GLI EBREI LIVORNESI TRA ITALIA E TUNISIA:
PERCORSI E INTRECCI CULTURALI TRA XVIII E XX SECOLO
Martino Oppizzi
L’origine dei grana: Spagna e Portogallo. La conversione forzata al cristianesimo e il percorso
attraverso una condizione religiosa “ibrida”, base di un atteggiamento mentale di apertura e
tolleranza.
L’installazione a Livorno e l’ottenimento di ampie garanzie religiose, politiche, giuridiche ed
economiche. Il processo di sefardizzazione dei nuovi arrivati. L’importanza della tutela di
un’autorità politica forte.
L’arrivo in Tunisia, prima attraverso basi commerciali, poi tramite un insediamento duraturo.
Lo statuto giuridico ibrido e i suoi riflessi sulla disposizione topografica della comunità livornese.
L’attività economica fondata sul commercio e la mediazione economico/culturale/religiosa del
riscatto degli schiavi, sia cristiani che musulmani.
Rapporto ambivalente di identità/alterità con gli ebrei tunisini.
Evoluzione della comunità livornese e arricchimento costante, nel corso del 1700, della sua identità,
in cui si intrecciano e si fondono diverse anime: identità storica portoghese, identità linguistica
spagnola, identità pubblica propriamente livornese.
XIX secolo: pendolarismo dei grana tra la Tunisia e Livorno, che li metterà a contatto con due
movimenti che avranno una forte influenza sul loro futuro: la Massoneria e il Risorgimento.
Influenza sociale, culturale, economica e politica sempre più forti all’alba del protettorato francese.
Momento di turbolenza tra i livornesi italiani e il nuovo governo all’instaurazione del protettorato
francese nel 1881, ma prevalenza di un atteggiamento di amicizia e di buon vicinato che
caratterizzerà la comunità livornese fino alla fine della Prima guerra mondiale.
Avvento del fascismo e rottura nel percorso storico-identitario della comunità livornese: all’identità
composita e ricca si contrappone l’identità monolitica ed esclusiva imposta dal nuovo governo, che
impone una fascistizzazione capillare anche nella colonia italiana di Tunisia.
Progressiva fusione dei termini “fascista” e “italiano” da parte dei francesi e dei tunisini.
Paradossalmente, il tentativo del fascismo di creare una nuova identità rigida e esclusiva fa breccia
più nei non italiani che negli italiani.
Grana sempre più prigionieri in un gioco di specchi che li vedrà identificati come nemici: con la
liberazione del paese africano da parte delle forze alleate gli ebrei italiani sono assimilati ai fascisti e
ne subiscono le dure conseguenze. La plurisecolare Nazione ebraica portoghese è disciolta e
distrutta.