ESERCITAZIONE 30/05/2006 RENE E GHIANDOLA SURRENALE RENE: I reni sono un organo pari, sono due uno destro e uno sinistro, più o meno della stessa forma e dimensioni, anche se uno è leggermente più grande dell’altro. Sono posizionati nella parte dorsale, a livello delle costole fluttuanti, e hanno un’irrorazione che dipende dall’arteria renale che è una derivazione dell’aorta, il sangue confluisce nella vena renale che poi va a finire nella vena cava inferiore. Nell’uomo il rene è multilobare, ha dagli 8 ai 18 lobi, e l’aspetto generale sia nell’uomo che nel topo è più o meno lo stesso, ovvero hanno una forma a fagiolo. Sono rivestiti da una capsula di connettivo (come tutti gli organi) fibroso, e sono anche rivestiti un’abbondante tessuto adiposo, in quanto per la loro posizione non riparata nella cavità addominale, necessitano di un cuscinetto di tessuto adiposo di protezione. Al di sotto di questa capsula connettivo- adiposo, c’è il rene vero e proprio che è costituito da una zona corticale e una midollare ed è definito dai vasi che decorrono all’interno. L’arteria renale porta il sangue arterioso, quindi ossigenato, e la vena renale porta il sangue venoso. L’arteria renale entra all’interno del rene e si sfiocca in altre arterie più piccole, arterie interlobari, che poi si sficcano a loro volta in interlobulari e poi in arterie arcuate o arciformi che delimitano la porzione corticale e quella midollare. Il rene è l’organo che filtra il sangue, e produce l’urina e il materiale di scarto mantenendo il sangue puro ed efficiente. Regola anche la pressione osmotica, quindi mantiene costante la pressione sanguigna nel nostro corpo, ed ha anche una piccola zona a secrezione endocrina che produce eritropoietina, che è un ormone coinvolto nell’eritropoiesi, cioè la formazione dei globuli rossi. Anatomicamente si può distinguere una capsula di tessuto connettivo fibroso sottile, all’esterno del quale c’è del tessuto adiposo. Immediatamente al di sotto c’è una zona più scura, che è la zona corticale, in cui si distinguono zone più scure e rotonde, al di sotto della zona corticale c’è la zona midollare, molto più chiara, che ha una struttura piramidale e striata. Ancora più all’interno si trova la papilla renale, che è una piramide di midollare circondata dalla pelvi renale, ed è la zona dove defluisce l’urina per arrivare all’uretere e permette all’urina di uscire dall’ilo renale, che è la zona in cui entrano ed escono i vasi e i dotti. Nella parte corticale si distinguono i corpuscoli renali (le strutture tonde) che sono le vere e proprie unità filtranti del rene. Nella zona midollare si trovano i raggi midollari, costituiti da tubuli contorti prossimali e distali e dai dotti collettori. Più esternamente c’è la pelvi renale, circondata da un calice, con i dotti che vanno a confluire verso la pelvi e il punto di raccolta è il calice renale che drena nell’uretere dove ritroviamo un caratteristico epitelio di transizione. L’unità funzionale del rene è il nefrone, che è costituito dai corpuscoli renali e da un sistema di tubuli e dotti. Si distinguono due tipi di nefroni , uno corticale caratteristico della zona corticale, è il più numeroso e questo tipo di tubulo non è molto lungo, oppure ci somo dei nefroni juxtamidollari, che sono sempre nella parte corticale ma hanno parte di dotti e il corpuscolo nella parte midollare, sono meno numerosi ma sono più lunghi. Il nefrone è costituito da un corpuscolo renale, detto corpuscolo di Malpighi, che è costituito da un glomeluro e dalla capsula di Bowmann. Il gromeluro è un sistema di capillari anastomizzati tra loro molto particolare, e la capsula di Bowmann è il tessuto epiteliale che riveste questo sistema di capillari. Nel corpuscolo di Malpighi viene prodotto l’ultrafiltrato dal plasma, cioè quella che pio diventerà l’urina. L’ultrafiltrato è raccolto dalla capsula di Bowmann e va a decorrere in un sistema di tubuli la cui prima componente è il tubulo contorto prossimale, che ha un epitelio cubico (come tutti i dotti e tubuli) ma le cellule del contorto prossimale hanno delle specializzazioni di membrana dette orsetto a spazzola, che permettono una maggiore superficie che entra in contatto con l’ultrafiltrato, poiché in corrispondenza del contorto prossimale sia ha un riassorbimento attivo di ioni Na, Cl, di glucosio e di amminoacidi, ed è la zona in cui avviene la maggior parte di riassorbimento dall’ultrafiltrato. Il tubulo contorto prossimale continua con tubuli più dritti e paralleli tra di loro che vanno a formare l’ansa di Henle, che ha tre porzioni, una discendente, una dell’ansa vera e propria e una ascendente, ed è il luogo in cui l’urina viene concentrata sia per mezzo che di processi attivi che di processi passivi. L’ansa di Henle continua nel tubulo contorto distale, dove diventa più convoluto, e non più retto come era nella porzione ascendente dell’ansa di Henle, e in questa sezione del sistema di tubuli si ha in riassorbimento attivo sotto il controllo dell’aldosterone e si ha secrezione di potassio. L’ultima porzione di tubuli è costituita dal tubulo collettore, dove l’urina diventa urina ipertonica e si ha anche un riassorbimento passivo di acqua che rende ulteriormente ipertonica l’urina. Il sistema di tubuli defluisce in un sistema di dotti, ovvero il tubulo collettore confluisce nel dotto collettore, il quale va a confluire nel dotto di Bellini, che a sua volta sfocia nella pelvi renale che va a defluire nell’uretere fino all’esterno. Le arterie renali che entrano nell’ilo del nefrone si sfioccano in arterie interlobari e poi in arterie interlobulari, dalle quali si sfioccano le arterie arcuate, che delimitano la zona corticale da quella midollare. Dalle arterie arcuate si sficcano delle arteriole che sficcano in altre arteriole, e alla fine in dei capillari, che si anastomizzano e vengono rivestiti dalla capsula di Bowmann dando origine al corpuscolo di Malpighi, e il capillare che si sficca non va a confluire in una vena, ma va a confluire in un’altra arteriola, che esce dal glomerulo, ritorna in circolo e alla fine si fonde con il sistema venoso. I tubuli che dipartono dal corpuscolo di Malpigli sono il contorto prossimale, che sta vicino al glomerulo ed è molto convoluto, quando si trasforma in ansa di Henle diventa più retto, discende nella midollare, e risale come porzione ascendente dell’ansa di Henle, forma il tubulo contorto distale, poi il tubulo collettore, il dotto collettore e i dotti di Bellini. Il sistema di tubuli non è isolato ma è in contatto con la vascolarizzazione dell’organo, poiché tutti i fenomeni di riassorbimento che avvengono a livello dei tubuli, premettono il passaggio di materiali dall’ultrafiltrato alla circolazione. Nel corpuscolo di Malpighi c’è un’arteriola afferente, che è quella che entra nel corpuscolo, da origina ad una serie di capillari anastomizzati, per cui molto ramificati, questi capillari si riuniscono e defluiscono nell’arteriola efferente che esce dalla capsula di Bowmann e ritornano verso il ciclo. Si ha quindi un polo vascolare, che è un polo di entrata dei vasi all’interno della capsula di Bowmann, e si ha un polo urinario che sta dalla parte opposta, che è il polo da cui sce il tubulo contorto prossimale, e da cui defluisce l’ultrafiltrato che si forma a livello del glomerulo. La capsula di Bowmann è costituita da un doppio strato, ovvero ha una membrana esterna di epitelio pavimentoso, una parte interna derivata dall’epitelio esterno con cui è in continuità, e riveste i capillari, ed è costituita da cellule specializzate dette podociti. Tra il glomeluro e la parete esterna della capsula di Bowmann c’è uno spazio di raccolta dell’ultrafiltrato che defluisce nel tubulo contorto. Il glomerulo è l’unità filtrante, ha una capsula che lo riveste di tessuto pavimentoso, in continuità con delle cellule epiteliali modificate, che sono i podociti, che costituiscono il tratto viscerale della capsula di Bowmann, e in corrispondenza dell’arteriola efferente, decorre sempre il tubulo contorto distale. In questo caso le definizioni distale e prossimale dei tubuli non sono riferite alla loro posizione fisica all’interno del rene, ma sono distanti da un punto di vista di percorso: il tubulo contorto prossimale è a diretto contatto con la capsula di Bowmann, mentre quello distale è l’ultima porzione del sistema di tubuli ed è sempre in contatto con l’arteeriola efferante e va a formare l’apparato Juxtagromerulare. Il gromerulo è quindi costituito da capillari anastomizzati, e si trovano anche altri tipi cellulari. Ci sono le cellule del mesangio, che si posizionano tra i capillari che formano il glomerulo, ci sono i podociti importanti per la filtrazione. I capillari che formano il glomerulo sono un po’ particolari, sono molto più permeabili rispetto a tutti gli altri capillari del nostro organismo, hanno un endotelio fenestrato che permette un passaggio efficiente di piccole proteine e di ioni, e quest’endotelio è anche rivestito di proteine cariche negativamente, in maniera da formare un blocco per le proteine anioniche che quindi non sono in grado di lasciare il capillare, ed hanno una membrana basale molto più sviluppata, poiché è l’effettiva separazione tra i podociti che rivestono i capillari, e l’endotelio dei capillari stessi: è al livello della membrana basale che avviene la filtrazione vera e propria, cioè dove le sostanze, passando attraverso la membrana basale, passano nello spazio di Bowmann, e formano l’ultrafiltrato vero e proprio. I podociti sono delle cellule epiteliali differenziate, hanno un corpo globoso con un nucleo ben evidente, e delle digitazioni citoplasmatiche, dette processi primari e processi secondari, che si avvinghiano gli uni sugli altri e quelli di un podocita su quelli di un altro, e rivestono completamente la membrana basale di un capillare. I processi primari si attorcigliano e si intersecano gli uni sugli altri in maniera stretta, e ancor più strettamente lo fanno i processi secondari, e lo spazio che si forma tra un processo secondario e l’altro è molto ridotto (20-30 nm). Le cellule del mesangio sono normalmente cellule del mesangio intramolecolare, ovvero si trovano tra i capillari e i podociti che rivestono il glomerulo, sono abbastanza numerose, e si possono riconoscere mediante opportune colorazioni, la loro funzione è quella di secernere matrice extracellulare, per cui mantengono la struttura stabile, e secernono anche altre proteine e ormoni, come le prostaglandine, le endoteline e le citocitochine, sono capaci di effettuare attività fagocitica, per cui possono eliminare residui e ospiti indesiderati che arrivano al livello dei capillari del glomerulo, e sono in grado di modificare la loro struttura abbastanza facilmente, per cui rivestendo quasi completamente i capillari del glomerulo, possono variare il diametro dei capillari stessi modificandone il lume e di conseguenza la pressino del sangue che defluisce. Lasciando il glomerulo, l’ultrafiltrato entra nel tubulo contorto prossimale, che ha un epitelio cubico dotato di microvilli, per cui di un orsetto a spazzola. L’epitelio cubico è mantenuto anche nella prima porzione discendente dell’ansa di Henle, in cui ritroviamo ancora un epitelio con microvilli che tendono a scomparire man mano che discende nell’ansa di Henle, e l’epitelio si assottiglia sempre di più, e nalle porzione sottile, sia essa ascendente o discendente, si ha un epitelio squamoso. Al livello dell’ansa vera e propria l’epitelio è molto assottigliato ed è uno squamoso quasi pavimentoso. Ritornando su si continua ad avere un epitelio cubico, che continua nel tubulo contorto distale dove, in corrispondenza dell’apparato juxtaglomerulare, l’epitelio presenta una struttura glomerulare che è la macula densa. Il tubulo contorto prossimale è costituito da un epitelio cubico, per cui cellule molto grandi, con un evidente orletto a spazzola, che permette un riassorbimento di circa il 70% dell’acqua contenuta nell’ultrafiltrato, e di glucosio e NaCl in maniera da determinare un gradiente osmotico che serve nell’ansa di Henle. L’epitelio cubico del contorto prossimale, ha le cellule con i microvilli con il glicocalice caratteristico delle cellule deputate all’assorbimento, e nella parte basale ci sono un gran numero di mitocondri, in quanto l’assorbimento che le cellule del contorto prossimale effettuano, è un trasporta attivo di sodio, che viene importato dall’ultrafiltrato e poi rilasciato nei capillari che decorrono al di sotto della membrana basale, la quale ha molte invaginazioni nelle quali si trovano le pompe del sodio, che permettono lo scambio continuo dalla cellula epiteliale ai capillari. L’ansa di Henle ha un aspetto di dotto, per cui ha un epitelio spesso di cellule cubiche, nessun tipo di orletto a spazzola, e nelle porzioni più inferiori dell’ansa si ha un epitelio squamoso, ed è la porzione in cui si forma l’ansa vera e propria. Nell’ansa di Henle viene riassorbito circa il 15% dall’acqua dell’ultrafiltrato, e un 25% di ioni Na, Calcio, K, e carbonato. La porzione ascendente che torna su verso la parte corticale è impermeabile, ed è ricca di pompe Na/K che riassorbono i soluti mediante idrolisi di ATP. I diuretici impediscono il riassorbimento di NaCl a questo livello, e quindi si ha un aumento dell’acqua che viene eliminata rispetto a quella che viene riassorbita. Tra i vari tubuli siano essi distali o prossimali, decorrono dei vasi sanguigni, in quanto tutto ciò che viene riassorbito deve essere riammesso in circolo, e questi vasi sanguigni sono detti vasa recta, e sono delle regioni più scure all’interno dei vari tubuli. Decorrono nella porzione midollare, quindi tra tutti i tipi di tubuli, e sono caratterizzati dalla presenza di cellule interstiziali, che si estendono dall’ansa di Henle ai vasa recta, e sono cellule non caratterizzate da un punto di vista funzionale, sono in grado di produrre prostaglandine e/o ormoni in grado di regolare la pressione sanguigna. Il tubulo contorto distale, quindi l’ultima parte del sistema di tubuli del nefrone, è privo di microvilli, il loro lume è molto più ampio e più bianco, anche qui i mitocondri sono molto abbondanti, e si può riconoscere una striatura basale dovuta alla posizione dei mitocondri all’interno della cellula. In corrispondenza del contorto distale si ha un riassorbimento del restante 7% di ioni Na e Cl, e diventa permeabile all’acqua nel momento in cui si assumono ormoni anti-diuretici, che permettono un riassorbimento dell’acqua in questa porzione di tubulo. Forma anche una struttura particolare, a livello delle arteriole afferenti ed efferenti del glomerulo, hanno una specializzazione di membrana detta macula densa, che insieme alle cellule mesangiali extraglomerulari, e alle cellule juxtaglomerulari che avvolgono le arteriole, formano l’apparato juxtaglomerulare. Quest’ultimo ha una funzione fondamentale nella regolazione della funzionalità delle vene: il tubulo contorto distale con il suo epitelio cubico si ispessisce in corrispondenza del glomerulo, e a contatto con l’arteriola afferente si hanno le cellule juxtaglomerulari. La macula densa, ovvero la specializzazione di membrana del tubulo contorto distale, è posizionata al polo vascolare del glomerulo, ed è una specializzazione osmorecettoriale: le cellule in questa zona sono più grandi ed hanno il compito di monitorare la concentrazione di ioni sodio nel filtrato. In base a questo monitoraggio sono in grado di capire se il glomerulo sta funzionando in modo corretto o meno, in quanto se ci fosse una diminuizione della pressione arteriosa sistemica (arriva meno sangue al glomerulo), si produrrebbe meno ultrafiltrato, quindi una minor concentrazione di ioni sodio passa sulle cellule della macula densa: questo è interpretato come un difetto dell’attività renale per cui le cellule juxtaglomerulari sono stimolate a rilasciare renina, che innalza la pressione sanguigna. Le cellule juxtaglomerulari sono a stretto contatto con la macula densa, circondano l’arteriola afferente, e sono delle cellule muscolari modificate, sono quindi dei meccanorecettori, ovvero monitorano la pressione sanguigna nel glomerulo, e una volta che anche le cellule della juxtaglomerulare vedono che c’è un abbassamento della pressione sistemica, integrano i segnali provenienti dalla macula densa e stimolano il rilascio dei granuli di renina. La terza componente dell’apparato juxtaglomerulari sono le cellule del mesangio extraglomerulare, che sono raggruppate in una struttura continua con il mesangio intraglomerulare. La base di questa struttura poggia sulla macula densa e i lati sono in contatto con le arteriole, sono cellule allungate con dei sottili processi citoplasmatici che si addentrano all’interno del glomerulo, e probabilmente la loro è una funzione di integrazione, ovvero le cellule del mesangio extraglomerulare sono in grado di interpretare i segnali ricevuti dalle cellule juxtaglomerulari, e li trasmettono a quelle del mesangio intraglomerulare, che sono in grado di modificare la loro forma e di contrarre o rilassare il diametro dei capillari del glomerulo, e quindi di variare la pressione locale più velocemente che con una variazione a livello sistemico. Tutto questo sistema rilascia renina nel sangue, che è convertita in angiotensinogeno, il quale è convertito in angiontensina 1, e una volta che questa arriva a livello dei polmoni è convertita in angiotensina 2 dall’enzima convertente del polmone, e a questo punto è funzionale, è un vasocostrittore dei vasi periferici, per cui oltre ad aumentare la pressione sanguigna mediante questa funzione di vaso costrittore, promuove il rilascio di aldosterone dal surrene e il riassorbimento di sodio dai tubuli contorti, e quindi modula l’efficienza della filtrazione del glomerulo. L’ultima parte del sistema di eliminazione dell’urina è costituita dai dotti collettori, che hanno un epitelio cubico, non c’è nessun tipo di interdigitazione tra un dotto e l’altro nemmeno a livello epiteliale, i dotti sono sotto il controllo dell’aldosterone, e si possono riconoscere due tipi di cellule: delle cellule principali che hanno pochissimi microvilli e pochi mitocondri e sono deputati al riassorbimento di sodio ed acqua e alla secrezione di potassio, e delle cellule intercalate che invece hanno un citoplasma più scuro, hanno più mitocondri e sono deputate alla secrezione di ioni carbonato e al mantenimento del pH del sangue. I dotti alla fine defluiscono nei dotti del Bellini, che sono dei dotti collettori più larghi, i quali a loro volta vanno a defluire nella porzione terminale dell’uretere, per cui dell’ampolla renale, e l’urina a questo punto defluisce nell’uretra, e se ne va verso la sua destinazione finale. L’uretere sia prossimale che distale è costituita da un epitelio di transizione , così come la vescica dove è accumulata l’urina. La differenze sta negli strati di muscolatura che rivestono l’uretere, in quanto l’uretere deve avere un’azione ed un sostegno sul deflusso dell’urina, per cui mentre nella prima parte c’è una longitudinale interna e una circolare esterna, nella parte più prossimale la lamina propria è più ampia e c’è molto tessuto connettivo, mentre nella parte più distale dell’uretere la muscolatura liscia diventa dominante rispetto alla porzione di connettivo. La vescica è l’unico posto in cui ritroviamo un epitelio di transizione, che è capace di modificare la sua struttura in base alla situazione in cui si trova. GHIANDOLA SURRENALE (è una ghiandola endocrina) Comprende due tipi di strutture endocrine che vanno a costituire l’intera ghiandola Queste due strutture hanno origine embrionale diversa e in alcuni animali sono dislocate in diverse posizioni. Nei mammiferi la ghiandola surrenale è delimitata da una capsula di tessuto connettivo fibroso, dal quale si dipartono dei setti che vanno all’interno della ghiandola, nei quali decorrono le ramificazioni dei vasi sanguigni. Nella ghiandola si può distinguere una zona più scura, che è una zona di corticale, e una zona midollare. La zona corticale ha un origine simile a quella delle gonadi, ed è suddivisa in varie zone perché dipende dalle cellule che la costituiscono. La porzione midollare ha un origine embrionale diversa, deriva dalle teste neurali, quindi sotto il controllo del sistema nervoso. La zona corticale può essere distinta in base all’organizzazione delle cellule che la costituiscono: una zone a ridosso della capsula di connettivo, detta zona glomerulare, una zona fascicolata e una zona reticolare. Nella zona glomerulare le cellule sono disposte a formare dei veri e propri glomeruli, delle zone concentriche tra cui ci sono dei capillari, per cui c’è una irrorazione sanguigna elevata, perché questa è una ghiandola endocrina e gli ormoni prodotti devono essere riversati direttamente in circolo. Dai setti di connettivo si diparte una trama di connettivo reticolare sulla quale queste cellule poggiano. Tutta la zona corticale produce degli ormoni steroidei, che derivano tutti da una molecola precursore che è il colesterolo, e alle varie zone è associata la produzione di un ormone specifico. Nella zona fascicolata le cellule si colorano meno intensamente con E. e E., sono disposte a palizzata, e tra un fascio e l’atro sono sempre presenti capillari, e in questa zona sono prodotti gli ormoni mineralcorticoidi. Nella zona reticolare le cellule sono disposte a formare in maniera irregolare dei cordoni anastomizzati, e sono deputate alla secrezione di ormoni sessuali che vanno a regolare i caratteri sessuali secondari. Nella zona midollare sono presenti due tipi di cellule, che producono adrenalina e noradrenalina. La sezione appare circolare nella quale è possibile osservare la zona corticale esterna e quella midollare interna, e non c’è lume e sono presenti vasi, arteriole, vene e capillari. Nella zona glomerulare sono presenti gruppi di cellule con nuclei grandi e densi, hanno un abbondante sER e producono l’aldosterone, che regola il sistema renina-angiotensina nel rene. La zona fascicolata ha cellule più chiare organizzate in fasci (spongiciti), hanno un citoplasma vacuolato poiché sono ricche di gocce lipidiche, hanno un abbondante sER e mitocondri sferici. Producono ormoni glicocorticoidi, quali il cortisolo, sotto il controllo dell’ipotalamo, svolgono il metabolismo dei carboidrati e secernono alcuni ormoni sessuali. Nella zona reticolare cordoni di cellule formano una rete, sono presenti meno lipidi che nella zona fascicolata e quindi si colora di più, le cellule hanno mitocondri allungati con meno creste tubolari, secernono DHEA e granuli di luipofuscina, ed il loro spessore varia a seconda delle situazioni fisiologiche. Le cellule della zona midollare sono cromoaffini poiché i granuli si colorano di giallo marrone grazie a sali di cromo, hanno un citoplasma granulare e basofilo.