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Quinta Giornata Pedagogica
20 ottobre 2012
Educare nella fede
Laboratorio 2
Educare alla speranza e alle virtù
Introduzione
di Sira Serenella Macchietti
La piccola speranza avanza tra le sue due grandi sorelle,
ma non le si fa attenzione.
Sulla strada che sale, trascinata,
appesa al braccio delle sue due grandi sorelle,
che la tengono per mano,
la piccola speranza avanza.
E in mezzo alle sue due grandi sorelle
ha l’aria di lasciarsi trascinare
come una bambina che non avesse forza di camminare
e si facesse trascinare su quella strada suo malgrado.
In realtà è lei che fa camminare le altre due,
e le trascina,
e fa camminare tutti quanti.
La giovane speranza… è la sorgente della vita….
(Dalla Salmodia di Speranza di C. Peguy)
La proposta di questo laboratorio costituisce una testimonianza di coerenza con
l’antropologia cristiana, con gli Orientamenti Pastorali dell’Episcopato Italiano per il decennio
2010-2020 (O.P.), intitolati Educare alla vita buona del Vangelo, con l’etica delle virtù e con la
pedagogia della persona in cui il vissuto morale si configura «come dinamismo di autorealizzazione
della persona stessa nel cui cuore è iscritta la vocazione alla comunione».
Collocarsi in questa prospettiva significa ricomprendere il significato dell’educazione
morale, confrontandosi con l’etica delle virtù, che “sollecita” la formazione di persone virtuose,
buone nel loro carattere, desiderose e capaci di effettuare scelte giuste, che coinvolgono le
disposizioni affettive, la vita interiore, il raccoglimento, l’originaria apertura all’altro, andando oltre
quella delle “regole”.
Le regole infatti, pur essendo necessarie, non «possono costituire da sole una guida
sufficiente per l’azione», di modo che «sapere come agire virtuosamente implica sempre qualcosa
in più del mero seguire una regola» (MacIntyre, 2001, p. 91).
Pertanto il compito di questo laboratorio, a mio avviso, è quello di cercare di rispondere a
queste domande:
- Quali sono le ragioni che legittimano l’educazione alla speranza e alle virtù?
- Quali sono i traguardi che è doveroso e possibile conseguire?
- Come educare alla speranza e alle virtù…?
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La brevità del tempo che abbiamo a disposizione ci consente soltanto di legittimare
brevemente le ragioni dell’educazione alla speranza e alle virtù e le sue finalità educative e di
confrontarci per poter rispondere alla domanda “come educare alla speranza e alle virtù?”.
Per quanto riguarda le prime due domande giova ricordare che la proposta dell’educazione
alla speranza e alle virtù si pone in un rapporto di coerenza con l’antropologia cristiana la quale
concepisce la persona come una promessa e una vocazione (Brambilla, 2010, p. 73).
È una promessa grazie a ciò che ha ricevuto e continua a ricevere ed ha la vocazione a
realizzare «la sua più grande pienezza» cioè a conseguire «la finalità suprema dello sviluppo
personale» che trova in Cristo l’origine e il compimento (Paolo VI, 1967, 16; Benedetto XVI-a,
2009, 18).
In questa prospettiva antropologica l’essere umano è un infinito in potenza che, in quanto
tale, ha la «possibilità di crescere, di conquistare la cultura, di tendere a Dio» e di onorare la sua
creaturalità.
Alla terza domanda possiamo cercare di rispondere facendo leva sulla nostra sensibilità
educativa, sull’esperienza e sulla nostra cultura, tenendo presente che l’educazione alla speranza ed
alle virtù costituisce un elemento “irrinunciabile” ed “essenziale” dell’educazione integrale, la quale
non può non mirare alla formazione dell’uomo capace di realizzare la sua vocazione ad una vita
virtuosa.
In effetti per educare alla speranza ed alle virtù non esistono né strategie né metodi specifici
perché questa educazione, anche se è intenzionale, si realizza prevalentemente in maniera non
formale e informale. Inoltre fa leva su quella religiosa, la quale consente di proporre «germi di
risurrezione capaci di rendere buona la vita», consentendo anche ai bambini ed ai fanciulli, oltre che
agli adulti, di superare il ripiegamento su se stessi, di avere fiducia negli altri e di aprirsi all’Altro.
In questa prospettiva il «compito dell’educatore cristiano» è quello «di diffondere la buona
notizia che il Vangelo può trasformare il cuore dell’uomo, restituendogli ragioni di vita e di
speranza» (O.P., 8).
Il vero educatore inoltre sa che «la speranza che si rivolge a Dio non è mai speranza»
individualistica, «è sempre anche speranza per gli altri: non isola, ma rende solidali nel bene» e
stimola ad educarci reciprocamente alla verità e all’amore» (Benedetto XVI, 2008).
Questa speranza dà «un supplemento di fiducia e di coraggio…» e può sorreggere la
passione educativa dell’educatore, la quale è una passione dell’“io” per il “tu”, per il “noi” e per
Dio, è un’espressione della sua vocazione e gli ricorda di poter contare su “una riserva
escatologica”.
Alla luce della speranza gli educatori sono chiamati ad educare alle “virtù classiche”
(prudenza, giustizia, fortezza e temperanza) cioè a quelle umane, legate alla cultura e ai valori che
gli uomini hanno costruito nel corso del tempo (Macchietti, Nanni, 2002, p. 40) ed a quelle
cristiane.
A questo proposito giova non dimenticare che, come si legge negli O.P., «le virtù umane e
quelle cristiane … non appartengono ad ambiti separati. Gli atteggiamenti virtuosi della vita
crescono insieme, contribuiscono a far maturare ed a promuovere nell’uomo la capacità di abitare la
terra, di lavorare, gioire e amare, ne assecondano l’anelito a raggiungere la somiglianza con il
sommo bene, che è Dio Amore» (O.P., 15).
Per la realizzazione di questa educazione assumono un particolare significato l’empatia, la
relazionalità, le aspettazioni e le attestazioni positive degli educatori e la loro capacità di
incoraggiare, di essere testimoni di speranza, di aprirsi agli altri e di comprenderli, di essere
disponibili a porsi all’ascolto, ad “essere con” e ad “essere per”, ad aiutare le persone a coltivare la
loro umanità, a valorizzare i doni che possiedono e le “promesse” di cui sono portatrici.
Inoltre è perfino superfluo ricordare che l’educatore può trarre spunti per educare alle virtù
dalla quotidianità, dalle esperienze di studio, da quelle culturali e da quelle di vita e in particolare
dagli incontri con le persone.
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L’educatore inoltre può confrontarsi proficuamente con la Spe Salvi (SS) in cui il Papa
indica anche i luoghi di apprendimento della speranza, precisando che il primo luogo di
apprendimento e di esercizio della speranza è la preghiera (32) e gli altri sono “l’agire e il soffrire”
(35-40) e il “giudizio” (41-48).
Infine, a questo proposito, giova ricordare che, come si legge negli O.P., il vero educatore
spera, accoglie, ascolta, accompagna e «si impegna a servire nella gratuità» e che «Dio ama chi
dona con gioia» (2Cor 9,7) (Cfr. O.P., 29).
La sua speranza è chiamata a resistere «a tutte le delusioni» perché l’amore di Cristo «non
può essere distrutto dalla morte».
Nel tempo giusto
la speranza s’innalza
da tutti i luoghi soggetti alla morte –
la speranza ne è il contrappeso –
in essa il mondo, che muore,
di nuovo rivela la vita.
(La speranza che va oltre la fine, poesia di Karol Woytjla)
Nota bibliografica
Aa.Vv., Educare alla virtù, numero monografico di “Prospettiva EP”, n. 2-3, mag.-dic. 2006.
Benedetto XVI, Lettera enciclica Spe Salvi, Roma, 30 novembre 2007.
Benedetto XVI, Lettera alla diocesi e alla città di Roma sul compito urgente dell’educazione, Dal
Vaticano, 21 gennaio 2008.
Benedetto XVI (a), Enciclica Sociale Caritas in Veritate, Roma, 29 giugno 2009.
Benedetto XVI (b), Discorso alla 59a Assemblea Generale della CEI, 28 maggio 2009.
Brambilla F.G., In Gesù trova la luce il mistero dell’uomo, in P. Triani, a cura di, Educare, impegno
di tutti. Per rileggere insieme gli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana 2010-2020, Ave,
Roma, 2010.
CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, Orientamenti Pastorali dell’Episcopato Italiano per il
decennio 2010-2020 (O.P.), Roma, 4 ottobre 2010.
Macchietti S.S., Nanni C., Il fine e le finalità della scuola cattolica oggi, in Aa.Vv., A confronto
con le riforme. Problemi e prospettive. Scuola Cattolica in Italia. Quarto Rapporto, La Scuola,
Brescia, 2002.
Macchietti S.S., Per ‘riscoprire’ l’educazione morale nella scuola, in “Qualeducazione”, n. 65, 32003, pp. 9-16.
Macchietti S.S., L’educazione alla speranza negli “Orientamenti Pastorali”, in AA.VV., Educare
al futuro. Speranza scelta impegno, Atti del XXXV (settembre 2010) e del XXXVI (settembre
2011) Convegno di studio FISM-Roma, a cura di R. Cuccurullo, Euroma-La Goliardica, Roma,
2012, pp. 11-22.
MacIntyre A., Animali razionali dipendenti. Perché gli uomini hanno bisogno delle virtù, tr. it.,
Vita e Pensiero, Milano, 2001.
Paolo VI, Enciclica Popolorum progressio, Dal Vaticano, 26 marzo 1967.
Savagnone G., Educare oggi alle virtù, ElleDiCi, Leumann (Torino), 2011.