AUMENTO DELL’ATTIVITA’ MUSCOLARE VOLONTARIA MEDIANTE UTILIZZO DI FEEDBACK VISIVO: STUDIO PILOTA. Grazzina F. , Rejc E. 1 – INTRODUZIONE E OBIETTIVI La lesione del LCA è un evento che causa instabilità anatomo-funzionale dell’arto inferiore. La necessità di abbreviare ed ottimizzare il recupero funzionale degli atleti pone l’attenzione sulla ricerca di nuove metodologie e tecnologie in grado di stimolare adattamenti che possano contribuire a ritornare in tempi brevi ad un rendimento simile a quello precedente il trauma. L’intervento chirurgico di ricostruzione del LCA permette il ripristino della stabilità anatomica, ma in assenza di una adeguata riabilitazione continuerà a persistere l’instabilità funzionale. Abbiamo quindi pensato di realizzare uno strumento che permetta di evitare tutte le problematiche legate all’immobilizzazione, che serva a coadiuvare la mobilizzazione domiciliare precoce postchirurgica con e senza carico e che permetta il monitoraggio dei miglioramenti da parte del medico nelle visite di controllo successive. Alcuni punti dell’utilizzo del sistema studiato pongono l’accento sul miglioramento della coordinazione motoria precoce e dell’azione “agonisti – antagonisti”; viene posta inoltre attenzione alla mobilizzazione del tricipite surale. Con le dovute modifiche, questo progetto permetterebbe anche l’introduzione di un carico precoce progressivo, e lo stesso potrebbe essere gestito dal paziente in base alle sue sensazioni. Nel lavoro di Rizzello e Ligazzolo (1993) viene data molta importanza durante la rieducazione all’utilizzo e sviluppo di processi cognitivi quali attenzione, memoria, percezione e volontà, dai quali deriva la qualità stessa del recupero. Si potrebbe ipotizzare una precoce funzione di riattivazione muscolare e percettiva grazie ai movimenti attivi del paziente con carichi variabili programmando specifici esercizi, valutando la precisione della risposta per le prime tre settimane, anche “on line”. Ulteriori studi e modifiche possono estendere l’utilizzo dello strumento in oggetto anche nella terza-quarta settimana, modificando la superficie d’appoggio plantare sostituendo esercizi di feedback che prevedono l’utizzo di palloni di diverse dimensioni e forme. Uno studio condotto su esercizi di equilibrio in stazione eretta ha mostrato un incremento dell’attività muscolare utilizzando un feedback visivo (Rougier 2003). Un altro lavoro (Prablanc 1992) mostra come un feedback visuo-chinestesico durante esercizi di reaching possa migliorare l’esecuzione di un movimento che, una volta impostato per raggiungere un obiettivo, debba essere improvvisamente modificato per il cambio di posizione del target stesso. Lo scopo di questo studio è verificare se esercizi di flesso estensione della gamba accompagnati da un obiettivo di coordinazione fine, verificabile mediante feedback, attivino maggiormente la muscolatura dell’arto inferiore in esame rispetto ad un medesimo movimento svolto senza alcuna consegna specifica. In aggiunta, si vuole rilevare se l’eventuale aumento di attività muscolare porti, nel tempo, ad aumenti d’espressione di forza. Il raggiungimento di obiettivi di coordinazione fine di discreta difficoltà dovrebbe portare ad una consistente attività muscolare dell’arto impegnato nell’esercizio, anche per un aumento della motivazione del soggetto a svolgere i compiti motori assegnatigli. Questa situazione dovrebbe indurre, dopo il periodo di trattamento, un aumento d’espressione di forza maggiore rispetto a soggetti svolgenti movimenti senza alcun obiettivo. 2 – PROTOCOLLO SPERIMENTALE Il soggetto di questo studio è uno studente di sesso maschile senza alcuna patologia, che ha svolto in successione le seguenti prove: 1) Prova “retta” Il soggetto doveva svolgere le seguenti prove di flesso estensione della gamba sulla coscia, per una durata di 45’’: i) senza feedback - SF: semplici movimenti di piegamento e distensione della gamba sulla coscia. ii) con feedback - CF : i movimenti dell’arto venivano riprodotti su di uno schermo, e l’obiettivo era quello di svolgere movimenti i più rettilinei possibile. 2) Prova “numeri” Il soggetto doveva raggiungere con la pianta del piede (senza sollevarlo) ed effettuare una leggerissima pressione sul numero dettato dall’operatore, secondo un ordine casuale, e poi tornare al punto di partenza. La durata della prova era di 45’’. 3 2 1 4 5 Fig. 1: Schema della pedana sulla quale è stato svolto il test di reaching “numeri”. 3) Prova “bersagli” Il soggetto appoggiava il piede sopra un apposito strumento che permetteva di comandare un puntatore sullo schermo del computer, e con una leggera pressione dell’avampiede poteva dare un comando. In questo test, della durata di 45’’, apparivano sullo schermo in ordine sparso dei piccoli bersagli, che dovevano essere raggiunti dal puntatore e doveva essere azionato il comando tramite avampiede. 4) Prova “bersagli inversi” Il soggetto appoggiava il piede sopra lo strumento precedentemente descritto e svolgeva gli stessi compiti; la difficoltà ulteriore consisteva nel fatto che i comandi erano invertiti: spostando il piede a destra il puntatore si spostava a sinistra, e così di seguito. Durante l’esecuzione dei test sopra esposti è stata misurata l’attività elettromiografica (elettromiografo: diametro elettrodi: 5mm, distanza interelettrodo: 40mm, preamplificazione del filtraggio a passa banda - CMRR ≥ 70dB, PB = 10Hz-1KHz, Zin= 1,5MΩ, guadagno = 1000) dei muscoli retto femorale, vasto mediale, vasto laterale, bicipite femorale, gastrocnemio laterale, posizionando accuratamente gli elettrodi (Stegeman 2000, De Luca 1992) ed acquisendo i segnali ad una frequenza di campionamento di 1000 Hz (Biopac MP100). 3 - RISULTATI 1) Prova “retta” Test "retta" CF [V/s] 2,500 SF [V/s] iEMG [V/s] 2,000 1,500 1,000 0,500 0,000 soleo tibiale ant. vasto med. bicipite fem. retto fem. gastro lat. Fig. 2: attività EMGrafica integrata durante movimenti flesso estensori del ginocchio con (CF) e senza (SF) feedback visivo. 2, 3, 4) Esercizi di reaching 4,000 numeri [V/s] bersagli [V/s] 3,500 bers - inv [V/s] Reaching iEMG [V/s] 3,000 2,500 2,000 1,500 1,000 0,500 0,000 soleo tibiale ant. vasto med. bicipite fem. retto fem. gastro lat. Fig. 3: attività EMGrafica integrata durante movimenti di reaching a comando vocale (numeri) e con feedback visivo normale (bersagli) e con comandi invertiti (bers – inv). I dati presentati riscontrano un notevole incremento di attività muscolare utilizzando il feedback visivo per i muscoli soleo e bicipite femorale. L’assenza di risultati evidenti per gli altri muscoli esaminati è probabilmente dovuta ad alcune differenze biomeccaniche riscontrate tra le due posizioni di esecuzione dei test. Ulteriori sperimentazioni potranno rilevare quali condizioni biomeccaniche forniscano i risultati migliori in ambito riabilitativo, e potranno indicare eventuali significatività statistiche dei dati rilevati. 4 - BIBLIOGRAFIA De Luca, C., Knafliz, M., 1992. Surface Electromyography: What’s New? CLUT Torino. Prablanc, C., Martin, O.,1992. Automatic control during hand reaching at undetected twodimensional target displacements. In: J Neurophysiology (2):455-69. Rougier, P., 2003. Visual feedback induces opposite effects on elementary centre of gravity and centre of pressure minus centre of gravity motions in undisturbed upright stance. In: Clinical biomechanics, vol. 18, no. 4, pp. 341-349(9). Stegeman, D., Merletti, R., Rau,G., Hagg, G., Harlaar, J., Baten, C., Hogrel, J.Y. CD rom SENIAM 2000. Rizzello C., Ligazzolo M.A., 1992. Principi di trattamento. In: De Giovanni Emilio: Il trattamento riabilitativo nelle lesioni traumatiche dell’arto inferiore. Edizioni Sbm, Bologna. Severio Colonna. Legamento Crociato anteriore: rieducazione funzionale e valutazione dei risultati. Edi-ermes. Contatti: [email protected] 348-2382114