Termodinamica: studio delle trasformazioni energetiche Cos’è l’energia? Definizione operativa: capacità di produrre lavoro Il concetto di energia nasce storicamente dagli studi di meccanica Molte leggi naturali sono espresse sotto forma di principio di conservazione Alcuni di questi principi erano già noti agli scienziati del ‘700 Conservazione della quantità di moto Conservazione del momento angolare Conservazione dell’energia (in alcuni casi Epot+Ekin= Costante) La chimica e’ fondata sui principi di conservazione della massa e dell’energia La materia Nel 17mo secolo vi era ancora molta confusione su cosa fosse la materia Johann Becher e George Stahl fondarono la Teoria del Flogisto Georg Ernst Stahl (1659-1734) Simbolo del Flogisto La materia e’ costituita da due componenti: il flogisto e la cenere Bruciando, il flogisto si libera nell’aria, lasciando solamente la cenere Per noi Combustibile + comburente prodotti + calore Per la teoria del flogisto Sostanza che brucia ceneri + flogisto Aggiungere ossigeno = togliere flogisto Togliere ossigeno = aggiungere flogisto La Teoria del Flogisto Fatti spiegati dalla teoria del Flogisto I combustibili perdono peso bruciando, perche’ perdono flogisto. La combustione cessa quando tutto il flogisto e’ fuoriuscito dalla sostanza e ha saturato l’aria Il carbone lascia pochissimo residuo perche’ e’ flogisto quasi puro Un topolino muore se chiuso in un ambiente sigillato perche’ l’aria si satura di flogisto Alcune ‘calci metalliche’, scaldate con carbone si ritrasformano in metallo perche’ il carbone cede il flogisto Principale problema della Teoria del Flogisto Alcune sostanze aumentano di peso dopo essere state bruciate (I metalli che producono ossidi, per esempio) Joseph Priestly scopre l’ossigeno nel 1774, ma non crede alla teoria dell’ossidazione. Chiama l’ossigeno aria deflogistificata Conservazione della massa Antoine-Laurent Lavoisier (1743-1794) e sua moglie Antoine Lavoisier mostra come la combustione non e’ una perdita di flogisto, ma una reazione chimica con l’ossigeno. Enuncia il principio di conservazione della massa: La materia non viene nè creata nè distrutta, ma cambia solamente forma John Dalton (1766-1844) La materia e’ composta da atomi che non possono essere nè creati nè distrutti La natura del calore Sir Francis Bacon (1561 –1626) Nel 1620 Bacon aveva avuto l’intuizione che il calore era nient’altro che “movimento, rapida e vigorosa agitazione delle particelle di cui è composta la materia” La sua teoria del calore venne dimenticata La Teoria del Calorico L’opinione prevalente era che il calore fosse una sorta di fluido misterioso, il calorico. I corpi caldi contengono piu’ calorico del corpi freddi Mettendo a contatto un corpo caldo con un corpo freddo, il calorico fluisce dal corpo caldo a quello freddo La teoria del calorico assegnava a questo fluido strane proprietà. Prima di tutto non aveva peso: scaldare un etto di ferro non portava ad un aumento del suo peso; però occupava spazio. I corpi, infatti, aumentavano di volume se riscaldati. ‘Spiegazioni’ di altri fenomeni L’elettricità è generata dal flusso di due fluidi, chiamati ‘vetroso’ e ‘resinoso’ Il magnetismo è generato dal flusso di due altri fluidi, chiamati ‘australe’ e ‘boreale’ •Nel diciottesimo secolo, il medico italiano Luigi Galvani (1737-1798) scoprì che un conduttore bimetallico caricato elettricamente poteva far muovere le zampe di rane morte. Si pensò che l’elettricità scorresse dentro ogni essere vivente. •Alessandro Volta (1745-1827), fisico comasco, riconobbe che “l’effetto Galvanico”, il movimento delle zampette di rana, era da ricondurre al passaggio della corrente nei tessuti animali, incapaci di produrre elettricità. Nel 1800, Volta costruì la prima pila, denominata voltaica in suo onore. Quest’apparato era in grado di produrre corrente elettrica sfruttando una reazione chimica. Michael Faraday (1791-1867) scopri’ che il passaggio di elettricità in una soluzione poteva indurre delle reazioni chimiche Hans Christian Ørsted (1777-1851) scopri’ che la corrente elettrica poteva generare un campo magnetico. Thomas Seebek (1770-831) osservo’ un passaggio di corrente elettrica quando due metalli congiunti tra loro erano posti a temperature diverse, scoprendo l’effetto termoelettrico Tutti questi fenomeni mostravano chiaramente come elettricità, magnetismo, calore e reazioni chimiche erano strettamente correlati Cominciò a poco a poco a farsi strada l’idea che la moltitudine di fenomeni osservati potevano essere visti come la trasformazione di un’unica entità che cambiava solamente forma: l’Energia •Poteva il principio della conservazione della somma di energia cinetica e potenziale, valere anche per altre forme di energia? Per lungo tempo calore e temperatura furono confusi Joseph Black 1728-1799 All’equilibrio termico le temperature di tutte le sostanze sono eguali (Principio zero della termodinamica) Nonostante i numerosi tentativi, il calorico sfuggiva ad ogni sforzo per essere isolato e investigato direttamente. Pian piano aumentava l’evidenza sperimentale e teorica anche la teoria del calorico fosse errata. Sir Benjamin Thompson, Count Rumford (1753 –1814) Benjamin Thompson, Conte Rumford, supervisionava la fabbricazione di cannoni. Il corpo di un cannone veniva fabbricato a partire da un cilindro di metallo, in cui veniva prodotto meccanicamente un foro del diametro desiderato. L’attrito meccanico generava moltissimo calore. La teoria del calorico sosteneva che la polvere di metallo poteva “contenere” meno calorico del blocco di metallo originale. Durante la lavorazione del cannone, il calorico non poteva più essere immagazzinato nella polvere metallica, e veniva disperso sotto forma di calore. Thompson immerse un blocco metallico in acqua, e dimostrò che era necessaria la stessa quantità di calore per innalzare di un grado la temperatura della polvere metallica generata, oppure di un blocco di metallo dello stesso peso. La polvere metallica non era meno capace di immagazzinare calore rispetto al pezzo di metallo non polverizzato. Il calore prodotto proveniva semplicemente dal lavoro meccanico compiuto per forare il cannone. Il calore quindi non era una sostanza. Le idee sbagliate però sono dure a morire, e la teoria del calorico sopravvisse ancora un poco. Ancora oggi, nel linguaggio comune, sono presenti dei “resti linguistici” di quella teoria. Parliamo infatti di calore che “entra” ed “esce” dai corpi, o dalle finestre aperte. L’uso della caloria (cal) come unità di energia è una vestigia di quel passato. Julius Robert von Mayer (1814-1878) Julius Robert von Mayer fu il primo a enunciare l’eguaglianza tra calore, energia cinetica ed energia potenziale. James Prescott Joule 1818-1889 •Gli esperimenti che portarono all’enuciazione del principio di conservazione dell’energia sono dovuti a James Prescott Joules. Esperimenti di Joule (1843-1848) Recipiente adiabatico contenente una certa quantità fissa d’acqua sulla quale viene fatto lavoro in modi diversi: a) rotazione di una ruota a pale b) compressione di un gas c) passaggio di corrente La stessa quantità di lavoro produce lo stesso innalzamento di temperatura, in qualsiasi modo sia fatto il lavoro. Il primo principio della termodinamica: La trasformazione di un corpo racchiuso da una parete adiabatica da un ben definito stato iniziale ad un ben definito stato finale richiede la stessa quantità di lavoro indipendentemente dal modo in cui avviene la trasformazione. U Energia interna: energia totale del sistema U = U (n, p ,T…..) FUNZIONE DI STATO [U] = J U = U2- U1= wad Conseguenza: se un corpo è isolato (racchiuso da una parete adiabatica e su di esso non si compie o esso non compie lavoro) la sua energia interna è costante. wad = 0 U = 0 Formulazione alternativa del primo primo principio della termodinamica L’energia interna di un sistema isolato è costante Principio della conservazione dell’energia Supponiamo ora che la stessa quantità d’acqua considerata negli esperimenti di Joule sia racchiusa in un contenitore diatermico. Lo stesso innalzamento di temperatura, e quindi la stessa variazione di energia interna può essere provocato fornendo calore al sistema. Calore e lavoro sono due meccanismi di trasferimento di energia H2O (1 atm, 14.5 °C) 4.184 J = 1 caloria H2O (1 atm, 15.5 °C) d U = dq + dw dq 0 calore assorbito dal sistema dw 0 lavoro fatto sul sistema dq < 0 calore ceduto dal sistema dw < 0 lavoro fatto dal sistema CONVENZIONE positivo ciò che entra nel sistema, negativo ciò che esce Espansione di un gas perfetto Consideriamo una espansione infinitesima dV contro una pressione esterna pex. La forza contro la quale il gas si espande è F = pex A dove pex è la pressione esterna agente sul pistone A è l’ area del pistone. Il lavoro infinitesimo fatto dal sistema dw = - (forza che si oppone spostamento infinitesimo ) dw = - (pex A)dz = - pex dV Vf w Vi p ex dV Anticipiamo: L’energia interna di un gas perfetto dipende solo dalla temperatura In una espansione isoterma di in gas perfetto U non cambia U = 0 Consideriamo tre diversi casi Espansione isoterma a) contro il vuoto b) contro una pressione esterna costante c) contro una pressione esterna che è di un infinitesimo inferiore alla pressione interna a) contro il vuoto pex = 0 w=0 U 0 q0 b) contro una pressione esterna costante Vf w pex dV Vi Vf pex dV pex (V f Vi ) Vi U 0 q w c) espansione isoterma contro una pressione esterna che è di un infinitesimo inferiore alla pressione interna Un’espansione che avviene attraverso infiniti stati di equilibrio: espansione reversibile. Vf In questo caso pex = p w pdV Vi Se il gas si comporta idealmente nRT p= V Vf w= dV -nRT Vi V U 0 Vf = -nRTln Vi q w Conclusioni 1) La quantità di lavoro fatta dal gas dipende dal modo in cui avviene il processo: il lavoro non è una funzione di stato 2) Il lavoro massimo ottenibile dal sistema è quello ottenuto in una espansione reversibile d U = dq + dw U funzione di stato q e w non sono funzioni di stato dU differenziale esatto dq e dw non sono differenziali esatti dw = dwe + dwexp= dwe - pdV dU = dq + dw = dq + dwe - pdV A V costante e dwe= 0 U C v T d U = dq v V Cv capacità termica a volume costante Cv = mcv cv calore specifico a volume costante qv U Cv dT Se Cv è costante nell’intervallo di temperatura considerato qv U Cv T Se il processo avviene a pressione costante U q H = U+ pV H Entalpia H = q p H = U + pV dH = dU+ pdV+ Vdp dU = dq -pdV +dwe dH = dq -pdV +dwe + pdV+ Vdp = dq +dwe + Vdp A p costante e dwe= 0 H = qp H C p T p Cp capacità termica a pressione costante Cp = mcp cp calore specifico a pressione costante q p H C p dT Se Cp è costante nell’intervallo di temperatura considerato qp =Cp T Se l’intervallo di temperatura è troppo grande affinchè Cp possa essere ritenuto costante Cp = a + bT + c/T 2 dove a, b e c sono parametri empirici indipendenti dalla temperatura. H Cp T p H H (T2 ) H (T1 ) T2 C p dT T1 T2 T2 T1 T1 T2 c dT 2 T T1 adT bTdT b 1 1 a(T2 T1 ) (T22 T12 ) c( ) 2 T2 T 1 Esercizio 1 Un campione di metano di massa 4.5 g occupa 12.7 L a 310 K. a) Calcolare il lavoro fatto quando il gas si espande isotermicamente di 3.3 L contro una pressione esterna costante di 200 torr b) Calcolare il lavoro fatto quando il gas si espande isotermicamente e reversibilmente fra gli stessi stati. Vf a) w pex dV Vi pex V f Vi pex V 200 1.013 105 3.3 10 3 760 88 J Vf b) w pex dV Vi Vf nRT dV Vi V Vf dV nRT Vi V Vf nRT ln Vi 4 .5 16 8.31 310 ln 16 12.7 167 J Esercizio 2 Calcolare la variazione di entalpia quando una mole di CO2 è riscaldata da 15 °C a 37 °C, considerando Cp costante (29.14 J K-1 mol-1). Calcolare la medesima variazione di entalpia tenendo in considerazione la dipendenza di Cp dalla temperatura, descritta da un’espressione del tipo c C p a bT 2 T con a = 44.22 J K-1 mol-1 b = 8.79 10 -3 J K-2 mol-1 c = -8.62 105 J K mol-1. 1) Tf H q p C p dT Ti Tf Cp dT Ti C p T 29.14 22 641 Jmol 1 2) T2 q C p dT T1 T2 T2 T1 T1 T2 c dT 2 T T1 adT bTdT b 2 1 1 2 a(T2 T1 ) (T2 T1 ) c( ) 2 T2 T 1 8.79 10 3 44.22 22 310 2 2882 2 1 1 8.62 105 310 288 973 57.8 212 818 J mol -1