Diapositiva 1 - ClementinaGily.it

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Coaching e laboratori
I lezione: Laboratori
e formazione estetica
OSCOM
L’albero del sapere non si
frequenta solo nell’infanzia
Competenza docente è la
comunicazione formativa
Il lifelong learning, la formazione permanente, è obiettivo europeo dal 1995 a causa di
1. L’innovazione della tecnologia
2. La mondializzazione dell’economia e della cultura
3. L’impatto del mondo scientifico e tecnologico sulla cosiddetta società della conoscenza:
le innovazioni influenzano il vivere quotidiano.
La scuola si adegua ai tempi con la Pedagogia Sociale. Ma è superato il riferimento al Paidos, al
ragazzo da istruire. Meglio pensare come fa Caillois alla Paidia – l’apprendimento libero che il Medio
Evo chiamava Gaio Sapere e i Romani Otium : OSCOM parla di comunicazione ortoformativa
multimediale. Riprende l’identificazione illuminista dei comunicatori professionisti con
insegnanti, sacerdoti e famiglie: perché trasmettere i valori civili impone di essere e
sentirsi responsabili del proprio dire. L’attuale mondo democratico, meticcio, veloce ha
anche più bisogno di simili figure per educare la CITTADINANZA ATTIVA
Il successo della comunicazione di massa si deve
all’interesse. È l’idea che fonda la didattica con Amos
Comenio, nel ‘600
Visual Thinking suggerisce laboratori a scuola nell’incontro con gli artisti (vedi il
promo).
Le foto personali sono dello studio di Giuseppe Antonello Leone.
I media sono entrati nella vita quotidiana studiando il target ed elaborando linguaggi
di «gioco», teatrali e di spettacolo. La società del tempo libero adora Quiz, arte,
sport, cucina… i nuovi generi letterari sono anch’essi, col design, l’esteticità
diffusa, il gradimento più che il conoscere estetico.
La teoria della formatività del gioco nasce nella pedagogia e nell’estetica
L’arte è la risorsa per partire da essa e approfondire – se non si centra nelle vendite
e nel commercio, come i media, anche la pubblicità è un buon oggetto di studio.
Educare all’immagine è oggi il dovere della scuola, legando nei laboratori la gioia
del sapere alle discipline.
i laboratori cominciano dal veder
lavorare un artista, dal visitare un
museo, dal ragionare di arte e media
John Dewey: La scuola vive il territorio
come sistema formativo integrato, la
comunità d’appartenenza ivi comprese
le migrazioni rendono necessario
approfondire l’identità nel pluralismo
della differenza.
Gregory Bateson: L’ambiente è
disordine cui risponde l’individuo,
un’entità dinamica in sviluppo:
l’ambiente ecologico è la prima cura
dell’educazione.
Kurt Lewin: Il segreto è circoscrivere il
campo d’indagine: “un sistema globale
dinamico che comprende e definisce
elementi necessari e qualificanti del
campo” : una situazione mobile
consente un quadro – non ultimo, si
può sempre approfondire - ma ben
determinato.
Il laboratorio a scuola educa al lavoro
in team e dà una lezione di vita
Il laboratorio è un ambiente di formazione che realizza un progetto –
non è necessario uno spazio apposito ed attrezzato
Perciò, va misurato nelle sue reali possibilità di riuscita, ben
calendarizzato, corretto se occorre, reso trasparente in una
comunicazione efficace, che chiarisca ad ognuno il suo e l’altrui ruolo,
responsabilizzando ognuno: Il fine comune di ogni laboratorio didattico:
deve avere successo
In ambiente formativo, questo è il suo prodotto principale, dare un
esempio memorabile. L’idea però nasce nell’industria, nei processi di
qualità totale, per motivare gli attori nel veder realizzata la possibilità di
migliorare, si organizza un modello riuscito.
Per ottenere questo apparentemente difficile risultato, è sufficiente
programmare un percorso sostenibile: se si vuole, indicando fini
ulteriori.di cui il risultato attuale è parte.
La lezione è l’ecologia ambientale
Il lavoro in team presenta molte difficoltà, come
dimostra la generale diffusione del mobbing –
insofferenza relazionale solo a volte giustificata dalle
ambizioni personali: sono molti ed occasionali le cause,
ma una leadership adeguata le risolve. Nei luoghi di
lavoro spesso il leader non è riconosciuto, oppure è
debole, oppure è autoritario: tutti casi di leadership
inquinante.
A scuola il problema è molto ridotto, il rapporto
asimmetrico docente-discente è una risorsa che rende
possibile realizzare una situazione equilibrata – con le
opportune metodologie di osservazione partecipata.
È utile nel laboratorio il
Coaching – una didattica dell’
accompagnamento
Il coaching è una nuova professione – di cui è bene sapere qualcosa,
perché opera nel campo delle interrelazioni più comuni: perciò, è il
professionista che si occupa dell’ecologia degli ambienti di lavoro. Il
suo metodo è un’arte di ragionare, un giusto uso della parola lieve.
Il counselor affronta disagi psicologici non clinici con lo strumento
della narrazione; il mentor illustra le architetture degli ambienti di
lavoro; il tutor addestra nelle prime difficoltà: il coach è l’esperto di
conversazione che con leggerezza coinvolge chi ha difficoltà ad
interagire. Lo accompagna con metodo ad esprimere il suo punto di
vista e cercare una soluzione alla presente difficoltà. Laddove un
interrogatorio blocca il rapporto, la parola lieve scioglie il ghiaccio
per la sua formalità, che impedisce intrusioni personali e facilitano la
convivenza dei diversi personaggi coinvolti in uno stesso ambiente
di lavoro.
Il vantaggio del rapporto asimmetrico (docente-allievo,
medico-paziente) metodicamente organizzato, rende
protagonista l’unico problema sul tappeto e lo avvia
a soluzione nel comune consenso.
Per rendere fruttuosi i labirinti
Addomesticandone le insidie
Costruendo
le scale
della
relatività
Mauritius
Escher
Il coaching pedagogico
perfeziona la comunicazione formativa
Con gli strumenti della programmazione della valutazione ben calibrati, un
sapiente uso della conversazione in laboratorio consente di unire la formazione
del carattere agli approfondimenti disciplinari grazie alla pratica di
 L’ermeneutica dell’allievo illumina l’Altro protagonista della Cura
 L’autorevolezza docente derivante dal rapporto asimmetrico:
 Insieme, creano la misura e l’equilibrio di un dialogo a tema fisso (il sapere
Basta tener presenti sette AAAttenzioni (distinti ma uniti) :
 A scolto disponibile: non dà consigli, riformula per chiedere chiarimento
 A ver cura: capire il disagio è non condannare e agire da specchio riflesso
 A iuto: senza troppa partecipazione né domande dirette, si aiuta davvero
 A ccompagnare: si corrobora l’umore con una partecipazione/sostegno
 A ntropologia: il sapere socioculturale del coach fornisce ipotesi da vagliare
 A rchitettonica: il sapere strutturale ipotizza soluzioni
 A ndare al nocciolo: coach e coached concludono su ipotesi e soluzioni
il laboratorio crea abilità e approfondimenti
I laboratori didattici tutti si dirigono alla costruzione di abilità, mirano ad un
prodotto acquisendo informazioni ed abilità. Il prodotto di per sé coordina il
lavoro del team come spazio utopico finalizzato al successo, come una
scena teatrale. Ma la riuscita dipende dall’esatta calibratura del progetto.
Costruire l’artefatto proposto per il 2016 – s’inizia a marzo – di un
documentario fotografico già consente di creare un ambiente di
apprendimento per definire ruoli, consentire l’assunzione di responsabilità ed
imparare a lavorare in team. L’argomento proposto è ora extracurricolare
(conoscenza di una nuova tecnologia) ma può essere un qualsiasi argomento
disciplinare, partendo a settembre: il laboratorio allora costruisce squadre di
ricerca che partono dal lavoro disciplinare.
 La motivazione derivante dal lavorare al prodotto multimediale,
 s’indirizzata ad approfondimenti formativi.
Predomina in laboratorio il mastery learning, la comunità educativa dei pari
che nel lavoro comune apprende i modi di bilanciamento ecologico.

Il laboratorio come esercizio di
qualità nella scuola
Ecologia ambientale, giudicare a partire dal prodotto, coinvolgere tutti nella responsabilità: sono elementi dei
percorsi di qualità. Essi ottimizzano i prodotti senza creare giudizi non condivisi e parziali perché il team
discute in fasi preordinate e su direttive e regole trasparenti, è controllato da un’autorità riconosciuta: con un
po’ di buona volontà ha tutto per risolvere i problemi del campo relativo al prodotto scelto.
Ciò impone la didattica del Microteaching (Demetrio) che adatta i programmi ministeriali alla classe presente,
valutata nel suo sviluppo prossimale. Gli argomenti scelti dalla competenza docente in ragione della loro
essenzialità, combinati se possibile con altri di altre discipline consentono di affrontare un argomento olistico
unendo l’attenzione analogica ed analitica (discipline umanistiche e scientifiche).
Così si possono trattare le idee di una cultura storica, ma anche temi morali, stili di vita, giudizi sulla cultura
tradizionale e multimediale con un approccio biosistemico, cioè costruendo una autobiografia culturale, una
storia di un anno di studio in una classe dove ci sono tanti diversi ragazzi, tanti diversi progetti.
Visioni personali e dialogo coi pari e con gli esperti si uniscono così nel percorso di qualità delimitato dal
prodotto – un libro, un documentario, ln programma radiofonico con la narrazione preparata…

Il managing del controllo di gestione e prodotto

La rivalutazione delle piccole cose fatte bene

La compartecipazione ad ogni decisione in vista dell’assunzione di responsabilità

L’attenzione a tutti i partecipanti, professori e tutor compresi

La valorizzazione del metodo e la soddisfazione del lavoro dell’intero gruppo: sono tutti elementi che
confermano il percorso come caratterizzato dalla ricerca e dalla pratica della qualità totale.
l’osservazione partecipata
Donald Norman parla di qualità della cultura dell’organizzazione:
l’artigianalità crea bellezza ed utilità in un sol getto, anche a
scuola occorre un procedere empirico, scientifico, umanistico: in
interrelazione. Un procedere da osservare metodicamente con
processi di controllo semplici ed efficaci. In esse sono comprese
le strategie euristiche rigorose e teoricamente fondate.
La raccomandazione europea di educare saperi, ma anche le
abilità, tenendo presente la ragione degli affetti nel laboratorio trova
uno spazio proprio: il prodotto, la disciplina, limitano il campo del
conversare ad un luogo neutro, dov’è più facile intendersi, dove
l’autorità del docente non trova difficoltà ad affermarsi.
Herbart diceva che si educa attraverso le discipline di studio.
Se esperto di coaching, o se è dotato di grande sensibilità, il docente sa fare spazio
all’ascolto e conquistare la fiducia degli allievi. Ma se segue nei casi difficili la
tecnica dell’osservazione partecipata, creando appositi diari di bordo in cui dare
coerenza e continuità alle osservazioni ed alle interrelazioni, ha la possibilità di
avviare a soluzioni le difficoltà del disagio normale, quello cioè che affetta un po’
tutti, per le comuni difficoltà della vita.
Nell’ artefatto come nella disciplina, il saper creare una forte relazione binaria
di fiducia (N+2) è una lezione di equilibrio per la vita, una formazione
profonda. che aiuta a gestire tutte le relazioni sociali: che scrivono una vera
topologia
Il sociologo Urie Bronfenbrenner negli anni ‘80 già metteva in luce quando
sia diventata complessa l’architettura del vivere, che genera il disagio
normale:
Ognuno appartiene ad un
1. microsistema - la base sociale, famiglia, scuola…
2. esosistema – spazi terzi, gli amici degli amici
3. mesosistema – amici di amici nominati ma non conosciuti
4. macrosistema – mondo della celebrità e notorietà
Tutti questi però sono sentiti presenti, se ne conoscono i pettegolezzi,
sfonda il limite del mondo sociale con una vastità che confonde.
L’ambiente elettronico, la socializzazione virtuale, ha reso tutte le sfere
interattive. Tutti ne abbiamo coscienza, ma chi ne sa dire qualcosa di non
generico? Conquistare l’appercezione, avere presenta al problematicità di
tutto ciò, la scuola propone nell’Arte di Ragionare, partendo dai piccoli fatti
dei laboratori. Il grande «strumento» del linguaggio razionale.
Equilibrio euristico
tutt’altro che eristico
La pedagogia euristica, dialogica si fonda sull’analisi del Research product, dell’artefatto
frutto della ricerca: un libro, una ricerca, un testo multimediale, un filmato disciplinare.
L’ottica di giudicare a partire dal prodotto consente osservazioni sincere, di concentrare il
riflettore dell’attenzione senza dover difendere per principio il proprio operato. Tutti sono
responsabili di tutto: si può tendere a migliorare. Sono poi introdotte nel laboratorio
didattico le rubriche valutative per poter dare a ciascuno il suo merito.

Attenzione però: non ogni parola è un dialogo:
EURISTICO è il metodo di SOCRATE – il termine viene da EURISKO, TROVARE
ERISTICO è invece il metodo dei nemici di Socrate, i SOFISTI; gli avvocati del tempo: eristico
viene da ERIS, CONTESA – è il dialogo dei Discorsi Duplici, dell’allenamento a sostenere quel
che conviene – Gorgia e il suo Elogio di Elena ne sono l’esempio.

Dice Duccio Demetrio: “E’ micropedagogico uno spazio-tempo determinato entro il quale si
realizza un intervento formativo che includa, da parte dell’attore-ricercatore, un’attenzione
per la progressiva scoperta delle componenti in gioco, delle loro connessioni, delle regole
che le sottendono e dei punti di vista dei soggetti che ad essa partecipano”.

Un approccio sistemico, olistico, è la base di un dialogo costruttivo – lo genera la chiarezza
del fine e del metodo. Lo spazio del laboratorio cinta il campo d’azione conciliando
obbiettivi e libertà.

Focus group – IL METODO
Detto ciò, la didattica considera però anche come facilmente nel brain storming soprattutto sia facile che le
decisioni siano dispersive, pregiudicando la fiducia nel lavoro in corso e poi l’esito.
Si consigliano perciò le metodologie del focus group. Esse sono un sistema di rilevamento statistico, se
adottate con severità – anche se ciò non rientra nel progetto, il metodo conserva la capacità di aiutare il
confronto e stringere verso conclusioni nei termini dell’aut aut, pur senza costringere a decisioni già prese:
piuttosto, ci sono binari stabiliti che consentono di trarre di quando in quando elementi conclusivi.
Perché sia anche una rilevazione statistica, occorre programmare uno studio attraverso focus group
interviews con 4-6 gruppi basati su caratteristiche analoghe, che definiscano la rappresentazione sociale di
un argomento – l’idea diffusa nel senso comune. La valutazione del gruppo occasionale riguarda i contenuti.
FASI:

Planning, progettazione della domanda
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Coinvolgimento di alcuni secondo il planning

Scrivere il progetto e discuterlo con l’assistente moderatore

Preparare la scena così da avere attenzione e conclusioni nel tempo previsto

Moderating – preparare gli svincoli di moderazione del focus group
Risulta più chiaro il succedersi del progetto se si considera come nasce il metodo: dalle ricerche di mercato.
Occorre sapere in breve tempo se un format o un dentifricio è più gradito in una forma o in un’altra: più che
affermazioni retoriche, importa la capacità di avere giudizi di merito.
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Occorre un linguaggio breve e volto allo scopo, un ambiente confortevole
uno sguardo ai partecipanti suggerirà se occorre cambiare qualche affermazione
Una breve introduzione standard dà il benvenuto a tutti, riassume l’argomento, dà le
regole per intervenire
Si passa alle domande scritte, una dopo l’altra. Sono state scritte con ampiezza, così da
rendere possibile una risposta articolata – evitare la risposta si/no. Non usare “Perché” per
evitare di parlare del passato
Alla risposta, si riassume il senso e si chiede conferma – se non è chiaro : “Puoi spiegarti
meglio?” "Vorresti dare un esempio?" "Non ho capito."
L’assistente moderatore registra la discussione, ivi comprese le reazioni non verbali
e la partecipazioni eccedenti.
Tutto il verbale verrà poi compilato dal moderatore e dall’assistente, sottolineanod i
punti dubbi.

ESEMPIO: "Cosa ne pensi di questo nostro programma?"
"Credi vi troverai informazioni nuove?"
"Cosa ti piace di questo nostro programma?«

PREPARA ASKING QUESTIONS per
individuare i campi di informazione




Fa domande che facciano sentire coinvolti con esempi, scelte, scale di gradazione,
disegni ecc.
Metti al centro la domanda e segui dal generale allo specifico
Sta attento sulle domande radicali, conservale alla fine
Usa conclusioni appropriate

Ending Questions
sono diverse le

Fai un sommario con conferma
• Domande di apertura

Rivedi propositi e risposte e chiedi se
• Domande introduttive
qualcosa si è perso.
• Domande di passaggio
• Domande chiave

Se potessi avere un minuto per parlare al
governatore, cosa diresti di questi nostri
• Domande conclusive



discorsi?
Summary question – riassumere e chiedere
conferma
Final question – Abbiamo dimenticato
qualcosa?
Analysis (analisi e rapporto scritto)
Esempio oscom focus
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
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
Non ci sono risposte giuste e sbagliate ma solo differenti punti di vista
Registriamo: ricordiamo le regole della conversazione
Ci serviamo del nome di battesimo
Non è necessario essere d’accordo con tutti, ma tutti si ascoltano e rispettano
Regole per i telefoni cellulari.

Il Moderatore guida la discussione, l’Assistente registra, ognuno parla prima quando è
chiamato, poi quando chiede la parola e gli viene data.

focus group sul gioco : Il tema è preceduto dalla presentazione che crea la base di
discussione: cosa s’intende per gioco, perché si fanno domande sul gioco in un laboratorio
didattico. O si diffonde una pagina scritta. Poi si apre con la serie 1) Benvenuto, (2) Scopopresentazione (3) Regole di fondo (4) si passa alle domande (seguono) applicando i modelli
già speigati.
Primo esempio : il gioco
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A cosa preferisci giocare?
C’è differenza tra i giochi che ami oggi e quelli di dieci anni fa?
Se c’è, dipende da te o dal gioco?
Consideri un gioco l’arte?
E il turismo?
Cosa vuol dire loisir? È il tempo libero, credi sia un problema?
Si parla di società del loisir: ma oggi si gioca poco o molto?
Quali sono i giochi che predominano oggi?
Hai mai inventato un gioco?
Cosa intendi per serietà del gioco?
Secondo esempio: i media
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Quali media frequenti di più?
Che differenza c’è tra un film alla televisione ed uno al cinema?
La pubblicità ti disturba e ti porta a cambiare canale? O la trovi artistica?
Preferisci media diversi nelle diverse ore del giorno? Dipende da quel che fai?
Il computer è soprattutto per te: studio, socializzazione o gioco?
Sei soddisfatto dei programmi dei media? Qualche critica è gradita.
In cosa è uguale e in cosa è diversa un’amicizia in rete?
Pensi che la televisione sia violenta? E i videogiochi?
Hai mai usato gli educational fuori scuola? Ti piacerebbe parlare alla radio?
Se ti dessero da scegliere un lavoro nei media: cosa faresti?
Se potessi scegliere una programmazione da incrementare, cosa preferiresti ?
A parte lavorare nei media, cosa vuoi fare da grande?
bibliografia
Clementina Gily Emilia
Mallardo, Meravigliosa voce.
Didattica coaching e sostegno,
www.ilmiolibro.it, Feltrinelli
2011
J. Dewey, Il mio credo
pedagogico, La Nuova Italia,
Firenze 1954.
U.Bronfenbrenner, Ecologia
dello sviluppo umano, Il Mulino
1986
E. Goffman, Il comportamento
in pubblico, Einaudi, Torino
1971
K. Lewin, Teoria dinamica
della personalità, Giunti,
Firenze 1966 (35)
J.Piaget, La costruzione del
reale nel bambino, La nuova
Italia, Fi 1973 (1937).
D. Allen K. Ryan, Analisi
dell’inse-gnamento,
microteaching, La scuola 1991
D. Demetrio, Micropedagogia.
La ricerca qualitativa in
educazione, La Nuova Italia
1992
D. Norman, La caffettiera del
masochista, Giunti 1990.
NEL SITO trovi sui temi indicati
1 VIOLENZA E TELEVISIONE
2 BILDUNG – FORMAZIONE
INTEGRALE
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