LE NOBILTA’ EUROPEE
NOBILTA’:
LA GENESI DI UN CONCETTO
Nel mondo greco Aristocratico è:
 colui che si distingue fra tutti per particolare valore, per l’eccellenza
della sua natura
 Aristocratico, aristocrazia: dal greco ’aristòs = il migliore
Nel mondo romano Patrizio è:
 colui che appartiene ad una delle famiglie originarie della città che
ha diritto a sedere in Senato
 Patriziato, patrizi: dal latino patricii = coloro che discendono da un
pater
Nel mondo tardo antico e medievale Nobile è:
 colui che per nascita (o per titolo concesso da un sovrano) gode di
uno statuto speciale (=privilegio)
 Nobile, nobiltà: dal latino nobilis (= notabilis), nobilitas (da
noscere=conoscere) = noto, conosciuto
I tre elementi costitutivi della nobiltà
antica sono:
1.
nobilitas = natali illustri
eredità
2.
virtus = virtù e coraggio militare
esercizio delle armi
3.
certa habitatio = abitazione certa, quindi
proprietà di una casa e di una terra
signoria fondiaria
Che cosa sono le nobiltà?

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Le nobiltà sono i ceti privilegiati che
detengono l’egemonia politica e sociale nelle
società di antico regime e che ne
costituiscono le élites.
Esse posseggono uno statuto giuridico
particolare, si perpetuano per via biologica e
rinnovano i propri ranghi in base a regole
prestabilite.
Che cosa distingue classi, ceti, ordini,
stati?
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Il concetto di CLASSE (nella comune accezione sociologica marxiana o
weberiana) distingue un gruppo sociale per la sua posizione economica
all’interno del processo produttivo (es.: la borghesia, il proletariato, ecc.);
Il concetto di CETO distingue un gruppo sociale per la sua posizione di “status”
all’interno della gerarchia sociale (es.: ceti privilegiati, ceti medi, ceti subalterni,
ecc.);
Il concetto di ORDINE o STATO, così come è concepito in antico regime,
distingue un gruppo sociale per la sua posizione giuridica all’interno di una
gerarchia prestabilita (es.: clero, nobiltà, terzo stato, ecc.).
La società borghese (=società aperta) si autodefinisce in termini di classe;
Le società di antico regime (=società chiuse) si autodefiniscono in termini di ceti,
ordini, o stati.
Gli studiosi, oggi, possono individuare classi sociali anche in una società di
antico regime, ma devono essere consapevoli che si tratta di concetti e di
categorie estranee all’esperienza di quel mondo.
È dunque consigliabile descrivere una società impiegando le categorie mentali
attraverso le quali quella stessa società pensava se stessa.
Che cosa distingue la nobiltà?
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4.
la nobiltà è un ceto distinto dal privilegio, i
suoi tratti costitutivi sono
la nascita (nobilitas),
il ruolo sociale (virtus),
il possesso (certa habitatio);
la sua propensione naturale è per la
conservazione e per la difesa della
tradizione (constantia).
Che cos’è il privilegio?
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privilegio è qualsiasi esenzione o distinzione
rispetto ad un’insieme di leggi o norme valide
per gli altri gruppi sociali (es.: l’esenzione dal
pagamento delle tasse, l’assenza di obblighi
giuridici, il diritto a portare la spada, il diritto
ad esibire i simboli del privilegio, ecc.).
Conseguenza del privilegio è la
disuguaglianza.
Chi è nobile?

- è nobile solo chi dimostra di possedere
“titoli di nobiltà”, ossia privilegi o esenzioni
sanciti dal sovrano, dalla consuetudine o dal
tempo (=origine immemorabile).
Come si diventa nobili?
1.
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3.
per nascita (diritto ereditario);
per servizio (ottenimento dei titoli dal
sovrano in segno di ricompensa per i servizi
prestati);
per venalità (acquisto dei titoli dal sovrano
in cambio di denaro).
Quali sono i principali tipi di nobiltà
europea?
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Nobiltà terriera di antica origine feudale, altrimenti detta nobiltà
“di sangue” (=ereditaria) o nobiltà “di spada” (=di origine militare)
Patriziati urbani, o nobiltà cittadina di origine comunale; ossia
famiglie “di Consiglio” (spesso di origine mercantile o “borghese”)
che derivano i loro privilegi dall’esercizio delle più antiche cariche
amministrative cittadine
Nobiltà di servizio, nobiltà acquisita o confermata in seguito a
servizi resi al sovrano (servizi di stato, incarichi amministrativi,
servizio militare, ecc.)
Nobiltà di toga, nobiltà di origine recente, acquisita dal sovrano in
seguito all’esercizio di cariche di giustizia
Nobiltà di fatto, nobiltà non titolata, ma riconosciuta “per
consuetudine”, o inseguito a vita “more nobilium” (es.: la “Gentry”
inglese)
Che cosa può privare della nobiltà,
o mettere in discussione un titolo di nobiltà?
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l’impurità di sangue (ad es. in Spagna: l’origine da famiglia non
cristiana), la nascita illegittima da un genitore non nobile
l’esercizio di arti meccaniche (lavori manuali, professioni
infamanti)
l’esercizio del commercio, dell’usura o del prestito ad interesse
il disonore, il tradimento del proprio sovrano
Ma in un sistema apparentemente rigido (Spagna), si introduce
la “deroga” che si estende progressivamente a diversi paesi
europei (Inghilterra, Svezia, Prussica, Russia, Francia, Spagna)
Il “declino della nobiltà” un mito da
rivedere

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Un “luogo comune storiografico” – spesso ripreso
dai manuali meno avvertiti – si basa sulla doppia
immagine settecentesca di una “nobiltà in declino” e
di una “borghesia in ascesa”.
Si tratta di un’immagine che non corrisponde
pienamente alla realtà e che le ricerca storica ha
provveduto a smentire: in realtà il sistema di potere
nobiliare è un sistema di potere estremamente
elastico, capace di adattamenti successivi
(=processo di rilegittimazione); quando sembra
entrare in crisi trova al suo interno le ragioni del
proprio rinnovamento
Nobiltà e legittimazione
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Nonostante il loro ruolo assolutamente egemonico, nelle società
di antico regime i ceti nobiliari sono alla costante ricerca di
legittimazione (dall’alto e dal basso) nei confronti:
del Sovrano, dello Stato o della Chiesa (funzione militare,
funzione civile, funzione religiosa)
degli altri ceti privilegiati (contrattazione di un nuovo sistema dei
privilegi)
dei ceti inferiori (contrattazione di nuovi elementi di tutela)
Elementi di legittimazione possono essere:
 nascita, sangue e razza (=purezza di sangue)
 famiglia, antichità, durata nel tempo e tradizione (=genealogia)
 esercizio delle armi e onore militare (=onore, valore)
 servizi di corte o di governo (=competenza)
 esercizio del potere in ambito locale (=autorità)
 ricchezza e terra (=beni)
TITOLI E RANGHI

I titoli nobiliari hanno origine nell’alto medioevo, ma la loro definizione
gerarchica, nell’ambito del Sacro Romano Impero, è posteriore all’XII secolo. I
principali titoli della nobiltà imperiale europea sono:
DUCHI sono, in età tardo romana e longobarda, i comandanti militari (duces) e poi
i governatori militari dei territori conquistati; in età carolingia i grandi feudatari cui
spetta il governo ereditario delle varie province o Ducati, per conto del sovrano;
MARCHESI (o Margravi) sono i governatori delle Marche, ossia delle province di
confine o di importanza strategica, che assommano poteri politici e militari;
CONTI sono i più fedeli collaboratori (comites = coloro che mangiano insieme) del
sovrano; quindi, in età carolingia, feudatari inviati a governare una Contea
(Comitatum), ossia una delle circoscrizioni territoriali in cui è suddiviso il regno. Il
titolo di Conte palatino è riservato ai più alti dignitari della corte regia.
VISCONTI sono inizialmente i sostituti dei conti (vicecomites), quindi feudatari con
titolo ereditario di livello inferiore a quello dei conti;
VISDOMINI sono i feudatari laici ai quali il vescovo delega la propria autorità
temporale, mantenendo per sé il governo della diocesi;
BARONI nel medioevo sono tutti i detentori di “alta signoria” (=baronaggio); in età
moderna il titolo viene ad indicare una nobiltà feudale di natura inferiore, senza
ulteriori specificazioni particolari.
FRANCIA
Le due nobiltà
Due nobiltà in competizione:
1.
Nobiltà di spada (Noblesse d’épée)

Origine più antica (feudale, militare, terriera); titolo ereditario.

Gode di maggior considerazione sociale, ma non controlla più le leve del potere
politico e amministrativo. Deriva la sua ricchezza dalla terra.

Si mantiene autonoma dal sovrano al quale, spesso, si oppone. Rappresenta lo
0,5% della popolazione.
2. Nobiltà di toga (Noblesse de robe)

Origine più recente (cariche di giustizia e di finanza); titolo concesso dal sovrano
e reso ereditario.

Gode di minor prestigio sociale, ma controlla le principali magistrature leve del
potere politico e amministrativo. Deriva la sua ricchezza dalle rendite derivate
dagli uffici ed in misura minore dalla terra.

Dipende dal sovrano al quale deve la sua fortuna.

Rappresenta dall’ 1 al 3% della popolazione.
INGHILTERRA
Un’élite aperta?
Due nobiltà indipendenti.
1. I Pari (Lords)

Nobiltà di antica origine (feudale, militare, terriera); dotata di titolo ereditario
(duchi, conti, visconti) da molte generazioni. È limitata a 182 famiglie che, da
sole, posseggono il 20-25% della terra.

Rappresenta lo 0,5% della popolazione.

Gode di grande considerazione sociale e di considerevole potere politico; siede
di diritto in uno dei due rami del Parlamento (Camera dei Lords). È quasi
sempre di orientamento politico conservatore (tory).
2. La gentry

Nobiltà “di fatto” non dotata di patenti sovrane. Le vengono attribuiti i titoli di
cavaliere, baronetto, gentiluomo (knight, esquire, gentleman). Dotata di minor
prestigio, ma di notevole autorità in sede locale (giudici di pace, magistrati di
Contea). Può essere antica o recente; deriva il suo potere dalla proprietà
terriera e dall’autorevolezza acquisita in sede locale. Spesso svolge anche
attività imprenditoriali (tessili, minerarie).

È autonoma rispetto al sovrano e in alcuni casi i suoi esponenti sono eletti
deputati nella Camera dei Comuni. Non di rado è di orientamento politico
progressista (wighs).
RUSSIA
Una nobiltà di Stato
Un’unica nobiltà “di servizio”, suddivisa sulla in base alla Tavola dei ranghi
(1722) in tre livelli gerarchici, e sottoposta al potere assoluto dello Zar. La
conferma dei titoli ed ogni eventuale “carriera” di servizio è subordinata al
superamento di esami e al rigido rispetto dei ranghi (=uffici ereditari privilegiati)
stabiliti dal sovrano. La nobiltà russa dopo Pietro I il Grande non è né feudale,
né proprietaria in quanto tutta la terra appartiene allo Zar.
Principi (Kniazhata)

Sono legati alla famiglia imperiale ed appartengono alla più antica nobiltà
feudale. Grandi proprietari terrieri, possono ottenere incarichi di alto comando
militare, posti di ambasciatore presso corti straniere, o posti di ministro.
Boiardi (Droujna)

Grandi proprietari di origine feudale, con beni nell’entroterra russo. Possono
ottenere posti di Governatori delle province e comandi militari.
Nobiltà burocratica, dignitari, funzionari di Stato
Piccola nobiltà di provincia, deriva (o conserva) il suo potere grazie a ruoli
burocratici ereditari nell’apparato ministeriale, nella magistratura o nel governo
delle province.

POLONIA
Una nobiltà “egualitaria” e inflazionata
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Nobiltà in soprannumero, priva di gerarchie formalizzate, ma gerarchizzata di
fatto. Rappresenta oltre il 10% della popolazione.
Tutti gli esponenti della nobiltà hanno accesso al potere politico e siedono di
diritto nella Dieta che elegge il Sovrano (=monarchia elettiva).
Si distingue di fatto un’élite nobiliare, costituita dai Magnati, che controlla la
maggior parte delle terre e dei villaggi del paese e che domina la Dieta (da
famiglie di Magnati provengono tutti i re di Polonia). Possiede palazzi in città e in
campagna, truppe proprie e corti fastose.
Ad un secondo livello si colloca una nobiltà media che possiede il resto della
terra, anche in piccoli appezzamenti, e qualche villaggio.
Ad un terzo livello si collocano i cosiddetti “frazionari”, possessori di frazioni di
antiche terre demaniali. Per lo più residenti nei centri urbani, essi forniscono
personale di servizio ai Magnati e personale amministrativo e giudiziario alle
città.
Al livello più basso si colloca la nobiltà povera (Zaganowa), costituita di piccoli e
piccolissimi proprietari, a volte costretti a lavorare la terra con le proprie mani,
esenti da imposte, ma del tutto dipendenti dalla nobiltà maggiore.