Randall Collins
Usa, Tennessee,1941
• Molti fenomeni possono essere spiegati sulla base
dell’assunto che esistono degli interessi conflittuali e
in base all’analisi delle risorse e azioni individuali
possibili in determinate situazioni sociali.
• L’enfasi viene posta sull’esistenza di interessi
individuali
• La società è fatta di gruppi in competizione
• Le idee sono usate come arma di conflitto e dominio
sociale (per produrre legittimazione)
• Per esprimere la dinamica del conflitto Collins riprende il
modello di stratificazione di Weber ponendo però
l’attenzione non sui “tipi ideali” ma su gruppi sociali
concreti che definisce status groups, gruppi i cui membri
percepiscono una cultura comune e un’uguaglianza di
status che infondono loro un forte senso di appartenenza
e di identità e di conseguenza un desiderio di esclusione
di chi non mostra simili caratteri.
• Secondo R. Collins l'elevazione continua dei livelli
d'istruzione richiesti non è legata alla continua domanda
di competenze che proverrebbe dal mondo produttivo, al
contrario, essa corrisponde ad una “strategia di difesa
delle posizioni dominante da parte di gruppi di status e
corporazioni”.
• Di qui l’importanza della scuola, che “insegna
soprattutto il vocabolario, le inflessioni, lo stile
dell’abbigliamento, i gusti estetici, i valori e il modo di
comportarsi” (Collins, 1971), cioè trasmette la
cultura di ceto.
• La scuola, in qualità di istituzione specializzata,
produce quindi la cultura formale essenziale per la
formazione ed il controllo di organizzazioni politiche
permanenti e quindi produce mobilitazione da parte
di tutti gli status groups.
• La lotta per la cultura formale porta infatti ad una
sovrapproduzione di credenziali educative rispetto
alla possibilità di tradurle in occupazioni di prestigio.
Ne consegue che man mano che il livello di qualificazione
richiesto cresce, aumento la percentuale della popolazione
che deve passare attraverso le istituzioni scolastiche, così
come aumenta il periodo che questa deve trascorrere in
esse.
o Inflazione dei titoli di studio: “il monopolio dell’accesso
alle occupazioni più remunerative e alle maggiori
opportunità economiche da parte dei detentori di
‘credenziali’, ossia di lauree, certificati di studio e altre
qualifiche formali.” (Brint S., Scuola e società, Bologna: il
Mulino 2008, p. 199)
Raymond Boudon
Parigi - 1934
• Boudon indica nei testi epistemologici di Weber
(Economia e Società, e i Saggi sulla teoria della scienza)
e di Simmel (problemi di filosofia della storia) le fonti
classiche della teoria dell’azione.
• Boudon contrappone la tradizione tedesca – nella quale
prende corpo una prospettiva individualista sulle
società (Weber, Simmel) – alla tradizione francese in cui
invece si afferma una prospettiva olistica (Durkheim,
Mauss, Levy-Strauss).
L’individualismo metodologico
• L’individualismo metodologico postula
che la sociologia debba comprendere
le motivazioni dell’azione dal punto di
vista dell’individuo che agisce e ritiene
che gli effetti macro-sociologici siano il
risultato dell’aggregazione di azioni
individuali.
Meccanismo di Scelta Razionale
Opportunità
Desideri
Quello che le persone
possono fare
Quello che le persone
vogliono fare
Importanza del contesto
• La teoria della scelta scolastica di Boudon si viene dunque
a basare su tre ipotesi:
 ipotesi dell’esistenza di sotto-culture di classe, che
incidono sulle scelte scolastiche (ad esempio la
concezione fatalista del successo tipica delle classi
svantaggiate);
 ipotesi della carenza cognitiva, che condiziona la riuscita
scolastica delle classi subalterne (ad esempio il
differenziale linguistico tra classi sociali riscontrato da
Bernstein);
 ipotesi del diverso calcolo dei costi-benefici, che influenza
le carriere scolastiche (nelle classi sociali più basse
persiste una sottovalutazione dei vantaggi futuri e una
sopravvalutazione dei costi e dei rischi derivanti dalla
scelta di proseguire gli studi).
• La somma di queste tre ipotesi riesce a dar
conto sia dei minori livelli scolastici delle classi
inferiori della gerarchia sociale, sia del fatto
che le scelte scolastiche dipendono
dall’origine sociale in modo inversamente
proporzionale rispetto alla riuscita scolastica,
entrambi dati riscontrati dalle statistiche
scolastiche
Scelte e perfomance degli studenti … come
si forma il capitale umano
1) Cambiamenti e stabilità delle diseguaglianze:
•Espansione del sistema educativo
•Differenziazione del sistema educativo
•Stratificazione sociale nel sistema educativo
•Centralità dei “momenti” passaggio tra i cicli
2) Due “paradigmi” sociologici per interpretare
queste disuguaglianze …
Secondo Bourdieu (1972) quanto più i genitori trasmettono
nei ragazzi elementi culturali qualificanti, tanto maggiore è
la loro cultura extra scolastica, tanto più consistente sarà il
successo scolastico dei figli (poiché essi riusciranno a
destreggiarsi assai meglio di altri non abituati ad avere a
che fare con la cultura intesa in senso lato ed in senso
scolastico).
Questo modello inserisce le scelte dei giovani riguardo
al loro futuro in una dimensione completamente
eteronoma, lasciando poco spazio alle decisioni
completamente fondate sulle razionalità individuali
(o sulla soggettività).
All’opposto, per i teorici della scelta razionale, il successo scolastico è
legato soprattutto alle capacita, alle aspirazioni individuali:
in tale ottica “i soggetti perseguono ciò cui ambiscono” (Gambetta,
1990). In questo modello viene sottolineata l’intenzionalità degli attori e
in particolare la loro capacita di porsi in relazione con il proprio futuro.
Riprendendo Boudon però dobbiamo notare che:
- "l'interesse soggettivo legato al raggiungimento di una posizione sociale di livello
dato (…) dipende dallo status sociale della famiglia";
- "la stessa posizione vale anche per i livelli scolastici, fermo restando che si deve
ipotizzare che gli individui stabiliscano una relazione tra livello scolastico e status
sociale";
- "la posizione sociale da un diverso significato al beneficio, al rischio e al costo
corrispondenti all'acquisizione di un dato livello di istruzione". (Boudon 1979, p.
66)
Modello
Decisionale
Binario
(Boudon, 1979)