di welfare - Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche

Sociologia economica del welfare
Piera Rella e Mattia Vitiello
 corso di laurea in Programmazione Gestione e
Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno
 12 crediti formativi (6 Rella + 6 Vitiello su
welfare locale e migrazioni) – gruppo
disciplinare SPS/09
 Dal 1 marzo al 25 maggio
Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche
E-mail: [email protected]
Ricevimento Rella nella stanza B12 dopo la
lezione di mercoledì
1
Sociologia economica del welfare è
un insegnamento obbligatorio
 tenuto l’a. a. scorso col prof. Marco Accorinti
quest’anno con il prof. Mattia
Vitiello, entrambi del Cnr-Irpps
(Istituto Ricerche sulla Popolazione e Politiche
Sociali)
 si consiglia di seguirlo insieme a
Sistemi di welfare in Europa (Ciarini)
e
2
SOCIOLOGIA ECONOMICA DEL WELFARE
corso integrato di SVILUPPO LOCALE E SOCIOLOGIA
DEL WELFARE (6cfu) e
WELFARE LOCALE STRUTTURE DEI SERVIZI E TERZO
SETTORE (6cfu) Prof. Mattia Vitiello
 A chi è rivolto
 Agli studenti del corso di laurea
magistrale in PROSS,
 Obiettivi formativi del corso
 fornire una conoscenza dell’attuale sistema
di welfare, con particolare attenzione alla
situazione italiana, e ai legami tra sviluppo
locale e sistemi locali di welfare
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Articolazione del corso
 La parte che terrò io è più generale
sul sistema di welfare in Italia,
ma con una parte pratica di ricerca
sui servizi per l’impiego
 Quella di Mattia Vitiello è su
“Immigrazione, società e servizi
locali”
Immigrazione, società e servizi
sociali in Italia di Mattia Vitiello
Obiettivi Formativi
 competenze necessarie all’analisi e alla
comprensione del fenomeno migratorio e
delle problematiche connesse ai processi di
insediamento della popolazione immigrata
nella società italiana.
 In particolare, saranno presentati tutti gli
strumenti concettuali, metodologici e
analitici necessari all’analisi dei processi di
integrazione della popolazione immigrata.
 Un focus particolare sarà dedicato alle
politiche migratorie e ai servizi sociali
dedicati alla popolazione immigrata.
Immigrazione, società e servizi
sociali in Italia di Mattia Vitiello
Segue
Al termine del corso le studentesse e gli studenti saranno
in grado di utilizzare i principali strumenti
concettuali per lo studio del fenomeno migratorio
e delle politiche migratorie
 e di elaborare in piena autonomia:un inquadramento
socio-demografico della presenza immigrata in Europa e
in Italia;
 un quadro dei processi di integrazione della
popolazione immigrata e delle sue problematiche;
Contenuti
 Fenomeno migratorio come fatto sociale totale:
emigrazione e immigrazione; Chi sono, quanti sono, cosa
fanno e dove vivono gli immigrati: la presenza degli
immigrati nei paesi dell’Unione europea; Le politiche di
immigrazione e i modelli di integrazione in Europa e
in Italia; I processi di integrazione e i servizi sociali
per gli immigrati in Italia.
Mi presento:
Laureata in Scienze Statistiche e
demografiche, diventata ricercatrice
in sociologia nel 1980
Associata dal 2001 in Sociologia dei
processi del lavoro e
dell’organizzazione (Sps/09) ho
insegnato in questo corso di laurea
negli ultimi 4 anni e dal 2005 agli
studenti di Scienze della
Comunicazione
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Segue presentazione
 Nel primo semestre ho insegnato
Sistemi organizzativi complessi nella
laurea magistrale di Comunicazione
d’impresa
 Come attività di ricerca, oltre a
ricerche sul mercato del lavoro e sulle
differenze di genere, mi sono
interessata di Sinti e Rom a Roma,
delle specificità del area
metropolitana romana e di assistenti
sociali precari
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Domande preliminari
 Vi volete presentare voi?
 Avete fatto ESAMI di sociologia nella
laurea triennale?
Esami di sociologia economica, di
sociologia del welfare?
 Provenite dalla laurea triennale in
servizio sociale? Da quella di Roma?
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Contenuto e articolazione del
corso (parte generale)
A. Introduzione storica al sistema di welfare
italiano e confronto con quello di altri
paesi
B.
Sviluppo locale e sistemi locali di welfare
C. Crisi economica e crisi del welfare
D. Analisi dei diversi “pezzi “ di welfare
(politiche del lavoro, politiche socioassistenziali, pensioni, sanità, scuola,
università, politiche fiscali, per le
famiglie, di conciliazione)
E. Differenze territoriali
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Risultati di apprendimento attesi
 L’obiettivo è quello di sviluppare una
conoscenza e una riflessione critica
sugli argomenti studiati in modo tale da
poter comprendere
 cambiamento organizzativo e
prospettive di sviluppo futuro dei
sistemi nazionali e locali di welfare;
 gli effetti che si hanno su chi lavora in
tali sistemi
 capacità di leggere e in parte scrivere
analisi sulle politiche del lavoro
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Metodi didattici
 lezioni frontali con l’ausilio di slides
che saranno rese disponibili agli
studenti
 seminari svolti da esperti su
particolari tematiche
 Lavori di gruppo sui servizi per
l’impiego
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Testi d’esame per la mia parte
1.Per studenti frequentanti Rella
 - Ascoli U.(a cura di), 2011 Il
welfare in Italia, Il Mulino
2. Per studenti NON frequentanti Rella
AGGIUNGERE ai precedenti:
 - C. TRIGILIA, 2012, Non c’è Nord
senza Sud. Perchè la crescita
dell’Italia si decide nel
Mezzogiorno, Il Mulino
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Bibliografia aggiuntiva
•
Accorinti M., 2012, Terzo settore e capitale sociale, Biblink,
Roma, tutto (disponibile versione elettronica)
•
Ascoli U., Ranci C.,Sgritta G.B. (a cura di), investire nel sociale
(II parte il raccordo scuola lavoro e III parte L’apprendistato)
Il mulino 2015
•
Cavarra R. Rella P., Rossotti L., Bergamante F., Canal T., 2015 Il
lavoro in crisi, (cap.4 e 5 ), Aracne
•
- Kazepov Yuri, Barberis Eduardo, a cura di, 2013, Il welfare
frammentato, Carocci, Roma -
•
Madama I., 2010, Le politiche di assistenza sociale, Il Mulino,
Bologna
•
- Saraceno C., 2013 Il welfare. Modelli e dilemmi della
cittadinanza sociale, Il Mulino, Bologna
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Obiettivo e Metodologia del corso
(seguendo Ascoli)
 Rileggere l’evoluzione del nostro welfare
comparandola con quella Ue e tenendo conto
delle sue peculiarità: alta disoccupazione e
forte precariato, basso riconoscimento lavoro di
cura, invecchiamento popolazione, scarsi
servizi per l’infanzia, mancanza Rmi- max
disuguaglianze territoriali
 La crisi dell’universalismo dipende
dall’egemonia neo- liberista?
 Ogni capitolo scritto da esperti di quel settore
di politiche sociali.
 Si tenta di comprendere non solo le politiche di
spesa , ma anche quelle fiscali e occupazionali
Prima di arrivare a ciò
 Definizione del concetto
locale/globale e se necessario di
sviluppo locale
 Definizione di welfare e di regime di
protezione sociale guardando a
evoluzione storica e differenze tra
paesi
 Trasformazione dei rischi sociali e
stazionarietà del welfare
I diversi pezzi del welfare
 Situazione del mercato del lavoro e
politiche del lavoro
 Politiche socio-assistenziali
 Sanità
 Differenze di genere e politiche di
conciliazione
 Scuola, università
 Sistema pensionistico
 Fisco e welfare per le famiglie
 Quante Italie?
 I problemi del welfare nel Mezzogiorno
Che significa sociologia?
a) questo ibrido latino-greco da quando
si usa?
b) Ci sono studi precedenti
l’introduzione di tale parola?
c) E’ una disciplina umanistica o una
scienza?
d) Che metodi usa?
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sociologia significa
a) Societas + logos termine introdotto da
Comte nel 1824
b) Descrizioni e interpretazioni
generalizzanti dei fenomeni sociali erano
comuni alla fine del ‘700 (Montesquieu,
Touqueville, Smith). Spunti sociologici si
trovano anche nella letteratura, filosofia,
storia precedenti ma in modo non sistematico
c) scienza sociale come l’economia e la
politologia
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La sociologia è una scienza
sociale assoggettata a rigorosi
procedimenti scientifici
come l’economia e la politologia ha aspetti
a) teorici (validazione/confutazione di
modelli teorici relativi a una formazione
sociale o a una parte della società (ad
es. organizzazione) e loro trasformazioni
nel tempo e nello spazio
b) empirici (validazione/confutazione
di un’ipotesi tramite dati statistici e o
ricerca sul campo)
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Articolazione della sociologia
Generale
sociologie specifiche
Rapporti di interdipendenza tra
→ individui, parti, settori, funzioni che
costituiscono i sistemi sociali
da cui nascono sociologie ancor più
delimitate.
economia →
agricoltura
organizzazione < industria >lavoro
terziario
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Contesto in cui comprendere le sociologie
economiche
modernizzazione/industrializzazione nascita e sviluppo
società capitalistica

lungo e complesso processo
storico
socio-economico geografico



uscita feudalesimo trasformaz proprietà
materie
prime
colonie
proletariato/borghesia
urbanizzazione
.
migrazioni
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Il capitalismo va avanti in maniera
non lineare e il welfare ne è
influenzato
 Il welfare nasce dall’alto (sovrani illuminati,
benefattori) e dal basso (rivolte, movimenti
sociali, lotte di classe)
 Si afferma nei periodi di espansione
economica, ma spesso nasce per uscire
dalla povertà generata dalla guerra e per
contrastare cicli economici avversi (dalla
grande crisi del ’29)
Onde lunghe di industrializzazione
(Pacey, cit. in A.Negri, Il lavoro nel Novecento,1988)
 I (1760-70) Nuove tecnologie manifattura
tessile in GB
 II (1820-29) Ferrovie e altre tecnologie
meccaniche in
Europa
 III (1870-80) Nasce industria elettrica in
Germania e Usa e poi si sviluppa Industria
elettrica pesante nel
periodo 1890-1914.
 IV (1930-40) Tecnologie elettroniche.
Crescita rapida nel periodo 1945-70 in Usa.
 V (1970- 80 ) Componenti microelettroniche
in Giappone e California
 VI ( inizio XXI sec) Biotecnologie e/o green
economy?
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3 FASI e 2 RIVOLUZIONI (Graziani e Nassisi (a cura di),
L'economia mondiale in trasformazione1998
1° Dalla manifattura alla macchinofattura
(dal 1760 al 1850- I e II onda lunga→ sostituzione del lavoro
muscolare con le macchine- prime forme di welfare dal basso
mutue e leghe operaie
 2°Organizzazione Taylorista del lavoro e fordismo (III e
IV onda lunga)- dal 1930 welfare dall’alto: assicurazioni e/o
servizi pubblici- apice nei “30 gloriosi”
 3°Accumulazione allargata territoriale : riconquista del
controllo sul lavoro e abbondante esercito internazionale di
riserva (V e VI onda lunga) welfare mix (dal basso e dall’alto)
2 sole rivoluzioni:
A=1°+ 2°fase Rivoluzione industriale (fino al 1929 o metà
anni’70)
B= 2°+3° Incorporazione dell'informazione e
dell'intelligenza computerizzata nei sistemi di
produzione e nelle macchine (IV onda lunga delle tecnologie
elettroniche sta qui?)

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Sapete la differenza tra
Taylorismo e fordismo?
Taylor e Ford
 L’ing. Taylor all’inizio del ‘900 progetta un
nuovo modo di produzione, basato
sull’estrema divisione del lavoro
 Il proprietario della Ford capisce che le auto
che produce devono poterle acquistare
anche i suoi operai→ fordismo = sistema
produttivo in cui il surplus va in parte a chi lavora
(migliori retribuzioni, ma anche pensioni, indennità di
malattia)
La fase attuale appare a noi
occidentali solo come crisi
 Siamo in una fase di
industrializzazione?
 O di de-industrializzazione?
 Che ne pensate?
 La crisi attuale di che tipo è? Dove ci
porta?
 Avete sentito parlare di
finanzcapitalismo?
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Un mondo sempre più
industrializzato, ma in modo
diverso che nel periodo fordista
 Se consideriamo l’intero mondo non ci sono
mai stati tanti addetti all’industria grazie ai
paesi del BRICS (Brasile, Russia,India,
Cina,Sudafrica) in cui i lavoratori del settore
industriale sono cresciuti enormemente. I paesi
del BRICS comprendono oggi oltre il 42% della
popolazione mondiale, il 25% della totale estensione
della Terra, il 20% del PIL mondiale, e circa il 16% del
commercio internazionale.
 Ma ormai il terziario è il settore prevalente nei
paesi di più vecchia industrializzazione con alle
spalle 2 secoli di industrializzazione
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