L`identità dell`America

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TEMA 0 UNO
Scheda
L’America precoloniale
Prima dell’arrivo degli europei, l’America
era abitata da popoli di ceppo mongolide
che i primi esploratori chiamarono indiani (Cristoforo Colombo credeva di essere
approdato in India), ma che oggi gli storici
preferiscono chiamare amerindi. Queste
popolazioni giunsero dall’Asia forse 30-40
mila anni fa, attraverso una lingua di terra
che allora univa i due continenti in corrispondenza dell’attuale stretto di Bering. Da nord
esse si diffusero in ogni parte del continente,
adattando la propria vita alle condizioni del
territorio: dalla caccia alle foche e alle renne
nell’estremo Nord, alla pesca lungo l’Atlantico, alla caccia al bisonte nelle grandi praterie, all’agricoltura sedentaria sugli altopiani
dell’America centrale e meridionale.
L’arrivo degli europei
nell’America centrale
• LEZIONE 9 L'AMERICA
ANTROPICA
L'identità dell'America
nei territori dell’America centrale, dove i maya e gli aztechi avevano dato vita a fiorenti
civiltà.
Quella dei maya, sviluppatasi nella penisola
dello Yucatan, aveva raggiunto il suo apice
molto prima dell’arrivo degli spagnoli ed era
ormai in decadenza. La civiltà degli aztechi
era invece fiorente e dominava attraverso un
impero su vasti territori, dall’attuale Messico
al Guatemala. Approfittando della convinzione del re Montezuma che gli spagnoli fossero inviati divini, e favorito dalle popolazioni
indie sottomesse agli aztechi, in poco tempo
Cortés assoggettò tutto l’impero, rendendo
l’intera regione una colonia spagnola.
Per effetto della conquista, gli originari 20
milioni di abitanti del Centroamerica si ridussero, nel corso del Cinquecento, a non più
di 2 milioni.
Il crollo demografico fu il risultato sia di
guerre e violenze d’ogni tipo, sia delle malattie portate inconsapevolmente dagli europei,
contro le quali gli indigeni non avevano difese immunitarie.
La conquista
dell’America meridionale
Prima dell’arrivo degli europei, l’America
meridionale era abitata da numerose popolazioni indie, che alla fine del XV secolo
ll continente americano illustrato nel mappamondo di
Mercatore, pubblicato nel
1587. Il nome di America
viene dal navigatore fiorentino Amerigo Vespucci,
che dopo aver esplorato le
coste dell’America meridionale nel 1502, per primo
comprese che esse non
appartenevano all’Asia, ma
a un nuovo continente fino
ad allora sconosciuto.
ammontavano probabilmente a 7 milioni di
individui. La più evoluta era quella degli inca,
che avevano costituito nelle Ande centro-settentrionali un vasto impero, distrutto nel giro
di pochi anni da un pugno di soldati spagnoli,
guidati da Francisco Pizarro. Dopo la fine
dell’impero inca, tutto il territorio occidentale
del continente, da Panama al Cile, diventò
una colonia spagnola. Quello orientale, invece, finì sotto il controllo dei portoghesi,
che fondarono il Governatorato generale
del Brasile.
Anche nel Sudamerica i colonizzatori assoggettarono la popolazione india, costringendola a lavorare come schiava nelle miniere e
nelle piantagioni. In breve tempo, diminuito
il numero di indigeni per effetto del lavoro
forzato, dell’alcolismo e delle malattie,
spagnoli e portoghesi incominciarono a impiegare nei lavori più faticosi gli schiavi neri
deportati dall’Africa. Costoro ebbero un ruolo fondamentale anche nell’America settentrionale, quando fu colonizzata dagli europei.
La colonizzazione
dell’America
settentrionale
Partendo dall’America centrale, fra il XVI e il
XVII secolo gli spagnoli estesero i propri domini anche su vasti territori del Nordamerica:
la Florida, il Nuovo Messico e la California.
Qui, e nel resto dell’America settentrionale,
vivevano circa 12 milioni di indiani, che ricavavano tutto ciò di cui avevano bisogno
dalla caccia al bisonte e da un’agricoltura
rudimentale. Suddivisi in migliaia di tribù,
disperse su un territorio vastissimo, essi non
poterono opporsi alla conquista dei loro territori da parte dei bianchi, che rapidamente
dilagarono in tutto il Nordamerica. Fin dai
primi anni del Cinquecento, infatti, l’esplorazione del Nuovo Mondo si era estesa alle
coste atlantiche degli attuali Stati Uniti e del
Canada, per opera di Giovanni e Sebastiano
Caboto, al servizio della corona inglese, e di
Giovanni da Verrazzano, per conto della
Francia. In seguito, cacciatori e commercianti francesi si inoltrarono nel bacino del San
Lorenzo, dove fondarono le città di Quebec
(1608) e Montreal (1642), e intrapresero
E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola
In un’isoletta delle Antille, chiamata poi San
Salvador, si concluse nel 1492 la prima
spedizione di Cristoforo Colombo, finanziata
dalla Spagna. Nei venti anni successivi gli
spagnoli occuparono le altre isole caraibiche,
sottomettendo ovunque i popoli amerindi e
rapinandoli delle loro ricchezze. Nel 1519 da
Cuba partì una spedizione di 600 uomini,
guidata da Fernando Cortés, in cerca d’oro
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E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola
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fiorenti commerci di pelli con le tribù indiane. Da qui i francesi penetrarono nell’interno, verso i Grandi Laghi, e poi si spinsero
verso sud, nel bacino del Mississippi, fino
a giungere alla sua foce, dove fondarono la
città di Nuova Orleans (1718). Questo vasto
territorio fu chiamato Louisiana, in onore di
Luigi XIV, re di Francia.
Nel frattempo, sulla costa medio-atlantica
si erano stanziati coloni tedeschi, svedesi e
olandesi, che avevano fondato alcune città
fra le quali Nuova Amsterdam, l’attuale
New York. Ben presto fra tutti prevalsero i
coloni inglesi che, sempre più numerosi,
abbandonavano la loro patria: erano avventurieri in cerca di fortuna, agricoltori che iniziavano a coltivare il tabacco nelle fertili terre
americane, perseguitati per motivi politici e
religiosi. Alla fine del XVII secolo, dopo aspre
lotte contro gli indiani e gli altri coloni europei, essi giunsero a controllare tutta la fascia
costiera, dove si erano formate 13 colonie
dipendenti dalla corona britannica, il nucleo
fondamentale di quelli che, un secolo più tardi e dopo una guerra d’indipendenza contro
la madrepatria inglese, diventarono gli Stati
Uniti d’America (1776).
Dopo aver tentato invano di conquistare anche il Canada, nel XIX secolo gli Stati Uniti
ampliarono il loro territorio con l’acquisto della
Louisiana dalla Francia, della Florida dalla Spagna, dell’Alaska dalla Russia e con la
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I resti della civiltà maya, che affiorano numerosi dalle foreste dello Yucatan, rivelano il raffinato
grado di cultura raggiunto dai popoli dell’America centrale.
conquista militare del Texas, del New Mexico
e della California, strappati al Messico, diventato nel frattempo indipendente.
Ma l’enorme espansione del paese avvenne
soprattutto attraverso la conquista del West,
ossia dei territori a ovest della fascia atlantica, ai danni delle popolazioni indiane. Fra il
1860 e il 1890 queste si opposero disperatamente all’avanzata dei coloni: l’ultima battaglia avvenne a Wounded Knee nel 1890.
Un accampamento degli arapaho nel Minnesota, in una foto di fine
Ottocento. A destra,
Un villaggio indiano di oggi, in cui convivono modernità e tradizione.
Da allora, incapaci di opporre resistenza allo
strapotere dei bianchi, gli indiani, ormai decimati, furono relegati nelle riserve.
I conquistatori europei avevano così ridotto
le popolazioni indigene a una minoranza, e le avevano private del loro patrimonio
culturale, come dimostra il fatto che oggi in
tutto il continente americano si professano
religioni cristiane e si parlano lingue indoeuropee.
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