Costruzioni con riga e compasso Elena Barozzi ITGS ‘Pascal’ Reggio Emilia Classe 1I Classe prima di scuola secondaria di secondo grado (liceo delle scienze applicate). Tipo di macchine utilizzato Riga e Compasso Altro materiale Fogli bianchi, laboratorio d’informatica con installato GeoGebra Durata Dal 28/4/2012 al 24/5/2012 per un totale di 8 ore. Presentazione L’esperienza si è svolta in una prima liceo scientifico in una classe di 27 studenti, nel secondo quadrimestre dell’A.S. 2011/2012. Ho scelto di riprendere alcune costruzioni geometriche già note agli alunni (perché già affrontate alla scuola media o nelle ore di disegno), per vedere come possono essere giustificate con una dimostrazione di geometria euclidea. In questo modo ho cercato di creare un collegamento tra quanto viene fatto in matematica e una disciplina apparentemente molto diversa quale disegno e storia dell’arte. Tutto questo aveva lo scopo di legare una parte della matematica molto astratta, quali le dimostrazioni dei teoremi, con un’attività laboratoriale ed estremamente concreta. Volevo far vedere che se le costruzioni che loro acriticamente hanno sempre accettato ‘funzionano’ c’è una motivazione teorica dimostrabile. Gli alunni hanno riprodotto tutte le costruzioni fatte con riga e compasso con un software di geometria dinamica: GeoGebra. Obiettivi - - Familiarizzare gli alunni con l’uso di GeoGebra; Rivedere le principali costruzioni geometriche note e, dimostrando le proprietà delle figure geometriche che si vengono a formare, dare una giustificazione teorica del loro funzionamento; Trovare un ambito non strettamente matematico in cui le dimostrazioni della PARTE I - geometria sintetica trovano applicazione; Pre-requisiti Criteri di congruenza dei triangoli, proprietà del triangolo isoscele, definizione di circonferenza. Metodologia La metodologia è stata principalmente laboratoriale. Inizialmente l’insegnante ha spiegato agli alunni quali erano le consegne, poi la classe divisa a gruppi ha svolto varie attività che di volta in volta sono state consegnate all’insegnante e condivise col resto della classe. Descrizione dell’attività Inizialmente ho fatto una breve introduzione sul funzionamento di GeoGebra e ho spiegato alla classe le finalità del progetto. Successivamente la classe è stata divisa in gruppi ed è guidata nel lavoro dai protocolli da predisposti dall’insegnante. Scheda1 (costruzione del punto medio di un segmento AB): a questa scheda è stato dedicato più tempo che alle altre perché, essendo la prima, gli alunni dovevano anche apprendere un metodo di lavoro. Un’ora è stata dedicata alla costruzione dell’asse di un segmento sia con riga e compasso che con GeoGebra. Quasi tutti i gruppi per la costruzione con riga e compasso hanno costruito due archi (uno centrato in A e uno in B) di ampiezza a piacere superiore alla metà del segmento. Quando, però, hanno trasportato la costruzione in GeoGebra si sono accorti che muovendo la figura in alcuni casi i due cerchi non si incontravano più e quindi hanno costruito con centro in A e B due circonferenze di raggio AB. Sono stati invitati a riflettere sul perché fosse accaduta questa cosa e generalmente è uscita la disuguaglianza triangolare. Nella lezione successiva gli alunni hanno dovuto giustificare perché la costruzione del punto medio ‘funziona’. Questa parte è stata quella che ha creato maggiori difficoltà. Io non ho dato alcun suggerimento se non quello di tracciare i raggi delle circonfereze che potevano essere utili per la dimostrazione. Alcuni gruppi hanno faticato a distinguere quello che poteva essere considerato come noto, grazie alle proprietà del compasso e alla costruzione e quello che invece doveva essere dimostrato. Per alcuni varie proprietà della figura erano ovvie ed evidenti e non necessitavano dimostrazione. Alla fine, però, tutti i gruppi tranne uno sono riusciti a portare a termine una dimostrazione corretta. In particolare non era chiaro l’uso del compasso per il trasporto di segmenti congruenti. Negli incontri successivi le difficoltà nel dimostrare e nel distinguere quello che poteva essere considerato ipotesi da quello che invece doveva essere dimostrato si sono via via attenuate. Questi incontri non hanno evidenziato particolari difficoltà. Nell’ultimo incontro ogni gruppo ha prodotto costruzioni diverse rispetto a quelle da me proposte, qui c’è stata un’ampia varietà di costruzioni, alcune riguardavano quadrati, rombi, rettangoli, argomenti che ancora non avevo affrontato e che sono stati poi molto utili per introdurre i quadrilateri. Infine tutti i gruppi hanno dovuto presentare i vari lavori svolti in un file word o power point. Alcuni hanno messo assieme il lavoro in un corpo organico, altri hanno tenuto i lavori slegati, ma ogni gruppo ha prodotto i materiali richiesti entro i tempi previsti o con ritardi, ma lievi. Successi, difficoltà, situazioni inattese All’inizio gli alunni hanno avuto delle difficoltà perché tendevano a dare per scontate proprietà che invece dovevano essere dimostrate. Inoltre, io ritenevo che tutti conoscessero il compasso e i vari usi che se ne possono fare, invece è opportuno fare una lezione introduttiva sul compasso come strumento. Dopo queste difficoltà iniziali il lavoro è proceduto speditamente e ho rilevato un notevole miglioramento nelle capacità di argomentare e di riconoscere le proprietà delle figure da parte degli studenti. Quest’anno ho notato che gli alunni sono in generale più sciolti nelle dimostrazioni. In particolare ha funzionato bene assegnare un ruolo ad ogni alunno all’interno del gruppo perché ha fatto sì che tutti lavorassero e che ci fosse un responsabile per ogni compito assegnato. Considerazioni e riflessioni conclusive dell’insegnante Questo lavoro in termini di tempo è stato abbastanza dispendioso, si è fatto in 8 ore quello che con lezioni frontali poteva essere fatto in metà tempo, forse meno. Il lavoro di preparazione e di gestione è stato notevole, perché si sono dovute preparare le schede, il lavoro svolto in classe è stato di volta in volta corretto e anche gli elaborati finali sono stati controllati. La metodologia laboratoriale porta in alcuni momenti la sensazione di perdere il controllo sui processi che avvengono all’interno della classe. Nonostante tutto questo io penso che questa esperienza sia stata molto positiva perchè gli studenti hanno avuto modo di cambiare le loro conoscenze ‘profonde’, i loro metodi di lavoro in un modo che rispetta i tempi di ciascuno ed è quindi molto più efficace della lezione frontale. Il tempo ‘perso’ per portare a termine il progetto è stato ampiamente guadagnato successivamente perché gli alunni avevano appreso i concetti fondamentali e acquisito un buon metodo di lavoro, questo ha portato a snellire il lavoro successivo. Penso inoltre che la sensazione di ‘perdita di controllo’ sia solo apparente perché questa attività ha permesso agli studenti di essere protagonisti in prima persona del proprio apprendimento e di sedimentare in profondità i concetti trattati PARTE I -