Anno A
6ª DI PASQUA
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At 8,5-8.14-17 - Imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.
Dal Salmo 65 - Rit.: Grandi sono le opere del Signore.
1 Pt 3,15-18 - Messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito.
Canto al Vangelo – Alleluia, alleluia. Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il
Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. Alleluia.
 Gv 14,15-21 - Pregherò il Padre e vi darà un altro Consolatore.
La lettura del Vangelo nella Messa della domenica inizia quasi sempre con la frase: «In
quel tempo, Gesù disse...». Questa formula tradizionale comporta un certo rischio: che
non ci sentiamo personalmente toccati dalle parole di Gesù, appunto perché rivolte «in
quel tempo» ai suoi discepoli di allora.
Ma questa è una scappatoia, un inconscio (più o meno...) tentativo di difesa. Sappiamo
benissimo che le parole di Gesù dette ai suoi discepoli di allora valgono tali e quali per i
suoi discepoli di tutti i tempi. Quindi anche per noi.
«Se mi amate...». Noi possiamo dire di «amare» Gesù Cristo? Forse questa parola ci
mette un po’ in imbarazzo: ci sembra troppo impegnativa, non appropriata per parlare di
cose della religione... Andiamo a Messa, diciamo le preghiere, siamo persone oneste
(...speriamo!), seguiamo l’educazione cristiana che abbiamo ricevuto... Noi «crediamo»
in Gesù Cristo; ma forse ci riesce difficile pensare e vivere la nostra fede come un
personale rapporto di amicizia con Cristo. Anche perché Gesù non è più una persona in
carne e ossa che si può incontrare, con cui si può parlare, ecc.
Come si fa ad «amare» Gesù Cristo?
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti... Chi accoglie i miei comandamenti e li
osserva, questi mi ama». Ecco la risposta. Cercare di comportarsi in ogni cosa secondo
l’esempio e l’insegnamento di Cristo: questo vuol dire «amarlo». E se facciamo così,
allora siamo nella disposizione giusta per accogliere il dono dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo non si può né vedere né sentire. Rimane una parola vuota, «non dice
niente» finché non ci si pone sinceramente in atteggiamento di obbedienza a Cristo. Ma
allora diventa egli stesso Colui che ci fa comprendere la verità del Vangelo (è lo «Spirito
di verità»); Colui che ci lega in rapporto di profonda amicizia e comunione con Gesù e con
il Padre («Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò...»); Colui che ci
unisce gli uni agli altri nell’unica Chiesa del Signore (cf 1a lettura).
Lo Spirito Santo è il «Consolatore», mandato dal Padre «perché rimanga con noi per
sempre».
Egli sostituisce e continua – per così dire – con la sua presenza e azione invisibile, la
presenza visibile di Gesù sulla terra.
È il nostro «avvocato difensore», il nostro sostegno, il nostro punto d’appoggio; è la fonte
della speranza che anima la vita dei credenti (cf 2a lettura). Una speranza che non delude
– ci assicura s. Paolo – «perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo
dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5).
Questa speranza – se è autentica e sincera – deve trasparire dalla gioia e dalla serena
pazienza della nostra vita. Diventa da sola una testimonianza a Cristo risorto. E non
dobbiamo aver timore di rispondere, «con dolcezza e rispetto», a chi ce ne domandi
ragione.
6ª di Pasqua “A” - “Omelie per un anno - vol. 1”, Elledici
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