MARX (idee dominanti e classi dominanti ) prof. Michele de Pasquale quando si parla del materialismo di Marx non bisogna intenderlo come concezione che, opponendo metafisicamente spirito e materia, ritiene quest’ultima come causa esclusiva e principio unico dell'esistenza e della trasformazione di tutta la realtà, e che da questo principio fa discendere la negazione della realtà spirituale dell'uomo e la riduzione delle funzioni spirituali a pure funzioni materiali il materialismo di Marx si definisce come tentativo di spiegare tutta la vita dell'uomo a partire dalle imprescindibili condizioni della sua esistenza materiale, cioè a partire dal tessuto dei rapporti socio-economici in cui esso necessariamente si trova nell'azione per la produzione della sua vita fisica in tal senso esso nasce come radicale antitesi alla pretesa idealistica di spiegare le condizioni concrete dell'uomo come manifestazioni empiriche dell'Idea, e di dedurre i caratteri delle società e delle epoche che si sono succedute nel tempo dalle loro ideologie, cioè dalle rappresentazioni teoriche che gli uomini hanno dato di se stessi la concezione materialistica della storia rappresenta un'inversione di tendenza nel procedimento speculativo: essa non “discende dal cielo sulla terra, ma sale dalla terra al cielo” cioè “non spiega la prassi partendo dall'idea, ma restando saldo costantemente sul terreno storico reale, spiega le formazioni delle idee partendo dalla prassi” “La produzione delle idee, delle rappresentazioni, della coscienza, è in primo luogo direttamente intrecciata all'attività materiale e alle relazioni materiali degli uomini... Le rappresentazioni e i pensieri, lo scambio spirituale degli uomini appaiono qui ancora come emanazione diretta del loro comportamento materiale. Ciò vale allo stesso modo per la produzione spirituale, quale essa si manifesta nel linguaggio della politica, delle leggi, della morale, della religione, della metafisica, ecc. di un popolo. Sono gli uomini i produttori delle loro rappresentazioni, idee, ecc., ma gli uomini reali, operanti, cosí come sono condizionati da un determinato sviluppo delle loro forze produttive e dalle relazioni che vi corrispondono... Di conseguenza la morale, la religione, la metafisica e ogni altra forma ideologica, e le forme di coscienza che ad esse corrispondono, non conservano oltre la loro parvenza di autonomia” (Marx, L'Ideologia tedesca) è assurdo pensare che le ideologie abbiano il potere di produrre la trasformazione della base reale “Non è la coscienza che determina la vita, ma la vita che determina la coscienza” (Marx, L'Ideologia tedesca) è assurdo pensare che l'assetto ideologico di una società possa essere trasformato con la pura critica razionale “ non la critica, ma la rivoluzione è forza motrice della storia, anche della storia della religione, della filosofia e di ogni altra teoria” (Marx, L'Ideologia tedesca) qual è la funzione e lo scopo delle ideologie nella vita sociale? esse svolgono il compito di giustificare “spiritualmente” e di stabilizzare socialmente, attraverso le istituzioni che le incarnano, i rapporti di produzione ogni idea, ogni teoria, è uno strumento che la classe dominante si è creato per motivare razionalmente il proprio predominio, per conservare il potere “Le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti cioè la classe che è la potenza materiale dominante della società è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante. La classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con ciò, in pari tempo, dei mezzi della produzione intellettuale, cosicché ad essa in complesso sono assoggettate le idee di coloro ai quali mancano i mezzi della produzione intellettuale. Le idee dominanti non sono altro che l'espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti materiali dominanti presi come idee: sono dunque l'espressione dei rapporti che appunto fanno di una classe la classe dominante, e dunque sono le idee del suo dominio.” (Marx, L'Ideologia tedesca) Hegel e Feuerbach sono gli ideologi della moderna società borghese perché questi filosofi hanno separato il mondo del pensiero dal mondo empirico, e hanno individuato nel primo l'essenza del secondo? perché la “divisione del lavoro” caratterizza l'ordinamento socio-economico della società borghese e si riproduce anche all'interno della stessa classe dominante “La divisione del lavoro, che abbiamo già visto come una delle forze principali della storia finora trascorsa, si manifesta anche nella classe dominante come divisione del lavoro intellettuale e manuale; cosicché all'interno di questa classe una parte si presenta costituita dai pensatori della classe (i suoi ideologi attivi, concettivi, i quali dell'elaborazione dell'illusione di questa classe su se stessa fanno il loro mestiere principale), mentre gli altri, nei confronti di queste idee e di queste illusioni, hanno un atteggiamento piú passivo e piú ricettivo, giacché in realtà sono i membri attivi di questa classe e hanno meno tempo di farsi delle idee e delle illusioni su se stessi.” (Marx, L'Ideologia tedesca) avvenuta la separazione sociale degli “ideologi”, questi hanno separato, a loro volta, le “idee dominanti” dai rapporti che caratterizzano lo stadio del modo di produzione della loro società, pervenendo alla convinzione che “nella storia dominano sempre le idee” da ciò, operando un'ulteriore astrazione, hanno ricavato la conclusione che l’”idea” è una realtà in sé, autonoma e incondizionata rispetto alla realtà empirica, di cui, tuttavia, è l'essenza, la legge, la forza motrice perciò Hegel ha concepito la storia come processo dell'Idea, e le idee degli uomini, le stesse realtà umane e i rapporti tra gli uomini, come “autodeterminazioni” dell'Idea perciò Feuerbach ha creduto di poter dire che cos'è l'uomo derivandolo dal “concetto” di uomo quale sarà il destino della società borghese? le sue forze produttive, in particolare le macchine ed il denaro, diventeranno sempre piú "forze distruttive”, si accentuerà cosí il distacco tra la classe dominante e quella subalterna, "che deve sopportare tutti i pesi della società”, e in cui sempre piú "prende le mosse la coscienza della necessità di una rivoluzione che vada al fondo, la coscienza comunista” questa coscienza si esprimerà in una "lotta rivoluzionaria"contro la classe dominante e contro la forma di stato che ne garantisce il dominio “in tutte le rivoluzioni sinora avvenute non è mai stato toccato il tipo di attività; e si è trattato soltanto di un'altra distribuzione di queste attività, di una nuova distribuzione del lavoro ad altre persone, mentre la rivoluzione comunista si rivolge contro il modo dell'attività che si è avuto finora, sopprime il lavoro alienato e abolisce il dominio di tutte le classi insieme con le classi stesse”. (Marx, L'Ideologia tedesca) “la rivoluzione non è necessaria soltanto perché la classe dominante non può essere abbattuta in nessun'altra maniera, ma anche perché la classe che l'abbatte può riuscire solo in una rivoluzione a levarsi di dosso tutto il vecchio sudiciume e diventare capace di fondare su basi nuove la società.” (Marx, L'Ideologia tedesca)