CORSO DI STORIA MODERNA Autore: G. De Jode Epoca:1593 Tecnica:Incisione in rame Note:Rara carta generale d'Italia, in splendida e non comune coloritura d'epoca, tratta dalla seconda edizione dell'opera "Speculum Orbis Terrarum" pubblicata dal figlio Cornelio ad Anversa Comunità mercantili prima e dopo la scoperta del Nuovo Mondo • Minoranze etniche e religiose: • Ebrei sefarditi : dopo l’espulsione dalla Spagna del 1492 si spostano verso Venezia, l’Impero ottomano, Livorno e i Paesi Bassi • Armeni • Rete commerciale greca: si spostano verso il Mediterraneo Orientale e i Balcani • Lo storico Philip Courtain parla di commercio interculturale Motivazioni ed effetti delle scoperte • Continuazione imprese religiose medievali • Avventura commerciale: curiosità per l’ignoto, interesse per i viaggi ( importanza della stampa: Giovan Battista Ramusio) • Crisi delle vie carovaniere: nessuna certezza sull’arrivo delle merci • EFFETTI DEI COMMERCI VIA MARE DIRETTI: • Positivi: eliminazione intermediari • Negativi: pirati, naufragi, lentezza delle comunicazioni I Viaggi di Giovan Battista Ramusio • Giovanni Battista Ramusio (1485-1557), diplomatico e umanista veneto, • ruolo centrale nel trasmettere in Italia e in Europa le conoscenze raccolte dai viaggiatori che si erano spinti nelle più diverse parti del mondo. • Delle navigationi et viaggi: primo trattato geografico dell’età moderna : 1550-1559 • Dal 1550 - raccolse e tradusse in italiano i più significativi testi di viaggio di tutti i tempi: • relazioni di navigazione, viaggiatori, missionari medievali in Oriente, sino alle contemporanee opere di Hernan Cortés. • I Viaggi del Ramusio contribuirono in maniera significativa a far conoscere in Europa l’ampiezza dell’«orbis terrarum» nonché abitudini e conoscenze non solo sul Nuovo Mondo ma sull’Oriente e su paesi più vicini ma ancora assai poco esplorati come la Russia. La Descrittione dell’Africa di Leone l’Africano • Al-Hasan al Wazzan giunto a Roma nel 1518 come prigioniero spagnolo. • Al-Hasan, diplomatico di Fez e fatto prigioniero su una nave turca, doveva essere una fonte di informazioni e anch’egli fu utilizzato come un simbolo della crociata contro i Turchi. Questi venne battezzato a San Pietro, visse nove anni in Italia con il nome di Giovanni Leone Africano, lasciando di sé pochi ricordi ma numerosi manoscritti, fra cui la Descrittione dell’Africa, pubblicato da Giovanni Battista Ramusio nel 1550 nel I volume della sua raccolta Navigationi et Viaggi. Il volume di Leone l’Africano ebbe un grande successo nel Cinquecento. • Si delinea l’immagine del continente africano attraverso la descrizione geografica dei paesi e della storia di quei popoli. Leone scriveva per il pubblico europeo e per questo motivo la sua opera è così ricca di particolari, che probabilmente avrebbe taciuto per un pubblico africano ritenendoli ampiamente noti. Successo delle esplorazioni • “Con l’idea della missione e della crociata i conquistadores riuscirono laddove il mercante medievale aveva fallito; riuscirono cioè a superare quell’antitesi tra affari e religione che aveva tormentato la coscienza dell’Europa medievale” • (C.M. Cipolla) Scoperte e conquiste 1336-1341: scoperta delle isole Canarie 1419: colonizzazione portoghese di Madera 1487: Bartolomeu Diaz doppia il Capo di Buona Speranza 1492: Cristoforo Colombo raggiunge il Nuovo Mondo 1494: Trattato di Tordesillas stabilisce la divisione dello spazio americano tra la Spagna e il Portogallo. 1501: Amerigo Vespucci prende coscienza che si tratta di un nuovo continente 1510: Goa principale snodo mercantile dell’impero portoghese in India 1519: Hernan Cortés conquista il Messico e l’impero azteco 1532: Francisco Pizarro conquista il Perù e l’impero inca 1540 ca.: Bartolomé de Las Casas scrive la Brevissima storia della distruzione delle Indie I portoghesi alla scoperta dell’Africa e dell’India I viaggi di Cristoforo Colombo Amerigo Vespucci Lettere sul Mondo Nuovo • • • • • Lettere inviate a Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici : per primo descrisse i nuovi territori dando informazioni sui popoli e sulla fauna e asserendo che non si poteva trattare di una parte dell’Estremo Oriente: «I quali [paesi] Novo Mondo chiamare ne sta licito, perché appresso de i mazori nostri niuna de quelli è stata hauta cognizione, et a tuti quelli che aldiranno serà novissime cose». Il cartografo tedesco Martin Waldseemüller in una carta del mondo disegnata nel 1507 diede il nome di America al nuovo continente. Del Mundus Novus «Arrivai alla terra degli Antipodi, e riconobbi di essere al cospetto della quarta parte della Terra. Scoprii il continente abitato da una gran quantità di popoli e animali, più della nostra Europa, dell’Asia o della stessa Africa». A lui si deve anche il nome Venezuela poiché navigando nell’attuale laguna di Maracaibo «entrammo in una baia e scoprimmo un villaggio a modo di città, collocato sopra le acque come Venezia, nel quale vi erano venti grandi case, non distanti tra loro e fondate sopra grandi pali. Davanti agli usci di codeste case vi erano come dei ponti levatoi, per i quali si passava da una all’altra, come se fossero tutte unite». La natura americana negli occhi europei • La visione di una natura lussureggiante fu tra le prime a fare breccia nella mente degli europei. La vegetazione cresceva rapidamente e in maniera più rigogliosa che altrove: le piante sembravano tutte affette da gigantismo e così gli animali, la cui densità sembrava non avere pari: «I pappagalli - scriveva con enfasi Colombo - sono tanto numerosi che volando a stormi oscurano il sole». La stessa terra assumeva ai suoi occhi proporzioni inimmaginabili in Europa: le montagne, ad esempio, gli sembravano «le più alte che vi siano al mondo ... Alcune di esse pare che giungano al cielo e siano fatte come una punta di diamante». Per non parlare degli uomini, anch’essi giganti: Vespucci ricorda ad esempio un incontro con «36 uomini ... di tanta alta statura che ciascuno di loro era più alto, stando ginocchioni, che io ritto... e ciascuna delle donne pareva una Pantasilea e gli uomini Antei». La natura americana negli occhi europei • Colombo appena giunto in America venne colpito dal numero di specie nuove e meravigliose di piante e animali del nuovo continente: • «Qui i pesci sono tanto differenti dai nostri che se ne rimane stupiti... gli alberi erano tanto differenti dai nostri come il giorno dalla notte, e parimenti lo erano i frutti, le erbe, le pietre ed ogni altra cosa». • Una delle più belle immagini della coscienza di trovarsi di fronte a una natura straordinaria è quella di due missionari cappuccini i quali scrivevano: «Qui trovassimo il roversio della natura, cioè il Pesce, che vola». Come già era accaduto in precedenza con l’Oriente si era propensi ad attribuire ogni genere di mirabilia a questa terra fantastica. Il mondo alla rovescia poteva inoltre essere identificato con il paese di Cuccagna, dove scorrono fiumi di vino e si trova ogni sorta di cibo, paradiso di poveri e diseredati. I conquistadores e il mito di El Dorado Lettera di Hernan Cortés (1520) all’imperatore Carlo V • Il discorso di Montezuma –– frutto di “notevole fertilità inventiva” (Elliott) viene utilizzato da Cortés per giustificare l’assoggettamento degli aztechi: • Da quando il signore che condusse gli Aztechi in quei luoghi se ne andò ed essi non vollero seguirlo “abbiamo creduto che i suoi discendenti sarebbero tornati un giorno per conquistare il nostro paese e fare di noi i loro vassalli. Per il fatto chevoi dite di venire da quella parte del mondo dove si leva il sole, e per tutto quello che raccontate del potente re che vi ha mandati, siamo convinti che egli sia il nostro antico signore […]Siate dunque certo che noi vi obbediremo e guarderemo a voi come capo,come ministro di quel potente signore di cui parlate, e che non dovrete temere falsità e inganni. Potrete imporre la vostra volontà su queste terre, quelle che mi appartengono, perché sarete obbedito e potrete disporre dei miei beni a vostra discrezione” La società coloniale americana Encomienda de indios: •istituto giuridico di derivazione feudale il sovrano affida a un colono un determinato numero di indios essi vengono educati alla fede cattolica e in cambio devono prestare il proprio lavoro sui campi e nelle miniere. - lavoro obbligatorio e non retribuito - tributi in natura 1512-13: Leggi di Burgos Ferdinando d’Aragona riconosce l’encomienda ma ribadisce la dipendenza dal sovrano degli indios Società meticcia, l’arrivo di famiglie spagnole Organizzazione in vicereami Arrivo dei missionari: modelli di evangelizzazione differenti: Battesimi di massa versus conversione consapevole Le città del Nuovo Mondo • • • • • • • Sul modello della reconquista, anche nel Nuovo Mondo gli spagnoli crearono una civiltà sostanzialmente urbana. «La città divenne così la base del dominio spagnolo in America». (John Eliott) Tipologie: città precolombiane ristrutturate secondo le esigenze e gli stili di vita degli spagnoli. Cuzco o Città del Messico, quest’ultima nata sulle rovine dell’azteca Tenochtitlán. città di nuova fondazione, nate per rendere sicuri territori privi di popolazione cristiana: politico-amministrative (Lima), mercantili (Panama, Cartagena) e minerarie (Potosì). Ordinanze di Filippo II (1573): una plaza mayor delimitata dalla chiesa e da altri edifici pubblici e una struttura basata su una pianta a griglia (o scacchiera) delle strade. Modello teorizzato dall’architetto romano Vitruvio e ripreso in epoca rinascimentale. Tali città non avevano mura a difesa, segno della convinzione degli spagnoli di non avere nemici da battere. Il «ciclo dell’argento» nell’economia del Nuovo Mondo • Triangolazione dei commerci di lunga distanza • La Carrera de Indias fu la principale rotta marittima commerciale fra il Nuovo Mondo e la Spagna. • Porti di partenza in America :Vera Cruz, Cartagena e Nombre de Dios, • scalo intermedio:La Havana a Cuba, • Terminale in Spagna: Siviglia. • Monopolio commerciale: Casa de Contratación a Siviglia • Modello mercantilistico: il ruolo dello stato è centrale La colonizzazione portoghese del Brasile • Bandeirantes: vere e proprie «comunità in marcia». Facevano razzia di indigeni alla ricerca di giacimenti d’oro. • Sertão: la foresta brasiliana era per molti versi impenetrabile - sia perché gli indigeni erano sostanzialmente nomadi. • Il «ciclo dello zucchero»: • «lo zucchero fu per i portoghesi quello che l’argento fu per gli spagnoli» motore dell’economia coloniale. • Schiavi neri: provenienti dall’Africa vengono impiegati nelle piantagioni. SCAMBI «scambio colombiano»: Dal Nuovo Mondo all’Oceano Atlantico patate, pomodori, zucche, granoturco, peperoncino (chiamato dagli indigeni chili), vaniglia, cacao, mais, zucchero, modificarono le abitudini alimentari del vecchio continente «scambio magellanico»: Dall’Oceano Pacifico e Indiano all’Europa: caffè africano, cotone, e the indiano, riso, spezie e erbe medicinali. Impatto della conquista sul Nuovo Mondo Crollo demografico dovuto a: •Ritmo di lavoro •Dieta •Epidemie: Shock microbiotico (Pierre Chaunu) •Violenza delle invasioni •“Apatia esistenziale” •Impatto ambientale •Destrutturazione sociale e culturale dei popoli indigeni •“Guerra delle immagini” (Serge Gruzinski): distruzione fisica degli idoli indigeni e lotta contro i loro sacerdoti assume le caratteristiche di una guerra di religione La giustificazione della conquista • La convinzione di fare una guerra giusta era ispirata come detto dai valori della reconquista e dalla necessità di portare il cristianesimo a quei popoli pagani. • Il papa, signore del mondo, aveva il diritto di annullare qualunque precedente giurisdizione dei pagani sul continente americano e il re di Castiglia aveva in conseguenza di ciò ottenuto tale giurisdizione. Gli indigeni non avevano altra possibilità se non quella di sottomettersi, in alternativa avrebbero perso libertà e proprietà. • Tra coloro che giusitificarono la conquista si deve annoverare Ginés de Sepúlveda per il quale la Spagna era stata investita di una missione civilizzatrice. In quest’ottica, la guerra e la distruzione degli indigeni erano giustificate dall’infedeltà da loro mostrata verso la Corona, nonché dalla loro manifesta inferiorità. Bartolomé de Las Casas • Brevísima relación de la destrucción de las Indias (1540 ca.) • La giustificazione dell’encomienda: • “Dopo finite le guerre, et con esse l’uccisioni, divisero fra di loro tutti gli huomini, restando per ordinario li giovanetti, le donne et i fanciulli, dandone ad uno trenta, ad un altro quaranta, ad un altro cento e duecento secondo che ciascuno era in gratia al tiranno maggiore, che chiamavano governatore. Et così havendogli compartiti, gli davano a ciascun christiano sotto questo pretesto, che dovesse ammaestrargli nella fede cattolica; ed essendo essi tutti communemente idioti et homini crudeli, avarissimi e vitiosi, gli facevano parochiani dell’anime. La cura e il pensiero che n’ebbero fu il mandar gli huomini alle miniere a cavar oro, ch’è una fatica intolerabile; e mettevano le donne nelle stanze, che son capanne, per cavar e coltivar il terreno; fatica da homini molto forti e robusti. Non davano da mangiare à gli uni né all’altre, se non herbe e cose che non avevano sostanza. Si seccava il latte […] alle donne di parto; e così morirono in poco tempo tutte le creature”. • Il Discorso di Montezuma a Cortés • • • • L’identificazione di Cortés con il dio Quetzalcoatl facilitò indubbiamente agli spagnoli la conquista del Messico. Come ha scritto Serge Grusinski nel suo libro sugli Uomini-Dei del Messico «l’arrivo degli Spagnoli aveva risvegliato immagini arcaiche, ma in fin dei conti, nemmeno tanto remote del potere. L’evento era più stupefacente che sorprendente». Ecco come il francescano Bernadino di Sahagun riporta il discorso rivolto da Montezuma a Cortés : «Nostro Signore, tu hai conosciuto la fatica e la stanchezza; finalmente sei giunto alla terra. Sei arrivato alla tua città, Città del Messico. E là sei venuto a sederti sul tuo trono. [...] Cinque giorni fa, dieci giorni fa ero sprofondato nell’angoscia: avevo gli occhi fissi sulla regione del mistero e tu sei arrivato tra le nubi e le nebbie. Era proprio quello che i re, coloro che diressero, che governarono la tua città, ci avevano fatto sapere: che tu avresti dovuto occupare il tuo posto, il tuo trono, che tu avresti dovuto venire qui. Ebbene ora è successo». Montaigne: la critica della conquista da parte di un europeo • Dal 31° saggio del I libro Essais (1580) • “Ora mi sembra […] che in quel popolo non vi sia nulla di barbaro e di selvaggio, a quanto me ne hanno riferito, se non che ognuno chiama barbarie quello che non è nei suoi usi; sembra infatti che noi non abbiamo altro punto di riferimento per la verità e la ragione che l’esempio e l’idea delle opinioni e degli usi del paese in cui siamo. Ivi è sempre la perfetta religione, il perfetto governo, l’uso perfetto e compiuto di ogni cosa. Essi sono selvaggi allo stesso modo che noi chiamiamo selvatici i frutti che la natura ha prodotto da sé nel suo naturale sviluppo, laddove in verità sono quelli che col nostro artificio abbiamo alterati e distorti dall’ordine generale che dovremmo piuttosto chiamare selvatici”.