ed inferiore e dell’ottavo nervo cranico (compromissione dell’udito omolaterale alla lesione) STROKE NEL TERRITORIO VERTEBROBASILARE SCA (ART CEREBELLARE SUPERIORE) Patogenesi: • Embolia che ostruisce l’arteria basilare alla biforcazione Clinica: • Andatura atassica • Disartria • Vertigine • Cefalea STROKE NEL TERRITORIO VERTEBROBASILARE ARTERIA CEREBRALE POSTERIORE STROKE NEL TERRITORIO VERTEBROBASILARE ARTERIA CEREBRALE POSTERIORE Patogenesi: • Embolia • ATS meno frequente Clinica: TIA: • Emianopsia • Emiparestesie Infarto: • Alessia senza agrafia • Agnosia visiva • Prosopoagnosia • Sindrome di Balint LA TERAPIA DELLA PREVENZIONE DELL’ICTUS: CONTROLLO DEI FATTORI DI RISCHIO ICTUS CEREBRALE Prevenzione primaria: Controllo fattori di rischio Terapia della fase acuta: Management generale (terapie atte a ridurre il danno cerebrale e migliorare la prognosi) Trombolisi Farmaci antitrombotici Neuroprotezione Prevenzione secondaria: precoce Prevenzione di nuovi eventi in pz. ospedalizzati per TIA o ictus Prevenzione complicanze: T.V.P. - embolia polmonare FATTORI DI RISCHIO • Gli studi epidemiologici hanno individuato molteplici fattori che aumentano il rischio di ictus • Alcuni di questi fattori non possono essere modificati = Fattori di Rischio Non Modificabili • Altri fattori possono essere modificati con misure non farmacologiche o farmacologiche = Fattori di Rischio Modificabili • Il loro riconoscimento costituisce la base della PREVENZIONE sia primaria sia secondaria dell’ictus, portando ad una riduzione dell’incidenza e della mortalità per ictus FATTORI DI RISCHIO Fattori di rischio non modificabili Fattori di rischio modificabili • Ben documentati • Non completamente documentati FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI Non modificabili • • Età (>55aa incidenza raddoppia ad ogni decade) Sesso (maschi > femmine) Genetica/etnia • Localizzazione geografica (N>S) • FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI L’età è il maggiore fattore di rischio per l’ictus. • L’incidenza di ictus aumenta con l’età e, a partire dai 55 anni, raddoppia per ogni decade. • La maggior parte degli ictus si verifica dopo i 65 anni. FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI Sesso d’appartenenza: • maschi 174/100.000 • femmine 122/100.000 FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI Ereditarietà: è possibile che venga ereditata una predisposizione ad essere colpiti da ictus. • Il ruolo dei fattori genetici nella determinazione del rischio di ictus non è tuttora definito. • Vi sono rare condizioni genetiche correlate all’ictus come: - CADASIL (Mutazione gene Notch) - MELAS (Mutazione DNA mitocondriale) - FHM (Mutazione canale del calcio) - Angiopatia amiloide (Mutazioni APP) - Polimorfismi genetici ? FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI Etnia: • bianca • ispanica 196/100.000 • nera 233/100.000 93/100.000 FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI • Ben documentati: • • • • • • • • ipertensione diabete fibrillazione atriale iperomocisteinemia precedente ictus o TIA fumo ipertrofia ventricolare sx stenosi carotidea • Non completamente documentati: • • • • • • • • • Ipercolesterolemia alcool / droghe sedentarietà/obesità placche arco aortico forame ovale pervio uso di contraccettivi orali Infezioni emicrania fattori protrombotici ELENCO DEI FATTORI DI RISCHIO E STIMA DELLE CORRELAZIONI • • • • • • • • • • Età: incidenza di ictus aumenta con l’età Sesso: è un fattore variabile con l’età. Nelle età più giovani il rischio è maggiore nei maschi rispetto alle femmine PA: relazione diretta sia per la PA diastolica che per quella sistolica e la differenziale Colesterolemia: relazione diretta Glicemia e diabete: relazione diretta Consumo di alcool: relazione diretta in studi di popolazione Fumo di sigaretta: relazione diretta FA: relazione diretta Emicrania: relazione diretta in soggetti giovani Anticoncezionali: relazione diretta in donne giovani FATTORI DI RISCHIO • I fattori di rischio interagiscono in modo fattoriale e non semplicemente additivo • Il rischio di morte per ictus aumenta all’aumentare del numero dei fattori, anche quando il rischio attribuibile a ciascuno di essi sia limitato FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI Sono indicate per tutti, ma specialmente per le persone a rischio: una opportuna informazione sull’ictus • una educazione a stili di vita adeguati • in quanto è dimostrato che possono produrre una diminuzione dell’incidenza e della mortalità dell’ictus stesso. IPERTENSIONE Esiste una relazione lineare tra pressione sanguigna e primo ictus Ipertensione: - è il maggior fattore di rischio e uno dei più comuni nella popolazione generale - terapia anti-ipertensiva la migliore prevenzione Obiettivo: PA < 130 / 85 PA < 140 / 90 in giovani, adulti e diabetici in pazienti anziani IPERCOLESTEROLEMIA Raccomandazione 7.9a Grado B • L’ipercolesterolemia è da considerare il più importante fattore di rischio modificabile per la malattia coronarica, mentre l’associazione con l’ictus resta non del tutto definita. • E’ indicato l’uso delle statine nel trattamento dell’ipercolesterolemia, nei pazienti con ictus e associata patologia coronarica. DIABETE MELLITO Raccomandazione 7.10a • Benché non vi siano prove dirette, il riconoscimento e la terapia del diabete mellito è indicato in quanto è plausibile che possa contribuire a ridurre il rischio di ictus. Raccomandazione 7.10b • Grado D Grado A Nei pazienti diabetici di età superiore ai 30 anni con un fattore di rischio aggiuntivo, è indicato l’uso dell’ASA in prevenzione primaria. LA TERAPIA DELLA PREVENZIONE DELL’ICTUS LA TERAPIA DELLA PREVENZIONE DELL’ICTUS La terapia della prevenzione dell’ictus, oltre alle raccomandazioni espresse dal gruppo SPREAD, che riguardano la prevenzione primaria, si basa su una serie di misure farmacologiche di prevenzione secondaria volte a ridurre il rischio di una recidiva di ictus. LA TERAPIA DELLA PREVENZIONE DELL’ICTUS Raccomandazione 12.2 Grado A • Nei TIA e nell’ictus ischemico non cardioembolico è indicato il trattamento antiaggregante con ASA 100325 mg/die. • Per il trattamento prolungato il gruppo SPREAD raccomanda la dose di 100 mg/die. Studi: Antiplatelets/Antithrombotic Trialists’ Collaboration, UK-TIA, SALT LA TERAPIA DELLA PREVENZIONE DELL’ICTUS Raccomandazione 12.4 Grado A • In pazienti con ictus ischemico o TIA, nei quali ASA sia non tollerata o inefficace, è indicato il trattamento con ticlopidina 500 mg/die, controllando l’emocromo due volte al mese nei primi 3 mesi • Oppure con clopidrogrel 75 mg/die. Studi: CATS, TASS, CAPRIE LA TERAPIA DELLA PREVENZIONE DELL’ICTUS Raccomandazione 12.6 • Grado C Nell’ictus o TIA cardioembolico associato a cardiopatie e valvulopatie emboligene è indicata la terapia anticoagulante orale mantenendo l’INR tra 2 e 3. LA TERAPIA DELLA PREVENZIONE DELL’ICTUS Raccomandazione 12.10 Grado A • Nell’ictus o TIA embolico associato a fibrillazione atriale non valvolare (FANV), la terapia anticoagulante orale è indicata mantenendo un INR di 2-3. Studi: SPAF III, EAFT, SIFA LA TERAPIA DELLA PREVENZIONE DELL’ICTUS Raccomandazione 12.11 Grado A • Nei pazienti con ictus o TIA embolico associato a fibrillazione atriale non valvolare che non possono essere sottoposti alla terapia anticoagulante orale è indicato il trattamento con ASA 325 mg/die. LA TERAPIA DELLA PREVENZIONE DELL’ICTUS Raccomandazione 12.7b Grado B Commento Il trattamento efficace dell’ipertensione è indicato per la prevenzione secondaria dell’ictus. • Il trattamento per circa 4 anni con l’ACE-inibitore perindopril con o senza indapamide ha ridotto di quasi 1/3 il rischio di recidiva di ictus in pazienti selezionati per pregressa patologia cerebrovascolare, non necessariamente ipertesi. Studi: PROGRESS, HOPE, LIFE LA TERAPIA DELLA PREVENZIONE DELL’ICTUS Raccomandazione 12.13 Grado A • Nei pazienti con TIA o ictus embolico che presentino cardiomiopatia dilatativa isolata o associata a fibrillazione atriale non valvolare o trombo ventricolare, è indicata la terapia anticoagulante orale mantenendo un INR 2-3. MALATTIA ATEROSCLEROTICA: TERAPIA MEDICA E CHIRURGICA MALATTIA ATEROSCLEROTICA: TERAPIA MEDICA La terapia medica dell’ aterosclerosi è volta a ridurre il rischio di formazione della placca aterosclerotica attraverso l’applicazione di norme igienico sanitarie e di terapie farmacologiche alla base della prevenzione primaria, ma anche di terapie farmacologiche di prevenzione secondaria, in pazienti stratificati per rischio vascolare. MALATTIA ATEROSCLEROTICA: TERAPIA CHIRURGICA Raccomandazione 13.1 • Grado A L’endarterectomia carotidea è indicata nella stenosi carotidea sintomatica (entro 6 mesi) >70% (valutata con il metodo NASCET). Raccomandazione 13.2 • Grado A Nella stenosi carotidea sintomatica <50% (valutata con il metodo NASCET) l’endarterectomia carotidea non è indicata. Raccomandazione 13.3 Grado B Nella stenosi carotidea sintomatica compresa fra il 50% ed il 70% (valutata con il metodo NASCET) l’endarterectomia carotidea è indicata solo nei pazienti con: ischemia recente sintomi cerebrali e non oculari placca ulcerata età non avanzata di sesso maschile non diabetici Raccomandazione 13.6 Grado A Nella decisione sul timing dell’endarterectomia, nei pazienti sintomatici devono essere considerate sia le caratteristiche dell’evento clinico che i reperti della TC cerebrale: in caso di TIA o minor stroke e TC normale è indicata la chirurgia quanto più precoce possibile; in caso di deficit neurologico stabilizzato con lesioni TC minime è indicata la chirurgia precoce; indipendentemente dalla gravità del deficit neurologico, se le lesioni TC sono estese non è indicata la chirurgia precoce. Raccomandazione 13.4 • Grado A L’intervento di endarterectomia in caso di stenosi carotidea asintomatica uguale o maggiore al 60% (valutata con il metodo NASCET) è indicato solo se il rischio operatorio di complicanze gravi è <3%. Sintesi 13-1 • Le evidenze sull’efficacia dell’endarterectomia nella stenosi carotidea asintomatica sono ancora solo parzialmente definite e importanti studi in corso forniranno a breve termine ulteriori indicazioni. Studi: NASCET, ECTS, ACAS Sintesi 13-4 • L’angioplastica (PTA) della stenosi carotidea viene considerata ancora non sicura. • Protected carotid-artery stenting versus endarterectomy in high-risk patients N Engl J Med. 2004 Oct 7;351(15):1493-501. Studi: CAVATAS Raccomandazione 13.10b Grado C La PTA con stenting potrebbe comunque essere indicata solo in casi selezionati, quali: • • • la restenosi o in stenosi non serrate e a superficie regolare e di tipo compatto alle immagini ecografiche stenosi non della biforcazione carotidea stenosi postattiniche. PERCORSI DIAGNOSTICO TERAPEUTICI ATTRAVERSO L’ESAME OBIETTIVO NEUROLOGICO QUANDO SOSPETTARE L’ICTUS ISCHEMICO? Quando il paziente presenta un esordio improvviso di segni neurologici focali che possono: • Stabilizzarsi rapidamente (63% dei casi) • Progredire nelle 24 ore successive (30%) • Fluttuare nella fase precoce (6%) CARATTERISTICHE TEMPORALI E TOPOGRAFICHE DEI SINTOMI Ora di esordio dei sintomi • Se i sintomi si sono manifestati al risveglio deve essere considerato il tempo trascorso da quando il paziente o i famigliari riferiscono completo benessere CARATTERISTICHE TEMPORALI E TOPOGRAFICHE DEI SINTOMI Si distinguono : • ictus ischemico: clinica indicativa di ictus + evidenza di lesione ischemica o TC normale • Ictus ischemico con infarcimento emorragico: clinica indicativa di ictus + evidenza TC di lesione ischemica con componente emorragica nel suo contesto • Ictus emorragico: clinica indicativa di ictus + evidenza Tc di lesione puramente emorragica SCALE DI VALUTAZIONE NEUROLOGICA IN FASE ACUTA Scale che misurano la gravità NIHStroke Scale: esplora • Stato di coscienza • Visione • Movimenti oculari • Paralisi del facciale • Forza degli arti • Atassia • Sensibilità • Linguaggio SINTOMI RIFERIBILI AD ICTUS ISCHEMICO IN FASE ACUTA • Alterazione della coscienza - Stato soporoso o coma - Confusione o agitazione - Crisi convulsive • Afasia o altri disturbi delle funzioni superiori • Disartria • Ipostenia artuali • Deficit di coordinazione o ipoestesia • Atassia, disturbo dell’equilibrio, impaccio a camminare • Perdita del visus mono o bi-oculare o in una parte del campo visivo • Vertigini, diplopia, perdita unilaterale dell’udito, nausea, vomito, cefalea, fotofobia, fonofobia DIFFERENZE CLINICHE TRA ICTUS ISCHEMICO ED ICTUS EMORRAGICO Ictus ischemico: Deterioramento a gradini o progressivo Segni neurologici focali corrispondenti ad un solo territorio arterioso Segni indicativi di una lesione corticale o sottocorticale Ictus emorragico: Precoce e prolungata perdita di coscienza Cefalea, nausea e vomito Rigidità nucale Emorragia retiniche Segni focali che non corrispondono ad un territorio vascolare preciso ICTUS ACUTO DIAGNOSTICA DI LABORATORIO Emocromo Glicemia Elettroliti Creatininemia, azotemia Proteine totali, bilirubinemia, transaminasi, GT PT, APTT Fibrinogeno (solo se trombolisi) EGA erteriosa (se riduzione di coscienza e/o sospetto di ipossiemia) Esame urine Esami tossicologici (solo in certe circostanze) Esame del liquor (solo in certe circostanze) ICTUS ACUTO DIAGNOSTICA NEURORADIOLOGICA La TAC è la metodica di elezione perché facilmente eseguibile ed ampiamente disponibile Utilità: • diagnosi differenziale • ricerca di segni precoci di ischemia • in fase acuta è solitamente negativa ICTUS ACUTO DIAGNOSTICA NEURORADIOLOGICA TAC: i segni precoci Segno della iperdensità della ACM Ipodensità del nucleo lenticolare Segni indiretti (compressione ventricolare, spianamento dei solchi) ICTUS ACUTO DIAGNOSTICA NEURORADIOLOGICA RM diffusione RM perfusione RM spettroscopia ICTUS ACUTO DIAGNOSTICA NEURORADIOLOGICA La RM convenzionale in urgenza non fornisce informazioni più accurate della TAC. Le tecniche di diffusione e perfusione in RM permettono un più accurato inquadramento patogenetico e prognostico ed una migliore selezione dei pazienti per terapie mirate ICTUS ACUTO DIAGNOSTICA NEURORADIOLOGICA Angiografia cerebrale: indicata nelle prime ore dell’ictus ischemico che prelude al trattamento trombolitico endovascolare ICTUS ACUTO DIAGNOSTICA NEURORADIOLOGICA AngioRM AngioTC Neurosonologia - EcoColorDoppler TSA - Doppler TC ICTUS ACUTO DIAGNOSTICA CARDIOVASCOLARE Rx torace ECG Ecocardiogramma TIPOLOGIA DELL’ICTUS CEREBRALE - TACS (Total Anterior Circulation Syndrome) - PACS (Partial Anterior Circulation Syndrome) - LACS (Lacunar Syndromes) - POCS (Posterior Circulation Syndrome) Oxfordshire Stroke Project, Lancet 1991;337:1523 TIPOLOGIA DELL’ICTUS CEREBRALE TACS Tutti i seguenti: • emiplegia controlaterale • emianopsia laterale omonima • funzione corticale superiore (afasia o disturbo visuospaziale) TIPOLOGIA DELL’ICTUS CEREBRALE PACS Uno dei seguenti: emisindrome S/M + emianopsia L.O. emisindrome S/M + funz. corticale emianopsia L.O. + funz. corticale funz. corticale isolata emisindrome S/M meno estesa che LACS TIPOLOGIA DELL’ICTUS CEREBRALE LACS Uno dei seguenti: • ictus motorio puro • ictus sensitivo puro • ictus sensitivomotorio • emiparesi atassica (compresa: disartria + mano goffa) TIPOLOGIA DELL’ICTUS CEREBRALE POCS Uno dei seguenti: • sindrome alterna • deficit S o M bilaterale • disturbo coniugato di sguardo • disfunzione cerebellare senza vie lunghe • emianopsia laterale isolata PERCHÈ È URGENTE CURARE L’ICTUS ? • tessuto salvabile: - il concetto di penombra ischemica • diagnosi precoce • cura e gestione delle complicanze OSPEDALIZZAZIONE L'ictus severo o in progressione è un’urgenza medica che merita un ricovero immediato. Il ricovero deve avvenire presso strutture idonee, dotate possbilimente di Stroke Unit. Il ricovero è necessario perché devono essere rapidamente diagnosticate sede, natura ed origine del danno cerebrale, oltre che curate eventuali complicanze cardiache, respiratorie e metaboliche. DEFINIZIONE STROKE UNIT • Per Stroke Unit si intende una unità di 4-16 letti in cui i malati con ictus sono seguiti da un team multidisciplinare di infermieri, di tecnici della riabilitazione e di medici competenti ed esclusivamente dedicati alle malattie cerebrovascolari. • Gli aspetti qualificanti delle stroke unit sono: la multiprofessionalità dell'équipe, l'approccio integrato medico e riabilitativo, la formazione continua del personale, l'istruzione dei pazienti e dei familiari. TERAPIA ACUTA DELL’ICTUS • • Ictus emorragico chirurgia se - necessità di evacuazione - clipping di aneurisma Ictus ischemico - trombolisi ev con r-TPA (entro 3 ore dall’esordio) - trombolisi ia con UK/r-TPA (fino a 6 ore dall’esordio) - eparina non frazionata - ASA 160-300 mg/die o ticlopidina 500 mg/die L’uso sistematico di eparina a basso peso molecolare non è indicato come terapia specifica dell’ictus cerebri TROMBOLISI E.V. Raccomandazione 10.2 Grado A L’r-TPA e.v. (0,9 mg/kg, dose massima 90 mg, il 10% della dose in bolo, il rimanente in infusione di 60 minuti) è indicato entro tre ore dall’esordio di un ictus ischemico in territorio carotideo TERAPIA ANTIAGGREGANTE Raccomandazione 10.6 Grado A • L’ASA (160-300 mg/die) è indicata in fase acuta per pazienti non selezionati, qualora non sussistano indicazioni al trattamento anticoagulante o trombolitico o qualora questi trattamenti siano clinicamente controindicati ovvero, pur essendo clinicamente indicati, siano sconsigliati dalle caratteristiche organizzative dell’ambiente di ricovero. CONCLUSIONI • E’ fondamentale restringere il più possibile l’intervallo di tempo fra l’esordio dei sintomi e l’arrivo in Ospedale • Dove è possibile, è importante ricoverare il paziente in una stroke unit • Un approccio multidisciplinare anche alla fase acuta, comunque, appare il sistema migliore per ridurre la mortalità e la disabilità residua