Ottica geometrica 1 19 dicembre 2013 Definizioni Approssimazioni Stigmatismo Specchio concavo, fuoco Invertibilita` del cammino ottico Immagini e oggetti virtuali Definizioni • Si dice oggetto un corpo che emette luce propria o diffonde luce di un’altro corpo • Strumento ottico e` un apparato, semplice o complesso, che riflette o rifrange la luce emessa da un oggetto • Esempi ne sono uno specchio, una lente, l’occhio, un telescopio • Immagine e` la luce emessa dall’oggetto dopo essere stata trasformata dallo strumento ottico e raccolta su uno schermo (torneremo sul concetto) • L’ottica geometrica (OG) studia la formazione di immagini mediante strumenti ottici, considerando la luce emessa dall’oggetto come un insieme di raggi 2 Approssimazioni dell’OG • Nell’OG si considera la luce come formata da particelle che si muovono in line retta e interagiscono con le superfici dello strumento ottico secondo le leggi della riflessione e della rifrazione • Nell’OG non entra mai in gioco la natura ondulatoria della luce • Tale approssimazione e` generalmente ben soddisfatta, perche’ le dimensioni delle superfici degli strumenti ottici sono molto maggiori della lunghezza d’onda della luce 3 Forma dello strumento ottico • Ci limiteremo a studiare il caso in cui – gli strumenti ottici abbiano un asse di simmetria cilindrica – gli elementi dello strumento siano costituiti solo da porzioni di superfici piane o sferiche • In tal modo rimangono definiti per ciascuna superficie – un centro C e un raggio di curvatura R – un vertice V come intersezione tra la superficie e l’asse R V C 4 Stigmatismo • Uno strumento ottico e` detto stigmatico se trasforma un punto oggetto in un unico punto immagine: e` una condizione essenziale per una buona definizione dell’immagine • Lo strumento puo` essere stigmatico per uno o alcuni punti oppure puo` esserlo per tutti i punti dello spazio oggetto • Lo stigmatismo e` difficile da ottenere 5 Ottica gaussiana • Si puo` ottenere stigmatismo in modo approssimato a condizione di usare raggi parassiali, cioe` poco inclinati rispetto all’asse ottico dello strumento e poco distanti da esso • La piccola inclinazione permette di approssimare la tangente e il seno di un’angolo con l’angolo stesso (espresso in radianti) • In questa approssimazione gaussiana gli angoli q, a, q’ sono tutti piccoli e la sagitta HV, relativa al semi-arco NV si puo` considerare nulla N q P C a Q q’ H V 6 Aberrazioni • Le eqq. che ricaveremo per le immagini formate da uno strumento ottico sono valide solo nell’approssimazione parassiale • Non sono più accurate quando consideriamo – raggi con grandi angoli rispetto all’asse – raggi lontani dall’asse – luce non monocromatica per elementi ottici rifrattivi • Questo fenomeno ha diversi aspetti, chiamati nell’insieme aberrazioni 7 Tipi di elemento ottico • Una superficie di uno strumento che presenta solo riflessione e` detta superficie catottrica o specchio • Una superficie di uno strumento che presenta rifrazione e` detta superficie diottrica o diottro • Le superfici rifrangenti presentano anche riflessione, ma in approssimazione parassiale (piccoli angoli di incidenza) l’onda riflessa ha intensità piuttosto piccola e viene trascurata (o considerata parassita) • Una lente è l’insieme di due diottri 8 Formazione delle immagini • Studieremo dapprima la formazione dell’immagine per un punto sull’asse • In un secondo momento studieremo cosa succede per un punto fuori asse 9 Formazione delle immagini • Dopo aver interagito con un elemento ottico i raggi possono convergere sul punto immagine, e raggiungerlo • Dopo di che ne divergono come se l’immagine fosse un oggetto e non è possibile distinguere la luce proveniente da un’immagine da quella proveninente da un oggetto • L’immagine di un elemento ottico diventa così l’oggetto dell’elemento successivo 10 Specchio concavo (1) • Cerchiamo l’immagine Q di un punto oggetto P giacente sull’asse a sinistra di C • Consideriamo un raggio (luminoso) PN emesso da P e incidente sul punto N dello specchio • Tracciamo il raggio (geometrico) CN dal centro dello specchio a N: l’angolo PNC e` l’angolo d’incidenza i • Il raggio PN viene riflesso secondo l’angolo di riflessione CNQ=r N ir P C Q V 11 Specchio concavo (1) • Con riferimento alla figura, abbiamo le seguenti due uguaglianze geometriche q i a q ' a r • Sommando membro a membro ed eliminando i ed r q q ' 2a • Esprimiamo le tangenti degli angoli tgq NH PH tga NH CH N ir q P a C Q q’ H V tgq ' NH QH • Diciamo y la distanza trasversale NH • o la distanza dell’oggetto dal vertice • i la distanza dell’immagine dal vertice 12 Specchio concavo (1) • Nell’approssimazione di Gauss le tangenti sono assimilabili agli angoli, HV ~ 0 e quindi q tgq y / o • E sostituendo in a tga y / R q q ' 2a q ' tgq ' y / i otteniamo 1 1 2 o i R Il valore di i non dipende dal particolare raggio, ovvero da q o y, quindi si ha stigmatismo N P C V Q o R i 13 Stigmatismo approssimato • Se non facessimo approssimazioni, detto x • otterremmo HV R1 cos a y y 1 2tgatgq tg 2a i x x y R1 cosa 2 tgq ' tg 2a q 2tga tgq tg atgq • E siccome tga y ( R cosa ) otteniamo cosa 1 y R 2 2 • E infine y R 1 2 1 2 y R o i R 1 1 2 2 1 y 1 R R o R o • Poiche’ la posizione dell’immagine dipende da y, non avremmo stigmatismo 1 • L’AG consiste nel fermarsi al primo ordine in y, i 2 1 ottenendo cosi’ stigmatismo approssimato R o 14 Fuoco • Se facciamo tendere P all’infinito (o ) il raggio PN diventa parallelo all’asse e il raggio riflesso interseca l’asse in un punto F detto fuoco • Dall’eq. dello specchio ricaviamo la posizione del fuoco (i = f) R f 2 N V C F 15 Invertibilità dei raggi • In ottica esiste il principio di invertibilità del raggio luminoso (o cammino ottico), secondo cui invertendo il verso di un raggio, si ottiene ancora un possibile raggio • Applicato al caso precedente possiamo allora affermare che un raggio emesso dal fuoco viene riflesso parallelamente all’asse • Allora o = f e i N V C F 16 Specchio concavo (2) • Anche per punti oggetto P compresi tra C e F possiamo ripetere la costruzione già vista e ottenere la stessa equazione 1 1 2 o i R N V Q C P F 17 Specchio concavo (3) • Cerchiamo l’immagine Q di un punto oggetto P giacente sull’asse a destra di F • Il raggio riflesso e l’asse sono ora divergenti e non esiste un punto in cui i raggi convergano • Se prolunghiamo il raggio riflesso al di là dello specchio, esiste però un’intersezione Q con l’asse che viene detta immagine virtuale di P: non sono i raggi, ma i loro prolungamenti geometrici che si incontrano N C F P V Q 18 Specchio concavo (3) • In tal caso valgono le relazioni geometriche q i a r q 'a • Sommando membro a membro e semplificando q q ' 2a • Come nel caso precedente approssimiamo l’angolo con la ottenendo tangente, 1 1 2 o i R N r a C i F P q V q' Q 19 Immagini virtuali • A differenza delle immagini reali, nelle immagini virtuali i raggi luminosi non convergono in un punto e quindi non possono essere raccolte su uno schermo • Mediante un sistema ottico, possono però essere focalizzati su uno schermo ove formano un’immagine reale • Anche l’occhio può svolgere tale funzione, in questo caso lo schermo è la retina dell’occhio N C F P V Q 20 Oggetti virtuali • Supponiamo che un elemento ottico faccia convergere i raggi che lo colpiscono • Se questi raggi sono successivamente intercettati da un secondo elemento ottico, l’immagine del primo elemento puo` anche non formarsi • Ciononostante l’immagine che si formerebbe può essere considerata come un oggetto virtuale per il secondo elemento ottico • P. e. l’immagine creata da un elemento ottico convergente, p.e. una lente, che cadesse dietro uno specchio, costituisce un oggetto virtuale per lo specchio 21