Ottimismo e pessimismo in relazione alla

1. Nei momenti di incertezza, di solito mi aspetto il meglio.
1 2 3 4 5
2. Mi è facile rilassarmi.
1 2 3 4 5
3. Se è possibile che qualcosa mi vada male, mi andrà male di sicuro.
1 2 3 4 5
4. Sono sempre ottimista sul mio futuro.
1 2 3 4 5
5. E’ importante per me tenermi occupato.
1 2 3 4 5
6. Difficilmente credo che le cose vadano a mio favore.
1 2 3 4 5
7. Difficilmente mi capita di provare malessere.
1 2 3 4 5
8. Mi aspetto raramente che mi capitino cose buone.
1 2 3 4 5
9. Sto molto bene con i miei amici.
1 2 3 4 5
10. Nel complesso, do per scontato che mi capitino più cose buone che cattive.
1 2 3 4 5
1
Ottimismo e pessimismo in
relazione alla competenza emotiva
15 Maggio 2008
2
Il costrutto dell’ottimismo
 Ottimismo e pessimismo sono concetti della psicologia del senso comune.
 Nell’ambito della psicologia positiva,
la psicologia scientifica si è occupata di ottimismo
passaggio da ottimismo come concetto ingenuo
a costrutto scientifico, inteso come una prospettiva sugli
eventi, declinata in modi diversi a livello teorico ed operativo.
3
L’ottimismo come costrutto scientifico
Entro l’ottimismo realistico, i modelli esplicativi e i piani di ricerca oggi
dominanti sono:
ottimismo attribuzionale
L’ottimismo attribuzionale:
stile cognitivo di spiegazione degli eventi, cioè modalità abituale di
attribuire cause agli eventi che accadono nella vita;





ottimismo disposizionale
causa interna vs esterna;
stabilità vs instabilità;
universalità vs specificità (Abramson et al., 1979).
L’ottimismo disposizionale:
disposizione mentale ad attendersi esiti favorevoli in futuro,
(Scheier e Carver, 1985).
4
L’ottimismo disposizionale: il valore
delle aspettative per il futuro
 Gli ottimisti tendono ad assumere un atteggiamento di fiducia e di persistenza
poiché hanno l’aspettativa fondata di raggiungere il loro scopo;
 valutano le avversità come sfide da accettare e vincere;
 accettazione del limite invalicabile;
 vanno alla ricerca di opportunità che l’ambiente può offrire per risolvere i
problemi e superare le difficoltà;
 gli ottimisti, raggiungendo lo scopo desiderato, aumentano il senso di efficacia
personale.
 I pessimisti invece appaiono dubbiosi ed esitanti;
 non hanno fiducia di raggiungere il risultato desiderato;
 spesso desistono,
 tendendo tra l’altro a valutare le avversità come minacce;
 Impotenza.
5
Scala di misurazione
Revised Life Orientation Test (LOT-R)
(Scheier, Carver & Bridges, 1994)
Ottimismo
disposizionale
6
Calcolo del punteggio
Sommare i punteggi ottenuti nelle affermazioni 1, 4, 10 (a)
Invertire e poi sommare i punteggi ottenuti nelle affermazioni 3, 6, 8 (b)
Sommare (a) + (b)
Non attribuire punteggi per le affermazioni 2, 5, 7, 9
Punteggi grezzi
Maschi (n=400)
Femmine (n=400)
Pessimisti
fino a 18
fino a 17
Intermedi
19-23
18-22
Ottimisti
da 24 in su
da 23 in su
7
Costrutti correlati all’ottimismo
disposizionale
La speranza
La speranza è un costrutto mentale che riguarda il raggiungimento dei risultati
desiderati e si fonda su due dispositivi psicologici:
- l’agentività  pensare alle persone come responsabili e protagoniste,
determinate e impegnate attivamente a raggiungere gli scopi desiderati
- la pianificazione  definire uno o più percorsi di pensiero e di
comportamento per individuare, analizzare e valutare le possibilità e i mezzi
per conseguire i risultati voluti
L’ottimismo si traduce nella speranza (Snyder, 2000): gli ottimisti hanno un
elevato e fondato grado di speranza di riuscire nei loro progetti, è vero il
contrario per i pessimisti.
8
Costrutti correlati all’ottimismo
disposizionale
L’ autoefficacia
L’autoefficacia è la fiducia delle persone nelle proprie competenze per ottenere
i risultati desiderati attraverso le proprie azioni.
E’ ciò che si crede di poter fare con le proprie capacità in determinate
condizioni (Maddux, 2002).
Per Maddux (2002), non essendo l’autoefficacia un tratto geneticamente
ereditato, essa si sviluppa nel corso del tempo con l’esperienza e coi risultati
ottenuti dai tentativi passati di controllo dell’ambiente.
L’ottimismo contribuisce a generare il senso dell’autoefficacia poiché
incrementa e sostiene le competenze e le risorse delle persone
9
Quale legame tra l’ottimismo e le emozioni?
10
11
Ottimismo ed emozioni
 Ottimismo e sistema di valutazione delle situazioni
 Ottimismo e regolazione delle emozioni
 Ottimismo ed emozioni positive
12
Ottimismo e sistema di valutazione
delle situazioni
L’ottimismo disposizionale gioca un ruolo determinante innanzitutto
nel sistema di valutazione sotteso all’esperienza emotiva
Le emozioni non sono accadimenti gratuiti e inspiegabili,
ma esiti del modo in cui le condizioni ambientali sono percepite e
considerate dal soggetto in relazione al proprio benessere e
al raggiungimento dei propri scopi e interessi (Anolli, 2002).
È il significato delle situazioni, piuttosto che la loro natura oggettiva in quanto
stimoli, a costituire il fattore determinante per l’occorrenza delle emozioni.
Le emozioni richiedono di norma un processo di valutazione cognitiva
degli eventi elicitanti (Bellelli, 1995).
Pertanto, differenti valutazioni conducono a differenti emozioni.
13
Ottimismo e sistema di valutazione
delle situazioni
 valutazione primaria concerne variabili motivazionali dell’esperienza
emotiva ovvero l’idoneità o meno della situazione rispetto al
conseguimento degli scopi del soggetto, consiste nel valutare se e quanto
la situazione è pertinente con i suoi scopi (pertinenza), se e quanto facilita
il loro perseguimento (congruenza) e quale coinvolgimento personale
implica;
 valutazione secondaria riguarda la capacità dell’individuo a far fronte alla
situazione intesa sia come capacità di controllare l’evento emotigeno sia
come capacità di gestire e regolare le proprie condotte emotive.
14
La regolazione delle emozioni
È possibile controllare e gestire costantemente le nostre emozioni,
verificandone l’occorrenza, seguendone il decorso, l’intensità e la manifestazione,
attribuendovi un significato soggettivo e interpersonale.
Le emozioni pertanto non sono un materiale inerte che ci capita addosso ma
sono processi articolati e soggetti a costanti modulazioni.
In questo senso esse sono il risultato di opzioni.
15
La regolazione delle emozioni
La capacità di regolare le emozioni è un valido indicatore del proprio
stato di salute mentale ed è una modalità rilevante per conservare il
proprio benessere psichico.
La regolazione delle emozioni è un processo instabile e contingente,
con il rischio di cadere in qualche forma di eccesso:




iper-regolazione: eccesso di controllo delle emozioni (inibizione,
soppressione, coartazione, ecc.)
ipo-regolazione: assenza di controllo delle emozioni (labilità, impulsività,
reattività automatica, ecc.)
esternalizzazione: reazione emotiva disinibita, aggressiva e antisociale
(comportamento oppositivo di sfida, aggressione, iperattività, ecc.)
internalizzazione: iper-regolazione delle emozioni positive e iporegolazione delle emozioni negative (ansia, depressione, ritiro sociale,
preoccupazioni somatiche, ecc.)
La regolazione delle emozioni è un continuo che oscilla fra questi poli
(equilibrio instabile)
16
La regolazione delle emozioni
IL PROCESSO STANDARD DELLA REGOLAZIONE EMOTIVA

Vi sono cinque famiglie di strategie per la regolazione emotiva (Gross, 1998):
1)
2)
3)
4)
5)

la scelta della situazione (selezione)
la modificazione della situazione
l’impiego dell’attenzione
la rivalutazione cognitiva
la modulazione della risposta emotiva
Le prime quattro strategie sono focalizzate sugli antecedenti emotivi; la
quinta sulla risposta
17
La regolazione delle emozioni
IL PROCESSO STANDARD DELLA REGOLAZIONE EMOTIVA
1) LA SCELTA/SELEZIONE DELLA SITUAZIONE
 cercare o evitare certe situazioni emotigene per:
 se stessi (regolazione intrinseca)
 gli altri (regolazione estrinseca)
 tale scelta avviene in base a:
 propria esperienza
 memoria/apprendimento emotivo
2) LA MODIFICAZIONE DELLA SITUAZIONE
 modificare l’ambiente fisico della situazione
 cambiare le proprie espressioni emotive (verbali e non verbali) nel
dialogo emotivo
18
La regolazione delle emozioni
IL PROCESSO STANDARD DELLA REGOLAZIONE EMOTIVA
3) L’IMPIEGO DELL’ATTENZIONE
 come il soggetto focalizza la sua attenzione in una certa situazione:
•
•
distrazione (dirigere l’attenzione altrove; cambiare pensieri)
concentrazione (focalizzare l’attenzione sulla situazione emotiva; può
sfociare nella ruminazione)
19
La regolazione delle emozioni
IL PROCESSO STANDARD DELLA REGOLAZIONE EMOTIVA
4) LA RIVALUTAZIONE COGNITIVA
 la valutazione cognitiva conduce alla individuazione del significato
di una certa situazione; tale valutazione genera l’emozione
corrispondente
 la valutazione del significato situazionale risulta in linea con gli
interessi, desideri, scopi, apprendimenti ecc. del soggetto
 per la regolazione delle emozioni entra in gioco la possibilità di rivalutare la situazione nell’attribuire ad essa un diverso significato
 nell’attribuire un significato diverso si può fare ricorso a:



cercare informazioni aggiuntive sulla situazione
emotigena
fornire una spiegazione alternativa delle cause delle
emozioni
fare riferimento a regole generali (script) delle emozioni
20
La regolazione delle emozioni
IL PROCESSO STANDARD DELLA REGOLAZIONE EMOTIVA
5) LA MODULAZIONE DELLA RISPOSTA EMOTIVA

la modulazione della risposta emotiva riguarda gli aspetti:

biologici (farmaci, sostanze, ecc.)

espressivi (accentuare o ridurre espressioni facciali e
vocali, fare ricorso al linguaggio per la condivisione
emotiva)

esperienziali (esercizi di rilassamento, meditazione,
yoga, ecc.)

la modulazione della risposta va riferita al contesto (urlare è
segno di disadattamento in certe situazioni, appropriato in
altre)
21
La regolazione delle emozioni
FORME DI DISREGOLAZIONE DELLE EMOZIONI
Le forme di disregolazione emotiva possono comparire lungo tutto il
processo di regolazione delle emozioni:
1) scelta distorta delle situazioni

evitare situazioni (paura, fobia, panico)

ritiro sociale e isolamento (depressione, anedonia, tristezza,
riduzione delle esperienze positive)
2) modificazione distorta delle situazioni

ricorso a segnali di salvezza (farmaci, cibo e bevande, telefonino
ecc.) per ridurre lo stress in situazioni di paura e ansia; danno un
senso di protezione
22
La regolazione delle emozioni
FORME DI DISREGOLAZIONE DELLE EMOZIONI
3) impiego distorto dell’attenzione

soppressione di pensieri (impegno nel controllare e inibire i
propri pensieri connessi con emozioni negative come ansia,
paura, vergogna ecc.; risultato paradossale: incremento dei
pensieri indesiderati – rebound effect – presente soprattutto
nelle ossessioni)

distrazione (sforzo di pensare ad altro; utile in un primo
momento, inefficace nel lungo termine)

preoccupazione e ruminazione (continuare a manifestare
verbalmente le proprie emozioni negative e a pensare a certi
eventi/aspetti emotivi negativi; apparente sollievo
momentaneo).
23
La regolazione delle emozioni
FORME DI DISREGOLAZIONE DELLE EMOZIONI
4) cambiamento cognitivo distorto

razionalizzazione (cambiamento irrealistico, superficiale e
ingenuo dell’evento emotigeno, sindrome di Pollyanna;
distorsione ottimistica irrealistica)
5) modulazione distorta della risposta emotiva

uso di sostanze (assumere farmaci, stupefacenti, alcool, ecc.)
per ridurre stati ansiosi ed emozioni negative
24
Ottimismo e
regolazione delle emozioni
L’ottimismo disposizionale gioca un ruolo determinante
nel processo della regolazione delle emozioni
 L’ottimismo costituisce un potente motore emotivo in quanto orienta le
risorse disponibili sia nella fase di attribuzione di significato all’evento
stressante, sia nell’elaborazione di condotte miranti a governare l’emozione
stessa
25
Ottimismo e
regolazione delle emozioni
In specifico, gli ottimisti:


impiegano modalità di regolazione attiva piuttosto che evitante
(aspettative positive portano a maggiore coinvolgimento e persistenza nel
raggiungimento degli obiettivi vs. minore coinvolgimento e desistenza)
sono quindi in grado di modulare in modo flessibile e contingente le diverse
opzioni a disposizione
sia nel caso di situazioni controllabili sia qualora la situazione non sia modificabile
nel caso di situazioni non controllabili, gli ottimisti sono maggiormente in grado di
distaccarsi mentalmente dagli obiettivi in gioco:
a) riducendo gli sforzi cognitivi
b) contenendo il coinvolgimento (sottrazione del valore attribuito agli
obiettivi non raggiungibili)
c) identificando obiettivi nuovi e diversi e ri-attivando le condotte per il
loro raggiungimento (goal disengagement e goal re-engagement).
26
Ottimismo e
regolazione delle emozioni

fanno maggiormente ricorso a strategie di regolazione finalizzate:

alla ri-valutazione cognitiva dell’evento elicitante (positive reappraisal)

a modificare l’ambiente cercando di controllare gli elementi che
causano stress (ricerca di informazioni, pianificazione della condotta)

a esprimere le proprie emozioni, andando alla ricerca di supporto
sociale
27
Ottimismo ed emozioni positive
Visto il legame con il processo di valutazione sotteso all’esperienza emotiva e
con quello della regolazione delle emozioni, è possibile affermare che l’ottimismo è
un promotore delle emozioni positive (gioia, contentezza, soddisfazione, serenità)
A differenza delle emozioni negative (connesse con il raggiungimento di scopi
spesso vitali per l’individuo) le emozioni positive:
-
inibiscono gli effetti nocivi delle emozioni negative;
sono in grado di riportare l’organismo fisiologicamente attivato dalle emozioni
negative a livelli standard (baseline) di funzionamento
- ampliano il repertorio delle risposte dei soggetti e delle loro opzioni di
condotta.
Tale esito è connesso a incrementi nei livelli di dopamina e a un
potenziamento della capacità di modificare e di modulare le risorse attentive
e cognitive dirette al raggiungimento dei propri scopi (pensiero creativo,
flessibilità attentiva, etc.)
- svolgono la funzione di promuovere le risorse dei soggetti e di consolidarne il
valore protettivo nell’affrontare condizioni avverse, ottimizzando forme
28
funzionali di adattamento a contesti negativi.
Altri effetti dell’ottimismo sulla
mente umana
 Favorisce l’apertura mentale in quanto:
- implica un atteggiamento sensibile alle condizioni del contesto e delle novità in esso
contenute;
- contribuisce efficacemente a gestire processi di valutazione;
- promuove una pluralità di prospettive nella comprensione delle cose e degli eventi;
- tende a ridurre i processi valutativi nella loro totalità;
 scoraggia la massimizzazione dei risultati
(questo atteggiamento mentale spesso è alimentato dalla pretesa di ottenere il meglio
possibile ed è connesso con la frustrazione e l’illusione/delusione)
e sostiene la soddisfazione
(gli ottimisti non vanno alla ricerca dell’impossibile e sanno accontentarsi di una
soluzione buona).
29
Imparare ad essere ottimisti
I DISPOSITIVI PSICOLOGICI
 alimentare uno stile attributivo positivo;
 incoraggiare il pensiero positivo;
 mantenere buone relazioni sociali;
 sostenere l’affettività positiva;
 condividere le emozioni;
 rilassamento e meditazione;
 favorire il senso di autoefficacia;
 prevenire e ridurre l’incidenza dei fattori di rischio e di stress;
 promuovere le forme di resilienza;
 religione, ideologia, volontariato.
30
Per incoraggiare il pensiero positivo:
tecnica del fumetto
Visualizzare nella mente alcune scenette
di un compito difficile da affrontare, in cui
si desidera avere successo
A ogni scenetta immaginare di affrontare
le difficoltà che possono sorgere e
individuare una o più possibili soluzioni
Questo training mentale se ripetuto nel corso del tempo e per svariate
situazioni ottiene di solito degli effetti benefici nel costruire una prospettiva
ottimistica, senza per questo cadere nell’illusione
31
Il foglio “anti-pessimismo”
Prossimo
Evento
Prima
dell’evento
Il meglio che
posso
prevedere che
accada è:
Il peggio che
posso
prevedere
che accada è:
Dopo
l’evento
L’esito che
sembra più
probabile è:
L’esito
effettivo
è stato:
32