1 RUMORE: variazione di pressione che si propaga nello spazio e nel tempo all’interno di un mezzo solido, liquido o gassoso; ai nostri fini il mezzo di propagazione di interesse è l’aria CARATTERISTICHE FISICHE DEL RUMORE Si dice che un rumore è “grave” come quello di un temporale…… …oppure acuto come gli strilli di un neonato Responsabile di tali sensazioni è un parametro fisico detto “frequenza”, che si misura in Hertz [Hz]. L’orecchio umano è in grado di avvertire frequenze comprese tra 20 e 20.000 Hz La frequenza è una grandezza intrinseca nel senso che non dipende dal punto di osservazione Si dice che un rumore è “lieve” come lo stormire delle foglie… Responsabile di tali sensazioni è un parametro fisico detto “intensità”, che si misura in Decibel [dB]. … oppure alto e forte come quello di un aereo al decollo L’intensità è una grandezza soggettiva nel senso che dipende dal punto di osservazione: più lontana è la sorgente acustica, più lieve risulta il 2 rumore avvertito L’UNITÀ DI MISURA DEL RUMORE IL DECIBEL: per quanto fisicamente e matematicamente non sia un’unità di misura, sia nell’uso scientifico sia, soprattutto, in quello comune, è invalso l’utilizzo del DECIBEL (dB) come unità di misura del rumore. La vera unità di misura è, nel Sistema Internazionale, il Pascal (Pa) il cui utilizzo è però poco immediato e assai complesso. Si ricorre così all’utilizzo dei Decibel. Attenzione però: derivando da un’operazione un po’ complessa detta logaritmo, i Decibel si devono sommare e sottrarre con regole particolari! Ad esempio: 80 dB + 80 dB = 83 dB e non, come si potrebbe pensare, 160 dB !!! In pratica, il raddoppio di una sorgente sonora (due identiche presse ugualmente operanti anziché una sola) determina un aumento della pressione sonora di soli 3 dB! Spesso poi, invece che la sigla “dB” si trova “dB(A)”. Questo aspetto è relativo al fatto che, nell’intervallo di frequenze avvertibili dall’orecchio umano compreso tra 20 e 20.000 Hz, questo avverte meglio certe frequenze – quelle intorno ai 3.000 – 5.000 Hz - e meno bene le basse e le alte frequenze. Dato che la misura del rumore è effettuata con strumenti oggettivi, detti fonometri, che rilevano il rumore con la medesima sensibilità a tutte le frequenze, i tecnici applicano degli speciali filtri con cui tali strumenti registrano le emissioni acustiche con la medesima soggettività dell’orecchio umano medio. Il filtro “A” aumenta le frequenze medie (meglio avvertite dall’uomo) e deprime le alte e basse frequenze (meno avvertite dall’uomo) in modo che il fonometro restituisca una registrazione del rumore coerente con la sensazione sonora umana. Da qui l’indicazione “dB(A)” 3 IL LIVELLO SONORO CONTINUO EQUIVALENTE [LAeq] ESEMPIO: immaginiamo che uno studente universitario sostenga in un anno cinque esami con i seguenti risultati: 22, 27, 24, 25, 22 . Se invece di elencare le votazioni riportate in ciascuna prova egli affermasse di aver sostenuto cinque annualità alla media del 24, fornirebbe un’informazione meno precisa (mancano le votazioni delle singole prove) ma ugualmente significativa ai fini del voto finale di laurea Il Livello sonoro continuo equivalente è il livello sonoro che, sostituito al rumore reale per il medesimo intervallo di tempo, determina un’identica emissione di energia sonora Rumore istantaneo Livello equivalente Quando è misurato con filtro di ponderazione in frequenza “A”, tale livello si indica con il simbolo LAeq Tale livello è diffusissimo e gran parte delle misure di rumore, sia in campo ambientale sia in ambiente di lavoro, sono espresse mediante tale funzione Esistono dei casi in cui l’utilizzo del LAeq non risulta significativo: ad es., il caso del rumore ferroviario allorché il passaggio anche di pochi terni può risultare assai disturbante, specie di notte, benché l’esito della misura di rumore in termini di LAeq risulti basso 4 FISIOPATOLOGIA DELL’ORECCHIO L'ORECCHIO L'organo dell'udito è costituito dall'orecchio, suddiviso in tre parti: orecchio interno, che ha il compito di raccogliere le onde sonore; orecchio medio, deputato a ricevere e a trasmettere le vibrazioni prodotte dalle onde sonore all’orecchio esterno, il quale trasmette gli stimoli derivanti dalle vibrazioni all'encefalo e presiede al senso dell'equilibrio Le onde sonore esterne sono percepite e raccolte dal padiglione auricolare (orecchio esterno), entrano nel condotto uditivo esterno dove sono amplificate e colpiscono la membrana timpanica, che vibra. Le vibrazioni sono convogliate agli ossicini dell'orecchio medio, che trasmettono gli impulsi alla chiocciola costituta da una delicata struttura a spirale ripiena di un fluido. Nell'orecchio interno oltre alle cellule sensoriali (organo del Corti) situate nella chiocciola (o coclea), si trovano le strutture che costituiscono l'organo dell'equilibrio. Gli impulsi giunti all'orecchio interno, viaggiando lungo terminazioni nervose, raggiungono il nervo acustico che li trasporta al cervello, dove sono riconosciuti come suoni L'orecchio interno ha una duplice funzione: • organo acustico, cioè recettore delle vibrazioni sonore che giungono dall'orecchio medio • organo statico, che regola il senso dell'equilibrio 5 MECCANISMO DI AZIONE DEL RUMORE SULL’ORGANISMO 1 Gli effetti che l’esposizione al rumore determina sull’uomo sono dipendenti da numerose variabili, come le caratteristiche fisiche del fenomeno, i tempi e le modalità di manifestazione dell’evento sonoro, la specifica sensibilità del soggetto esposto, e sono comunemente classificati come: • effetti di danno, vale a dire di alterazioni non reversibili o non completamente reversibili, riscontrabili dal punto di vista clinico e/o anatomopatologico; • effetti di disturbo, cioè di alterazioni temporanee delle condizioni psicofisiche del soggetto, che siano chiaramente riscontrabili, determinando effetti fisiopatologici ben definiti; • sensazione di disturbo e fastidio genericamente intesa (annoyance). EFFETTI UDITIVI DELL’ESPOSIZIONE A RUMORE Il danno da esposizione a rumore o ipoacusia presenta le seguenti caratteristiche: • è quantificabile attraverso gli esami audiometrici • è determinato dall'esposizione ad elevati livelli di rumore (sul lavoro e nel tempo libero) • è irreversibile quando la lesione è organica, vale a dire quando si ha la distruzione delle cellule sensoriali dell’organo del Corti • non è evolutivo una volta interrotta l’esposizione al rumore IPOACUSIA non è sinonimo di sordità completa bensì di perdita di capacità uditiva, più o meno marcata. La cessazione dell’esposizione a rumore (pensione, ad es.) arresta il fenomeno di perdita di capacità uditiva ma ai danni già manifestatisi non si può porre rimedio 6 MECCANISMO DI AZIONE DEL RUMORE SULL’ORGANISMO 2 In via generale, si può affermare che, all’interno dell’apparato uditivo umano: • la sede della lesione è differente a seconda della frequenza [Hz] caratteristica del rumore • la gravità della lesione è correlata alla quantità di energia sonora somministrata mentre le lesioni appaiono più marcate in presenza di rumore di tipo impulsivo Con il termine “soglia uditiva” si intende la minima intensità sonora percepita alle varie frequenze; si ricorda al proposito che l’orecchio umano è in grado di percepire suoni di frequenza compresa tra i 20 ed i 20.000 Hz e che esso sente “meglio” a certe frequenze,intorno ai 4.000 Hz, e meno bene ad altre. È possibile determinare la soglia uditiva mediante un esame detto audiometria tonale liminare, che consiste nell’invio al paziente di toni puri per via aerea o per via ossea. L’esposizione di un soggetto normoudente ad un rumore di una certa entità provoca l’innalzamento della soglia uditiva del soggetto in esame; quantitativamente, il fenomeno è indicato come la differenza in dB tra la soglia uditiva in condizioni di riposo acustico e quella dopo la stimolazione sonora. Essendo tale innalzamento transitorio, si parla di “spostamento temporaneo della soglia” (STS); esperienza comune dell’STS può essere la ridotta capacità uditiva che si avverte dopo una serata in discoteca o dopo un concerto. Evidentemente, se dopo un intenso stimolo acustico si avverte una ridotta capacità uditiva, questo fenomeno è indice di un innalzamento della soglia uditiva: un rumore chiaramente avvertito in condizioni normali non è invece udibile in condizioni di stress acustico. Tale fenomeno risulta generalmente transitorio nel senso che, concedendo all’orecchio un adeguato periodo di riposo, esso riacquista completamente le normali capacità uditive 7 Lo spostamento temporaneo della soglia può caratterizzarsi per una durata brevissima, breve o prolungata (in quest’ultimo caso si parla di “Fatica uditiva patologica”) ma in ogni caso, se l’esposizione a rumore non è ripetuta, il soggetto riprenderà completamente le proprie facoltà uditive Confronto tra audiometrie 25 Audiometria STS 20 Decibel Nel grafico di destra si evidenziano, in blu ed in fucsia, due audiometrie effettuate in condizioni di stress e di riposo acustico: come si può vedere, in prossimità dei 2000 Hz si ha un picco di deficit momentaneo di capacità uditiva Audiometria in condizioni normali 15 10 5 0 0 250 500 1000 2000 4000 6000 8000 Frequenza [Hz] Se l’esaurimento funzionale che ha determinato lo STS a carico dell’apparato uditivo si mantiene entro certi limiti, alla cessazione dello stimolo è possibile un completo recupero; se però tale esaurimento risulta eccessivo e l’esposizione a rumore ripetuta quotidianamente, può non sussistere la possibilità di un recupero totale e dunque lo STS evolve lentamente in un danno irreversibile detto “spostamento permanente della soglia uditiva” (SPS) o, più comunemente, “ipoacusia da rumore”. Circa le connessioni tra lo spostamento temporaneo e quello permanente della soglia uditiva, sono state condotti numerose indagini epidemiologiche giunte alle seguenti conclusioni: • a parità di condizioni, lo SPS varia notevolmente da soggetto a soggetto tant’è che, accanto a lavoratori gravemente danneggiati, ve ne sono altri perfettamente normali • se tra un’esposizione al rumore e la seguente non si ha un periodo sufficiente di quiete acustica utile per un completo recupero delle capacità uditive, nel medio periodo si instaurano con ogni probabilità condizioni favorevoli ad un danno irreversibile • Lo SPS o ipoacusia da rumore è, come detto, irreversibile ma l’entità del danno non si aggrava dal momento di cessazione ad esposizione al rumore (per pensionamento o cambio mansione). 8 LA PREVENZIONE E LA PROTEZIONE DAL RUMORE IN AMBIENTE DI LAVORO Come per qualsiasi altro rischio aziendale, la migliore soluzione per ovviare al problema rumore consiste nella sua mancata generazione, nello sforzo di applicazione di tecnologie e di metodologie di lavoro che riducano per quanto possibile le emissioni sonore. Questo è il principio della PREVENZIONE Eliminare il pericolo è possibile mediante: • utilizzo di carrelli elevatori elettrici anziché Diesel • utilizzo di attrezzature di lavoro meno rumorose • utilizzo di soffi d’aria silenziati • effettuazione delle operazioni di lavoro con responsabilità e buon senso • scaricamento di pezzi metallici su superfici gommate …………. Neutralizzare il pericolo è possibile mediante: • isolamento anche strutturale dei reparti rumorosi • copertura ed insonorizzazione di attrezzature rumorose • interposizione di barriere fonoisolanti • …… Proteggere l’operatore è possibile mediante: • isolamento delle cabine e di locali di lavoro • utilizzo di Dispositivi di protezione individuale dell’udito (DPIu): inserti auricolari, archetti, cuffie 9 LA PROTEZIONE DAL RUMORE IN AMBIENTE DI LAVORO MEDIANTE I DPIu TAPPI: i tappi sono costituiti inserti in materiale gommoso, normalmente schiuma poliuretanica, da inserire entro il condotto uditivo al fine di ridurre la trasmissione del rumore per via aerea. Se ben inseriti, essi garantiscono un’elevata protezione dalle emissioni sonore. Gli inserti auricolari devono essere indossati mediante la seguente procedura: 1. Accertarsi che le dita delle mansi siano ben pulite ed esenti da oli e polveri 2. Mediante pressione di rotolamento tra indice e pollice, i tappi devono essere compressi fino a formare un cono (si veda la figura 1) 3. Tendendo l’orecchio con la mano opposta a quella dell’orecchio di inserimento, sistemare l’inserto entro il condotto uditivo facendolo ben penetrare (figura 2) 4. Esercitare sull’inserto una pressione per una durata di circa 25 – 30 secondi; in tale intervallo di tempo il tappo si espanderà all’interno del condotto uditivo per un ottimale isolamento acustico (figura 3) CUFFIE sono costituite da coppe in plastica rivestite di materiale schiumoso con cuscinetti laterali riempiti di schiuma; un’apposita fascia ad arco connette le due coppe mantenendole aderenti alle orecchie. Le cuffie garantiscono una protezione da rumore inferiore rispetto a quella dei tappi ben indossati ma hanno i seguenti vantaggi: • un inserimento più facile • possibilità di metterle e toglierle facilmente numerose volte, anche con le mani non perfettamente pulite (evitare però che materiali estranei entrino in contatto con l’orecchio) • se, come doveroso, sono ben utilizzate e mantenute in ottimali condizioni di pulizia da parte del lavoratore, hanno lunga durata 10 IL DECRETO LEGISLATIVO 81/2008 Il Decreto Legislativo 10 aprile 2006, n. 195, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 30 maggio 2006, si sostituisce al precedente celeberrimo D.Lgs. 277/1991, l’antesignano delle normative relative alla sicurezza di “nuova concezione” ovvero delle normative che per prime hanno imposto la valutazione del rischio. Ora il nuovo D.Lgs. 81/2008, Testo Unico in materia di sicurezza e salute del lavoro, ha ricompreso al suo interno (Titolo VIII Capo II) il Decreto 195, con poche modifiche. Si riassumono di seguito i tratti salienti della nuova legislazione Il Decreto fissa dei valori limite di esposizione e dei valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, ovvero: · · · Valori limite di esposizione: LEX,8h = 87 dB(A); Ppeak = 140 dB(C) Valori superiori di azione: LEX,8h = 85 dB(A); Ppeak = 137 dB(C) Valori inferiori di azione: LEX,8h = 80 dB(A); Ppeak = 135 dB(C) Un’importante modifica è stata l’introduzione dei valori di pressione di picco, che contabilizzano i picchi di rumore raggiunti anche per tempi brevi o brevissimi Il Decreto afferma peraltro che: • la periodicità della valutazione deve essere perlomeno quadriennale • i luoghi di lavoro dove i lavoratori sono esposti al di sopra dei valori superiori di azione (85 dB(A) di LEX e 137 dB(C) di Ppeak) devono essere indicati con apposita segnaletica • in ogni operazione che lo esponga a valori superiori ai valori superiori di azione (85 dB(A) di LEX e 137 dB(C) di Ppeak), il lavoratore ha l’obbligo di utilizzo di otoprotettori (inserti auricolari, archetti o cuffie) messi a disposizione dal Datore di lavoro • l’informazione e la formazione è garantita ai lavoratori esposti al di sopra dei valori inferiori di azione (80 dB(A) di LEX e 135 dB(C) di Ppeak). • La sorveglianza sanitaria è garantita per tutti i lavoratori la cui esposizione media giornaliera risulti superiore ai valori superiori di azione (85 dB(A) di LEX e 137 dB(C) di Ppeak); il lavoratore non può sottrarsi alle visite audiometriche preventiva e periodiche. La sorveglianza sanitaria avviene normalmente per mezzo di visite audiometriche, nelle quali si stabiliscono quali siano, a determinate frequenze, le minime pressioni sonore avvertite dal soggetto. Il confronto dell’audiometria effettuata 11 nell’anno in corso con quelle degli anni precedenti può evidenziare lesioni e danni all’orecchio. SOSTANZE OTOTOSSICHE Esistono alcune sostanze la cui presenza in ambiente di vita o di lavoro o la cui assunzione – farmaci – possono risultare dannose per la funzionalità dell’apparato uditivo. Le principali sono: monossido di Carbonio (CO), stirene, toluene, xilene, etilbenzene, tricloroetilene, disolfuro di carbonio, n-esano, piombo, manganese, arsenico, mercurio ESITO DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO RUMORE Numero mansione Denominazione della mansione LEX,8h con uso di DPI Sorveglianza sanitaria 1 ADDETTO OPERATORE 86,3 80,0 Sì LEX,8h IMPORTANTE: Presso la ditta …………………………………………………………………………………………………………. è OBBLIGATORIO l’utilizzo di otoprotettori (tappi, cuffie, archetti) durante l’utilizzo di strumenti manuali rumorosi quali la levigacoste, la smerigliatrice, la molatrice manuale e la fresa a disco 12