AMMINISTRAZIONE ECONOMIA LUIGI XIV (IL RE SOLE) PIETRO I IL GRANDE Impiega gli intendenti per l’amministrazione locale, borghesi che presero parte alla nobiltà di toga:questo metodo rese possibile il superamento della venalità delle cariche, avvantaggiando il controllo del sovrano sulle stesse. Nel 1862 venne edificata la reggia di Versailles: la rappresentazione concentrata del potere assoluto della monarchia di Luigi XIV, la lontananza da Parigi (quindi dal pericolo di eventuali sommosse) e l’obbligo nei confronti della nobiltà di risiedervi all’interno, sancirono dentro questa “cittàresidenza” l’asservimento della nobiltà e una distinzione gerarchica ben precisa in cui il re, primo su tutti e al centro di tutto, prese la parte della stella più importante dell’appena scoperto sistema solare:la vita di corte dipendeva da lui e intorno a lui era costituito tutto, egli prese la parte del sole, egli era il Re Sole. Il Re Sole accentrò nelle sue mani il governo dello stato, circondandosi di ministri senza però mai rinunciare all’intervento diretto nelle questioni più importanti. La maggiore carica della politica interna, cioè quella di Controllore generale delle finanze, venne assegnata a Jean-Baptiste Colbert, collaboratore del re addetto alla giurisdizione degli affari interni. Colbert fu ispiratore del mercantilismo (da lui detto colbertismo): politica economica basata sulle esportazioni e le importazioni mercantili che poneva il suo obbiettivo nel far entrare più denaro all’interno del paese rispetto a quanto ne uscisse, nella convinzione che uno stato sia più ricco in base alla quantità di denaro presente all’interno di questo. Il colbertismo si rivelò, tuttavia, una strategia fallimentare. Prima delle rivolte dei cosacchi, la società russa era strutturata secondo i caratteri della servitù della gleba, si presentava al ‘700 come una società rivolta ancora al passato, con un forte potere nobiliare e con le masse contadine ferme ad un regime medievale. I cosacchi erano da sempre in contrasto con l’insediamento, nei loro territori, della nobiltà e si battevano per la libertà dalla schiavitù. Al gruppo dei nomadi cosacchi, abili cavalieri, si aggiunsero servi fuggitivi e disertori. Si pose a capo di questo esercito razziatore Sten’ka Razin, arrestato e condannato a Mosca dall’esercito russo solo dopo vari scontri che videro le città russe protagoniste di molti massacri e lotte. Lo zar, ispiratosi al sistema fiscale francese, modificò nuovamente il suo stato arretrato e favorì interventi di tipo mercantilistico e strutturò la società su basi di accentramento del proprio potere e regole ferree. La sua politica era, come già detto, quella di rinnovamento dell’ancora arretrata società russa (la popolazione era spesso restia nel cambiare le proprie consuetudini, come, per esempio, la riluttanza nel tagliarsi la lunga barba che erano soliti avere i russi, ma che era simbolo di un popolo rimasto fermo, mentre il resto del mondo occidentale progrediva). Pietro il grande cercò, per di più, di creare un ceto imprenditoriale nel tentativo di sviluppare l’economia, anche se di questo non ne furono entusiasti né chiesa né nobiltà, che vedevano in questo sviluppo una minaccia nei confronti dei loro privilegi. ESERCITO Il ministro della guerra, il marchese di Louvois, mirava ad una politica di rafforzamento dell’esercito francese, posto all’obiettivo espansionistico del regno: il marchese potenziò le strutture organizzative e diede spazio ai giovani borghesi. Il potenziamento era una mossa importante per gli interessi espansivi di Luigi XIV, l’obbiettivo era, cioè, sottrarre i territori alla Spagna e all’Impero. Lo zar fu sin da piccolo un appassionato di guerra ed un grande stratega. In comune con la società francese, quella russa aveva bisogno d’innovazione in campo militare: Pietro, ispirandosi allo stile di vita e alla modernità dell’Occidente, diede un volto nuovo alla sua Russia; fu migliorata l’armeria e instaurato un reclutamento su base nazionale (ogni comunità era in dovere di fornire soldati). La grande evoluzione dell’esercito russo era dovuta, in gran parte, alla fondazione di scuole militari ed accademie militari: esempi di riforme adottate dallo zar, riforme che resero Pietro, “Il grande”. ISTRUZIONE Diede impulso alle arti ed agli studi, poiché considerava il sapere come uno strumento di potere Fu intollerante con tutte le religioni diverse dalla Cattolica, reprimendole. Abolì l’Editto di Nantes (1685) che concedeva libertà religiosa agli Ugonotti. Fece approvare la Dichiarazione gallicana (1682) che stabiliva la supremazia del Re di Francia sulla Chiesa francese. Perseguitò i Giansenisti Intraprese una serie di guerre per espandere i propri domini. Una serie di conflitti portarono la Francia alla conquista di varie città e territori. Con la pace di Nimega (1678) Luigi XIV ottenne l’abolizione della tariffa protezionista sulle importazioni. A lungo andare, però, le guerre si rivelarono rovinose per la Francia e non ottennero l’esito sperato: l’egemonia francese sull’Europa Riformò parzialmente la Scuola, istituendo scuole militari e accademie navali Limitò il potere della Chiesa ortodossa, abolendo il Patriarcato e sostituendolo con un Santo Sinodo nominato dallo zar. POLITICA RELIGIOSA POLITICA ESTERA Cercò, in tutti i modi, uno sbocco sul mare. Con la Seconda guerra del Nord (1700-1721) fu in grado di opporsi agli Svedesi e di ottenere,dopo anni di scontri, nuovi territori e lo sbocco sul Mar Baltico (per il quale lo zar reclutò una marina da guerra), importantissimo perché la Russia era priva di sbocchi sui mari facilmente agibili. Questo sbocco fu trovato all’estremità del Golfo di Finlandia, dove Pietro fondò la nuova capitale Pietroburgo.