Sulla base della teoria delle “dinamiche dominanti”, il risultato migliore si ottiene quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé e per il gruppo. Secondo Adam Smith (Kirkcaldy, 5 giugno 1723 – Edimburgo, 17 luglio 1790, economista e filosofo scozzese) padre del liberismo economico “l’ambizione individuale serve al bene comune”, e di conseguenza in un lavoro cui attendono più persone (non necessariamente in concordia) il risultato migliore si ottiene quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé”. Questa è una condizione che descrive un’allocazione delle risorse tale per cui non è possibile apportare miglioramenti al sistema, cioè non si può migliorare la condizione di un soggetto senza peggiorare la condizione di un altro. Questa filosofia è stata contraddetta dalla più recente “Teoria dei giochi”, la cui nascita può essere fatta coincidere con l’uscita del libro “Theory of Games and Economics Behavior” di Oskar Morgenstern e John von Neumann nel 1944, e soprattutto dall’evoluzione di questa teoria elaborata da John Nash (John Forbes Nash Jr., nato a Bluefield, 13 giugno 1928), matematico statunitense, vincitore nel 1990 del premio Nobel per l’economia per i suoi studi matematici. Noto anche al grande pubblico grazie al film “A beautiful mind” e alla teoria detta delle “Dinamiche Dominanti”. Nella prima (teoria dei giochi) vengono espressi in maniera matematica i comportamenti umani di due contendenti che competono per la vincita o la spartizione di una determinata risorsa. Successivamente John Nash ha esteso la teoria dei giochi a situazioni che comportano la partecipazione di più “giocatori”, specie nei casi di “giochi non cooperativi”, giungendo, in netto contrasto con Adam Smith, alla conclusione che “il risultato migliore si ottiene quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé e per il gruppo”. Quando ogni giocatore, una volta osservate le scelte degli altri giocatori, ha interesse a confermare la propria scelta, e per contro, nessun giocatore ha interesse ad essere l’unico a cambiare, si raggiunge l’“Equilibrio di Nash” fra così dette “Dinamiche Dominanti”. Il contributo di Nash ci permette di analizzare situazioni conflittuali con l’ausilio di occhiali nuovi che chiameremo gli “occhiali di Nash”, le cui lenti sono quelle della teoria dei giochi. Le applicazioni e le interazioni della teoria sono molteplici: dal campo economico e finanziario a quello strategico-militare, dalla politica alla sociologia, dalla psicologia all’informatica, dalla biologia allo sport. In campo economico, se ogni giocatore massimizza il suo “pay-off” (dove il guadagno di un giocatore in generale dipende infatti non solo dalla sua strategia ma anche dalle scelte strategiche degli altri giocatori) si perviene ad un “equilibrio di Nash” e nessun individuo può più migliorare il proprio risultato modificando solo la propria strategia, ed è quindi vincolato alle scelte degli altri individui-giocatori. Uno dei famosi giochi teorizzati da Nash è “il dilemma dei coniugi”, ispirato come si può intuire dalla vita quotidiana, in cui c’è la scelta se oziare o fare le pulizie domestiche. Oziare mentre l’altro fa le pulizie permette di raggiungere il massimo benessere (la casa pulita senza il minino sforzo), di converso pulire mentre l’altro ozia è la situazione peggiore (ci vuole il doppio della fatica). Se entrambi oziano, si sta bene ma non troppo, dato che la casa rimane sporca. Insomma, la situazione migliore è se entrambi i coniugi puliscono (il lavoro è diviso, consentendo di oziare almeno un po’ con la casa pulita).