Trapianto di Rene sub-ottimale - Azienda Ospedaliera Universitaria

COMUNICATO STAMPA
Promosso dal Centro Interdipartimentale Trapianti di Rene del Policlinico Federico II
Trapianto di Rene sub-ottimale: un’opportunità per i pazienti
L’evento ECM dedicato agli aspetti medico- legali, tecnico-chirurgici ed organizzativi del trapianto di reni marginali
Ad oggi, il numero dei trapianti di rene, per quanto in aumento, non soddisfa la domanda dei pazienti in lista di attesa.
Numerose sono le possibili soluzioni sui cui si confrontano gli addetti ai lavori, tra queste il trapianto di rene subottimale. In passato, infatti, i reni prelevati da donatori anziani o che presentavano alcune patologie erano ritenuti non
idonei al trapianto. Oggi, grazie alle tecniche diagnostiche ed anatomo-patologiche, che negli ultimi venti anni sono state
progressivamente migliorate, tali organi sono considerati, invece, idonei al trapianto.
Degli aspetti legati al panorama organizzativo nazionale, alla medicina legale ed ai casi più complessi di trapianto di rene
sub ottimale ne hanno discusso professionisti e ricercatori durante il convegno di aggiornamento svoltosi Giovedì 25
Giugno, dalle 8.30 alle 18.30, nell’Aula Magna di Scienze Biotecnologiche (Via Tommaso De Amicis, 95) e promosso
dal Centro Interdipartimentale Trapianti di Rene dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, diretto da Andrea
Renda. Coordinatore scientifico dell’evento: Vincenzo D’Alessandro, dirigente medico del DAI di Chirurgie
Specialistiche, Nefrologia dell’AOU Federico II.
Secondo i dati del Centro Nazionale Trapianti, nel 2014 nel territorio nazionale sono stati effettuati 1586 trapianti di rene,
85 in più rispetto al 2013; 1056 risultano essere i trapianti di fegato, 58 in più rispetto al 2013 e 226 quelli di cuore, 7 in
più rispetto al 2013. In particolare, per i trapianti di rene, il 2014 ha segnato un record per quelli da vivente: 252 con un
incremento del 25% rispetto all’anno precedente.
Il primo trapianto di rene a Napoli fu eseguito dai professori Zannini e Santangelo, il 24 aprile del 1977, l’organo venne
trapiantato in una giovane donna di Milano. Da allora il progresso della scienza e la cultura del trapianto e della
donazione sono profondamente cambiati.
“Nell’ambito dei trapianti di rene, da anni abbiamo allargato gli orizzonti, utilizzando i reni sub-ottimali, il programma
<Old for Old> permette di utilizzare gli organi donati da un paziente anziano per un altro della stessa fascia di età. I
donatori, purtroppo, sono ancora troppo pochi ed i trapianti di reni sub-ottimali permettono di avere maggiori
opportunità”, sottolinea Vincenzo D’Alessandro.
Nettamente positivo l’aumento delle donazioni: 2345 accertamenti di morte con i criteri neurologici eseguiti nel 2014,
record assoluto per il nostro Paese, più 70 rispetto al 2013, attribuibili allo sforzo congiunto delle rianimazioni con i
coordinamenti regionali.
Durante l’evento sono stati approfonditi gli aspetti relativi alla anatomia patologica, all’etica, alla chirurgia e terapia del
trapianto di reni marginali. Studiosi e scienziati di livello nazionale hanno portato la propria esperienza nel settore.
Momento conclusivo e particolarmente rilevante dell’evento è stata la tavola rotonda sulle complicanze ed i casi difficili
attraverso le testimonianze di diverse scuole italiane.
Il Centro Interdipartimentale Trapianti di Rene dell’AOU Federico II, all’attivo circa 900 trapianti, assicura il trapianto di
rene da donatore cadavere, includendo i programmi a donatori marginali e a rischio infettivo. Da ormai un anno, è stata
ampliata la possibilità di ricevere l’organo anche ai pazienti definiti iperimmuni, soggetti altamente delicati che devono
affrontare il trapianto in condizioni protette, a causa di una maggiore possibilità di rigetto. I reni, importantissimi filtri del
nostro organismo, invecchiano, come accade a tutti gli organi del corpo umano. Col passare degli anni aumenta il rischio
di sviluppare patologie a carico dei reni, proprio per il “ruolo” che questi organi hanno all’interno del nostro complesso
organismo. Oltre alla fisiologica riduzione della funzionalità dell’organo, dovuta all’età, vi sono alcuni fattori che
contribuiscono a creare disturbi renali: l’uso prolungato e/o contemporaneo di più farmaci senza controllo medico, il
diabete, le malattie immunologiche, la familiarità per malattie renali, l’obesità, le infezioni renali ricorrenti.
Area Comunicazione
Alessandra Dionisio
Azienda Ospedaliera Universitaria "Federico II"
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