IL SEME
Giuliano Salvai
Nel seme si possono riconoscere tre parti:
Embrione che rappresenta la futura pianta derivata dallo sviluppo dello
zigote, cioè dalla cellula che si origina dalla fuzione dei gameti maschili e
femminili. In esso sono riconoscibili una radichetta che è il primordio
dell'apparato radicale, una piumetta che è l'apice del futuro fusto e una
(Monocotiledoni) due (Dicotiledoni) o numerose (Gimnosperme)
foglie embrionali o cotiledoni; tra la radichetta e l'inserzione dei
cotiledoni é posto l'ipocotile e tra i cotiledoni e le prime vere foglie (se
esistono) e posto l'epicotile.
Endosperma o tessuto nutritivo che è rappresentato da sostanze di
riserva necessarie allo sviluppo del seme nella fase della germinazione.
Contiene glucidi, lipidi e proteine, in proporzioni variabili a seconda delle
specie. Nei cereali, come frumento e mais, prevalgono i glucidi, nei
legumi, come il fagiolo, sono prevalenti le proteine, mentre i lipidi
prevalgono nei semi di arachide e di colza .
Episperma che è costituito da tegumenti o tessuti protettivi che
avvolgono e proteggono il tutto dagli agenti atmosferici per evitare il
disseccamento o l’imbibimento di acqua o di altre sostanze e partecipano
al controllo della germinazione contenendo sostanze inibitrici, deriva dai
tegumenti dell’ovulo.
La superfice dell'Episperma può essere liscia o variamente rugosa, legnosa
o delicata, è formato di norma da due involucri: il tegmen (interno) e il
testa (esterno).
In alcune piante il testa diventa legnoso (mandorlo, pesco, ecc.) in altre
carnoso (melograno) e in altre ancora spugnoso rivestito di peli (cotone).
Il tegmen è formato da una membrana sottile e delicata.
Disegno del seme di monocotiledone e di dicotiledone:
Sviluppo del seme
Giuliano Salvai
Il seme si sviluppa tipicamente in 3 fasi:
embriogenesi, caratterizzata dalle divisioni cellulari dello zigote e che
si conclude con la formazione dell'embrione. In questa fase si verifica
un aumento di acqua e di sostanze organiche
accumulo di sostanze di riserva che vengono accumulate
nell'embrione, nei cotiledoni o nell'endosperma, il contenuto d'acqua si
mantiene elevato e stabile, e l'embrione acquisisce la tolleranza alla
successiva fase,
disidratazione dove la sostanza secca resta costante, ma si verifica
un'importante perdita di acqua che dal 70%-80% scende a 10%-15%
Quest’ultima fase consente ai semi chiamati ortodossi di trascorrere
lunghi periodi senza germinare restando vitali, infatti il basso
contenuto d'acqua permette un rallentamento del metabolismo e
aumenta la resistenza alle situazioni ambientali sfavorevoli come il
gelo, che altrimenti sarebbero dannose.
I semi che non sono in grado di superare la fase di disidratazione sono
i cosidetti semi recalcitranti, che muoiono quando la disidratazione
arriva i livelli tipici dei semi ortodossi.. Per questo motivo tali semi
devono necessariamente germinare appena cadono al suolo, pena la
loro morte.
Quiescenza e dormienza
Giuliano Salvai
I semi, dopo la fase della disidratazione, sono definiti quiescenti e
sono in attesa che si verifichino le condizioni esterne (luce, acqua,
temperatura e ossigeno) ideali per la germinazione, ma spesso
queste condizioni pur necessarie, non sono sufficienti.
Spesso esistono nel seme ostacoli alla germinazione che risiedono
all'interno del seme stesso a prescindere dalle condizioni
dell'ambiente, in questi casi si parla di dormienza del seme. La
piantina che nasce dalla germinazione del seme, dovrebbe trovare
le condizioni ideali per crescere, ma in ambienti dove le variazioni
stagionali sono più marcate, non avendo le capacità di difesa del
seme quiescente, andrebbe incontro a sicuri ostacoli ed
inevitabilmente alla morte. E in questi casi che entra in gioco la
capacità del seme di prevedere l'andamento stagionale e misurare i
tempi e la durata delle stagioni i quell'ambiente.
Ad esempio un seme disperso dal frutto all'inizio dell'autunno
trovando in quel mese le condizioni ideali di temperatura
(supponiamo un optimum termico di 18°) e umidità, dovrebbe
essere in grado di germinare, ma non lo farà se è dotato di una
dormienza embrionaria eliminabile dal freddo, e se le basse
temperature invernali rimuovono la dormienza già a metà inverno
ancora il seme non germinerà perché in quel periodo la
temperatura non raggiungerà l'optimum termico necessario. Il
seme germinerà solo in primavera.
La quiescenza, cioè la capacità del seme di restare vitale anche
dopo lunghi periodi, in presenza di consizioni sfavorevoli, e di
reagire prontamente al mutare di queste, e la dormienza, che
limita
questa
capacità
per
rimandarla
nei
tempi
più
"ragionevolmente" propizi, sono mezzi del seme estremamente
efficaci per assicurare la propagazione della specie. Si pensi ad
esempio ad alcune leguminose che hanno semi con tegumenti
particolarmente resistenti, ma con resistenza variabile da seme a
seme e che possono restare dormienti per diversi anni. Soltanto
alcuni semi germoglierano nella stagione favorevole mentre gli altri
resteranno dormienti costituendo in tal modo la riserva per gli anni
successivi, se per qualche particolare evento sfavorevole non
dovesse verificarsi qualcuno dei complicati processi che portano alla
nascita del seme.