COMTE
Se Montesquieu, sociologo, è consapevole della diversità umana e sociale, Comte al
contrario è soprattutto il sociologo dell’unità umana e sociale. La scienza, secondo
Montesquieu, deve porre ordine nel caos apparente e vi riesce concependo tipi di
governi o di società. Montesquieu, in conclusione, parte dalla diversità per arrivare
all’unità della specie umana, Comte, invece, dall’unità della storia umana gli riuscirà
difficile ritrovare le diversità e dare ad essa un fondamento infatti, poiché esiste un
unico tipo di società, assolutamente valido, tutta l’umanità dovrà arrivarvi seguendo
un percorso. Le 3 tappe del suo pensiero, possono essere indicate dalle 3 opere
principali dell’autore. La 1 tappa è tra il 1820-1826 ed è quella degli OPUSCOLI DI
FILOSOFIA SOCIALE; la 2 è costituita dalle lezioni del corso di FILOSOFIA
POSITIVA, tra il 1830-1842; infine la 3 dal SISTEMA DI POLITICA POSITIVA.
Nella 1 tappa, Comte riflette sulla società del suo tempo. I sociologi hanno come
punto di partenza un’interpretazione della loro epoca, Comte presenta
l’interpretazione del momento storico che la società europea attraversava. Secondo
Lui un certo tipo di società segnato da 2 caratteristiche: teologica e militare sta per
morire. Un nuovo tipo di società scientifico e sociale sta per nascere allo stesso modo
in cui l’era teologica sta per morire. Se gli uomini pensano scientificamente, l’attività
più importante cessa di essere la guerra degli uomini tra loro, ma una lotta contro la
natura o lo sfruttamento delle risorse naturali. Comte ritiene come molti suoi
contemporanei che la società moderna è in crisi e i disordini sociali sono spiegabili
nella contraddizione tra un ordinamento sociale teologico militare che sta per
scomparire e un ordinamento sociale scientifico e industriale che sta per nascere.
Dall’interpretazione della crisi contemporanea deriva che Comte non è un dottrinario
della rivoluzione come Marx e neppure un dottrinario delle istituzioni liberali come
Montesquieu o Tocqueville, ma è un dottrinario della scienza positiva. Come
Montesquieu che osservava la crisi della monarchia francese, così Comte vedeva la
contraddizione di 2 tipi sociali che secondo lui non poteva risolversi con il trionfo del
tipo che egli chiama SCIENTIFCO E INDUSTRIALE. Questa vittoria è inevitabile
ma può essere ritardata o accelerata. Il compito delle sociologia è quello di
comprendere il divenire necessario ad un tempo indispensabile e inevitabile nella
storia. Nella 2 tappa, quella del CORSO DI FILOSOFIA POSITIVA le sue idee non
sono cambiate ma la prospettiva si è ampliata. Comte non rinnova questi temi ma li
approfondisce dando esecuzione al programma. Egli passa in rassegna le diverse
scienze e sviluppa le 2 leggi essenziali: la Legge dei 3 STADI e la classificazione
delle scienze. Secondo LA LEGGE DEI 3 STADI lo spirito umano sarebbe passato
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per 3 fasi successive. Nella 1 spiega i fenomeni attribuendoli ad esseri paragonabili
all’uomo stesso; nella 2 invoca entità astratte, nella 3 invece l’uomo si limita ad
osservare i fenomeni. Rinuncia a scoprire le cause dei fatti e si accontenta di stabilire
le leggi che li comandano. Il passaggio dall’età teologica a quella metafisica e a
quella positiva non si attua simultaneamente. Nel suo pensiero la LEGGE DEI 3
STADI ha un senso rigoroso soltanto se è collegata con la classificazione delle
scienze. Nell’intelligenza umana vi è una grande legge che consiste nel fatto che
ognuno delle nostre concezioni principali passa successivamente per 3 stadi diversi:
quello TEOLOGICO o FITTIZIO, quello METAFISICO o ASTRATTO e quello
POSITIVO o SCIENTIFICO. L’unione della LEGGE DEI 3 STADI con la
classificazione delle scienze si propone di provare che il modo di pensare che ha
trionfato in matematica, in astronomia, in fisica, in chimica e in biologia, deve
imporsi anche nel campo della politica con la SCIENZA POSITIVA della società,
ossia la SOCIOLOGIA. Se volessimo isolare in modo arbitrario un elemento di un
essere vivente avremmo a che fare con materia morta. La materia vivente è globale.
L’idea del primato del tutto sull’elemento deve essere trasposta in sociologia. Non si
può comprendere un fenomeno sociale particolare se non lo si ricollega al tutto. Non
si capisce una forma di religione o la forma che riveste lo stato in una determinata
società se non si considera questa società nel suo insieme. La Restaurazione si
comprende solo per mezzo della Rivoluzione, la Rivoluzione si comprende grazie ai
secoli di regime monarchico. LA LOGICA DEL PRINCIPIO DELLA PRIORITÀ del
tutto sull’elemento parte all’idea che il primo vero oggetto della sociologia è la storia
del genere umano. Comte era un uomo logico avendo stabilito la priorità della sintesi
sull’analisi e concluse che l’oggetto della scienza sociale, che egli voleva fondare, era
la storia del genere umano. Nel CORSO DELLA FILOSOFIA POSITIVA è fondata
la nuova scienza “LA SOCIOLOGIA”. A questo punto si può vedere l’inferiorità di
Comte su Montesquieu. Infatti mentre Montesquieu parte dal fatto che è la diversità,
Comte con la mancanza di moderazione logica dei grandi uomini, parte dall’unità del
genere umano e dà come oggetto della sociologia lo studio del genere umano.
Considera la sociologia come le altre scienze. Nella 3 fase del suo pensiero, egli
giustificherà l’unità della storia umana con una teoria che riguarda nel contempo sia
la natura umana che della società. L’idea dell’unità della storia umana fa si che nel
suo ultimo libro Comte la giustificherà con un fondamento filosofico. Perché la storia
umana sia una, è necessario che l’uomo, in tutte le società, in tutte le epoche,
possiede una determinata natura riconoscibile e definibile; in secondo luogo occorre
sottolineare che ogni società abbia un ordine essenziale. Queste 3 idee sono le linee
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essenziali del sistema di politica positiva. La teoria della natura umana è inclusa in
ciò che Comte chiama QUADRO CEREBRALE che precisa le diverse attività
caratteristiche dell’uomo. Per Comte il compito della SOCIOLOGIA è quello di
risolvere la crisi moderna, ossia fornire il sistema di idee scientifiche che permetterà
la riorganizzazione della società. Ora una scienza per rispondere a questo compito
deve fornire risultati indubitabili e verità altrettanto incontestabili come la
matematica. La Sociologia Analitica di Montesquieu suggerisce qualche riforma però
non risolve il problema. Comte, invece vuol essere un riformatore e uomo scienziato
ed afferma che questa scienza dovrebbe essere SINTETICA, che partirebbe dalle
leggi generali e scoprirebbe un determinismo della totalità. Montesquieu e
Tocqueville assegnano il primato alla politica e alla forma di Stato, Marx
all’organizzazione economica, Comte basa la sua dottrina sull’idea che ogni società si
regge sull’accordo delle menti, una società esiste sulla misura in cui i suoi membri
condividono le stesse credenze. La sua filosofia presuppone 3 grandi temi: 1) La
società industriale in sviluppo in occidente è paradigmatica, diverrà la società di tutta
l’umanità; 2) La storia dell’umanità è la storia della mente come divenire del pensiero
positivo; 3) La storia dell’umanità è lo sviluppo della natura umana. Temi questi che
sono presenti, con accento diverso, nei momenti della sua filosofia e sono 3
interpretazioni dell’unità dell’umanità. L’industria presenta sei aspetti importanti:
l’industria è fondata sull’organizzazione scientifica del lavoro; l’industria fa nascere
le MASSE OPERAIE; gli operai sul luogo di lavoro creano un opposizione latente
(nascosta) tra lavoratore e gli industriali; la povertà nell’abbondanza; il sistema
economico è caratterizzato dalla libertà degli scambi e delle ricerca del profitto da
parte degli imprenditori. L’industria è definita dall’organizzazione scientifica del
lavoro. L’opposizione tra operai e datori di lavori è secondaria, perché è il risultato di
una cattiva organizzazione della società industriale e si può correggere con le riforme,
come pure le crisi sono ai suoi occhi fenomeni episodici. Per i socialisti i 2 aspetti
decisivi sono il 4° e il 5°, però il pensiero socialista, come quello degli economisti
della prima metà del XIX secolo si sviluppa partendo dalla constatazione del conflitto
tra operai e capitalisti e dalla crisi. Marx prende le mosse da questi 2 elementi, per
costruire la sua teoria del capitalismo e l’interpretazione della storia. Il 6° aspetto, la
libertà degli scambi, viene sottolineato dai liberali che vedevano in esso la causa del
progresso economico. Comte definisce la sua teoria della società con le critiche che
egli fa ai socialisti e agli economisti liberali. Rimprovera agli economisti liberali di
essere metafisici perché si sforzano di determinare in astratto il funzionamento del
sistema perché considerano i fenomeni economici astraendoli dal tutto. Comte, infine,
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rimprovererà ai liberali di sopravalutare i meccanismi di scambio e competizione
nello sviluppo della ricchezza. Il rimprovero che Comte fa agli economisti è
soprattutto quello di voler creare una scienza autonoma basata dall’insieme della
filosofia sociale. Comte parteggia per i liberali, in quanto non crede che vi sia una
sostanziale opposizione d’interessi tra proletari e capitalisti. Rispetto agli economisti
che considerano la libertà e la concorrenza causa dello sviluppo, il fondatore del
positivismo appartiene alla scuola politecnica. Oggi 2 economisti sono i
rappresentanti delle 2 tendenze della mentalità politecnica: ALLAIS rappresenta la
tendenza che crede all’importanza dei meccanismi concorrenziali di regolazione
economica, SAUVY invece rappresenta la tendenza dell’organizzazione. Comte può
essere considerato il capo della scuola dell’organizzazione. Infatti Comte giustifica la
concentrazione dei capitali e dei mezzi di produzione, che a suo dire, non contraddice
la proprietà privata, essa è inevitabile e secondo l’ottimismo provvidenziale,
caratteristico della sua filosofia della storia, può essere anche benefica. La civiltà
materiale non può crescere se una generazione non produce più di quello che le è
necessario per vivere e di conseguenza non trasmette a quella successiva una
ricchezza maggiore di quella ricevuta. La proprietà privata è necessaria, inevitabile,
ma è tollerabile solo quando è concepibile come non un diritto di abusare, ma è
l’esercizio di una funzione collettiva. Comte ha una posizione intermedia tra
liberalismo e socialismo non è un sostenitore della proprietà privata, ma non è
neppure un riformatore che vuole la socializzazione dei mezzi di produzione. È un
organizzatore che vuole conservare le proprietà private e trasformare il significato,
riportandolo ad una funzione sociale. A questa teoria vi è l’altra idea cioè quella del
carattere secondario della gerarchia temporale. Infatti al di fuori dell’ordine
temporale vi è un ordine spirituale, cioè quello dei meriti. L’operaio che occupa un
gradino basso nella società, può essere al 1° posto in quella spirituale per i suoi
meriti. Quest’ordine spirituale non è quello religioso della VITA ETERNA, ma è un
ordine terreno che sostituisce al potere e alla ricchezza l’ordine spirituale. Una
domanda merita di essere posta, perché la concezione di Comte è rimasta fuori dalla
grande corrente della filosofia della società moderna, egli è il teorico della società
industriale, al di qua delle contese tra liberali e socialisti. I temi di Comte del lavoro
libero, dell’applicazione alle scienze, all’industria e dell’organizzazione, sono
caratteristici dell’attuale concezione della società industriale. Allora perché Comte è
dimenticato? Un primo motivo è che se le idee principali del positivismo sono
profonde, la descrizione particolareggiata che egli dà della società industriale, spesso
presta il fianco all’ironia, infatti ha voluto spiegare nei particolari come sarebbe
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organizzata la gerarchia temporale, quale la funzione dei capi industriali e banchieri,
ha voluto precisare il numero degli abitanti di ciascuna città. La concezione di Comte
della società industriale è unita all’affermazione che le guerre sono diventate
ANACRONISTICHE ed è fuori dubbio che tra il 1840 e il 1945 la storia sia mancata
ad un simile appuntamento, nella prima metà del secolo vi sono state guerre violente
che hanno deluso i discepoli della scuola positivista, questa affermava che le guerre
dovevano sparire nell’Europa Occidentale, ma proprio l’Europa è stata a centro di
guerra nel XX secolo. Secondo Comte la minoranza occidentale non doveva
conquistare i popoli per imporre la sua civiltà. Gli eventi non si sono conformati a
quanto egli annunciava. Comte era profeta della pace, riteneva che la guerra non
assolveva nessuna funzione nella società industriale. La sua filosofia non era basata
sull’interpretazione della società industriale, ma tendeva alle riforme
dell’organizzazione temporale basata sul potere spirituale che spetta agli scienziati e
filosofi che si sostituiscono ai preti. Comte si richiama a tre autori ispiratori del suo
pensiero sociologico. Infatti Comte attribuisce a Montesquieu il determinismo dei
fenomeni storici e sociali. Infatti nello SPIRITO DELLE LEGGI afferma l’idea
centrale che le leggi sono i rapporti necessari che derivano dalle nature delle cose.
Comte legge in questa proposizione il principio del determinismo applicato al
divenire delle società. Però a Montesquieu manca per essere il fondatore della
sociologia, l’idea di progresso. Comte la scopre nell’altro autore Condorcet perché
nella sua opera vede nel passato un numero di fasi attraverso cui lo spirito umano è
passato. Comte prende da questi, l’idea che il progresso dello spirito umano è il
fondamento del divenire delle società unendo il Determinismo e quello delle tappe
necessarie, si ottiene l’idea centrale di Comte cioè i fenomeni sociali sono soggetti a
un determinismo rigoroso che si presenta sotto forma di un inevitabile sviluppo della
società umana determinata dal progresso dello spirito umano. Il provvidenzialismo di
Bousset che Comte saluta come il tentativo più grande prima del suo. Comte è il
sociologo delle unità umana, lo scopo è quello di riportare l’infinita varietà dalle
società nello spazio e nel tempo ad un unico disegno che porta ad uno stadio finale
dello spirito umano. La storia è concepita come necessaria ed una. Il disegno è unico
perché è stato fissato o da Dio o dalla natura umana. Il disegno unico della storia è il
progresso dello spirito umano, se questo da unità all’insieme del passato, ciò dipende
dal fatto che lo stesso modo di pensare deve imporsi in tutti i campi, il modo di
pensare positivo questo possiede una validità universale tanto in politica quanto in
astronomia. Così la matematica odierna ci sembra vera per gli uomini di tutte le
razze, proposizioni non del tutto evidenti, perché Splengler sosteneva che vi è stata
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una matematica per i greci, così come vi è una matematica moderna. Ora se la scienza
o filosofia positiva è valida per tutti, e se, la storia è storia dell’intelligenza, si vede
che deve essere pensata come la storia di un popolo unico, e se le sue tappe sono
necessarie ed avanza verso un traguardo prefissato. Come Montesquieu voleva
salvare l’unità, quello di Comte è salvare la diversità, e la spiega ammettendo 3
fattori di variazione la RAZZA, il CLIMA e l’AZIONE POLITICA. Interpreta la
diversità delle RAZZE UMANE con alcune disposizioni predominanti, così la razza
negra era caratterizzata dall’impulso sentimentale. Con il termine CLIMA indica
l’insieme delle condizioni naturali, nelle quali si è trovata ciascuna frazione
dell’umanità, Comte afferma che un individuo, per quanto grande, non sia capace di
mutare il corso della storia, riconosce che dipende dalle circostanze, occasioni o dai
grandi uomini che l’evoluzione necessaria si attui più o meno rapidamente ma
considerando il caso di Napoleone non si fa fatica a scoprire i limiti dell’influenza dei
grandi uomini. Napoleone, a suo dire, come altri, non aveva compreso lo spirito del
suo tempo, ovvero il senso della storia; ha fatto un inutile tentativo di restaurazione
del regime militare, ha lanciato la Francia alla conquista dell’Europa. Il sovrano che
non sa leggere la sua epoca, alla fine non lascia alcuna traccia, per quanto grande
possa essere. Questa teoria che afferma che gli uomini non possono mutare il corso
della storia, si risolve in una critica ai riformatori sociali, degli utopisti o i
rivoluzionari, ossia di tutti coloro che pensano che scrivendo piani di una società
nuova pensano di rovesciare il cammino della storia. Con la sociologia, secondo
Comte, l’umanità, potrà forse accorciare i tempi e ridurre il costo dell’avvento del
positivismo. La civiltà e il suo cammino non procede secondo una linea retta, ma
secondo una serie di oscillazioni, disuguali i variabili. La nuova scienza sociale di
Comte consiste nello studio delle leggi dello sviluppo storico. Statica e dinamica sono
le 2 categorie centrali della sociologia, la statica consiste nello studio di quello che
egli chiama il consenso sociale; la società è paragonabile ad un organismo vivente, è
impossibile studiare la funzione di un organo se non collocato nell’insieme di un
essere vivente, così non si può studiare la politica senza collocarla all’interno della
società di un dato momento. La STATITICA SOCIALE comporta da una parte
l’analisi anatomatica della struttura della società, in un dato momento, dall’altra
l’analisi degli elementi che determinano il consenso. L’ordine essenziale di ogni
società umana viene messo in luce dalla statica, la dinamica ritrova le vicende
attraverso cui quest’ordine fondamentale è passato prima di arrivare al termine finale
del positivismo. La dinamica è subordinata alla statica, quello che è la storia lo si
comprende partendo da ogni società. Statica e dinamica rimandano ai termini di
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ordine e progresso che compaiono sulle bandiere del Positivismo e su quelle del
Brasile dove il Positivismo diventò quasi la dottrina ufficiale dello Stato. Il presidente
Benjamin-Costant diede come programma di studio l’opera ENCICLOPIA delle
scienze positive di Comte. Questa concezione della STATICA trova il suo completo
sviluppo nel sistema di politica positiva. Questa STATICA è divisa in 2 parti: nella
prima lo studio preliminare della struttura umana; nella seconda lo studio della
politica sociale. Comte specifica che possiamo considerare la natura umana come se
fosse doppia o tripla. Secondo Comte la società in cui i modi di pensare diversi sono
caotici e che le idee ispirate a diverse filosofie si giustappongono. Tra il feticismo ed
il positivismo l’esistenza di metodi diversi diventa la regola e questa diversità è ciò
che impedisce alla storia di fermarsi. Comte all’inizio era partito dall’idea che in una
società non possono coesistere due filosofie diverse, ma lo sviluppo del suo pensiero
lo porta a riconoscere che la pluralità delle filosofie è stato il fatto dominante. Nel
CORSO DI FILOSOFIA POSITIVA, opera importante, Comte sostiene che la storia
vista nella sua totalità è essenzialmente il divenire dell’intelligenza umana e la parte
principale di questa evoluzione, quella che ha influito sul progresso generale, consiste
nello sviluppo continuo della mentalità scientifica a partire dai lavori di Talete e
Pitagora sino a Lagrange ed altri. L’intelligenza indica la direzione della storia umana
e caratterizza quello che diverrà il pieno sviluppo della società. Dell’uomo si può dire
che è formato di un cuore e di un intelligenza, oppure distinguere il cuore in
sentimento (o affetto) e attività e giudicare che l’uomo è nello stesso tempo
sentimento, attività e intelligenza. L’uomo è sentimentale, attivo e intelligente, in
primo luogo è un essere attivo, perché l’uomo vive per agire. Ma l’impulso all’azione
verrà sempre dal cuore, l’uomo non agisce mai per l’intelligenza, anche se l’azione ha
bisogno del controllo dell’intelligenza, secondo una celebre formula bisogna agire
sotto la spinta del sentimento e pensare per agire. Comte a questo proposito critica il
razionalismo per il quale l’intelligenza era l’organo determinante della condotta
umana, affermando che quest’ultima potrà essere un organo di direzione o di
controllo, a questo non significa svalutare l’intelligenza. Comte colloca l’intelligenza
nella parte anteriore del cervello, il sentimento nella parte posteriore. Nei sentimenti
si può distinguere ciò che porta all’egoismo e ciò che porta all’altruismo. Comte ha
una classificazione molto curiosa dei sentimenti, elenca gli istinti egoistici (nutritivo,
sessuale e materno) poi vi si aggiunge altre disposizioni egoistiche, ma già collegate
ai rapporti con gli altri militari (che è quello che spinge ad abbattere gli ostacoli) e
industriali (che ci spinge a costruire i mezzi), aggiunge poi 2 sentimenti riconoscibili
l’orgoglio e la vanità, l’orgoglio è l’istinto del dominio e la volontà è la ricerca
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dell’approvazione altrui. La storia non cambia la natura dell’uomo. La storia è
indispensabile perché l’intelligenza umana arrivi al suo fine. Si oppone ad una
visione ottimistica dell’evoluzione dell’umanità. In seguito passa all’analisi della
natura della società, nei 7 capitoli del 2 tomo del SISTEMA DI POLITICA
POSITIVA, che diventano la teoria della struttura basilare delle società: la religione,
la proprietà, la famiglia, il linguaggio e così via. L’analisi della religione mostra la
necessità della funzione della religione in ogni società. La religione nasce da una
duplice esigenza, ogni società comporta l’accordo delle parti, ora l’unione sociale
esige il riconoscere di un principio di unità da parte di tutti, cioè una religione. La
religione implica anche la divisione ternaria della natura umana, comporta un aspetto
intellettuale, il DOGMA, un aspetto affettivo, l’AMORE, che si esprime nel culto, e
un aspetto pratico, il REGIME. L’ordine sociale si fonda sulla religione, che è tanto
sentimento e attività quanto dogma o credenza. L’umanità è composta più di morti
che vivi; i morti governano sempre più i vivi. Nel capitolo dedicato alla famiglia,
prende a modello la famiglia occidentale, nella sua esposizione confonde spesso
alcune caratteristiche universali, si è sforzato di dimostrare che le relazioni all’interno
della famiglia erano usuali delle diverse relazioni che possono esistere tra le persone.
I rapporti possono essere di eguaglianza tra fratelli, di venerazione tra figli e genitori
e di bontà tra genitori e figli, rapporti di comando e ubbidienza tra uomo e donna.
Secondo Comte l’uomo deve comandare, attivo ed intelligente, deve farsi obbedire
dalla donna che è sensibilità; superiorità fondata sulla forza, da un altro punto di vista
è anche inferiorità, perché la donna è il potere spirituale che è ben più importante
della vana superiorità dell’intelligenza. Una società conforme alla natura umana deve
comportare una contropartita al dominio della forza, ossia il potere spirituale, che
diventa un’esigenza delle società umane, perché esse saranno sempre dominate dalla
forza. Esiste un duplice potere spirituale. Ora perché il potere spirituale assolve le sue
funzioni e perché la vera distinzione tra temporale e spirituale sia riconosciuta, la
storia è dunque necessaria, la storia dell’intelligenza va dal feticismo al positivismo.
Il confronto tra Montesquieu e Comte è sorprendente perché Montesquieu vuole
intendere la diversità delle istituzioni sociali, ma è prudente quando passa dalla
scienza che comprende, alla politica che ordina e consiglia. Nelle sue opere dà i
consigli ai legislatori e quando li dà Montesquieu preferisce condannare certi modi di
agire che ordinare ciò che si deve fare, le lezioni che dà sono più negative che
positive. Montesquieu non concepisce alcuna soluzione globale, verso il problema
sociale, ossia quella che è stata chiamata la crisi della civiltà. In altri termini, il
passaggio dalla scienza all’azione per Montesquieu deve essere prudente e limitato,
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suggerisce soluzioni parziali ma non una soluzione globale, tutto sommato
Montesquieu è modesto; la modestia non è certo la qualità principale di Comte, come
riformatore sociale. Poiché la storia umana è una e il suo tema fondamentale è
l’ordine, egli non esita a pensare come l’uomo adempirà il suo destino e come si
realizzerà l’ordine fondamentale. Comte nella riforma necessaria, svaluta l’economia
e la politica a vantaggio della scienza e della morale. Nei riguardi della politica prova
un duplice disprezzo dell’uomo di scienza e del riformatore religioso, perché era
convinto che le società hanno i poteri pubblici che si meritano e non mutando regime
l’uomo possa porre termine alle crisi sociali. Riformatore sociale, vuole trasformare il
modo di pensare degli uomini, e diffondere il pensiero positivo ed estenderlo al
campo della società, eliminando la mentalità feudale e teologica, convincere i suoi
contemporanei che le guerre sono anacronistiche e le conquiste coloniali assurde.
Comte diversamente da Marx e più di Montesquieu è contrario alla violenza, non
ritiene che la rivoluzione risolva la crisi, ammette che ci vorrà del tempo per arrivare
alla società futura in cui dominerà l’armonia. La storia è governata da leggi e non è
più ignoto l’ordine verso il quale le società umane evolvono da sé. Il sociologo
riformatore sociale, secondo Comte, non è l’ingegnere di riforme parziali come
Montesquieu o degli odierni sociologi, non positivisti ma positivisti come non è il
profeta della violenza come Marx ma è il sereno annunciatore dei tempi nuovi; è
l’uomo che conosce cosa è l’ordine umano e che cosa sarà la società degli uomini e
che cosa è un profeta pacifico che istruisce le menti, unisce le anime ed è il sacerdote
della religione sociologica. La sintesi filosofica della scienza può essere ordinata su
queste quattro idee: 1) la scienza non è un’avventura senza fine ma è la fonte dei
dogmi, le leggi stabilite dagli scienziati sono per lui simili a dogmi e devono essere
accettate una volta per tutte. 2) Comte ritiene che il contenuto essenziale della verità
scientifica è rappresentato da quelle che chiama leggi. La scienza non è la ricerca di
una spiegazione definitiva, non pretende di attingere le cause, si limita a costatare
l’ordine che regna nel mondo. 3) quando Comte riunisce i risultati e i metodi delle
scienze, scopre una struttura del reale, una struttura gerarchica degli esseri secondo la
quale gli esseri sono soggetti a leggi. 4) le scienze che sono l’espressione e la
realizzazione dello spirito positivo e devono fornire i dogmi della società moderna,
sono insidiate da un pericolo permanente, ossia quello della dispersione. Comte
rimprovera agli scienziate una duplice specializzazione eccessiva, questi studiano un
piccolo settore della realtà e si disinteressano del resto. Loro non sono convinti di
essere i sacerdoti della società moderna come Comte, hanno la tendenza di
accontentarsi del loro compito di scienziati. È necessaria operare la sintesi delle
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scienze che avrà il suo centro nella sociologia. Nel tomo IV del SISTEMA DI
POLITICA POSITIVA troviamo la filosofia prima che comprende le 15 leggi, alcune
delle quali obiettive altre soggettive e permettono di comprendere come il sociologo
sintetizzi i risultati delle scienze che sia oggettivamente che soggettivamente possono
essere unificate solo in relazione all’umanità. La sociologia è dunque la scienza
dell’intelletto. La religione comtiana ha ben poche risonanze nel nostro tempo, è
facile ironizzare su Comte, ma è importante capire quello che vi è di profondo nelle
sue ingenuità. Comte è e si considera il fondatore di una religione che ritiene nella
nostra epoca debba essere di ispirazione positivista, non è più la religione del passato,
perché l’uomo dalla mentalità scientifica non può credere alla rivelazione, alla chiesa,
in modo tradizionale. Ma la religione risponde ad un bisogno dell’uomo perché ha
bisogno di amare qualcosa che lo trascende, le società hanno bisogno della religione
perché hanno bisogno di un potere spirituale.Il Grande Essere, non è la totalità degli
uomini, ma l’insieme di quelli che soli sopravvivono nei loro discendenti, perché
sono vissuti in modo da lasciare un’opera o un esempio. Se l’umanità ha più morti
che vivi non è perché statisticamente vi sono più morti, ma perché essi soltanto sono
l’umanità, essi soltanto sopravvivono nell’umanità che dobbiamo amare. Il Grande
Essere che Comte è ciò che gli uomini hanno fatto di meglio. Esiste una differenza
fondamentale tra amare l’umanità come Comte parla, e amare il dio trascendente
delle religioni tradizionali. La religione del Grande Essere è il meglio dell’uomo
trasfigurato in principio di unità tra tutti gli uomini. Comte vuole che gli uomini, pur
essendo destinati a vivere in società temporali, siano uniti da convinzioni comuni e da
un unico oggetto d’amore.
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