CHE COS’È IL DISTURBO MENTALE
La schizofrenia come paradigma
PARTE II
Università degli Studi di Trieste
Facoltà di Psicologia
Corso di Psichiatria Sociale a.a. 2006/2007
CHE COS’È LA SCHIZOFRENIA?
“Che cos’è la schizofrenia? Come può essere riconosciuta,
interpretata e trattata? Queste domande fondamentali
vengono poste non soltanto dal principiante nel campo della
psichiatria ma anche dal professionista che ha dedicato la
maggior parte della sua vita al trattamento di pazienti
psichiatrici. (...) La definizione di schizofrenia è un compito
terribile, a meno di accettare una definizione insoddisfacente,
formata da un elenco dei caratteri più comuni di questo
disturbo.
(...) Alcuni autori considerano la schizofrenia una malattia, altri
una sindrome, altri ancora un meccanismo mentale o addirittura
un modo di vita. In ciascuna di queste opinioni c’è una parte di
verità, eppure a un’analisi più approfondita si riveleranno tutte
insoddisfacenti”
(Silvano Arieti, psichiatra)
CHE COS’È LA SCHIZOFRENIA?
• VOCABOLARIO DELLA LINGUA ITALIANA ZINGARELLI:
“disgregazione dell’unità della persona psichica e morale, con
eventuale sovrapposizione di pseudo-personalità eterogenee;
inizia per lo più in gioventù e, progredendo, conduce alla
demenza. demenza precoce” (EDIZ. 1962)
• ENCICLOPEDIA ZANICHELLI: “gruppo di disturbi mentali
caratterizzato da un’alterazione profonda del rapporto con
la realtà, da dissociazione della personalità, autismo e altri
disturbi. Ha per lo più insorgenza giovanile e decorso lento
con peggioramento progressivo” (EDIZ. 1995)
CHE COS’È LA SCHIZOFRENIA?
OMS 1996
Si riferisce al più rilevante disturbo mentale (o
gruppo di di sturbi), le cui cause restano ancora
largamente
sconosciute.
La
schizofrenia
comporta un complesso di disturbi del pensiero,
della percezione, dell’affettività e delle
relazioni sociali. Nessuna società o cultura di
nessuna parte del mondo è libera dalla
schizofrenia, e ciò rende ancora più evidente
che questo disturbo mentale rappresenta un
serio problema di sanità pubblica.
CHE COS’È LA SCHIZOFRENIA?
• Sintomi negativi
–
–
–
–
Perdita del calore affettivo
Difficoltà a fare progetti
Far fatica ad utilizzare i concetti
Incapacità a partecipare piacevolmente ai vari
aspetti della vita
• Sintomi positivi
–
–
–
–
Allucinazioni
Deliri (idee assurde che non corrispondono alla realtà)
Disorganizzazione delle idee
Tensione ed agitazione
DAI SINTOMI AI COMPORTAMENTI
• Alterazioni circadiane
• Mancanza di scopi
• Pensiero disordinato/confuso (discorsi illogici, idee e
comportamenti bizzarri)
• Deliri
• Convinzioni inattaccabili
• Allucinazioni
• Negazione (x situazioni spiacevoli, x malattia, x cure)
• Alterato senso di sè
• Reazioni alterate ad eventi normalmente gestibili
• Isolamento sociale
• Depressione
• Senso di impotenza e disperazion
N.B.:
LA DIAGNOSI NON E’
LA PERSONA
DIFFUSIONE
• Dopo i disturbi d’ansia e la depressione è il secondo disturbo
psichiatrico più diffuso
• Età di insorgenza tra i 15 e i 24 anni
• PREVALENZA: 8 PERSONE SU 1000 (0,8% popolazione
mondiale: più di 45 milioni di persone)
• INCIDENZA: Quasi 2 milioni di casi nuovi all’anno (TRA 0,2
E 0,7 % l’anno)
• Italia: circa 500.000 casi e 15.000 nuovi ogni anno
• Trieste (240.000 abitanti), circa 2.000 casie circa 75 esordi
l’anno
CAUSE - MODELLO BIOLOGICO
• Fattori genetici
– Rischio medio 0,5%
– Rischio medio 20% se figlio, 5% se fratello/sorella
– Su gemelli omozigoti 46% di probabilità
• Lesioni cerebrali
– danni prenatali  esaurimento funzioni lobo frontale
e sistema limbico
– Infezioni virali durante il secondo trimestre
gravidanza
• Danni biochimici
– Malfunzionamento sistema dopaminergico
CAUSE – MODELLO SOCIALE
l’insieme dei modi di vivere della persona, inserita
nella rete delle sue relazioni e nel suo specifico
contesto
• studi sul ruolo che situazioni stressanti o eventi di vita
che richiedono grosso sforzo di adattamento possono
avere sull’insorgenza e sul decorso del disturbo
schizofrenico
•Elementi di studio: famiglia, piccole comunità, collettività
•Considera influenza di: culture, religioni, politiche,
economie,
lavoro/reddito,
fenomeni
migratori,
disponibilità dei servizi sanitari, accesso all’istruzione,
protezione sociale, garanzie democratiche, ecc.
CAUSE – MODELLO PSICOLOGICO
Prende in considerazione le tappe dello sviluppo
dell’individuo:
- tappe della maturazione
- dinamiche relazionali
- esperienze emotive traumatiche
- separazioni
- conflitti
- modo di elaborare gli eventi della vita
- lutti
- stili comunicativi
- rapporti familiari (soprattutto madre-bambino)
- vicende personali
Tutti questi elementi vnno ad organizzare la modalità di
risposta della persona davanti agli accadimenti della vita
MODELLO VULNERABILITÀ-STRESS
• Non causalità diretta ma fattori di predisposizione
e fattori scatenanti
• Presupposto: sofferenza mentale non ha cause
univoche, immutabili, valide sempre e ovunque
neanche per la stessa persona
• Unicità dell’esperienza umana
• Fattori di
– rischio
– protezione
APPLICAZIONE DEL MODELLO
VULNERABILITÀ STRESS ALLA
SCHIZOFRENIA
Sviluppo predisposizione e vulnerabilità
LIVELLO 1
LIVELLO 2
PERIODO PRENATALE E
PERINATALE
PERIODO DELLO SVILUPPO
- Predisposizione genetica
- Fattori intra-uterini
- Traumi alla nascita
- Legami parentali
- Danni cerebrali
PREDISPOSIZ. ALLA
SCHIZOFRENIA
- Danni cerebrali
-Infezioni
- Apprendimento e stile di
vita
- Stili nelle comunicazioni
familiari
VULNERABILITA’ ALLA
SCHIZOFRENIA
APPLICAZIONE DEL MODELLO
VULNERABILITÀ STRESS ALLA
SCHIZOFRENIA
LIVELLO 3
FATTORI SCATENANTI
– Uso di droghe/farmaci
– Eventi di vita stressanti
– Ambiente stressante
ESORDIO/EPISODIO
SCHIZOFRENICO
LIVELLO 4
PERIODO DELLA “MALATTIA”
– Uso di droghe/farmaci
– Eventi di vita stressanti
– Ambiente familiare
stressante
– Stigma e isolamento sociale
– Riabilitazione del ruolo
sociale
– Modelli di assistenza
istituzionale
DECORSO E ED ESITO
APPROCCIO INTEGRATO ALLA
SCHIZOFRENIA
• Spiegare  ricerca di cause e sintomi
• Interpretare  decodifica dei segnali del
disturbo (attribuzione di senso)
• Comprendere  mettersi nei panni di ….
immedesimarsi
“la
sofferenza psichica, a differenza dei
fenomeni oggettivabili che possono essere
sia interpretati che spiegati, può essere
solo compresa tramite l’immedesimazione”
Carl Jaspers