ACR - Azione Cattolica Italiana

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SETTIMANA DELLA CARITA’
La proposta dell’ACR
"Mani per tutti - tutti per mano" è uno slogan che ben si presta a rappresentare
l’attenzione alla carità da parte dei gruppi ACR. In questa breve, ma efficace
espressione, si sintetizzano bene due aspetti della carità: l'attenzione agli altri
(avere mani accoglienti e operose per tutti) e la ricerca della comunione,
espressione della carità (il tenersi per mano per creare comunità). I due concetti
possono così essere affrontati anche nel cammino con i ragazzi, attraverso una
riflessione sulla carità che si intreccia con il percorso di tutta l'associazione
durante la Settimana della carità.
Obiettivo importante sarà quello di far capire ai ragazzi che la carità non è
solamente fare l'elemosina (per la verità concetto ampiamente superato), ma è
un atteggiamento fondamentale nell'esperienza umana, è l'attenzione amorosa
nei confronti dell'altro, di chi ci è vicino, di chi è più povero, ma anche,
paradossalmente, di chi è più ricco di noi. Gesù stesso, da ricco che era, si è fatto
povero per condividere fino in fondo la natura dell’uomo. E’ questa la scelta più
difficile da maturare.
L'amore che guida l'esperienza cristiana si sviluppa nella quotidianità delle
relazioni e delle scelte, prima ancora che in gesti clamorosi ed eccezionali. Solo in
questo modo, con un esercizio costante volto a sviluppare l'attenzione all'altro, la
capacità di ascolto e solidarietà, di vedere oltre le apparenze e di scoprire i veri
bisogni, è possibile arrivare ad atti concreti di amore e di donazione.
Leggiamo nel Documento Finale dell’XI Assemblea: “Un’AC missionaria è un’AC
che si pone dalla parte di coloro che oggi sono poveri di speranza, di senso, di
certezze... E’ disposta a camminare al fianco dei poveri di oggi e ad accoglierli
nelle relazioni di ogni giorno, quelle che li fanno incontrare come vicini di casa o
come colleghi di lavoro; come compagni di scuola o di svago…”.
Dal punto di vista educativo, anche i bambini e i ragazzi possono essere
protagonisti di gesti profondi e devono essere aiutati fin da ora a sviluppare gli
atteggiamenti tipici della carità.
La settimana della carità può essere un'occasione importante, come ci viene
indicato nel Documento Assembleare, per condividere un'iniziativa, un concreto
impegno di solidarietà. Al tempo stesso, può rappresentare un momento di
comunione con l'intera Associazione, in cui vivere l’attenzione all’altro come altra
forma di carità concreta.
Nello specifico, per quanto riguarda l’ACR, per vivere la settimana della carità, si
possono così proporre due differenti piste di lavoro:
1. SVILUPPARE LE PROPOSTE DELLE GUIDE
12/14 l'amore ci fa liberi
Già il mese della pace suggeriva la realizzazione di un'esperienza di servizio (vedi
p. 78) che potrebbe diventare una proposta da raccontare agli altri ragazzi
dell'Associazione e ai giovani e agli adulti in un momento unitario. L'incontro
iniziato potrebbe continuare, attraverso l'approfondimento di un'intervista o di
una ricerca sulle motivazioni di chi vive questa esperienza, soprattutto indagando
sul significato del tema della carità. Conoscere in modo diretto un'esperienza ha
un grande valore per i ragazzi, che si possono così confrontare anche con modelli
di vita possibili e accessibili. Ulteriore elemento di qualità potrebbe essere
l’individuazione di una realtà o di una persona legata all’Associazione, che sia
impegnata in un servizio simile; in questo modo anche la valenza associativa
della scelta di carità avrebbe maggior evidenza.
Anche le attività proposte per il secondo tempo di catechesi (pp.81-85) si
adattano bene, sia perché propongono il confronto con i testimoni, sempre molto
ricco, sia perché, nell’approfondire la relazione tra libertà e dono, mettono in luce
la possibilità di vivere la vita come donazione, passo imprescindibile per una
scelta di vera carità. La logica della croce, attraverso cui si realizza la sequela del
discepolo di Gesù (vedi momento di celebrazione a p.84), può essere altrettanto
efficace.
Le varie attività, per dare risalto all'esperienza della settimana, possono essere
svolte con una cadenza più frequente (il gruppo potrebbe incontrarsi anche una
volta in più durante la settimana, per vivere insieme uno dei momenti di
condivisione e sottolineare l’eccezionalità della riflessione attraverso qualcosa di
speciale), anche per vivere così la dimensione comunitaria della carità: stare
insieme e sperimentare la fatica dell'accoglienza. Per questo l'educatore potrebbe
proporre al gruppo un momento di ripensamento sul significato dell'essere
gruppo per i ragazzi, sul suo valore di scambio e su cosa possa portare il gruppo
a fare comunione.
9/11 l'amore ci fa grandi
Il gruppo dei ragazzi è chiamato a confrontarsi con il comandamento dell'Amore,
quindi della carità. Le attività, proposte dalla guida nel 2° tempo di catechesi,
hanno il compito e possono essere messe in atto per far camminare i ragazzi in un
percorso di approfondimento sulla carità. Gli stessi riferimenti alla Parola di Dio
(vedi p.80), particolarmente rappresentativi in questo senso, sono molto utili.
Si suggerisce di individuare un modo per dare visibilità a questo percorso, proprio
durante la settimana della carità, in cui i ragazzi, possono presentare agli altri
ragazzi, all'Associazione intera, alla comunità, al quartiere il frutto del loro lavoro
e della loro riflessione fino ad oggi. Le modalità possono essere differenziate, ma
importante è la possibilità di dare voce alle esperienze avviate.
Anche per i 9/11 è suggerita una celebrazione costruita sul segno e significato
della croce, si può scegliere di vivere questo momento insieme ai 12/14
realizzando una celebrazione che tenga conto dei bisogni e del percorso di tutt’e
due le fasce d’età.
6/8 l'amore è ciò che vale
Anche il percorso dei bambini si presta ad una riflessione sull'amore. Il valore che
esso dà alla vita di tutti i giorni sta alla base delle esperienze proposte (vedi 2°
tempo di catechesi alle pp.77-81). Essi arrivano alla settimana della carità dopo
aver scoperto che cos'è il vero bene, tra le tante cose che hanno, tra le tante
persone che conoscono. Il tesoro per il quale vale la pena cercare, scegliere e
rinunciare a qualcosa è l’amore di Dio Padre, la sua infinita misericordia
(celebrata con il sacramento, vedi alle pp. 80-81) che ci permette di ripartire e ci
dà nuova spinta nel servizio e nella carità verso i fratelli. Un passo in più può
essere compiuto aiutandoli a riflettere sul valore della comunità, più difficile da
comprendere a questa età, proprio come luogo in cui vivere il perdono e la
comunione (vedi confronto con i testimoni a p.80).
Essi, infine possono portare il loro contributo ad un momento unitario,
traducendo in disegni, racconti, giochi "di ruolo" quello che hanno imparato e
presentandolo agli altri.
2. VALORIZZARE IL MOMENTO UNITARIO
La Settimana della Carità acquista maggior valore se diventa un’esperienza
realmente di tutta l’Associazione. Per questo saranno fondamentali alcuni passi
comuni:
- la definizione di un programma di attività insieme, da parte dei responsabili
associativi e degli educatori, che trova la sua realizzazione nella scelta di un
tema da affrontare e nell’attenzione a rendere veramente unitario, coiè
condiviso e partecipato, il percorso;
- l’individuazione di un’iniziativa di carità comune, che può trovare riferimenti
nelle realtà di servizio suggerite per le attività ACR, magari valorizzando
esperienze vicine all’Associazione;
- la definizione di un momento comunitario vissuto dai diversi gruppi con uno
spazio di confronto e di condivisione, in cui anche i bambini e i ragazzi possono
portare il loro contributo. In questo modo lo scambio tra le diverse componenti
associative diventa occasione di conoscenza, ascolto, accoglienza, in
particolare verso i più piccoli;
- anche la celebrazione può essere un momento significativo da svolgere
unitariamente (come trovare modo migliore di vivere la comunione e la
preghiera come luogo per crescere nella capacità di amare!). A questo
proposito le guide sono ricche di spunti e soprattutto di segni per favorire la
partecipazione anche dei bambini;
- lo sforzo di un coinvolgimento della comunità parrocchiale e civile in alcuni dei
momenti della settimana, perché la carità diventi veramente uno stile e una
scelta comunicabili e visibili.
Crediamo che sia, infine, fondamentale approfittare di occasioni come questa per
valorizzare unitariamente alcune attenzioni educative, nella consapevolezza che,
anch’esse, rappresentano la tappa di un percorso ancora più significativo, verso
la formazione della persona.
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