ECONOMIA POLITICA
Cristiano Perugini
075 585 5285
[email protected]
www.unipg/~perugini
SSIS a.a. 2007/2008
Classe A019
STRUTTURA DEL CORSO
ECONOMIA POLITICA (30 ore)
• Introduzione
• Economia del consumo
• Economia della produzione
Modulo di analisi
ed interpretazione
dati in Excel
POLITICA ECONOMICA (24 ore)
• Introduzione
• Aggregati e performance macroeconomiche, strutture produttive
• Modelli macro (IS-LM) per lo studio della politica fiscale e monetaria
• Globalizzazione e politiche commerciali
ALCUNE QUESTIONI PRELIMARI:
La scienza economica:
- è una scienza umana, la cui funzione è contribuire al
progresso materiale e spirituale dell’uomo e della sua società
- ha una funzione sia positiva che normativa
- si compone di una serie di strumenti ed approcci tra loro
complementari e non alternativi (macro / micro; statico /
dinamico; parziale / generale)
- è una scienza in forte interrelazione con altre scienze
SCUOLE DI PENSIERO E TEORIA ECONOMICA (cenni)
Pre-smithiani (teorici dell’economia civile, mercantilisti, fisiocratici)
Scuola Classica
(Smith, Ricardo,
Marx) (1776-1870)
Scuola neo-classica
(Menger, Jevons,
Walras, Pareto,
Marshall) (18701930)
Scuola Keynesiana
(post-1930)
Approccio sostanzialmente macro e dinamico
Interesse per le condizioni che determinano (o frenano) lo sviluppo economico
Teorie del valore-lavoro
Scarsa formalizzazione matematica
Approccio sostanzialmente micro (comportamento degli individui) e statico
Interesse per le forze e le condizioni che conducono all’equilibrio (parziale e generale)
Teorie del valore-utilità
Elevata formalizzazione matematica (in particolare calcolo differenziale)
Approccio macro allo studio di come il sistema economico fallisce nell’allocazione delle
risorse e di come si può riuscire a riportarcelo
Evoluzioni contemporanee (neokeynesiani, monetaristi, NMC, teorie del ciclo economico reale)
DEFINZIONE DELLA SCIENZA ECONOMICA IN UNA PROSPETTIVA STORICA (I)
Adam Smith
l'economia politica è la scienza che studia le leggi che
governano la natura e le cause della ricchezza delle Nazioni,
costituita dall'insieme di beni e di servizi a disposizione di una
collettività in un certo periodo di tempo
David Ricardo
l'economia politica è la scienza che studia le leggi che
regolano la distribuzione del reddito tra le classi che
compongono la società
Karl Marx
l'economia politica è lo studio dei rapporti sociali di
produzione, cioè dei legami variabili nel tempo che si
instaurano fra le classi sociali, specialmente in riferimento al
processo produttivo
DEFINZIONE DELLA SCIENZA ECONOMICA IN UNA PROSPETTIVA STORICA
(II)
Definizione neoclassica di economia
l’economia politica diventa la scienza che studia i processi di
formazione dei prezzi, le modalità attraverso cui si verifica l’equilibrio
economico e le sue caratteristiche
L. Robbins
l’economia è lo studio dell'agire umano che affronta i problemi della
scelta intesa come relazione tra fini desiderabili e mezzi scarsi che
possono essere impiegati per raggiungerli
Definizione di economia come scienza umana
l’economia è la scienza che studia le trasformazioni e gli adattamenti
dell'ambiente che l'uomo compie per la soddisfazione dei propri bisogni
Metodi dell’indagine economica
La scienza economica studia la realtà e ne fornisce interpretazioni servendosi di “modelli economici”
(cioè di rappresentazioni semplificate e che catturano alcuni aspetti della realtà, cercando di isolare le
relazioni più significative)
Metodo induttivo
Analisi dei fenomeni particolari
Metodo deduttivo
Ipotesi di leggi generali
Scoperta di leggi generali
Conferma dai fenomeni particolari
Rispetto alle scienze fisiche ha possibilità ridotta di testare i propri modelli/ipotesi in
laboratorio (experimental economics)
Metodo statico
Le grandezze sono considerate in un orizzonte senza tempo
Metodo dinamico Le grandezze sono considerate facendo riferimento a tempi precisi
per lo più non simultanei e si studia come il fenomeno di interesse evolve nel tempo
Approccio di equilibrio parziale descrive un singolo aspetto del sistema economico,
astraendo da tutto il resto (metodo del coeteris paribus)
Approccio di equilibrio generale descrive il funzionamento dell’intero sistema
economico (le sue parti e le loro interazioni)
RAPPRESENTAZIONE SEMPLIFICATA DI UN SISTEMA ECONOMICO
AGENTI E LORO INTERAZIONI
Definizioni:
BENI ECONOMICI: merci e servizi che sono utili (ossia sono capaci di soddisfare un bisogno) e scarse
(cioè sono disponibili in quantità limitate rispetto ai possibili impieghi). Sono “finali” se soddisfano
direttamente un bisogno del consumatore; sono “input” o “intermedi” se servono a produrre merci che
soddisfano un bisogno del consumatore finale (in questo caso sono beni e servizi produttivi)
SCAMBIO: meccanismo che consente la circolazione dei beni e servizi. Lo scambio è l'incrocio dell'atto
mediante cui una persona dà o fa una cosa ad un'altra persona, con l'atto mediante il quale quest'ultima dà
o fa una cosa alla prima persona, intendendo che per ciascuno dei due contraenti il dare è un mezzo al fine
di ricevere. Il presupposto dello scambio è il vantaggio che reciprocamente gli scambisti ne traggono.
TEOREMA FONDAMENTALE DELLO SCAMBIO
Se uno scambio è volontario, il verificarsi di uno scambio è condizione necessaria e sufficiente perché
nessuna delle due parti ci perda, anche se una può guadagnare più dell’altra
MERCATO: il mercato è un ordine stabilito (un insieme di regole, un’istituzione) che definisce il modo, il
luogo ed eventualmente il tempo delle operazioni di scambio di un dato bene o servizio
MONETA: oggetto (mezzo) di scambio generalmente accettato dagli operatori economici per la regolazione
delle transazioni
PREZZO: il prezzo, inteso di solito come prezzo in moneta, è il numero di unità di moneta che debbono
essere date in cambio per ottenere un’unità di merce
GLI OPERATORI E LE LORO (semplificate) STRATEGIE
CONSUMATORI: il consumatore è un agente economico che provvede al soddisfacimento dei suoi bisogni
mediante l’acquisto di beni e servizi dal mercato cedendo una data quantità di moneta di cui dispone.
Questa può derivare dalla vendita di servizi produttivi (lavoro), da redditi da beni capitali, da indebitamento.
La strategia del consumatore è, in generale, la massimizzazione dell’UTILITA’ attraverso l’insieme
dei consumi, tenendo conto del reddito disponibile e dei prezzi dei beni
IMPRENDITORI: l’imprenditore è un agente economico che provvede, combinando in maniera efficiente i
beni e i servizi produttivi (input) acquisiti sui relativi mercati, alla produzione e alla vendita dei beni (output)
sui relativi mercati
La strategia del l’imprenditore è, in generale, la massimizzazione del profitto tenendo conto delle
risorse (e quindi dei prezzi degli input) ,della tecnologia di cui dispone e dei mercati in cui vende
l’output
In entrambi i casi la strategia è orientata alla risoluzione di un problema di
massimizzazione (Utilità/Profitto) vincolata (reddito e prezzi/risorse, tecnologia, prezzi)
PROBLEMA DUALE
Consumatore e mercati
C = consumatore
MP = mercato dei prodotti
MF
MSP = mercato servizi produttivi
MF = mercato finanziario
MP
C
MSP
Flusso di moneta - reddito
Flusso di moneta - spese per merci
Flusso di merci
risparmio
indebitamento
Flusso di servizi
risparmio+interessi
indebitamento+interessi
Impresa e mercati
MF
MSP
I
MP
acquisto di fattori produttivi
costi di produzione
vendita di prodotti
ricavi dalle vendite
risparmio d’impresa
finanziamento
risparmio + interessi
finanziamento + interessi
RAPPRESENTAZIONE SINTETICA DEL SISTEMA ECONOMICO
MF
MSP
I
C
MP
MSP = mercato dei servizi produttivi
MP = mercato dei prodotti
MF = mercato finanziario
I = imprese
C = consumatori
= flussi di moneta
= flussi di servizi produttivi
= flussi di merci
ECONOMIA DEL CONSUMO
L’APPROCCIO MARGINALISTA
Si basa sullo studio dell’andamento delle variabili economiche analizzando gli incrementi
infinitesimi al margine
Si basa cioè sull’idea che gli individui ragionano “al margine”, cioè confrontando costi e benefici
di unità aggiuntive di beni
Assume come riferimento l’HOMO OECONOMICUS, cioè un individuo che opera sulla base
dell’interesse individuale (per lui sono rilevanti i costi ed i benefici che lo toccano direttamente)
Quindi è in grado di spiegare una parte (per quanto rilevante) del comportamento umano, ma
non la totalità dei comportamenti umani
E’ un approccio valido sia nella teoria del consumo che nella teoria della produzione
Funzione di utilità (I)
L’approccio marginalista consente di esprimere il comportamento strategico del
consumatore (massimizzare l’utilità date le risorse disponibili) attraverso una funzione di
utilità, che assume la generica forma:
UA = f (QA)
e che ci consente di determinare l’incremento di utilità derivante dall’incremento
infinitesimo del consumo del bene.
Se definiamo cioè come d(QA) l'incremento marginale infinitesimo (o differenziale) della
quantità consumata di A, la funzione ci dice di quanto varia l’Utilità del consumatore d(UA).
Il rapporto d(UA) / d(QA) rappresenta quindi l'utilità marginale del bene A.
L’approccio marginalista postula la validità del principio dell’utilità marginale decrescente
Questo significa che:
l’utilità totale è funzione crescente
del consumo di un bene (cresce al
crescere del consumo del bene)
d(UA)/ d (QA) > 0
l’utilità marginale decresce al
crescente del consumo di un
bene
d (U A)II/( d (QA)) II < 0
Funzione di utilità (II)
UNA FUNZIONE DI UTILITA’ CON QUESTE CARATTERISTICHE ASSUME TIPICAMENTE LA
FORMA
Ut
Utilità totale
QA
Um
Utilità marginale
QA
LA RAPPRESENTAZIONE DELLE PREFERENZE DEL CONSUMATORE
Luogo geometrico dei punti che rappresentano
combinazioni dei beni A e B che danno al
consumatore la medesima utilità
LE CURVE DI INDIFFERENZA
Una combinazione di beni è definita “paniere”
(X, Y, Z, ….)
Ipotesi (sulle preferenze) che stanno alla base della
costruzione e della forma della curva di
indifferenza:
QB
• Riflessività
se X = Y
allora
U(X)=U(Y)
• Completezza
l’individuo è sempre in grado di ordinare tutti i panieri
• Transitività
Se
O
Curva di indifferenza
XpY e
Y p Z , allora
XpZ
• Non sazietà
QA
Se in due panieri delle stesse merci (A e B), A contiene una
quantità maggiore di una merce allora A p B
• Convessità
Dati due panieri X e Y il paniere Z, combinazione lineare di X
e Y è preferito ad entrambi
Caratteristiche delle curve di indifferenza (I)
• Sono inclinate negativamente
affinché U sia costante e per effetto del principio di NON SAZIETA’, se aumenta il consumo di un bene
deve diminuire il consumo dell’altro
• L’utilità aumenta quanto più ci si allontana dall’origine
Per l’ipotesi di non sazietà
QB
Mappa di curve di indifferenza
QB
I
II
III
IV
.
.
O
QA
O
QA
Caratteristiche delle curve di indifferenza (II)
• Non possono intersecarsi
per le ipotesi di non sazietà e di transitività
QB
Il grafico dice che:
..
Z
O
Y
.
•Y
i
X
•Z
i
X
Quindi, per l’ipotesi di transitività:
•Z
X
i
Y
Che viola l’ipotesi di non sazietà
QA
Caratteristiche delle curve di indifferenza (II)
•Sono convesse verso l’origine
Per l’ipotesi di utilità marginale decrescente, che riflette l’ipotesi di convessità delle preferenze (gli individui
preferiscono diversificare (bilanciare) i propri consumi)
Y (20,80)
QB
X (40,60)
.
Z (30,70)
Y
.
X i Y
Z
Z p Y
.
Z p X
X
O
QA
SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE (SMS)
•Il saggio marginale di sostituzione esprime il rapporto di sostituibilità di una merce in
termini dell’altra
QB
SMS = dQB/dQA
Il SMS rappresenta la derivata della curva di
indifferenza in ogni suo punto e, per l’ipotesi di
convessità delle preferenze (e quindi dell’utilità
marginale decrescente), è decrescente
QB
(2)
O
QA
QA
(1)
SMS = 2 significa che ogni unità di A vale come 2 unità di B; cioè che
A vale il doppio di B
Andamento delle curve di indifferenza: rappresentazione dei gusti del consumatore
QB
QB
1
1
O
2
QA
B più utile di A
O
QA
0.5
A più utile di B
PIU’ LA CURVA D’INDIFFERENZA E’ “PARALLELA” ALL’ASSE DEL
BENE, PIU’ QUEL BENE E’ INUTILE
Forme particolari delle curve di indifferenza (I)
Caso di inutilità dei beni
QB
SMS = dQB/dQA = infinito
O
QA
B inutile
Forme particolari delle curve di indifferenza (II)
caso di beni complementari
il loro consumo ha senso solo se sono consumati insieme e in
certe proporzioni (identificate dal vertice delle curve di
indifferenza ad angolo retto)
QB
O
QA
Forme particolari di curve di indifferenza (III)
Caso di beni perfettamente identici e sostituibili (SMS = K)
QB
O
QA
L’EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE
“La strategia del consumatore è, in generale, la massimizzazione dell’UTILITA’ attraverso
l’insieme dei consumi, tenendo conto del reddito disponibile e dei prezzi dei beni”
Attraverso le Curve di indifferenza abbiamo rappresentato le preferenze dei
consumatori ed i livelli di utilità. Adesso consideriamo i suoi vincoli, rappresentati
dal reddito disponibile e dai prezzi dei beni
QB
La retta di bilancio (vincolo di bilancio; retta di isospesa)
R/pB
Retta di isospesa
R = pA QA + pB QB
pA/pB
(saggio di trasformazione)
O
Retta di bilancio (isospesa)
R / pA
QA
Vincolo di bilancio
QB = (R/pB) – QA (pA/pb)
Punto di equilibrio del consumatore: massimizzazione dell’utilità
SMS = dQB/dQA > pA / pB
QB
SMS = dQB/dQA < pA / pB
SMS = dQB/dQA = pA / pB
O
Retta di bilancio
QA
Curve di indifferenza
Il punto di equilibrio del consumatore è quindi individuato dalla
combinazione (QA , QB) in cui il SMS = dQB/dQA = pA / pB
Punto di equilibrio del consumatore: massimizzazione dell’utilità
con curve di indifferenza particolari
QB
O
QB
O
QA
QA
QB
O
QA
Rottura dell’equilibrio del consumatore
Il consumatore non ha interesse a muoversi dal punto di equilibrio (max utilità dati i suoi gusti,
le risorse disponibili ed i prezzi dei beni):
Se varia uno di questi tre elementi, il consumatore adegua le sue scelte. Quindi il consumatore
modifica la combinazione QA, QB se variano:
1.
I suoi gusti
2.
Le risorse disponibili
3.
I prezzi dei beni
1. Variazione dei gusti
QB
C.I. gusti 1
C.I. gusti 2
O
QA
2. Variazione del reddito
QB
Vincolo di bilancio
QB = (R/pB) – QA (pA/pb)
Una variazione del reddito
sposta le intercette sugli assi
(la retta di bilancio si muove
parallelamente a se stessa)
R/pB
O
R/pA
QA
Linee di bilancio
Curve di indifferenza
Linea reddito-consumo
Attraverso variazioni successive di reddito è possibile identificare la linea di reddito - consumo
che ci introduce alla funzione di domanda di un bene rispetto al reddito
QB
R1
R
R2 > R1
R3
R2
R1
R3 > R2
O
Q1
Q2
Q3
Curve di indifferenza
Linea reddito -consumo
Linee di bilancio
QA
Q1
Q2
Q3
QA
Curve di domanda (Curva di Engel)
rispetto al reddito (caso di bene normale)
ESISTONO ANCHE BENI “INFERIORI”
3. Variazione dei prezzi dei beni
QB
Vincolo di bilancio
QB = (R/pB) – QA (pA/pb)
O
R/pA
R/p*A
QA
Se varia uno dei due prezzi oppure variano entrambi in proporzioni diverse, cambia
l’inclinazione della retta di bilancio
Ad esempio se diminuisce il prezzo di A, il vincolo di bilancio diventa più piatto
La variazione del punto di equilibrio (passaggio da X1 a X2) è denominata effetto
prezzo
Attraverso variazioni successive di prezzo è possibile identificare la linea di prezzo- consumo
che ci introduce alla funzione di domanda di un bene rispetto al prezzo
QB
PA1
pA
PA2 < PA1
PA1
PA2
PA3 < PA2
O
Q1
Q2 Q3
QA
PA3
Q1
Q2 Q3
Curve di indifferenza
Curve di domanda
Linea prezzo-consumo
Linee di bilancio
QA
Curva di domanda
(abbiamo visto che è possibile derivarla dalla linea di prezzo consumo)
QB
PA1
pA
PA2 < PA1
PA1
PA2
PA3 < PA2
O
Q1
Q2 Q3
QA
PA3
Q1
Q2 Q3
QA
In questa rappresentazione la domanda del bene dipende dal suo prezzo
(operiamo con il metodo di analisi di equilibrio parziale, cioè ipotizziamo che tutte le altre grandezze
rilevanti rimangano invariate – coeteris paribus)
In generale la funzione di domanda può essere espressa come:
QA = f (pA, R, pB , pC , pD ,……)
(funzione di domanda Marshalliana)
Continuando ad operare attraverso analisi di equilibrio parziale, possiamo
studiare come varia la domanda di un bene rispetto:
1. Al prezzo del bene ferme restando tutte le altre variabili
QA = f (pA, R, pB , pC , pD ,……)
(Curva di domanda individuale e curva di domanda di mercato)
1
2
PA
Mercato
PA
PA
10
O
3
QA
O
2
QA
O
5
QA
2. Al reddito dell’individuo ferme restando tutte le altre variabili (funzioni di domanda Engeliane)
QA = f (R, pA, pB , pC , pD ,……)
3. Al prezzo di altri beni ferme restando tutte le altre variabili
QA = f (pB, pA, R, pC , pD ,……)
Un ruolo centrale nello studio delle varie funzioni di domanda è svolto
dal concetto di elasticità
In generale un indice di elasticità è un indice di variabilità relativa.
Ci informa cioè sulla variazione percentuale di una variabile indotta da una
variazione percentuale di un’altra
Problemi legati alle
variazioni assolute
X
prezzo
5
4
Y
mele (Kg)
3
5
Y = 13 - 2 x
d x/ x
nel caso di variazioni infinitesime
Y
mele (hg)
30
50
Y = 130 - 20 x
Data la funzione Y = f (x), l’indice di elasticità è:
d y /y
X
prezzo
5
4
y / y'
x / x'
Nel caso di variazioni finite, con y' e x'
pari alla media dei valori estremi
dell'intervallo di variazione
Essendo il rapporto di due variazioni relative (numeri puri) è a sua
volta un numero puro, che non dipende quindi dall’unità di misura
delle variabili
Attraverso l’indice di elasticità è possibile studiare le variazioni della quantità
domanda di un bene al variare delle variabili rilevanti
(1. prezzo del bene; 2. Reddito; 3. prezzo di altri beni)
1
L’ elasticità della domanda da prezzo
assume la seguente forma:
E pA = (d QA / QA)/( d pA / pA)
(elasticità puntuale - incremento infinitesimo)
Determinazione geometrica dell’indice di elasticità puntuale
della domanda rispetto al prezzo
E pA = (d QA / QA)/( d PA / PA) = (d QA / d PA) * (PA / QA)
pA
D
L’elasticità diminuisce (in valore assoluto)
scendendo lungo la curva
QA
O
B
Per una curva di domanda lineare (DB)
 = (-)  in D;
 = 0 in B
Per ogni curva di domanda i valori dell’elasticità assumo generalmente (ad esclusione che nel
caso dei beni di GIFFEN) valori negativi, compresi tra -  e 0.
Convenzionalmente, si parla però di elasticità in termini di valori assoluti
 > 1 domanda elastica;
 = 1 domanda ad elasticità unitaria;  < 1 domanda inelastica
Casi particolari delle funzioni di domanda di un bene, quando l’elasticità è costante
pA
O
pA
pA
QA
Elasticità infinita
O
QA
Elasticità zero
O
QA
Elasticità uno
2
L’ elasticità della domanda da reddito
assume la seguente forma:
E RA = (d QA / QA)/( d R / R)
(elasticità puntuale - incremento infinitesimo)
R > 0 per i beni “normali”
R < 0 per i beni “inferiori”
R > 0 e < 1 per i beni “necessari”
R > 0 e > 1 per i beni di “lusso”
3
L’ elasticità della domanda di un bene (A) rispetto
al prezzo di un altro bene (B) (elasticità incrociata)
assume la seguente forma:
E AB = (d QA / QA)/( d pB / pB)
(elasticità puntuale - incremento infinitesimo)
AB = 0 per beni indipendenti
AB > 0 per
beni “sostituti”
R < 0 per beni “complementari”
Approfondimento del meccanismo di scambio.
La scatola di Edgeworth descrive la situazione di due consumatori in possesso di due merci che
possono scambiare tra loro. Consente di descrivere il processo che, attraverso lo scambio,
conduce ad un’allocazione più efficiente delle risorse
Q1 = Q1A + Q1B
e
Q2 = Q2A + Q2B
Q1
OB
Q2
Q2
OA
Scambista A
Quantità di 1 e 2 in possesso di A
Q1
Scambista B
Quantità di 1 e 2 in possesso di B
Determinazione del punto di contratto tra scambisti
OB
Q1
Q2
Q2
OA
Scambista A
Situazione iniziale
Q1
Scambista B
Punto di contratto
Forza contrattuale
OB
Q1
Q2
OB
Q1
Q2
Q2
OA
Q2
OA
Q1
B più forte di A
Q1
A più forte di B
Determinazione della linea dei contratti tra scambisti
OB
Q1
Q2
Q1
O
A
Scambista A
Scambista B
Linea dei contratti