Sociologia delle città - Dipartimento di Scienze sociali e politiche

CORSO DI SOCIOLOGIA URBANA
a.a. 2006-2007
• Docente: Maurizio Ambrosini
• Testo di riferimento:
A.Mela, Sociologia delle città (nuova edizione),
Ed. Carocci, Roma 2006
La sociologia urbana e la città (cap.1)
• Prima definizione generale: una linea di ricerca,
nel quadro delle discipline sociologiche, che si
interessa della città nei suoi aspetti sociali
• La città: un insediamento di popolazione che vive
e agisce in un ambiente costruito
• La città è un sistema tutto intero: un sistema
sociale globale (non un sottosistema, o un campo
di attività sociale)
La specificità della sociologia urbana
• Tratto caratteristico della sociologia urbana è la
concentrazione dell’attenzione sulla dimensione spaziotemporale
• Parla di fenomeni che hanno luogo in precisi punti dello
spazio e del tempo, sono condizionati da risorse e vincoli
ambientali, e contribuiscono a trasformarli
• È una disciplina con confini sfumati, contigua con
parecchie altre (geografia, antropologia culturale, ecc.)
Termini e concetti (M. e R.)






Inurbamento: migrazione dalle campagne alle città
Urbanizzazione: conseguenza strutturale dell’inurbamento: aumento
della quota di popolazione che vive in città. Si distingue:
U. primaria: quella che deriva dallo sviluppo economico delle città
U. secondaria: avviene di riflesso, senza un corrispondente sviluppo
economico
Urbanesimo: si riferisce agli atteggiamenti e stili di vita, e si collega
alla modernizzazione
De-urbanizzazione (o contro-urbanizzazione): movimento di
abbandono delle città
Diffusione urbana





Suburbanizzazione: aree rurali si trasformano in
residenziali, diventano sobborghi o periferie
Conurbazione: espansione di una città preminente, che
assorbe i centri minori
Rurbanizzazione: nuovi stili di vita, che mescolano città e
campagna
Agglomerazione urbana: qualunque insieme denso e
continuo di insediamenti con i tratti culturali
dell’urbanesimo
Area ( o regione) metropolitana: relazione tra espansione
e struttura gerarchica del sistema urbano (M e R)
Due tradizioni
• Tradizione americana. Scuola di Chicago: applicazione
allo studio della città di concetti e principi desunti
dall’ecologia animale e vegetale.
• Tradizione europea-continentale. Risale al dibattito su
società tradizionale/ moderna, comunità/ società.
Identifica la città come luogo della modernità. Mantiene
contatti più stretti con la riflessione filosofica
• In particolare, in ambito francofono si consolida (aa. 6070) un filone critico di derivazione marxista
Comunità/società





Comunità: designa uno stato dei raggruppamenti sociali in cui
predominano rapporti diretti e informali, fondati su una
determinante affettiva, in cui l’integrazione fra gli individui
viene facilitata da un senso di solidarietà e appartenenza (rif. a
Tönnies).
Società: ne è l’antitesi (“entità artificiale e meccanica”), ed è
conseguenza della modernizzazione
Rovesciamento della coppia status/ contratto (Maine)
Diversità rispetto a solidarietà meccanica/ organica (Durkheim)
Opposizione campagna/ città e suo superamento (“rural-urban
continuum) (M e R)
Due campi di discussione
1) Transizione dal moderno al post-moderno e ruolo
del fenomeno urbano
2) Importanza persistente di fenomeni tipici della
cultura comunitaria (per es. fiducia, rapporti di
reciprocità, mutuo aiuto, ecc.)
Campi di ricerca della sociologia urbana
• 1) dimensione economica della città
• 2) dimensione politica e struttura sociale della
città (luogo di organizzazione degli interessi
collettivi)
• 3) dimensione culturale della vita urbana
• 4) dimensione ecologica della città (distribuzione
di gruppi e attività nei diversi spazi urbani)
Evoluzione ed attualità
del fenomeno urbano (cap.2)
• Due grandi momenti “rivoluzionari” nella storia dello
sviluppo delle società umane
• Il primo: la rivoluzione neolitica e lo sviluppo dell’agricoltura
(8-7.000 a.C.). Si pongono le basi per la nascita delle prime
città. Tre fattori: aumento della produzione alimentare,
disponibilità di surplus, sedentarizzazione della popolazione
• Fattori politici e culturali: formazione dei primi grandi
imperi, invenzione della scrittura
• Nel mondo antico e medioevale, fino alla rivoluzione
industriale, il mondo urbano resta minoritario (10-12% della
popolazione): un’eccezione, seppure importante
L’urbanesimo nel mondo moderno
• Secondo momento di trasformazione: la rivoluzione industriale
(dal se. XVIII)
• Crescita della popolazione, della produttività del lavoro, della
popolazione non agricola
• La rivoluzione industriale pone le basi per la concentrazione della
popolazione nelle città
• Oggi, nei paesi più sviluppati, due terzi circa della popolazione
vive in città ( e la metà di questi in agglomerati con +500.000 ab.)
• Riorganizzazione della forma fisica delle città
• Nuovi rapporti città-campagna: i confini si sfumano
Città come sistemi sociali
Le città sono sistemi sociali definiti su base territoriale.

Caratteri:
a) inerzia territoriale (capacità di sopravvivere modificandosi); si spiega come
risposta al bisogno antropologico di identificare elementi significanti nel
territorio. Insediamenti urbani come tentativi di messa in ordine
dell’universo: mantengono il loro significato simbolico
b) struttura di centralità: concatenazione ordinata di manufatti e paesaggi
significanti, su cui si fondano i processi di identificazione dei contesti e di
costruzione delle appartenenze. Significato dei “centri storici” come insiemi
densi di manufatti con alti significati culturali. Città “naturale” europea,
contrapposta alla “città politica” delle colonie americane (M e R)

La città europea (VH)
1.
2.
3.
4.


Distinta morfologia: forma compatta e densamente
costruita attorno a un’area centrale, di rilevante
significato simbolico
Longevità e continuità temporale(30% romane, 30%
altomedioevali)
Appartenenza a un sistema urbano molto denso
Grande incidenza di città di piccole e medie
dimensioni
Ondate di urbanizzazione: a) età antica e romana; b)
età medioevale; c) età moderna (dal ‘500)
Sistemi urbani monocefali e policefali (VH)
L’urbanesimo planetario
• Nel XX secolo, l’urbanesimo diventa planetario, e
non sempre si collega con lo sviluppo economico
• Rallentamento della crescita urbana nei paesi
sviluppati, contro la forte crescita delle metropoli
asiatiche e africane
• Nelle previsioni al 2030, tra le dieci maggiori città
ne resteranno solo due di paesi sviluppati (Tokyo
e New York)
Perdita di rilevanza
della dimensione urbana?
• Le metropoli come epicentri della globalizzazione
• Le città evolvono in forme diverse dal passato:
urbanizzazione diffusa
• Riduzione dello spazio rurale
• Il modello dell’insediamento urbano tende a
generalizzarsi. Paradosso: perdita di evidenza della città
• Città come cosmopoli (città-mondo): il mondo sviluppato
si urbanizza; la città riflette il mondo
• Fine della significatività della città? Spostamento dallo
spazio dei luoghi a quello dei flussi (Castells)?
Le ragioni della città
• Le città continuano ad essere protagoniste, e lo
sono sempre più. Tre orientamenti:
• 1) radicamento spaziale delle attività socioculturali
• 2) le città come nodi significativi di una rete
globale
• 3) le città come ambienti artificiali (=costruiti) di
elevata complessità
Economia e società urbana (cap.3).
L’urbanesimo nel mondo
• La natura dell’urbanesimo e i trend che lo
riguardano assumono caratteri molto diversi nel
Nord e nel Sud del mondo
• Lo stesso termine città non ha un significato
univoco: nasconde una varietà di situazioni
• Due ordini di fattori spiegano le diversità: 1) il
rapporto dell’urbanesimo con la storia; 2) la
divisione internazionale del lavoro
Divisione internazionale del lavoro e
fenomeni urbani
a) Aree forti del centro dell’economia
internazionale
b) Aree deboli del centro
c) Nuove aree industriali (per es., Estremo Oriente)
d) Aree dell’Europa Orientale
e) Aree semiperiferiche del Sud
f) Aree periferiche del Sud (per es., Africa)
L’urbanesimo nel Sud del mondo:
le teorie
• Due tradizioni teoriche: a) teoria della
modernizzazione: visione liberale dello sviluppo,
città come luogo della modernità; b) teoria dello
sviluppo ineguale e dialettica centro-periferia
• Un’altra concezione: critica dell’idea
convenzionale di sviluppo, proposta di uno
sviluppo endogeno ed ecocompatibile, ricerca di
nuovi indicatori (sviluppo umano)
Cause della crescita urbana nei
paesi del Sud
• Due tipi di cause: a) destrutturazione delle aree rurali (fattori
espulsivi): crescita demografica, modernizzazione agricola ; b)
attrattività dei centri urbani (fattori di richiamo): attività
economiche, servizi, stili di vita
• Carattere frammentario delle attività economiche delle città del
Sud del mondo
• Doppio circuito urbano: attività moderne e collegate ai paesi del
Nord e attività informali a carattere locale
• Comparti dell’economia informale: a) attività fuori mercato, mutuo
aiuto (economia morale); b) produzione di beni e servizi non
codificati
• Altra cosa sono le attività illegali
Cicli economici e innovazione
tecnologica
• Andamento ciclico dello sviluppo: “onde lunghe” (circa 50
anni)
• Ogni onda lunga si disaggrega in quattro fasi: 1) fase
innovativa; 2) fase espansiva; 3) fase della maturità; 4) fase
della stagnazione
• Forte correlazione tra crescita industriale e crescita delle città
• Cicli dello sviluppo: 1) ciclo della prima meccanizzazione
(1770-1840); 2) ciclo basato sul vapore e sulle ferrovie (184090); ciclo basato sull’energia elettrica e l’industria pesante
(1890-1940); ciclo basato sulla produzione di massa
“fordista” (1940-1990) (Freeman)
Cicli economici e sviluppo urbano
• Ogni ciclo economico di lungo periodo riplasma il volto
della città e ne trasforma i connotati sociali
• Occorre però che i nuovi stimoli siano metabolizzati dal
sistema urbano e integrati con i caratteri sedimentati
della città
• Valore relativo di etichette come “città fordista”
• Altre categorie: a) città amministrative; b) città con
specializzazioni permanenti; c) capitali regionali
marginali
Modello produttivo “fordista”
e ruolo della città
• La grande città è il fuoco principale di irradiazione del modello
fordista (grandi fabbriche con produzione di massa)
• L’esigenza di concentrazione delle attività produttive porta ad
appoggiarsi a grandi città (“economie di urbanizzazione”): bacini
di manodopera, mercati di sbocco, centri di fornitura di vari servizi
(tra cui la formazione), sedi di imprese complementari
• Lo sviluppo industriale fordista ha un carattere polarizzato:
imprese egemoni e imprese satelliti, poli di sviluppo in continua
crescita demografica
• Gravi costi sociali: immigrazione massiccia, inurbamento,
espansione urbana, costruzione frettolosa di nuovi quartieri di
bassa qualità
L’economia della città contemporanea
• Definizioni “per differenza”: postfordista, postindustriale,
postmoderna….
1. Centralità delle tecnologie microelettroniche e della
comunicazione a distanza
2. Enfasi in positivo sulla “società dell’informazione”: l’elemento
decisivo è immateriale
3. Superamento delle rigidità del modello fordista, ricerca di
flessibilità organizzativa
4. Superate (parzialmente) le strategie basate sulle economie di scala
e sulle economie di localizzazione
• Enfasi sulle economie di scopo ( o economie di diversificazione)
Le implicazioni spaziali
• Imprese ancora maggiori da un punto di vista
finanziario, ma decentrate e frammentate dal p.d.v.
produttivo
• Compresenza di spinte centripete (per i servizi
qualificati) e centrifughe (per le attività industriali)
• Spazio come insieme di flussi, anziché di luoghi
(M.Castells)
• Globalizzazione e strutturazione a rete dell’economia
su scala internazionale: vincoli di complementarità su
scala mondiale, anziché urbana
Città globale (S.Sassen)





È la città egemonica del nuovo ordine mondiale: 1) luogo di potere
economico; 2) localizzazione chiave delle imprese di servizio e delle
attività finanziarie; 3) luoghi della produzione nei settori di punta; 4)
mercati per i prodotti e le innovazioni
Concentrazione di fasce professionali qualificate e ad alto reddito
(singoli e famiglie a doppia carriera)
Ma il lavoro ricco ha anche bisogno di lavoro povero: per la
manutenzione delle infrastrutture e per la fornitura dei servizi
personalizzati richiesti dalle fasce privilegiate (gastronomie,
lavanderie, taxi, colf, baby-sitter, ecc.)
Tendenziale polarizzazione della struttura di classe (forma a clessidra)
Sviluppo di un settore manifatturiero degradato (sweatshop nelle
metropoli americane; segnali analoghi in ambito europeo)
La città mediterranea









Contrasto con il ritratto della città globale
Precoce sviluppo urbano incide tuttora
Relativa indipendenza della città dall’industria
Vita all’esterno della casa (e in tuguri)
Spontaneismo dello sviluppo urbano: sovraurbanizzazione,
speculazione
Movimenti popolari e fenomeni di squatting
Distribuzione simile alla città preindustriale concentrica: residenze
borghesi al centro
Predominanza di strutture edilizie verticali
Maggiore promiscuità tra attività e gruppi sociali (patchwork spaziale
di attività e schema di differenziazione verticale) (Me R)
Trasformazioni delle metropoli
Tesi dell’americanizzazione delle città europee
 Per contro: improprio parlare di “ghetti”;
persistenza dei ceti medi; minor crescita del
proletariato dei servizi
 Differenza tra metropoli europee e americane:
concentrazione delle classi abbienti in centro;
minore polarizzazione e segregazione sociale;
maggiore impegno pubblico contro la
segregazione (VH)

Quanto conta ancora la prossimità?
• Diminuisce l’importanza della prossimità spaziale
con altre attività urbane? (dipende)
• Per alcuni, la città contemporanea non è più un sistema
economico integrato (caso della finanza)
• Per altri, il carattere sistemico non è venuto meno, ma si
è modificata la natura delle relazioni che lo determinano
• Duplice natura della città: compresenza di nodi di reti
globali e di un sistema economico locale
• Caso dei servizi alle persone (e alle infrastrutture…)
Reti telematiche e interazione diretta
• Attenuazione dei vincoli spaziali per alcuni tipi di attività
e sviluppo di reti globali: oltre alla finanza, caso della
comunicazione e dei mass media
• Sviluppo delle interconnessioni telematiche a livello
mondiale; ma solitamente i contatti telematici si
aggiungono a quelli interpersonali
• Caso del telelavoro: più che lavoro a distanza,
integrazione tra diversi modi di lavorare, che favorisce
mobilità, flessibilità, integrazione in rete
• Lo spazio reticolare non è neppure privo di gerarchie o di
squilibri
Fattori di concentrazione urbana delle
attività economiche
• 1) importanza delle relazioni personali e del contatto con
il singolo esperto o professionista, specie nelle attività
innovative. I grandi professionisti hanno sede nelle
grandi città. Attività innovative e ristretti gruppi
interagenti di soggetti creativi
• 2) presenza nelle città di infrastrutture, istituzioni,
servizi: possibilità di interagire con centri di ricerca,
laboratori, università. Attrattività ricreativa e culturale
• “Regioni-C” (Anderson): conoscenza, creatività,
opportunità culturali, comunicazione
• Concetti di milieu innovateur e polo tecnologico
Economia e strutture comunitarie



Implicazioni tra economia di mercato e
strutture comunitarie (economia domestica,
sommersa, solidaristica, ecc.)
Caso dei distretti industriali
(“industrializzazione senza fratture”, “mercato
comunitario”)
Caso dei quartieri e delle economie “etniche”
(M e R)
Commercio e città
• Città come sede di servizi di varia natura
• Commercio come elemento specifico della vita
urbana nella storia e fattore di trasformazione
culturale
• Andamento a U dell’importanza delle attività
commerciali nell’economia urbana: offuscato dal
fordismo, riemerge con la sua crisi (riutilizzo di
spazi industriali vuoti)
Lo spazio del mercato



Mercato come elemento strategico per la fondazione della
città moderna.
Importanza dello spazio del mercato per il progetto di città.
Dall’esterno all’interno delle mura. Dalla separatezza
all’integrazione.
Nuove forme di mercato: i centri commerciali e la proposta
dell’acquisto come “esperienza”. Imitazione dei sistemi
urbani e rovesciamento del rapporto tra città e mercato
Tendenze del commercio
• Modernizzazione del commercio, con l’articolazione di
punti vendita di vari formati
• Tendenza localizzativa verso le aree esterne alle città
(specie per i formati maggiori)
• Rischio di impoverimento del tessuto commerciale delle
aree urbane
• Costituzione di centri commerciali naturali
• Specializzazione dell’attività commerciale di particolari
zone della città: formazione di distretti commerciali (il
“quadrilatero della moda” a Milano)
Il turismo urbano e il city marketing
• Tentativo di valorizzazione turistica anche di città
specializzate in passato in altri settori
• Ricorso a grandi architetti, lancio di nuovi beni culturali,
valorizzazione di tradizioni enogastronomiche
• L’organizzazione di grandi eventi come strategia
promozionale
• Il city marketing: insieme di iniziative volte a
promuovere l’immagine di una città
Il locale come livello strategico




MKT urbano e territoriale: insieme di azioni orientate a
promuovere l’immagine di un territorio allo scopo di attrarre
risorse di vario tipo
Tende a compensare la riduzione di flussi finanziari dal centro
(livello statuale) e a riflettere l’accresciuta interdipendenza fra
attori e territori
Tendenze alla elasticizzazione dei confini: spostamento delle
strategie e coalizioni oltre i confini nazionali
Città come attori competitivi: i sistemi urbani tendono a
diventare soggetti di mercato orientati alla massimizzazione di
risorse e opportunità in situazione di concorrenza (M e R)
Città come attori competitivi




Sistemi urbani tendono a diventare soggetti di
mercato orientati alla massimizzazione di risorse e
opportunità in situazione di concorrenza
Condizioni per la capacità attrattiva di un territorio
(dalle istituzioni educative alla qualità dell’ambiente
locale)
Effetti di degerarchizzazione (tra regioni e Stati) e
ri-gerarchizzazione (nei rapporti tra locale e globale)
Nuove reti sistemiche e nuove formule gerarchiche
per la costruzione di coalizioni vincenti