Il Prodotto Nazionale Lordo (PNL) è il valore dei beni e dei servizi finali realizzato in un anno
dalle unità economiche (imprese,ecc.) di una nazione, che operano nel paese stesso e all’estero.
Il PNL si ottiene dal PIL (Prodotto Interno Lordo) aggiungendovi il reddito percepito da soggetti
residenti nel paese per investimenti all’estero e sottraendovi il reddito percepito nel paese da
soggetti non residenti.
Il Pnl si differenzia dal Pil solo su un punto: si tratta di un aggregato nazionale e non interno. Ciò
significa che sono prese in considerazione le attività delle imprese nazionali che operano fuori dal
paese (per quanto riguarda l'ammontare di redditi che queste imprese o i loro dipendenti versano nel
paese), mentre non è contabilizzata l'attività delle imprese straniere che operano sul territorio
interno (almeno per la parte di questa attività che genera versamenti di reddito all'estero).
Il PNL si distingue dall'RNL (Reddito Nazionale Lordo), per il fatto che quest'ultimo rappresenta i
compensi attribuiti a chi ha partecipato al PNL.
Robert Emerson Lucas (Yakima, 5 settembre 1937) è un economista statunitense.
Si laureò in storia nel 1959 e ottenne successivamente un Ph.D. in Economia nel 1964, entrambi i
titoli conseguiti all'università di Chicago. Insegnò all'università Carnegie Mellon University fino al
1975, quando tornò all' Università di Chicago.
Probabilmente uno degli economisti più influente dagli anni 70, ha aiutato a cambiare i fondamenti
della teoria macroeconomica, argomentando che un modello macroeconomico deve contenere
fondamenti microeconomici. È conosciuto in primo luogo per le sue ricerche circa le implicazioni
di assumere le "aspettative razionali". Ha sostenuto la visione del ciclo economico come equilibrio
dinamico. Sviluppò il concetto della critica di Lucas sulla politica economica, la quale sostiene che
relazioni tra parametri che sembrano rimanere stabili, come per esempio l'apparente relazione tra
inflazione e disoccupazione, cambiano in funzione di cambi della politica economica. Aiutò lo
sviluppo del modello delle Isole-Lucas, che suggerisce che la produzione può aumentare in seguito
alla politica monetaria inattesa poiché i produttori scambino l'aumento del livello generale dei
prezzi per un aumento del prezzo dl bene che producono.
Beni di Giffen
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I beni di Giffen sono quei beni per i quali la domanda aumenta all'aumentare del prezzo;
costituiscono quindi un'eccezione rispetto al caso generale, nel quale la domanda varia in senso
inverso rispetto al prezzo.
Paradosso di Giffen [modifica]
Nei suoi Principi di economia, l'economista inglese Alfred Marshall fornì una prima dimostrazione
della pendenza negativa della curva di domanda, insieme ad una chiara definizione della elasticità
della domanda rispetto al prezzo, normalmente negativa.[1] Nella terza edizione della sua opera
(1895), tuttavia, sottopose all'attenzione alcune eccezioni rilevate dallo statistico scozzese Robert
Giffen.
In particolare, Marshall faceva riferimento ad alcuni studi di Giffen sul consumo del pane: un
aumento del prezzo del pane aveva un effetto così pesante sulle risorse dei lavoratori più poveri, che
essi erano costretti a rinunciare alla carne e ad altri cereali più costosi; ne risultava quindi un
aumento del consumo di pane nonostante l'aumento del prezzo.[2]
Sembra, in realtà, che Giffen si riferisse alle patate, non al pane. Nel 1845 vi era stata in Irlanda una
carestia che aveva aumentato il prezzo delle patate al punto che le famiglie povere dovettero
aumentare il loro consumo non potendosi più permettere altri alimenti più costosi.[3] Tuttavia, non
sono stati trovati riferimenti simili né al pane né alle patate irlandesi nelle opere di Giffen.[4]
Tale fenomeno divenne comunque in seguito noto come paradosso di Giffen.
Va notato che Marshall propose il paradosso (aumento della domanda all'aumentare del prezzo)
nell'ambito di un'analisi della domanda che, limitata espressamente a beni che costituissero una
quota trascurabile della spesa totale di un individuo, considerava unicamente l'effetto sostituzione.[5]
In tal caso, un bene di Giffen è in primo luogo un bene per il quale non esistano sostituti.
I successivi sviluppi della teoria del consumatore, dovuti a Slutsky, hanno introdotto la distinzione
tra effetto sostituzione ed effetto reddito. Da tale punto di vista, la relazione positiva tra domanda e
prezzo viene spiegata facendo riferimento alla diminuzione del reddito conseguente ad un aumento
del prezzo di beni di prima necessità;[6] i beni di Giffen costituiscono quindi un caso particolare dei
beni cosiddetti inferiori, che presentano una elasticità rispetto al reddito minore di uno (il loro
consumo, secondo la legge di Engel, aumenta via via più lentamente al crescere del reddito, al
contrario dei beni di lusso).
L'ottimo paretiano o efficienza paretiana è un concetto introdotto dall'ingegnere italiano Vilfredo
Pareto, largamente applicato in economia, teoria dei giochi, ingegneria e scienze sociali. Si realizza
quando l'allocazione delle risorse è tale che non è possibile apportare miglioramenti paretiani al
sistema cioè non si può migliorare la condizione di un soggetto senza peggiorare la condizione di un
altro.
Introduzione [modifica]
Nel Cours d'Economie Politique (Losanna, 1896), Pareto sostenne che si può dimostrare che, in una
situazione in cui le risorse iniziali sono date, un sistema di mercati perfettamente concorrenziali
assicura allocazioni ottimali. Un'allocazione ottimale è caratterizzata dal fatto che, date le usuali
ipotesi sulle preferenze o sulla tecnologia, è impossibile ottenere migliori livelli di benessere di
qualcun altro, o la produzione di qualche altro bene.
Si ha ottimo paretiano (detto anche efficienza allocativa) quando non è possibile alcuna
riorganizzazione della produzione che migliori le condizioni di almeno una persona senza diminuire
quelle degli altri. In tale situazione, l'utilità di una persona può essere aumentata soltanto da una
diminuzione dell'utilità di qualcun altro; vale a dire che nessuna persona può migliorare la propria
condizione senza che qualcun altro peggiori la sua.
L'ottimo paretiano è un concetto che può essere applicato a qualsiasi regime economico (economia
di mercato, economia pianificata, baratto). La concorrenza pura è un ottimo paretiano ma pure il
monopolio con discriminazione perfetta. Applicato ad una economia di mercato, questo concetto
permette di mostrare la superiorità della concorrenza pura rispetto ad altre forme come il monopolio
e l'oligopolio. La concorrenza pura arriva automaticamente all'ottimo mentre è molto più difficile,
per non dire impossibile, ottenerlo in un'economia pianificata.
La condizione di partenza per un mercato efficiente in senso paretiano è la concorrenza pura. Un
mercato concorrenziale rifletterà nei prezzi dei beni la loro scarsità in natura secondo il principio
della domanda e dell'offerta. Se il bene è scarso, e quindi la domanda è superiore all'offerta, il
prezzo sarà elevato e viceversa. Tale sistema permetterà un'efficienza completa perché metterà i
beni in mano a coloro che sono disposti a pagare di più e quindi a saperli sfruttare meglio. Un
mercato orientato in modo pareto-efficiente e quindi concorrenziale possiede tre caratteristiche
salienti: l'efficienza della produzione, l'efficienza nello scambio e l'efficienza nella composizione
del prodotto.
L'efficienza della Produzione e l'efficienza nello Scambio [modifica]
La prima consiste nel fatto che le imprese produrranno il volume massimo di beni possibile. Per
fare un esempio si può immaginare la combinazione di due beni, mele e arance, che possono essere
prodotte su un terreno agricolo. Per semplificare, ipotizziamo che il terreno possa produrre massimo
o 10 mele e 0 arance, o 5 mele e 3 arance o ancora 0 mele e 6 arance. Qualsiasi di tali rapporti è
efficiente perché permette l'utilizzo del terreno al 100%. Ci si trova cioè sulla curva di possibilità di
produzione. Se invece l'agricoltore scegliesse di produrre ad esempio 3 mele e 3 arance la soluzione
sarebbe inefficiente (in senso paretiano) perché sarebbe possibile aumentare la produzione delle
mele senza diminuire quella delle arance.
L'efficienza nello scambio analizza la distribuzione di due beni tra 2 individui. Lo scambio tra i due
soggetti avviene sempre a condizione che nessuno dei due risulti danneggiato dallo scambio
(principio della scatola di Edgeworth) e che almeno uno risulti avvantaggiato (ovviamente questo
dipende dai gusti dei due individui).
Limiti [modifica]
Il primo problema di un mercato così impostato è che non ci dice nulla su come il reddito tra gli
individui viene ripartito. Potrebbe risultare efficiente che un soggetto abbia "100" e l'altro nulla. Il
limite dell'efficienza paretiana è proprio in questo punto. D'altra parte una situazione non equa può
non essere accettabile dalla società e ciò giustifica l'intervento da parte dello Stato per ridistribuire
le risorse tra gli individui. L'An, Quid e Quomodo dell'intervento dipendono dal governo e dalla
Funzione del Benessere Sociale della società. Va sottolineato che la ricerca dell'equità si va a
scontrare con l'efficienza del mercato, realizza cioè un Trade-off (si è costretti a rinunciare ad una
parte di efficienza per guadagnare più equità). Questa è dovuta al fatto che lo Stato per perseguire
tali obiettivi impone imposte distorsive (cioè che inducono a cambiare i comportamenti degli
individui per non pagarle).
Il secondo problema è nel fatto che un mercato perfettamente concorrenziale può non essere
raggiunto per diverse cause, il mercato cioè fallisce. La presenza di Monopoli, l'asimmetria
informativa, i Beni pubblici Puri e le esternalità (Positive e Negative) sono le più note.
Per cui le teorie che hanno teorizzato un potere endogeno (cioè autonomo) del mercato di
raggiungere il livello di massima efficienza incontrano dei limiti etico-sociali e di situazioni di
fallimento del mercato. Uno dei teoremi che mostra tutte le difficoltà insite nell'organizzare una
teoria sociale paretiana è il Teorema di Holmström
L'argomentazione di Amartya Sen [modifica]
Prendendo spunto dal teorema di Arrow, il premio Nobel per l'economia Amartya Sen ha
dimostrato che, in uno stato che voglia far rispettare contemporaneamente efficienza paretiana e
libertà (quest'ultima intesa come la presenza di uno spazio in cui le sole preferenze dell'individuo
determinano la scelta), possono crearsi delle situazioni in cui al più un individuo ha garanzia dei
suoi diritti. Egli dimostra dunque matematicamente la possibile inesistenza dell'ottimo paretiano nel
liberismo. Il paradosso è analogo a quello di Arrow sulle scelte collettive. Come per quest'ultimo,
sono possibili alternative sociali che non ne sono soggette, ma richiedono l'abbandono dell'una o
dell'altra assunzione. Sen ha ricevuto il Nobel proprio per i suoi lavori sulle scelte sociali.