0_Consigli per avviare bene l`allattamento al seno

ALLATTAMENTO
Quali sono i vantaggi del latte materno rispetto
al latte artificiale?
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Il latte materno è l’alimento che la natura ha
predisposto per il neonato
è il più adatto dal punto di vista nutrizionale, la sua
composizione varia nel tempo adattandosi alle
esigenze del bambino che cresce
è ricco di fattori che migliorano lo sviluppo cerebrale
e che potenziano le difese del bambino oltre che
evitare le allergie
è il più pratico ed economico
è sterile
è a temperatura ideale per la suzione
L’allattamento naturale è benefico anche per la
mamma?
la suzione stimola, tramite l’ossitocina, non solo la
produzione di latte, ma anche un rapido ritorno dell’utero
alle dimensioni iniziali.
La prolattina , ormone dell’allattamento, induce la
formazione del latte, ma ha anche un effetto rilassante
sulla mamma.
L’allattamento al seno aiuta inoltre a perdere più
rapidamente il peso guadagnato durante la gravidanza.
La donna che ha allattato ha minore incidenza di tumori
della mammella, dell’utero, di osteoporosi.
Inoltre, l’allattamento naturale può essere un’ esperienza
molto intensa e gratificante per la mamma ed il suo
bambino, poiché è non solo fonte del nutrimento più
adatto alle necessità del neonato, ma è anche il veicolo
fondamentale della speciale relazione che si crea tra
entrambi.
Avrò il latte?
E’ ciò che si chiedono tante mamme. In realtà avere il
latte non è una “fortuna” ma è la norma, è fisiologico.
Sono rare le vere controindicazioni o impedimenti, più
frequenti i timori e l’insicurezza.
La montata lattea non è un fenomeno immediato, ma un
processo biologico soggetto a notevole variabilità
individuale. Essa può arrivare tra il 2° e il 6° giorno dopo
il parto.
La produzione di latte maturo inizia non prima della 30°
ora dopo il parto, ma è preceduta dalla secrezione di
colostro, prezioso per il valore nutritivo e soprattutto
per il suo contenuto in anticorpi che aumentano le difese
del vostro bambino.
La montata lattea può non essere evidente sino alla
terza-quinta giornata.
Lo stimolo che la determina è soprattutto la suzione
precoce e frequente del neonato, quindi vale la regola :
PIU’ SUCCHIA, PIU’ LATTE ARRIVA
Conviene attaccare il neonato al seno il più presto
possibile, se le circostanze lo consentono anche nella
prima ora di vita, in sala parto.
E’ bene attaccarlo poi tutte le volte che vi sembra
mostrare desiderio di succhiare.
La rotazione della testa, i movimenti di suzione, i
movimenti delle mani verso la bocca, possono essere
segnali di fame che precedono il pianto anche di
mezz’ora. Il pianto disperato è un segnale di fame
tardivo.
Quando il neonato è in preda al pianto è sovraeccitato,
scoordinato, e può essere più difficile attaccarlo al seno.
PROCEDETE CON PAZIENZA E COSTANZA !
Non dovete scoraggiarvi se all’inizio il neonato pare non
essere capace di attaccarsi al seno.
Ogni istinto può avere bisogno di un po’ di esercizio per
esprimersi appieno, e d’altronde è naturale che sia la
mamma che il bambino siano inesperti. Di giorno in giorno
apprenderete entrambi il modo migliore perché le cose
funzionino bene.
Nei primi giorni spesso il neonato tende a dormire molto
e può far fatica ad attaccarsi al seno, il torpore dei
primissimi giorni è un fenomeno normale ma transitorio.
Se sono passate più di 3 ore – 3 ore e ½ dalla poppata
precedente può essere utile cercare di svegliare il
bambino, per esempio stimolandogli la pianta dei piedi o
spogliandolo per cambiargli il pannolino.
Come devo allattare?
Fate in modo che l’allattamento avvenga in condizioni di
quiete e tranquillità, per non turbare l’intimità di cui il
piccolo e voi avete bisogno.
Scegliete la posizione che vi sembra più confortevole per
voi e per il neonato. Alcune mamme preferiscono stare a
letto, altre in poltrona, altre ancora, specie dopo un
cesareo, preferiscono allattare sdraiate.
Fate attenzione che durante la poppata la bocca del
neonato contenga non solo il capezzolo ma anche buona
parte dell’areola mammaria; il mento sarà appoggiato sul
seno e la testa del bimbo rivolta verso l’alto per
permettergli di respirare senza dover schiacciare il seno
con le dita.
Piuttosto il seno potrà essere sostenuto nell’incavo della
mano tenendo l’areola mammaria tra indice e pollice.
Anche il corpo del neonato sarà in linea con la testa, e
con il sederino ben sostenuto per evitare che scivoli
verso il basso causando dannose trazioni al capezzolo.
Cercate di adattarvi ai ritmi ed alle necessità del vostro
bambino, attente ai messaggi che vi invia e che solo voi
potete capire. Venire incontro ai suoi bisogni è
fondamentale per aiutarlo ad instaurare un rapporto di
fiducia col mondo circostante.
Sarà sufficiente il mio latte?
In natura il neonato sano e a termine è in grado di
tollerare il periodo di attesa della montata lattea (è
difficile pensare che la natura si sia sbagliata).
Tra la nascita e l’arrivo del latte maturo egli succhia il
colostro.
Il neonato normalmente cala di peso per i primi quattro o
cinque giorni: il calo ponderale è di solito tra il 5 ed il
10% del peso di nascita, che verrà recuperato dopo 7-10
giorni.
Col passare del tempo la mamma intuisce con sicurezza se
il piccolo è soddisfatto e sta crescendo regolarmente, ma
nelle prime settimane questo è più difficile:
l’incremento di peso è però un indice sicuro!
Quindi se il piccolo cresce regolarmente, è un inutile
fastidio pesarlo prima e dopo la poppata per calcolare la
dose di latte assunta.
NON IMPORTA QUANTO MANGIA, MA QUANTO
CRESCE!
E’ importante allora controllare la crescita con una
pesata, una volta la settimana, per esempio al momento
del bagnetto (quindi sempre alla stessa ora, da nudo e a
digiuno).
La crescita, esaurita la fase del calo fisiologico, dopo i
primi dieci giorni di vita, è mediamente intorno ai 150200 grammi alla settimana.
Può capitare che il bimbo sembri soddisfatto dopo aver
succhiato, ma pianga non appena messo nel lettino: non è
affatto detto che sia indice di fame e carenza di latte,
ma piuttosto di desiderio di contatto o di succhiare per il
piacere di farlo.
Il neonato, specie nei primi giorni , può richiedere la
poppata molto spesso, anche 8-10 volte al giorno.
ATTACCATELO AL SENO TUTTE LE VOLTE CHE
DESIDERA SUCCHIARE
Con l’instaurarsi ed il consolidarsi della montata lattea il
numero e la durata delle poppate si ridurrà, ed assumerà
poi spontaneamente un ritmo naturale che andrà
rispettato: la maggior parte dei bambini dopo due o tre
settimane si alimenta ogni 3 ore- 3 ore e mezzo circa,
ma ciò non è una regola.
LASCIATE CHE SIA IL VOSTRO BAMBINO A
SUGGERIRVI L’ORARIO GIUSTO.
Il neonato allattato al seno non ha bisogno di liquidi
supplementari.
Nelle prime settimane è bene quindi evitare l’aggiunta di
bevande o latte artificiale, sia perché la suzione di
tettarelle e biberon può distogliere il piccolo dalla
suzione del seno, sia perché ciò interrompe il delicato
meccanismo domanda-offerta che regola la produzione
del vostro latte, provocandone una riduzione.
Se avete l’impressione che il piccolo realmente non
assuma latte a sufficienza, poiché cresce poco, piuttosto
che integrare con latte artificiale, è meglio che prima
proviate:
 Ad attaccare il piccolo al seno più spesso,
aumentando il numero delle poppate
 Facilitate il contatto pelle a pelle: ciò spesso
rappresenta uno stimolo efficace sul neonato
Se però, nonostante questi accorgimenti, la crescita
risultasse insufficiente occorrerà ricorrere
all’integrazione con latte formulato, la cui
indicazione è compito del pediatra.
E’ giustificato l’uso del succhiotto per
tranquillizzare il neonato quando piange?
E’ preferibile non utilizzare tettarelle e succhiotti,
almeno fino a quando l’allattamento non sarà ben avviato.
Per l’eventuale somministrazione di latte materno
estratto è possibile utilizzare un cucchiaino o un
bicchierino.
Come devo curare il seno?
 Non vi è necessità di lavare il seno col sapone o con
disinfettanti sia prima che dopo la poppata, tali
sostanze asportano la protezione naturale della pelle
rendendola ancora più delicata ed alterano l’odore
della mamma che attrae il piccolo verso il seno.
 Per controllare eventuali perdite di latte si consiglia
l’uso di comuni fazzoletti di cotone, da cambiare
frequentemente, per non ostacolare la fisiologica
traspirazione della pelle del seno e del capezzolo e
per evitare irritazioni.
 Il dolore al capezzolo, presente nei primi giorni di
allattamento è un sintomo ricorrente ma del tutto
normale, spesso cessa spontaneamente senza
ricorrere ad alcun tipo di medicamento.
 Dopo la poppata è utile lasciare per qualche tempo i
seni scoperti.
Cosa fare in caso di capezzoli rientranti?
Il neonato stesso, insistendo, provvederà a modellare i
capezzoli secondo le sue necessità. L’uso di paracapezzoli
può talora essere di aiuto, ma riduce la produzione di
latte e facilita le infezioni, va quindi usato come ripiego
ed il meno possibile.
Cosa fare per le ragadi?
Non ridurre il numero delle poppate, per ridurre il dolore
è più utile correggere le modalità di attacco del bambino
al seno. Invece di mettere creme varie sulle ragadi è
meglio accelerare i tempi della loro guarigione cercando
di mantenerle asciutte
(moderata esposizione al sole, arieggiamento dei
capezzoli, etc).
Cosa fare per l’ingorgo della mammella?
Massaggiare la mammella, applicare localmente del caldo
(impacchi, docce, bagno per immersione) e spremere il
latte manualmente oppure con un tiralatte (manuale o
elettrico). Non appena possibile si proverà ad attaccare
nuovamente al seno il bambino che è , senza dubbio, il
“tiralatte” più efficace.
Cosa fare per la mastite?
Anche in caso di mastite il seno va drenato come per
l’ingorgo mammario.
La mastite richiede inoltre riposo a letto, uso di
antidolorifici e di antibiotici contro l’infezione ma non
impone di sospendere l’allattamento.
Devo fare una dieta speciale mentre allatto?
La mamma che ha avuto un bimbo o che allatta non ha
bisogno di osservare una dieta specifica, ma può
liberamente assumere i cibi abitualmente consumati nel
corso della gravidanza: i vostri bimbi conoscono già i loro
sapori, erano concentrati nel liquido amniotico.
Alcuni alimenti possono alterare il sapore del latte (per
es. gli asparagi ed il cavolo), ma non è detto che il vostro
bambino non li gradisca.
E’ sicuramente utile assumere tutti i tipi di alimenti,
variando, per quanto possibile i menù, evitando, tuttavia,
le pietanze troppo elaborate e privilegiando quelle più
semplici e più facilmente digeribili.
Si può conservare il latte materno?:
Vi sono alcune situazioni nelle quali la mamma non può
nutrire direttamente al seno il suo bambino, ma il latte
materno può essere estratto e conservato in modo sicuro
per essere poi somministrato al neonato in massima
tranquillità.
Questo ci permette di non fargli mancare tutte le
preziose proprietà che il latte della sua mamma possiede.
Il latte può essere conservato:
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A temperatura ambiente (25°C) fino a 4 ore
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In frigorifero (0-4°C) fino a tre giorni
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In freezer (-20°C) fino a 6 mesi
Il latte va decongelato lentamente (non usare microonde)
e utilizzato entro 24 ore .
Prima di raccogliere e conservare il latte:
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Lavare accuratamente le mani
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Usare contenitori sterili e preferibilmente rigidi
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Non lavare il seno con disinfettanti
Non è necessario bollire il latte se lo si conserva per
qualche giorno in frigorifero.
E l’allattamento con latte artificiale?:
Quando non è possibile dare latte materno, il latte
artificiale in commercio è un ottimo alimento per il
neonato.
La qualità e le caratteristiche di questi latti, controllate
dal mondo scientifico, ne fanno alimenti sicuri e validi per
la crescita del neonato.
Per ovviare alla mancanza di contatto fisico col bambino
si può prenderlo in braccio quando gli si somministra il
biberon, usando le stesse posizioni dell’allattamento al
seno (bambino che guarda la madre), cambiare spesso il
braccio, parlargli durante la poppata e farlo alimentare
solo dalla madre, tranne quando è veramente necessario.
Nella preparazione di un pasto di latte artificiale è
necessario:

Lavarsi accuratamente le mani

Lavare accuratamente e sterilizzare biberon e
tettarelle (meglio usare quelle più simili al seno
materno)

Preparare i pasti uno per volta
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Usare acqua oligominerale per la diluizione.
La polvere di latte non va pressata nel misurino.