Lezioni di Scienza delle finanze Prof. Mauro Marè Università della Tuscia, Anno accademico 2011-2012 Programma 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. Richiami di microeconomia L’efficienza I fallimenti del mercato Il monopolio naturale e la regolamentazione Gli effetti economici delle imposte Le entrate e il bilancio dello stato Le Imposte dirette: Irpef, Irpeg, Irap Le imposte indirette: Iva, accise Il federalismo fiscale Le pensioni tra ripartizione e capitalizzazione La teoria economica dell’evasione fiscale Ricordare Il problema della dualità: 1) Max utilità dato vincolo di bilancio corrisponde a 2) Min spesa dato livello di utilità 3) Costruzione curva di domanda compensata 4) Surplus consumatore e calcolo variazione spesa/welfare del consumatore 5) Funzione di spesa: spesa minima necessaria per raggiungere un desiderato livello di utilità 2. EFFICIENZA In economia si distinguono tre diverse definizioni del concetto di efficienza: 1) l’efficienza allocativa (paretiana) 2) L’efficienza produttiva (a sua volta distinta in tecnica e gestionale) 3) L’efficienza economica generale 1) Efficienza allocativa o paretiana E’ l’efficienza nello scambio: l’ammontare di un bene che l’individuo è disposto a dare via in cambio di un altro bene, deve essere uguale al suo tasso marginale di sostituzione. In economia gli scambi avvengono fintantoché gli individui presentano tassi marginali di sostituzione diversi, ovvero nell’ottimo paretiano tutti dispongono del medesimo tasso di sostituzione. Uguaglianza nei saggi marginali di sostituzione nel consumo dei beni di tutti i componenti della collettività 2) Efficienza nella produzione E’ il concetto di efficienza più vicino a quello del senso comune: la capacità di produrre più output a parità di input, ovvero di minimizzare le risorse impiegate per la produzione di un dato output. Uguaglianza nei saggi marginali di sostituzione nell’uso dei fattori di produzione Isoquanto = l’insieme delle combinazioni degli input che producono una identica quantità di output. La curva è chiamata anche tasso marginale di sostituzione tecnica, in cui si assume per semplicità vi sia completa sostituibilità fra i fattori di produzione Isocosto = differenti combinazioni degli input che costano lo stesso all’impresa. L’inclinazione della linea dipende dai prezzi relativi dei fattori. E’ il vincolo di bilancio a disposizione dell’impresa nella produzione di un certo bene. L’isoquanto e l’isocosto concorrono alla misurazione delle due diverse fattispecie di efficienza nella produzione: l’efficienza tecnologica e l’efficienza gestionale. Con la prima si massimizza l’output attraverso l’ottima combinazione dei fattori; con la seconda, a parità di output, vengono minimizzati i costi, ovvero si misura la capacità dell’impresa di combinare fra loro i fattori nelle proporzioni coerenti con i relativi prezzi di mercato. Può quindi verificarsi il caso di un’inefficienza tecnologica in presenza di efficienza gestionale e viceversa, così come il caso di inefficienza di entrambi gli indicatori. K isocosto S R P A T A’ E W isoquanto P R’ L L’efficienza tecnologica viene raggiunta solo dalle combinazioni di K ed L lunga la curva dell’isoquanto. Così i punti A ed E sono da considerare tecnologicamente efficienti, e tutti gli altri tecnologicamente meno efficienti di questi. L’efficienza gestionale, invece, è garantita solo se i punti giacciono lungo il segmento dell’isocosto (quindi anche A’ è da considerare gestionalmente efficiente). Unendo le due definizioni di efficienza, si vede subito che solo nel punto E (dove l’isoquanto è tangente all’isocosto) è raggiunta la massima efficienza produttiva, dove l’impresa minimizza sia il costo totale sia i fattori di produzione dati i prezzi relativi. In A, che pure è situato sull’isoquanto, non è raggiunta l’efficienza gestionale. In effetti in quel punto passa un altro segmento (R-R’) tratteggiato nella figura, che corrisponde ad un vincolo di bilancio (cioè ad un livello di spesa totale) più alto. Nel punto T c’è efficienza gestionale perché K ed L vengono utilizzati nelle giuste proporzioni, ma inefficienza tecnica perché li si utilizza troppo K e troppo L (dato il livello di prodotto Q) In S, infine, non si ha né efficienza tecnologica né gestionale. 3) Efficienza economica generale Si realizza quando tasso marginale di trasformazione fra i beni della produzione = saggio marginale di sostituzione di detti beni scambiati dai componenti collettività E’ il collegamento fra produzione, scambio e consumo 3. Fallimenti del mercato 1. Presenza di monopolio 2. Economie di scala 3. Beni pubblici, beni di merito, paternalismo 4. esternalità 5. Asimmetria informativa 6. Costi di transazione In monopolio (Rmg = Cmg) il prezzo sarà Pm e la quantità Qm Profitto monopolista Pc Pm C B C Pm P = Cmg CM = Cmg B Pc A D Rmg Qm O Rmg = Cmg G Qc E In Concorrenza perfetta P = Cmg si produce Qc al prezzo Pc In monopolio (Rmg = Cmg) il prezzo sarà Pm e la quantità Qm PM > PC QM < QC C Pm Profitto monopolista Pc Pm C B P = Cmg CM = Cmg B Pc A D Rmg Qm O Rmg = Cmg G Qc E PM > PC Profitto monopolista Pc Pm C B QM < QC DWL = ABC C Pm P = Cmg Π DWL CM = Cmg Pc A B D Rmg Qm O Rmg = Cmg G Qc E Economie di scala Importanza decrescenza Costi Medi D A CM Cmg Economie di scala Importanza decrescenza Costi Medi Fallimento perché produttore non può produrre in perdita D A B CM Cmg Beni pubblici Beni pubblici Definizione: un bene pubblico si ha quando i benefici che derivano dall’offerta del bene sono indivisibili e non rivali 2 caratteristiche fondamentali: 1. non rivalità nel consumo 2. non escludibilità dal consumo Contrasto Beni privati Beni pubblici Beni privati = rivali + escludibili (una fetta di torta) Beni pubblici = non rivali + non escludibili (aria, paesaggio) Se beneficio bene pubblico è indivisibile, allora non è possibile stabilire un prezzo. Quindi il mercato fallisce, non c’è ottimo paretiano Indivisibilità benefici: non è possibile individuare in quale misura il beneficio del servizio affluisce a un individuo Non rivalità: il consumo di un servizio da parte di un individuo può essere condiviso anche da parte di un altro soggetto Si parla anche di Offerta congiunta NB Cmg offerta di un bene non rivale = 0 Non escludibilità: quando il consumo del bene non può essere regolamentato. Una volta prodotto, ne beneficiano tutti Tipico esempio: la difesa nazionale, strategica e convenzionale (ma anche la TV prima di quella cavo o pay) Vi sono diversi gradi di purezza dei beni pubblici Beni pubblici puri (aria, global warming, difesa, giustizia), impuri (local public goods, una piscina, illuminazione stradale, una strada) fino ai beni privati. Bene privato puro Bene pubblico puro Strade, illuminazione Piscina, stadio, aula universitaria Nel caso dei beni pubblici è necessario l’intervento pubblico o forme di azione collettiva che spingono alla sua offerta (fornitura) Altrimenti individui non avrebbero incentivo alla sua offerta. Il bene non verrebbe offerto, tutti si comporterebbero da free rider, sperando che siano gli altri ad offrire il bene. Ma così nessuno lo offrirebbe e quindi non vi sarebbe bene pubblico. Ciò deriva sempre da caratteristiche non rivalità + non escludibilità Domanda beni privati: somma orizzontale domande individui Infatti condizione ottimale è: SMSA = SMSB = SMT Domanda bene pubblico: somma verticale, rispetto ai prezzi Quindi non si verifica la condizione SMSA = SMSB = SMT p SOMMA IN ORIZZONTALE CURVE DI DOMANDA DEI BENI PRIVATI p p Oa 5 5 5 4 4 4 1 1 1/2 Da + Db Db Da q 2 3 q 3 SMSA = SMSB = SMT Samuelson condizioni di efficienza offerta beni privati Disponibilità a pagare del consumatore A Disponibilità a pagare del consumatore B Costo marginale del bene 4 1/2 q Curva di domanda complessiva bene pubblico Y DA + D B = D T Somma verticale rispetto ai prezzi P Samuelson condizioni di efficienza offerta beni pubblici: SMSA + SMSB = SMT Da + Db = DT Pa + Pb = P Pa Db F P O Pb Pa Da O Y* Y Curva di domanda complessiva bene pubblico Y DA + D B = D T Somma verticale rispetto ai prezzi P Samuelson Da + Db = DT condizioni di efficienza offerta beni pubblici: SMSA + SMSB = SMT Db F P O Pa Pb Pa Da O Y* Y Esistono casi dove il bene pubblico diventa da puro impuro Es. Piscina, strada, illuminazione, autobus. Si parla in questi casi di beni pubblici impuri o anche di Beni pubblici locali 4 Esternalità Esternalità: interdipendenza tra le azioni dei soggetti economici Quando una certa azione di un soggetto produce conseguenze su un altro soggetto senza che sia possibile, o quando è troppo costoso, internalizzarla in una transazione con un prezzo Esternalità pecuniarie: variazione dei prezzi; il mercato non fallisce Esternalità tecnologiche: non c’è variazione dei prezzi di mercato, quindi il mercato fallisce Esternalità sono di 2 tipi: a. nel consumo b. nella produzione • Esternalità nel consumo: quando influenzano la funzione di utilità degli individui • Esternalità nella produzione: quando influenzano la funzione di produzione delle imprese Esternalità possono essere quindi di 4 tipi: a. Consumo-consumo b. Produzione-consumo c. Produzione-produzione d. Consumo-produzione Esternalità soprattutto possono essere: • Esternalità negative: riducono il benessere • Esternalità positive: aumentano il benessere Esempio: esternalità produzione → produzione Industria A → inquina e danneggia attività agricola industria B Esternalità negativa C B C B (QA , QB ) C B con 0 Q A Dove Qa e Qb sono i livelli di produzione di A e B Costo di B, Cb Cb funzione di costo di B dipende anche quantità prodotta industria A Esternalità costante (rispetto a Q) Bm Cm CMS = c + e BMS = b + e c D H F Pott Con SQ = AH P A S e b Qott Q Q Esternalità costante (rispetto a Q) Bm Cm CMS = c + e BMS = b + e c CMP BMP D H F Pott Con SQ = AH A P S e b Qott Q Q Esternalità crescente (rispetto a Q) Bm Cm Cmg + Es’ c D H P* F P A e S b Q* Q Q Esternalità crescente (rispetto a Q) Bm Cm Se valore output è uguale per chi genera e chi subisce il danno, area di miglioramento di benessere collettivo Cmg + Es’ c D H P* F P A Perdita del generante esternalità e S X Q* Guadagno del subente esternalità Q b Q Soluzione problema esternalità a. Imposizione di un’imposta/tassa b. Concessione di un sussidio c. Attribuzione diritti di proprietà d. Regolamentazione e. Vendita diritti di inquinare imposta Data esternalità marginale pari a IQ*, si può introdurre un’imposta specifica sulla quantità con aliquota FG Bm Cm Cmg + Es’ c D P* F P A G e I b Q* Q Q imposta Data esternalità marginale pari a IQ*, si può introdurre un’imposta specifica sulla quantità con aliquota FG Bm Cm Cmg + Es Cmg + t c D H P* F Tassa pigouviana P R Gettito = GRP*F A G G e I b Q* Q Q L’applicazione di un sussidio in teoria produce lo stesso risultato ma effetti distributivi discutibili, data che non c’è un gettito, ma una spesa per il sussidio a favore di chi produce l’esternalità. Sussidio Bm Cm Cmg + Es c D P* H C F P A Sussidio pari a Q*I per ogni unità non prodotta C’è un calcolo di convenienza: Se impresa produce OQ Ricavo = AQ Costo = AQ Si deve aggiungere però rinuncia al sussidio Costo tot = AQ + IQ* = CQ > di CA al ricavo. Differenza è CA All’impresa conviene ridurre produzione e incassare sussidio. Per Q* RT = CT FQ* =FQ* G e S I b O Q* Q Q L’applicazione di un sussidio in teoria produce lo stesso risultato ma effetti distributivi discutibili, dato che non c’è un gettito, ma chi produce l’esternalità (ipotizzata come negativa) viene compensato con un trasferimento per ridurre la propria produzione Sussidio Bm Cm Cmg + Es c D C F P A G Sussidio pari a Q*I (ovvero CA) per ogni unità non prodotta C’è un calcolo di convenienza: se impresa produce OQ, ricavo e costo totale = AQ x OQ, ma data la presenza di sussidio si considera anche la rinuncia a CA x Q*Q , per cui Costo tot = AQ + IQ* = CQ > ricavo AQ e All’impresa conviene ridurre produzione e incassare sussidio. Per Q*, RT = CT, per q < Q* conviene inquinare I b O Q* Q Q Attribuzione diritti di proprietà Teorema di Coase: fallimento mercato deriva dalla difficoltà di attribuire con precisione i diritti di proprietà sulle risorse non serve intervento pubblico, individui riescono a trovare soluzione da soli. Però non è semplice da applicare, in quanto vi sono: a) costi di transazione elevati per raggiungere accordo; b) rispetto diritti; con definizione di sanzioni e politiche di controllo c) effetti distributivi ed etici Attribuzione diritti di proprietà Che cos’è un sistema di diritti di proprietà? è un metodo per attribuire ai singoli individui l'autorità di scegliere il modo preferito di utilizzo di determinati beni di loro proprietà, all’interno della classe delle utilizzazioni lecite Quando un individuo A è proprietario del bene X, l’esercizio del suo diritto di proprietà implica la restrizione dell’insieme di scelta di qualsiasi altro soggetto B in diversi modi: • es. A può rendere (legalmente) impossibile a B di compiere qualsiasi azione che implichi l’utilizzo di X; LE TRE DEFINIZIONI DEL TEOREMA DI COASE l'allocazione iniziale dei diritti di proprietà non è rilevante nella prospettiva dell'efficienza nella misura in cui: • i diritti sono liberamente scambiabili • i costi di transazione dello scambio sono nulli • i diritti di proprietà possono essere scambiati in un mercato perfettamente concorrenziale Nella realtà non è così e le soluzioni concrete sono molto più difficili! Regolamentazione Serve in alcuni casi: rifiuti radioattivi Nei casi in cui imposte e sussidi non sono sufficienti a risolvere il problema delle esternalità, o dove è moralmente improponibile una soluzione di mercato. E’ efficace, può eliminare esternalità, ma è un metodo inefficiente. Si richiede stesso sforzo a tutti, ma individui hanno diverso costo a disinquinare. Vendita diritti di inquinare Si crea un mercato dei diritti e li si scambia (es. USA)