Materiale in consultazione utilizzato nel corso delle lezioni Il ritorno della città nelle scienze sociali Guido Borelli Facoltà di Scienze Politiche – Cagliari, 7 aprile 2008 «Nella prima metà del XX secolo lo studio della città è stato il nucleo della sociologia, come risulta dalle opere di Simmel, Weber, Benjamin e dal lavoro della Scuola di Chicago (Park e Wirth), a cui va aggiunto Henri Lefebvre (...) In seguito, lo studio della città, e di conseguenza la sociologia urbana, ha perso il ruolo di lente privilegiata della disciplina (...) Fu decisivo il fatto che la città avesse smesso di essere il perno delle trasformazioni dell’epoca, cioè il luogo strategico per la ricerca sui processi non urbani». La sociologia urbana si interessò sempre più a quelle che erano chiamate problematiche sociali. Entro questa prospettiva, le città sono state per lungo tempo considerate dai governi nazionali come officine di produzione, o come centri di consumo e di estrazione del plusvalore, o come una questione patologica perché rappresentavano, entro uno spazio denso, costoso e congestionato, acuti problemi di integrazione sociale e di degrado ambientale. All’avvento del nuovo secolo, la città appare nuovamente come un sito strategico per la comprensione delle tendenze che modellano l’ordinamento sociale. Entro questa nuova prospettiva, le città introducono nuove questioni problematiche. Cosa indichiamo oggi quanto utilizziamo il termine ‘città’? Le città rimangono – come nel passato – nodi in cui svariati processi si intersecano generando concentrazioni di persone e di attività? oppure il momento urbano è soltanto un momento nell’ambito di traiettorie complesse che attraversano più luoghi? Il ritorno dei ‘classici’ nella sociologia urbana Un modo possibile per rispondere alla questione iniziale: «cosa indichiamo oggi quanto utilizziamo il termine ‘città’?» può partire da due ipotesi preliminari: 1. la città è la sua popolazione (come si distribuisce); oppure: 2. la città è un gruppo (politico) regolativo dell’economia. DIMENSIONE ECONOMICA DIMENSIONE POLITICA Weber città e sviluppo economico mondiale città e sottosviluppo politiche urbane mercato del lavoro sviluppo locale sostenibilità e sviluppo urbano governo della città classi sociali conflitti urbani città distribuzione gruppi nello spazio urbano Park tipologie di forme urbane DIMENSIONE ECOLOGICA Gli oggetti di studio della sociologia urbana (adattato da Mela, 2006) povertà urbane gruppi emarginati subculture urbane Simmel manifestazioni culturali DIMENSIONE CULTURALE A. La tradizione europea 1. La città come luogo della modernità (Georg Simmel) 2. L’approccio storicistico (Max Weber) B. La tradizione anglosassone 1. L’ecologia umana (Robert Park) 2. La urban political economy (D. Harvey, H. Molotch) Il ‘nuovo intermezzo storico’ (i neo-weberiani) Il filone di ricerca sulle città europee inaugurato da Bagnasco e Le Galès (1999) sostiene che lo svuotamento dello stato ha prodotto una particolare congiuntura di incertezza e debolezza dei poteri superiori, ma ha anche determinato le precondizioni favorevoli per la creazione di uno spazio politico delle città relativamente autonomo e distinto. Derivandola dal lavoro di Max Weber (1922), questa particolare congiuntura è stata definita come un nuovo intermezzo storico: si tratta di un ruolo che non è nuovo per le città europee, perché presenta delle analogie con il modello delle città medioevali studiato nel secolo scorso da Weber. L’emergere di questa nuova corrente di studi – denominata neoweberiana – pone al centro dell’attenzione le città come società locali (incomplete), dotate di una particolare divisione del lavoro tra il mercato, le strutture sociali e le istituzioni politiche. Gli attuali modelli di organizzazione urbana si dimostrano capace di assicurare un elevato grado di flessibilità dell’economia e rapidi aggiustamenti agli imperativi del mercato, insieme a una certa equità sociale, attraverso la redistribuzione dei costi e dei benefici per la società locale e costituisce un modo originale di riguardare i processi urbani. Questi modelli di organizzazione urbana costituiscono un modo originale di riguardare i processi urbani: La ‘parole chiave’ di questi modelli è: urban governance declinata lungo i concetti di: 1. città come attore collettivo 2. (produzione di) capitale sociale 3. pianificazione strategica (deliberativa) Le popolazioni metropolitane (la nuova ecologia umana) Il filone di ricerca sulle popolazioni metropolitane inaugurato da Martinotti (1993) percorre un approccio che abbandona i limiti dell’ecologia umana ‘classica’ e amplia la visuale dalle popolazioni che abitano la città a quelle che usano la città (i city users). Alla popolazione residente – che in città vota, paga le tasse e il cui status è inversamente proporzionale alla distanza dal centro urbano – si affiancano i flussi dei city users: pendolari e consumatori provenienti dall’atollo corallino dell’area metropolitana e i businessmen della città delle reti che «vivono tra le città, piuttosto che nelle città». Sulla base di questa eterogenea morfologia urbana, su che basi la nuova urban political economy considera la cittadinanza? L’assenza di una consolidata nozione di cittadinanza sembra un esito dei deficit cognitivi con i quali gli studi demografici nazionali rappresentano la morfologia sociale dei centri urbani. Sebbene più volte richiamato, il dinamismo urbano non è colto in uno dei suoi aspetti costitutivi: gli stakeholder della politica economica urbana appaiono da un lato appiattiti su un’idea di cittadinanza obsoleta e, dall’altro lato, ipostatizzati entro il concetto estremamente vago di ‘attori’. Riferimenti bibliografici Bagnasco, A. (1992), “La ricerca urbana fra antropologia e sociologia”, in U. Hannerz, Esplorare la città, Il Mulino, Bologna. Bagnasco, A., Le Galès, P. (eds.) (2001), La città nell’europa contemporanea, Liguori, Napoli. Martinotti, G. (1993), Metropoli, Il Mulino, Bologna. Park, R.E. Burgess, E.W., McKenzie, R.D. (1967), La città, Einaudi, Torino (ed. or., 1925). Rossi, P. (1987), Modelli di città, Einaudi, Torino. Weber, M. (2003), La città, Donzelli, Roma (ed. or. 1922). Wirth, L. (1938), “L’urbanesimo come modo di vita”, Armando, Roma (ed. or. 1938).