Capitolo 5 “Un età di contrasti” 1 La società del Seicento fra miseria

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Capitolo 5 “Un età di contrasti”
1 La società del Seicento fra miseria e splendore
La società è divisa in tre ordini
La società del Seicento, come nel Medioevo, era divisa in tre ordini o stati:
il primo stato, la nobiltà;
il secondo stato, il clero, cioè coloro che appartenevano alla Chiesa;
il terzo stato cioè il resto della popolazione.
Questi privilegi derivavano dal fatto che la nobiltà aveva nel corso dei secoli
appoggiato militarmente i re. Con la costituzione di eserciti nazionali, assoldati
in quest’epoca da imprenditori privati, il ruolo militare della nobiltà in parte
diminuì.
La nobiltà gode di molti privilegi
La
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nobiltà, oltre a essere ricca di proprietà terriere, era lo stato privilegiato:
non pagava tasse;
poteva ambire a qualsiasi carriera militare, politica o ecclesiastica;
poteva assoldare uomini armati.
Accanto alla nobiltà di sangue esiste una nobiltà di toga
All’interno della nobiltà (aristocrazia) potevano esserci delle differenze di
origine:
-i nobili di sangue o di spada appartenevano a famiglie il cui titolo era
antico;
-la nobiltà di toga era invece formata da quelli che avevano ottenuto il titolo
nobiliare di recente, magari comprandolo da qualche re in difficoltà economica.
L’aristocrazia non coincideva a volte con la ricchezza: molti nobili erano
indebitati e sfoggiavano il loro sfarzo per nascondere la loro reale situazione.
Coloro che lavorano per vivere: il terzo stato
Al terzo stato apparteneva la maggior parte della popolazione (i nobili, ad
esempio, erano solo l’uno per cento in Francia).
Alla stragrande maggioranza di quelli che avevano bisogno di lavorare per
vivere (contadini, operai, manovali, artigiani) e gli emarginati (poveri,
mendicanti e vagabondi, spesso rinchiusi in ospizi) si contrapponeva una
piccola percentuale di borghesi ricchi e colti (giudici, avvocati, finanzieri,
grandi mercanti e imprenditori).
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Fame, guerre, epidemie peggiorano le condizioni di vita
Nel Seicento la crescita demografica rallentò in Italia, Spagna e Francia;
calò nettamente in Germania per via della Guerra dei Trent’anni; crebbe in
Inghilterra e Olanda per lo sviluppo economico.
Il ristagno e il calo demografico furono a causa di ripetute annate di carestie
che provocarono anche la diffusione di epidemie (come la peste del 1630 e
comunque la denutrizione favorisce l’aumento della mortalità per malattia in
generale).
Le condizioni di vita peggiorarono causando ribellioni: le numerose spese di
guerra e lo spreco perpetrato dai regnanti di Spagna (soprattutto) e Francia,
gravavano sulla popolazione attraverso un forte prelievo fiscale.
2 Povertà e decadenza economica in Spagna, Italia e Germania
L’economia della Spagna è in decadenza
Dal 1550, quando era la nazione più ricca d’Europa, la Spagna subì un forte
declino per diverse cause:
- la nobiltà spagnola, disprezzando il lavoro e le attività produttive, non
investì la sua ricchezza per migliorare l’agricoltura il commercio e
l’artigianato , ma cercò di consolidare la sua posizione aristocratica
impegnandosi in carriere ecclesiastiche e militari;
- la Spagna quindi produceva pochissimo e doveva importare grano e
armi;
- le guerre e le importazioni produssero un forte debito con l’estero;
- l’argento proveniente dalle miniere americane si esaurì all’inizio del
Seicento.
Anche l’Italia entra in una fase di
declino
L’Italia entrò in declino alla fine del XVI
secolo:
- le merci italiane (di lusso) subirono la
concorrenza dei prodotti più economici
inglesi e olandesi;
- i porti italiani divennero scali poco
importanti, perché le merci provenienti
dalle Indie ormai arrivavano nei porti
sull’Atlantico;
La crisi economica è causa di rivolte
L’Italia fu colpita anche da carestie e pestilenze (1630 nel nord e centro; nel
1656-7 nel regno di Napoli). Nei domini spagnoli si viveva di riflesso la crisi
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della Spagna e sulle popolazioni gravava il forte peso delle tasse: ci furono
delle rivolte, come quella di Masaniello a Napoli nel 1647.
Un terribile conflitto si abbatte sull’Europa
Le carestie e le pestilenze furono create
soprattutto dalla guerra: i lanzichenecchi
tedeschi portarono la peste del 1630,
quando calarono in Italia per l’assedio di
Mantova,
durante
la
guerra
dei
Trent’anni.
Questa guerra, che durò dal 1618 al 1648,
fu un conflitto religioso all’inizio e divenne
una guerra per il predominio europeo nel
1635, quando la Francia cattolica si
schierò a fianco della Svezia protestante.
La Germania è il paese più colpito
dalla guerra.
La Germania fu il paese più colpito da questa guerra perché era fu il teatro
delle principali operazioni militari.
Dai vari trattati di pace che vanno sotto il nome di pace di Vestfalia nel 1648
uscì un’Europa diversa:
- gli Asburgo d’Austria persero ogni potere sugli stati tedeschi anche se questi
formalmente facevano parte dell’impero;
- l’Olanda e la Svizzera furono riconosciute indipendenti;
- la Francia divenne la maggiore potenza europea.
3 Uno stato in rapido sviluppo: la repubblica d’Olanda
La repubblica d’Olanda è piccola ma ricca e intraprendente.
Nel Seicento il centro dell’economia e dei commerci si spostò dal Mediterraneo
ai porti che si affacciavano sull’Atlantico.
Quando ottenne l’indipendenza dalla Spagna con la pace di Vestfalia, l’Olanda
divenne la principale potenza commerciale nel mondo e conquistò il dominio
dei mari.
Questo accadde perché:
- la borghesia olandese, calvinista, poté imporre un modello di vita dinamico
e laborioso;
- la tolleranza religiosa olandese favorì l’afflusso dei perseguitati religiosi di
tutta Europa, che portarono tecniche e conoscenze nuove.
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Un segreto: ridurre i costi di produzione
L’Olanda si arricchì rapidamente perché,
riducendo i prezzi di produzione e
utilizzando le tecniche più moderne del
tempo,
riuscì
a
produrre
merci
più
economiche degli altri paesi europei.
Inoltre le sue navi, economiche ma robuste,
servirono al commercio europeo in tutto il
mondo, trasportando non solo le merci
olandesi.
Nascono le compagnie di navigazione
Per affrontare i grandi pericoli dei lunghi viaggi per mare, gli armatori olandesi
si organizzarono in società commerciali, le Compagnie internazionali di
navigazione: mettendo insieme il capitale, i soci (che potevano essere anche
cittadini qualunque) avevano più possibilità di guadagnare e i rischi erano
contenuti.
Le compagnie di navigazione fondano colonie e fanno guerre.
Le Compagnie olandesi delle Indie orientali spodestarono con la forza i
portoghesi dal sud est asiatico (erano lì dal Cinquecento); in Indonesia
costrinsero brutalmente le popolazioni locali a coltivare spezie, caffè e
cotone per portarle poi in Europa.
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La Compagnia delle Indie occidentali fondò delle colonie in America, come
quella di Nuova Amsterdam, che dopo una guerra divenne di proprietà inglese
prendendo il nome di New York.
4 Le trasformazioni economiche dell’Inghilterra
L’avvio della rivoluzione agricola.
Alla fine del Cinquecento, i nobili inglesi s’impadronirono delle terre
comuni, boschi e pascoli liberi che erano utilizzate per il pascolo e la legna
dalla gente del circondario.
Queste terre furono recintate e utilizzate per essere sfruttate al massimo:
- la rotazione triennale fu sostituita da quella quadriennale, dove il quarto
anno serviva alla produzione del foraggio;
- il foraggio alimentava gli animali che potevano produrre più letame.
Questi cambiamenti sono conosciuti come “rivoluzione agricola”.
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Nelle campagne si diffonde il lavoro a domicilio.
I mercanti davano ai contadini in campagna la lana e i telai e passavano poi a
ritirare il prodotto finito per rivenderlo: i contadini potevano così guadagnare
qualcosa nei tempi morti del lavoro agricolo e i mercanti aumentavano la
produzione a buon mercato ottenendo grandi profitti.
Si sviluppa l’industria mineraria.
Per riscaldare le case in inverno si passò dall’uso del legname al carbon fossile;
in Inghilterra si produsse, per la prima volta il carbon coke, un carbone che,
se utilizzato nella produzione del ferro garantisce la realizzazione di un metallo
perfetto.
L’industria mineraria inglese fu alla base della Rivoluzione industriale un secolo
e mezzo dopo.
L’Inghilterra diventa una grande potenza commerciale.
Nella seconda metà del Seicento, l’Inghilterra contese all’Olanda il dominio dei
mari.
Fondò altre colonie in America del nord oltre alla Virginia (1607): la Carolina
del sud e del nord, la Pennsylvania e la Nuova Inghilterra.
Nelle Isole Antille, tolsero la Giamaica agli Spagnoli mentre le Barbados
divennero un covo di pirati.
La Compagnia inglese per le Indie orientali inaugurò le prime basi in India a
Madras, Bombay e Calcutta.
Londra divenne un porto importante e nel Sette-Ottocento il centro
economico e commerciale del mondo.
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