Luca Cantagalli

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LUCA CANTAGALLI
Il mio idolo è mio padre, il più grande giocatore di pallavolo del mondo. Lui è
il mio idolo perché è molto famoso, ha vinto tante coppe e medaglie e ha
vinto la medaglia d’argento alle Olimpiadi del 1996. Mio padre è alto due
metri, è molto forte e sa tutto sulla pallavolo.
Luca, mio padre, ha un carattere di solito tranquillo e affettuoso, ma quando
si arrabbia è molto severo. A lui piace molto pescare, infatti quando ha un po’
di tempo libero mi porta a pescare. Gli piace anche giocare a beach volley,
infatti ogni martedì va a giocare nei campi al chiuso a beach. Lui è abituato a
viaggiare per lavoro ma ogni tanto è chiamato per fare telecronache e
partecipare a programmi TV sulla pallavolo, per parlare e invogliare i ragazzi
a praticare questo sport.
Da quando ha un nuovo lavoro è spesso in giro, per questo ci vediamo poco,
ma quando è a casa lo supplico di portarmi a pescare per divertirci insieme.
Mio padre è il mio idolo fin da quando ero bambino. Lo è diventato perché è
molto famoso e ha molte cose da insegnare a tutti quelli che lo ascoltano. Mio
padre spesso viene fermato, quando andiamo in giro, dai passanti che gli
chiedono autografi o di scattare foto. Quando siamo a vedere le partite c’è
sempre qualcuno, quasi sempre il telecronista, che urla il suo nome e lo
trattiene per intervistarlo e fargli domande sulle sue varie vittorie. Quando
siamo a casa facciamo spesso dei palleggi tra di noi per allenarci , per tenerci
in forma e per divertirci. Di solito alla domenica va in palestra a fare pesi per
tenersi in forma e dimagrire. Quando torna è molto stanco e si riposa
schiacciando un pisolino sul divano di casa. Quando si sveglia giochiamo.
Quando finalmente arrivano le vacanze estive, andiamo in Sardegna, in
un’isola chiamata Maddalena. Qui, quando arriviamo, andiamo nel cantiere
dove teniamo la barca, per metterla in mare. Quando andiamo a prenderla è
sempre un piacere sentire il rumore dei motori! Allora mio padre si mette al
timone e ci avviamo per raggiungere il porticciolo dove ci aspettano gli
ormeggiatori per aiutarci nell’attracco. Finite queste operazioni andiamo a
casa e prepariamo le cose per il giorno successivo. Di buon ora ci svegliamo,
andiamo alla barca, mio padre va ai comandi e siamo pronti per partire.
Allora partiamo e poi arriviamo nel posto scelto. Dopo aver buttato l’ancora,
mi tuffo per controllarla.
Un giorno, dopo queste operazioni, si tuffa anche papà per rinfrescarsi e farsi
una nuotata. Dopo poco torna e dice di avere visto un pesce molto grosso!
Peccato che non si possa pescare! Il giorno dopo giù al porto sono arrivati dei
nostri amici,che puntualmente siamo andati a salutare, così, una volta arrivati
al porto, abbiamo deciso di restare con loro per trascorrere un po’ di tempo
in compagnia. La sera stessa mio padre ha buttato i pedagni, nella speranza
di catturare qualche pesce. Il mattino seguente, all’alba, con il gommone è
andato a ritirare i pedagni e s è accorto di aver preso qualcosa di grosso. Al
suo ritorno ho notato che aveva preso un bel pesce!
Io ammiro molto mio padre,perché sa molte cose, è disponibile e mi insegna
un sacco di cose divertenti.
Diego Cantagalli
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