Diapositiva 1 - Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale

Corso di Formazione in Sicurezza Urbana
Anno Accademico 2007-2008
LA COSTRUZIONE SOCIALE
DELLA REALTA’
Docente: dott.ssa Silvia Zoboli
[email protected]
I mass media e la costruzione della realtà:

Logiche della notiziabilità
Effetti sociali dei media
… i media e la costruzione della realtà…
I media sono ormai
nell’ambiente sociale.
una
presenza
insostituibile
Ridefiniscono le situazioni sociali, trasformando
progressivamente le percezioni della realtà, il rapporto
fra i sessi, fra le generazioni, con le gerarchie.
I media sono un’importante variabile nel processo di
costruzione sociale della realtà, grazie alla loro funzione
simbolica di mediazione delle conoscenze.
I media, inoltre, sono un luogo di scambio fra soggetti:
scambi politici, economici, di influenza, di riconoscimento
sociale.
… i media e la costruzione della realtà…
Il processo cui stiamo assistendo può essere definito
mediatizzazione della realtà.
Essa consiste in una maggiore centralità dei media e in
una elevata rilevanza del linguaggio che essi usano.
In altre parole, per essere visibili i fatti devono essere
espressi in forme facilmente mediatizzabili.
… i media e la costruzione della realtà…
Ma concretamente cosa fanno i media?
Selezionano, gerarchizzano e presentano la realtà,
consentendo di passare dal fatto alla notizia.
Questo processo di riduzione di complessità risponde a
due ordini di criteri:
i criteri di pertinenza (che cosa fa notizia, in
un particolare contesto sociale e in uno
specifico ambito temporale?)
•
la negoziazione sociale fra una serie di
attori
•
… i media e la costruzione della realtà…
La negoziazione sociale
Implica la consapevolezza che l’informazione è un luogo
di contrattazione fra diversi attori sociali.
•
i protagonisti dell’evento
•
le fonti (politiche, sociali, …)
•
i diversi media (quotidiani, TV, nuove tecnologie)
•
gli attori del mercato
•
i lettori
… i media e la costruzione della realtà…
I criteri di pertinenza
Nell’ambito dei criteri
rilevanza assumono:
di
pertinenza
•
la cultura professionale
•
la cultura organizzativa
particolare
… i media e la costruzione della realtà…
All’interno della cultura professionale si possono
individuare tre dimensioni:
1. La dimensione tecnica, che concerne le modalità
produttive
operativizzazione del lavoro redazionale
competenze tecniche
… i media e la costruzione della realtà…
All’interno della cultura professionale si possono
individuare tre dimensioni:
2. La dimensione relazionale, che consiste
nell’interiorizzazione delle norme sociali che
regolano la professione
possesso di capitale sociale
conoscenza della grammatica delle fonti
… i media e la costruzione della realtà…
All’interno della cultura professionale si possono
individuare tre dimensioni:
3. La dimensione culturale, che implica la capacità
di “leggere la società”, di saperle dare senso e di
adattarsi ai continui cambiamenti socio-culturali
… i media e la costruzione della realtà…
La cultura organizzativa consiste nell’applicazione delle
pratiche di routine del lavoro giornalistico.
In particolare, comprende:
la settorializzazione (i giornalisti hanno
compiti e ambiti di lavoro diversi)
•
la categorizzazione dei fatti (gli eventi
vengono suddivisi in tipologie e tipizzati)
•
•
i criteri di notiziabilità
… le logiche della notiziabilità…
“…regole pratiche comprendenti un corpus di conoscenze
professionali che spiegano e guidano le procedure
lavorative redazionali. Sono qualità degli eventi o della
loro costruzione giornalistica, la cui assenza o presenza
fa sì che un fatto sia incluso o meno nel prodotto
informativo. Più un evento presenta tali qualità, maggiori
sono le sue chances di essere incluso”
Mediatizzazione della realtà
… le logiche della notiziabilità…
Sono numerosi i fattori che influenzano la trasformazione
di un evento in una notizia :
•
le caratteristiche del mezzo
la velocità di circolazione delle informazioni e la
rapida obsolescenza delle notizie
•
•
fattori contingenti (es. estate)
il rispetto dei criteri di notiziabilità (caratteristiche
che facilitano la categorizzazione e la tipizzazione
degli eventi), spesso impliciti, mutevoli nel tempo e
flessibili, applicati intuitivamente
•
… le logiche della notiziabilità…
Si tratta dei cosiddetti valori-notizia, ossia criteri di
definizione della rilevanza di una notizia, che sono
sempre più conosciuti ed interiorizzati, sia dalle fonti che
dai fruitori.
E’ possibile individuare valori-notizia relativi:
•
al contenuto (es. le élite, la prossimità…)
•
al prodotto (brevità, novità, interesse, curiosità…)
•
al mezzo
•
alla concorrenza (non “bucare”, ma anche caratterizzarsi)
•
al pubblico (oggi anche consumatore)
… le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità?

Velocizzazione
L’avvento delle nuove tecnologie ha spostato l’accento
dalla fretta, da sempre una caratteristica del lavoro
giornalistico, alla novità.
Le notizie devono essere sempre nuove, perché si
deteriorano sempre più in fretta.
Si cercano con ansia sempre crescente novità oppure
nuove informazioni su eventi già presentati.
Il rischio è quello di dare troppo spazio all’effimero, che
non richiede contestualizzazione ed interpretazione.
… le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità?

Semplificazione
Aumenta il materiale “notiziabile”, ma diminuiscono i
tempi. E’ quindi necessario rendere significativi i singoli
eventi.
Si procede alla specializzazione per temi e si ricorre
all’uso di stereotipi.
… le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità?

Semplificazione
I rischi che si corrono sono:
la decontestualizzazione della notizia (privilegiare
i singoli casi ignorando la complessità dei processi)
•
la restrizione del tempo di trattazione e la
conseguente perdita di distanza critica
•
•
la stereotipizzazione
… le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità?

Semplificazione
Il risultato è la trasformazione della complessità in
controversia.
Le strategie utilizzate sono:
•
la personalizzazione
•
il sensazionalismo
… le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità?

Semplificazione
La personalizzazione consiste nell’umanizzare il
problema e i personaggi, per renderli più “vicini”.
Le strategie sono molteplici:
costante esposizione al pubblico dei personaggi
importanti
•
•
“far parlare” i protagonisti
•
presentare “casi”, storie paradigmatiche
… le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità?

Semplificazione
La personalizzazione consiste nell’umanizzare il
problema e i personaggi, per renderli più “vicini”.
Le strategie sono molteplici:
ricorso a sondaggi usati come fotografie della
realtà, senza interpretazione
•
•
grande spazio alle “firme”
Il rischio che si corre è quello di ricercare le opinioni e
non i nessi causali
… le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità?

Semplificazione
Il sensazionalismo è finalizzato a
•
eliminare le ambiguità
solleticare un pubblico ormai assuefatto al
clamore
• emergere sulla concorrenza
•
In questo modo l’informazione si avvicina sempre di
più all’intrattenimento (talk show, instant books…)
… le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità?

Nuove forme di approfondimento
La spazializzazione, che consiste nel recuperare la
mancanza di tempo per l’approfondimento attraverso
l’occupazione dello spazio
•
La gerarchizzazione è data dalla quantità di spazio
fornita e l’estensione va a scapito della profondità.
Molto in fretta i temi “in primo piano” passano in
secondo piano e devono essere sostituiti.
… le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità?

Nuove forme di approfondimento
•
Il ricorso alle opinioni,
degli esperti che danno la loro lettura della
realtà, spesso attraverso i contraddittori
dell’opinione pubblica attraverso i sondaggi
Far parlare più voci non significa maggiore obiettività,
al contrario, i giornalisti così abdicano al loro ruolo di
interpreti della realtà (opinione ≠ interpretazione).
… le logiche della notiziabilità…
Tutto questo modifica
presentazione dei fatti.
lo
stile
giornalistico
di
Aumenta il ricorso alle interviste che soddisfano
quasi tutte le logiche della notiziabilità, e al tempo
stesso deresponsabilizzano il giornalista

Spariscono le inchieste perché non c’è più il tempo
per farle

Si ricorre ad un linguaggio
discorsivo invece che oggettivo

narrativo
e
… le logiche della notiziabilità…
Tutto questo modifica
presentazione dei fatti.
lo
stile
giornalistico
di
Nella presentazione dei fatti di cronaca viene data
centralità all’infrazione più che al disagio sociale

Molti più temi vengono portati all’attenzione del
pubblico, ma è minore la libertà del giornalista che
deve sottostare a rigide regole di selezione e deve
comunque garantire la copertura di un maggior

numero di pagine
I mass media e la costruzione della realtà:
Logiche della notiziabilità

Effetti sociali dei media
… effetti sociali dei media…
Il tema degli effetti sociali dei mezzi di
comunicazione di massa è costantemente dibattuto a
causa delle forti implicazioni che esso porta con sé.
… controllo sociale da parte di chi detiene il potere…
… aumento della violenza e dei comportamenti devianti…
… diffusione di false percezioni sulla società…
… sono solo alcuni degli argomenti citati quando si parla
degli effetti (negativi) dei media sulla società.
… effetti sociali dei media…
Si possono individuare 4 fasi nella storia della ricerca
sugli effetti sociali dei media.
•
1° periodo – anni ’20 - ’50
I media onnipotenti
•
2° periodo – anni ’50 - ’60
Gli effetti limitati
•
3° periodo – anni ’60 - ’70
Gli effetti a lungo termine
•
4° periodo – dopo gli anni ’70
L’influenza negoziata
… teorie sugli effetti…
1) I media onnipotenti
L’avvento della radio (inizio ‘900), che segna la nascita
della comunicazione di massa, coincide con l’affermazione
dei regimi totalitari (nazismo, comunismo, fascismo) che
fanno un uso massiccio dei mezzi di comunicazione di
massa a fini propagandistici.
Oltre che dalla radio, la propaganda è consentita
dall’industrializzazione, che induce all’urbanizzazione.
Nasce la “società di massa” in cui la propaganda trova
ampio spazio di diffusione.
… teorie sugli effetti…
1) I media onnipotenti
Di conseguenza, i primi teorici della comunicazione di
massa lanciano l’allarme contro gli effetti di
indottrinamento e omologazione esercitati dai mass
media, governati da “persuasori occulti” senza scrupoli.
Si ritiene che la diffusione di un messaggio identico a una
grande quantità di persone (che si presumono simili e
passive) comporti un effetto persuasivo altrettanto
indifferenziato (teoria del proiettile magico o dell’ago
ipodermico).
… teorie sugli effetti…
1) I media onnipotenti
Due sono i riferimenti teorici e culturali:
la psicologia comportamentista (paradigma dello
stimolo-risposta)
•
• la
Scuola di Francoforte (industria culturale di massa
come fonte di omologazione e di accettazione passiva
dei principi della società capitalista)
Nasce l’idea che la comunicazione di massa debba essere
regolamentata e ispirata ai principi del bene comune e
dell’utilità sociale.
… teorie sugli effetti…
2) Gli effetti limitati
Dopo la Seconda Guerra Mondiale queste teorie vengono
sottoposte a revisione, perché ci si rende conto che:
il potere di persuasione delle campagne mediatiche
è inferiore a quanto ci si aspetterebbe
•
questo potere è mediato dalle appartenenze di
gruppo e dalle influenze che gli altri esercitano sui
fruitori (es. opinion leaders)
•
processo a due stadi: i messaggi non arrivano
direttamente dai media agli individui, ma vengono
mediati dalle appartenenze di gruppo
… teorie sugli effetti…
3) Gli effetti a lungo termine
Negli anni Sessanta, la forte diffusione della televisione
porta a un rifiorire di teorie che assegnano ai media un
elevato potere di persuasione.
Le ricerche di questo periodo, però, a differenza del
passato, si concentrano sugli effetti a lungo termine.
Le più significative sono:

teoria della coltivazione

agenda-setting

spirale del silenzio

usi e gratificazioni
… teorie sugli effetti…
Teoria della coltivazione
Parte dalla constatazione della massiccia presenza della
televisione nella vita degli individui.
I media in generale e la tv in particolare forniscono una
costruzione “mediale” della società, ossia “coltivano”
continue rappresentazioni del mondo sociale e dei suoi
aspetti in termini di omogeneizzazione, omologazione,
appiattimento delle differenze.
… teorie sugli effetti…
Teoria della coltivazione
Di conseguenza, i media (e soprattutto la televisione)
finiscono per determinare i principali contenuti della
cultura contemporanea.
La rappresentazione del mondo fornita dai media tende a
sovrapporsi a quella reale degli attori sociali. In alcuni
casi estremi la rappresentazione mediale può finire con il
prevalere (confusione fra realtà e realtà mediale).
… teorie sugli effetti…
Teoria dell’Agenda-Setting
I media possono influenzare gli atteggiamenti del
pubblico rispetto a certi fatti o personaggi sulla base
dell’attenzione che essi vi dedicano in un certo periodo.
La copertura mediatica guida l’attenzione del pubblico
su quei personaggi o fatti: sono lo spazio e il modo di
trattare certi temi che li rendono rilevanti.
… teorie sugli effetti…
Teoria dell’Agenda-Setting
Il criterio di priorità dell’interesse individuale e collettivo
non è determinato esclusivamente dalla rilevanza sociale
dei fatti o notizie o dai reali interessi del pubblico, ma
dallo spazio loro dedicato dai media.
I media non riescono a suggerirci cosa pensare, ma hanno
il potere di indicarci a cosa pensare (o non pensare)
… teorie sugli effetti…
Teoria della Spirale del Silenzio
Si parte dal presupposto che la società tende ad isolare
gli individui devianti e che agli individui non piaccia vivere
nell’isolamento.
Di conseguenza, gli individui tendono a confrontarsi
continuamente con i “climi d’opinione” e ad uniformare i
propri comportamenti pubblici a questi “climi”.
Per non rimanere isolati su importanti questioni pubbliche
molti individui si lasciano guidare da quelle che ritengono
essere le opinioni dominanti nel loro ambiente.
… teorie sugli effetti…
Teoria della Spirale del Silenzio
Si tende inoltre a dissimulare le proprie opinioni se si
ritiene di essere in minoranza, mentre si è disposti a
manifestarle se si crede che esse siano dominanti.
In questo modo le idee dominanti finiscono per
diffondersi sempre più a discapito di quelle della
minoranza (“effetto a spirale”)
… teorie sugli effetti…
Teoria della Spirale del Silenzio
Nel nostro contesto sociale, i mass media sono il canale
più accessibile agli individui per capire quale è il clima di
opinione dominante ed agire di conseguenza.
Ciò comporta che quello che viene tematizzato dai media
diventi opinione diffusa e condizioni i comportamenti
individuali socialmente accettati.
… teorie sugli effetti…
Teoria degli Usi e Gratificazioni
Ogni attore sociale possiede bisogni ed esigenze che
hanno origini socio-culturali e psicologiche.
Questi bisogni generano delle aspettative che
conducono a differenti modalità di consumo mediale
(sia per quanto riguarda i mezzi che per quanto riguarda i
generi consumati).
Le differenti modalità
di consumo producono
soddisfazione e gratificazione e quindi delle
conseguenze (effetti) sugli individui e il loro
comportamento.
… teorie sugli effetti…
4) L’influenza negoziata
Col passare del tempo, la società cambia e diventa più
complessa (post-modernità).
La televisione comincia a perdere la sua aura di magia e
di novità.
Il ruolo dei media viene allora ridefinito nei termini di una
negoziazione che si sviluppa su due livelli:
•
tra il sistema dei media e le altre istituzioni sociali
•
tra il testo e il lettore
… teorie sugli effetti…
4) L’influenza negoziata
Da un lato, si nota che il sistema dei media attua le
proprie strategie per contrastare i tentativi di
manipolazione operati dalle istituzioni e dai gruppi di
potere (ad es. nella comunicazione politica o nelle public
relations aziendali)
… teorie sugli effetti…
4) L’influenza negoziata
Dall’altro lato, il lettore ha un ruolo attivo nel selezionare
e nell’interpretare il contenuto della comunicazione di
massa.
I significati non sono “inscritti” nei testi, ma vengono
“contrattati” a partire da una “proposta” inserita nel testo
dai produttori che però non è tassativa.
Pubblici diversi daranno letture diverse, le stesse persone
in un contesto diverso daranno letture diverse.
… teorie sugli effetti…
4) L’influenza negoziata
Tuttavia, oggi si è consapevoli del fatto che i media
esercitano un potere nel lungo periodo, basti pensare
al ruolo di mediazione e di selezione della realtà operato
dal giornalismo: le strategie di presentazione delle notizie
comportano una distorsione sistematica che nel lungo
periodo si ripercuote sul pubblico e sugli atteggiamenti e
valori generali.
… effetti sociali dei media…
In breve, si può concludere che il potere dei media può
cambiare nel tempo:
i media appaiono più potenti nelle prime fasi della
loro adozione, quando non sono ancora stati
“addomesticati” dalle forze sociali e mantengono
una certa aura di magia
• i media appaiono più importanti nei momenti di
crisi e di cambiamento sociale, perché in questi
momenti aumenta il bisogno di informazioni e di
rappresentazioni condivise del mondo
• il potere dei media varia anche a seconda della
forza relativa delle altre istituzioni e agenzie di
socializzazione di massa
•
… effetti sociali dei media…
Ma quali sono i tipi di effetti
che i media possono esercitare?
… tipi di effetti…
intenzionalità
effetti intenzionali
Risposta individuale
Promozione dello sviluppo
Campagna di comunicazione
Diffusione dell’informazione
Acquisizione di informazioni
Distribuzione del sapere
breve termine
lungo termine
Controllo sociale
Reazione individuale
tempo
Socializzazione
Impatto sugli eventi
Reazione collettiva
Definizione della realtà
Cambiamento istituzionale
Mutamento culturale
effetti involontari
… tipi di effetti…
Effetti a breve termine intenzionali
Risposta individuale -
Il processo attraverso cui gli individui
cambiano, o resistono al cambiamento, quando sono esposti a
messaggi che tendono a modificarne le conoscenze, gli
atteggiamenti o il comportamento (risposta cognitiva, emotiva,
comportamentale).
Campagna di comunicazione -
Diversi media vengono
utilizzati in modo organico e pianificato da istituzioni radicate nella
società al fine di influenzare una certa parte della popolazione per
un periodo di tempo definito e limitato.
Acquisizione di informazioni -
Aumento delle informazioni
di cui il pubblico è a conoscenza, misurate da test di ricordo,
riconoscimento e comprensione.
… tipi di effetti…
Effetti a breve termine involontari
Reazione
individuale
-
Conseguenze
impreviste
dell’esposizione a uno stimolo mediale. Ad esempio, imitazione e
apprendimento di atti aggressivi o devianti (suicidio ispirato a un film
o a una notizia di cronaca), ma anche di idee e di comportamenti
investiti di valore positivo. Ha una componente fortemente emotiva,
quasi sempre transitoria.
Reazione collettiva -
Alcuni degli effetti individuali toccano
contemporaneamente più persone che si trovano in una situazione
comune. Ciò sfocia talvolta in un’azione collettiva non regolata e non
istituzionale. Ad esempio: paura, ansia e collera generati spesso da
informazioni incomplete.
… tipi di effetti…
Effetti a lungo termine intenzionali
Promozione dello sviluppo -
Diffusione pianificata di
innovazioni per favorire lo sviluppo a lungo termine, integrando
l’attività dei media con quella di altri gruppi intermedi presenti nella
società (i media come “scuola di massa”).
Diffusione dell’informazione -
Diffusione, nel corso del
tempo, della conoscenza di particolari eventi e notizie all’interno di
una data popolazione (vedi teoria dell’agenda-setting).
Distribuzione del sapere -
Mentre la comparsa dei media di
massa aveva inizialmente segnato una riduzione delle differenze
nella distribuzione del sapere tra i vari settori della popolazione,
sembra che l’aumento dell’offerta dei mass media stia accrescendo,
anziché ridurre, il divario fra chi ha molte informazioni e chi ne ha
poche.
… tipi di effetti…
Effetti a lungo termine involontari
Controllo sociale -
I contenuti veicolati dai media tendono a
rafforzare un ordine stabilito e a far rispettare modelli di
comportamento (vedi teoria della spirale del silenzio)
Socializzazione -
Contributo informale (ma decisivo) dei media
all’apprendimento e adozione di norme, valori e aspettative di
comportamento. In particolare: socializzazione politica e
apprendimento di ruoli professionali e di genere.
Impatto sugli eventi -
L’influenza dei media su eventi critici
o comunque rilevanti che vengono in qualche modo influenzati e
alterati dalla presenza dei media e dalla loro logica (i media-events o
“grandi cerimonie dei media”).
… tipi di effetti…
Effetti a lungo termine involontari
Definizione
della
realtà
-
I media diffondono
rappresentazioni sociali, schemi cognitivi e “modi di vedere la realtà”
(i frames) che trovano poi riscontro nel modo in cui gli individui
vedono e si rappresentano la realtà.
Non solo gran parte della nostra conoscenza deriva dai media, ma i
modi in cui acquisiamo, categorizziamo ed esprimiamo le nostre
conoscenze sono influenzati fortemente dalle modalità con cui ciò
avviene sui media (vedi teoria della coltivazione).
Cambiamento istituzionale -
Le istituzioni, specie quelle che
hanno nella comunicazione un aspetto importante della loro attività,
cambiano per adeguarsi alla logica e alle esigenze dei media. Oggi
tutte le istituzioni sociali sono istituzioni mediali (es. i partiti politici).
… tipi di effetti…
Effetti a lungo termine involontari
Mutamento culturale -
I media, specie in un contesto
globalizzato, espongono gli individui a informazioni provenienti da
culture diverse, che possono portare a un mutamento culturale nella
società in genere.
Più spesso, i media sono fonte di mutamento intergenerazionale,
poiché ogni nuova generazione nasce assieme e viene socializzata da
un nuovo medium con cui le generazioni precedenti hanno meno
familiarità.