Anno A 5ª DI PASQUA At 6,1-7 - Elessero sette uomini pieni di Spirito Santo. Dal Salmo 32 - Rit.: Volgiti a noi, Signore: in te speriamo. 1 Pt 2,4-9 - Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale. Canto al Vangelo – Alleluia, alleluia. Io sono la via, la verità, la vita, dice il Signore: nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Alleluia. Gv 14,1-12 - Io sono la via, la verità, la vita. Pietre vive inserite in Cristo L’Apostolo rammenta che la sorgente della santità è il Cristo Gesù. L’unione vitale con lui, pietra viva, fondamento della Chiesa, fa dei credenti – rinati nel battesimo e salutarmente nutriti dalla parola – un popolo sacerdotale, impegnato e abilitato a offrire spirituali sacrifici e a proclamare le grandezze di Dio. I cristiani devono avere la consapevolezza di costituire il nuovo tempio di Dio, costruito sul Cristo in vista di offrire un culto di tipo nuovo. Pietro, scelto come «pietra» della Chiesa (cf Mt 16,18), esalta il Cristo come la vera «Pietra» e i fedeli come le «pietre» vive dell’edificio ecclesiale. Il brano prospetta i credenti come un nuovo Israele, attribuendo ad essi le prerogative dell’antico popolo di Dio. I fedeli sono pietre viventi (vv. 4-6) Il tema centrale del brano è il seguente: i credenti, uniti a Cristo, formano un edificio spirituale, consacrato al culto divino. Gesù Cristo è la pietra posta a fondamento dell’edificio. L’espressione pietra viva allude alla risurrezione di Cristo; egli è colui che dà la vita. I credenti a loro volta diventano pietre viventi per ragione dell’influsso vitale di Gesù, concretato nel dono dello Spirito che fa dei fedeli una spirituale dimora e una comunità sacerdotale, dedicata al servizio di Dio; per offrire a lui sacrifici spirituali, soprattutto attraverso un intensivo esercizio delle opere di misericordia, e anche mediante l’azione apostolica. La Chiesa è un tempio, perché quanti la compongono sono chiamati a svolgere funzioni sacerdotali. L’accento è posto più sulla condizione e la funzione del popolo di Dio che sull’ufficio particolare dei singoli individui. Di riflesso, l’appellativo appare largamente comprensivo; è riferito a tutte le componenti della comunità ecclesiale, riguarda cioè il gregge e i pastori. Tutta la Chiesa è un organismo sacerdotale con varietà di compiti. S. Pietro parla di un edificio spirituale non nel senso simbolico o per indicare una realtà invisibile, ma per designare l’edificio costruito e abitato dallo Spirito Santo. L’espressione sacerdozio santo si riferisce qui al ruolo sacerdotale di tutta la Chiesa e non alle funzioni particolari di ogni cristiano. Nello spirito di s. Pietro queste nozioni vanno opposte a quelle della teocrazia e dei sacrifici del culto giudaico. Cristo è la pietra d’inciampo per i Giudei (vv. 7-8) 5ª di Pasqua “A” - “Omelie per un anno - vol. 1”, Elledici 1 Nella parte centrale del brano Pietro accumula varie citazioni bibliche interpretate in senso messianico. Siamo, forse, di fronte a una successione di passi biblici tratti dalle raccolte di testimonianze compilate in vista di provare la messianicità di Gesù di Nazaret. Con ogni probabilità questa specie di catena biblica faceva parte dell’antica catechesi apostolica. Quello che Isaia (8,14) diceva di Iahvè, occasione di rovina per le dinastie incredule di Israele e Giuda, Pietro lo applica a Cristo. Cristo è la pietra angolare scelta e pregiata che i costruttori hanno scartato. Questa citazione tolta dai Salmi (Sal 118,22) fu usata anche da Gesù per annunciare la sua morte e la sua risurrezione (cf Mt 21,42). Questa pietra angolare è pure una pietra d’inciampo e roccia di scandalo, poiché davanti a Cristo non si può mantenere un atteggiamento neutrale. I Giudei hanno inciampato nella Pietra, che è Cristo, non dando retta alla parola evangelica che presenta Gesù crocifisso come il vero Messia salvatore, mentre erano stati scelti proprio perché fossero pronti ad accettare la rivelazione cristiana. Non avendo dato retta alla parola, i Giudei sono decaduti dai loro privilegi, passati così ai cristiani, i quali hanno creduto. I fedeli sono la nazione santa, il regale sacerdozio (v. 9) Nell’ultima parte del brano Pietro applica alla Chiesa quanto era stato detto del popolo dell’Antica Alleanza (Es 19,5-6; Is 43,20-21). I fedeli sono la stirpe eletta, la nazione santa, popolo d’acquisto. Questi termini accennano, com’è verosimile, alla varia provenienza dei fedeli, e al costituirsi di una comunità di tipo nuovo. I cristiani sono presentati come un complesso di individui, impegnati e abilitati a esplicare un’attività cultuale, che sia nella linea di quella di Cristo e manifesti ed esprima la loro condizione di servi e di sudditi di lui. Dio dalle tenebre del paganesimo o del giudaismo ha chiamato i cristiani alla meravigliosa sua luce. La comunità cristiana è un sacerdozio regale in quanto è invitata a offrire se stessa a Dio, insieme coi sacrifici di lode. Come spirituali sono le vittime, così il sacerdozio è spirituale e non rituale. I fedeli sono membri della nuova nazione, consacrati al nuovo culto del vero Dio, in dipendenza dai veri sacerdoti. S. Pietro più avanti nella lettera (5,1-4) suppone nella comunità religiosa la presenza di un’autorità, costituita da presbiteri, chiaramente distinta dai singoli fedeli. Non si può quindi giustificare con questo brano la pretesa secondo la quale tutti i fedeli indistintamente sono sacerdoti allo stesso modo. Riflessioni pratiche Sento la dignità e la responsabilità di essere pietra viva dell’edificio spirituale che è la Chiesa? Cerco di vivere conforme a questa dignità con una vita santa? La mia fede in Cristo è viva e fattiva, oppure per me Gesù Cristo è pietra d’inciampo come lo fu per i Giudei? Vivo l’impegno del mio sacerdozio santo, ricevuto col battesimo, soprattutto nel culto che devo rendere a Dio? 5ª di Pasqua “A” - “Omelie per un anno - vol. 1”, Elledici 2