TECNICHE E DISPOSITIVI UTILI NELLA CPR In 25 anni di CPR manuale si sono succedute proposte alternative a quella classica , che necessitano di più personale , esperienza e quindi sono riservate all’ambito ospedaliero. Non è stato dimostrato un miglioramento della prognosi con queste tecniche TECNICHE ALTERNATIVE Compressioni toraciche ad alta frequenza ( > 100 minuto): non ci sono dati certi al riguardo CPR con toracotomia : da considerare nell’immediato post operatorio di pazienti cardiochirurgici o quando si è in corso di toracotomia o laparotomia. Inserimento di compressioni addominali : si usa un soccorritore in aggiunta per comprimere l’addome, tra ombelico e processo xifoideo, tra una compressione toracica e l’altra. Il fine è di aumentare il ritorno venoso. I dati sono discordanti. Sembra aumentare la sopravvivenza se eseguita a livello ospedaliero ma non a livello extraospedaliero. CPR con colpi di tosse : colpi di tosse ogni 3 secondi si sono dimostrati utili nel mantenere una pressione arteriosa > 100 mmHg in pazienti coscienti durante coronarografia in FV- TV .I pazienti devono essere istruiti sulla tecnica che può mantenere coscienti i pazienti per 90 secondi. DISPOSITIVI ALTERNATIVI Ventilatori automatici trasportabili: nei pazienti intubati in arresto cardiaco non si è dimostrato differenza di saturazione di ossigeno arteriosa nei pazienti ventilati con pallone e ventilatore. Quest’ultimo necessita di corrente elettrica. Alcuni ventilatori non sono poi utilizzabili per i pazienti pediatrici. Nei pazienti intubati con polso si è invece dimostrato utile permettendo di ottenere un volume corrente preciso ( 6-7 ml/kg ) con una frequenza di 10 atti minuto. Compressione e decompressione attiva : Questo dispositivo è formato da una specie di tazza da tenere compressa contro il torace durante la CPR, nel momento della decompressione agisce con una suzione che aumenta la pressione negativa toracica aumentando il ritorno venoso. I dati evidenziano un miglioramento della sopravvivenza in ambito ospedaliero se eseguita da personale formato, non ci sono dati certi in ambito extraospedaliero. Dispositivo limitatore di impedenza : è un dispositivo che blocca l’entrata di aria nelle vie aeree durante la decompressione toracica aumentando la pressione negativa intratoracica e il ritorno venoso durante la decompressione. Il paziente deve essere intubato . Da solo o in associazione con la compressione-decompressione attiva ha dimostrato aumentare la sopravvivenza a 24 ore se eseguito da personale esperto. Dispositivo con pistone meccanico: il pistone ad aria comprime lo sterno e permette la CPR in condizioni ambientali disagiate, permettendo di regolare la frequenza e la profondità della compressione. CPR con vestito: si tratta di un giubbotto pneumatico da mettere al paziente in aggiunta alla CPR classica. In alcuni studi ha dimostrato migliorare l’emodinamica della CPR. Dispositivo di compressione-decompressione toraco- addominale: è un dispositivo che esegue in modo automatico le compressioni toraciche e subito dopo durante la decompressione toracica una compressione addominale per aumentare il ritorno venoso. Non ci sono dati a sufficienza per dare giudizi su questo presidio. Tecniche extracorporee e dispositivi di perfusione invasiva: tali tecniche sono utili in pazienti che hanno appena avuto una cardiotomia rispetto ad altre cause di arresto cardiorespiratorio. E’ pure utile nell’indurre l’ipotermia in pazienti in arresto cardiaco che in piccoli studi sembra aumentare la sopravvivenza. Quindi sembra utile solo in casi di arresto cardiaco con cause reversibili rapidamente con rivascolarizzazione o trapianto.